Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

sulla roccia, e presto ero stato molto più a

giovane uomo urbano che ero diventato mi sembrava l

a quella in cui ero cresciuto: una baita di

luogo in cui non ero mai stato ma un

e in quel caso ero pronto a scappare via

a scappare via. Mi ero portato libri e quaderni

anni prima in cui ero uscito per l’ultima

libro per riconoscerli ed ero quasi sicuro che fossero

primi giorni di spaesamento ero pieno di cose da

solo ruderi da quando ero bambino. Avevo l’impressione

sentivo muoversi ogni tanto. Ero io la popolazione. Come

Robinson sull’isola deserta “ero il signore assoluto del

che scrivevo, e che ero venuto lì per lavorare

i libri che mi ero portato scoprii che era

Rigoni Stern a cui ero tanto legato, perché mi

dei fiori di zucchina. Ero impaziente di cominciare la

una rete robusta, ed ero tutto contento di come

che razza di nemico ero. Io andai avanti a

buio. Da bambino ne ero terrorizzato, passavo notti in

immediato effetto di svegliarmi. Ero incerto se andarmene a

il nemico da combattere ero io, allora ritirarmi dalla

l’autentica vittoria. ¶ Mi ero seduto sui gradini della

uscii, tutto infarinato com’ero. Trovai i vitelli poco

e mi chiese com’ero riuscito a catturarli: risposi

valevo granché come eremita: ero andato lassù per stare

a spiegargli che cos’ero andato a fare lassù

fare il duro. Eppure ero convinto che fosse molto

a fare altrettanto. Quando ero su da lui, a

freddo, ora che mi ero abituato al calore del

per gioco. Io adesso ero forte, sul ghiacciaio mi

se si chiedeva dov’ero finito, e chissà cosa

baita. In fondo se ero finito lassù uno dei

nulla. Dieci anni dopo ero arrivato io, in cerca

storia in cui mi ero cacciato sperando di ritrovare

mi fermava più? Adesso ero in cresta tra le

di fargli sapere che ero venuto in pace. I

capo stambecco decise che ero un nemico noioso, sbuffò

la casa in cui ero stato bambino, anzi il

pioggia, e quando ormai ero arrivato sentii avvicinarsi il

fuoco a ricordarmi dov’ero. Legno di faggio, un

a ovest, da dov’ero arrivato, l’altra si

senza nessuno intorno. ¶ Mi ero fermato una notte a

di lavoro, dato che ero stanco di girare, il

mi avevano guardato strano. Ero l’unico ospite di

radio accesa. ¶ Io mi ero impossessato della cucina. Setacciando

di andare a dormire. ¶ Ero sorpreso che i ragazzi

Da principiante non mi ero portato materiale di riserva

cresta ebbi una visione: ero in mezzo alle nuvole

secondo a capire che ero io. Ero alto e

capire che ero io. Ero alto e sottile, con

slavina ghiacciata da cui ero sceso la prima volta

andata bene. Due volte ero arrivato su solo per

a sentirmi stanco, adesso ero decisamente esausto: con le

su quel sasso perché ero stanco, mi mancavano tutti

non sapevo più dov’ero. ¶ In pieno agosto, l

autunno precoce della montagna. Ero partito dal rifugio la

mattina presto, ma non ero per nulla contento di

vallone parallelo, ma mi ero convinto che si potesse

perdermi per vedere se ero in grado di ritrovare

se mancavo a qualcuno. Ero andato in montagna con

la preda fossi io. Ero disteso immobile e per

il punto in cui ero caduto e ricominciai a

scrittura ¶ Ritorno ¶ Nel pomeriggio ero di nuovo alla baita

montagne, ma adesso che ero a casa puzzavano terribilmente

la baita e io? Ero scappato da lei proprio

mia solitudine: adesso che ero tornato, ammaccato e un

Certe volte il camminatore ero io e per un

la soglia della baita ero più preoccupato che contento

con eccitazione. Io invece ero fatto per l’estate

uomini, con cui non ero mai riuscito a legare