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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «faceva»

nautoretestoannoconcordanza
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ma intanto adesso mi faceva l’effetto di quelle
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gambe, ma chi le faceva piú ballare? La gente
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che suonava il bombardino. Faceva tante serenate che di
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Nuto e che cosa faceva. Raccontò che quella stessa
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vivere». Era questo che faceva paura. Neanche tra loro
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anche loro… ¶ Sentivo che faceva fatica. Trangugiò la saliva
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delle donne. Che altro faceva in questo mondo? ¶ Dalla
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ghiaccio. La settimana si faceva saltando su una gamba
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fuori era agosto, quaggiú faceva freddo, quasi scuro. Qui
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acqua, che d’estate faceva pozza. ¶ Gli chiesi dove
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avvocato calvo che non faceva l’avvocato: le terre
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con la vita che faceva adesso – bastava lasciarlo dire
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dalla Mora, ma poi faceva caldo. Guardando verso Canelli
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col buio e dormirci. Faceva freddo, un freddo secco
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un odore di sale. Faceva freddo come d’inverno
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pianura di baccano e faceva faville. Chi sa cosa
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non ci salii, mi faceva troppa paura. L’Emilia
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sulle spalle, che si faceva asciugare i capelli. E
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rispetto alla vita che faceva adesso quel Cinto. Suo
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stanza, guardava la porta, faceva quel verso. Il saccone
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che quel verso lo faceva giorno e notte e
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lui scherzava con tutti, faceva il verso ai piú
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Nuto, conoscerlo cosí, mi faceva l’effetto di bere
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dei tigli; la signora faceva la maglia. Silvia era
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al sor Matteo, che faceva saltare la piccola: – Devo
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pagato per farlo. Li faceva vergognare. Gli diceva che
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anche i sogni che faceva la notte e le
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era che tutto si faceva a stagione, e ogni
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spesa, quadri rotti. Lui faceva passare quei libri, li
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ai tigli. A me faceva sempre effetto che un
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due, e certe volte faceva ancora le scale di
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pensare che tutto si faceva per loro, per riempire
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ragazza da niente e faceva l’amore a Genova
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nipoti della contessa, le faceva addirittura ammattire. Era come
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quello che al tirasegno faceva sempre centro e giocava
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lui il filo lo faceva a Irene. Irene, cosí
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signora Elvira invece gliele faceva buone e trovava che
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non sapeva stare, e faceva giocare Santina soltanto per
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appesa alle catenelle, che faceva una luce come la
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era sentire Arturo che faceva l’uomo in gamba
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dirgliene quattro. La signora faceva l’offesa. Irene alzava
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Restava dunque che Arturo faceva il filo a tutt
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un boschetto ma ognuno faceva lea da solo – e
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girava in motocicletta, si faceva salir dietro Silvia e
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era come matta, si faceva portare tra le canne
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illustrato delle sarte – lo faceva comprare apposta a Canelli
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una ragazza mal allevata. Faceva i capricci, si faceva
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Faceva i capricci, si faceva servire, sfruttava con cattiveria
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boschi; accudiva alla casa, faceva il pane e le
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parlare. Certi giorni si faceva attaccare il biroccio e
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Crevalcuore quel Matteo si faceva vedere con Silvia – non
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segni di quel che faceva con Matteo. Quel settembre
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ricominci. In America si faceva cosí – quando eri stufo
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e geometri, e mi faceva parlare. Andavamo come due
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si sedettero a colazione. Faceva fresco, quasi freddo. Io
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a casa non potevano. Faceva la fame sulle panchine
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Lui fumava e mi faceva fumare, mi diceva se
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e con noialtri li faceva la signora e ficcava
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favore che lui le faceva, perché dopo la storia
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teneva compagnia al vecchio, faceva le commissioni a Canelli
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al padre e gli faceva le flanelle. Arturo adesso
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morti, le scottava, le faceva perdere la ragione: se
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anche lei e si faceva rispettare. Non fosse stato
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che la loro Santa faceva la spia, che i
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disse che Santa la faceva buone lei a chi
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terra e lasciarla cosí. Faceva ancora gola a troppi