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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «far»

nautoretestoannoconcordanza
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in Palestina ¶ cominciarono a far delle insolenze ¶ a ogni
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tutti i pleniluni ¶ a far prego con pompa e
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amator della verdura ¶ fece far sul model di quei
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fece e ch’ei far debbe ¶ acciò non nascan
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baciò, ¶ e a farsi far la contrachiave andò. ¶ E
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maggior facilità ¶ potea ciò far, che il grand’eunuco
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decalogo. ¶ Pertanto che altro far può l’infelice ¶ che
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dritto dritto ¶ di là far poscia in Circassia tragitto
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inseguia. ¶ Per ristorarsi e far breve soggiorno, ¶ si fermar
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nuovo eunuco. ¶ Anzi, nel far ricerche di Tommaso ¶ s
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l’ira; ¶ e a far ne insegni, tal memoria
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dovesse indurlo a farsi far cristiano ¶ e al popolo
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al popolo fedel non far più male, ¶ con facoltà
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Carpin, che ’l vuol far catecumeno, ¶ parla e gestisce
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consista, ¶ Tommaso fe’, come far meglio ei crede, ¶ all
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sempre e non mai far regali, ¶ e che un
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e tanto avea che far con Gengiscano ¶ quanto ha
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Gengiscano ¶ quanto ha che far il cerebro coll’ano
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restarsi oscuro e non far più figura, ¶ nessun mostrar
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brache allacciar per non far moto ¶ e tener si
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come mai costor posson far stima, ¶ come sentir gli
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presso alla carrozza, ¶ o far commission vile, indecente, ¶ portando
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esercitar vituperoso offizio ¶ o far d’oscenità traffico enorme
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supremo ella è stimata: ¶ far santi e assolver può
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gli alti disegni suoi far manifesti, ¶ ordinò il rispettabile
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e non amo di far, com’ei facea, ¶ colle
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di Turachina; ¶ ed io far soglio precedentemente ¶ saggio di
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sortir dagli amorosi guai, ¶ far prodezze a bizzeffe e
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come solit’era ¶ di far ciaschedun anno in giorno
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si sbarazza; e senza far parola ¶ quei ritiransi e
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ch’ella vuole ¶ di far la sorte mia solo
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dì del nome suo far volle ¶ e i più
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nondimen tant’albagia ¶ da far rider Eraclito e Catone
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frutto. ¶ Ho pur bel far: costor mi guastan tutto
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barbari e brutali, ¶ traffico far vituperoso, infame, ¶ di prostitute
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alle contrade mie di far ritorno. ¶ Ma facile è
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che alla scrittura ¶ doveasi far un qualche cangiamento, ¶ e
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suo danno del favor far uso, ¶ da quei diretto
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tosto le sembra, ¶ e far glien volle la proposta
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obbrobrioso, infame ¶ e a far a prezzo di pochi
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quel brutto babbuino ¶ a far meglio da prete e
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e cintolone. ¶ Ond’ei far volle anche il buffone
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il naviglio, or là far acqua accenna; ¶ or si
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impiegar tre mesi ¶ per far in rada uscir tutto
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una staffetta ¶ pregandolo di far la sua vendetta. ¶ Appena
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come passai, ¶ sollazzarmi, dormir, far buona cera, ¶ che venire
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orribile bufera ¶ e cose far che far non seppi
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e cose far che far non seppi mai! ¶ L
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tutti s’udiro e far fracasso, ¶ tutti gracchiar i
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e ostacoli diversi ¶ per far dal Volga in Mogollia
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imprese ¶ ti consiglio di far pubblico ingresso». ¶ Cui Carpin
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reppliche e convenne ¶ di far l’ingresso pubblico e
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se si dilettava a far miracoli. ¶ Indi passò a
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d’altro; ¶ e senza far alle risposte indugio, ¶ trovò
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avieno ¶ a Caracora a far le prostitute ¶ sen vanno
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brillar nel mondo e far del chiasso. ¶ Ed in
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le dita; ¶ ma vedendolo far le cose istesse ¶ e
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di Federigo ivi a far broglio. ¶ Non già a
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a dimandar misericordia; ¶ e far veder che i regi
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in questi guai, ¶ ma far in Mogollia quel che
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numeroso splendido equipaggio, ¶ né far si vide mai più
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per gli uomini a far priego e pei cavalli
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rupi d’Alvernia a far dimora; ¶ e che gli
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i deputati eletti ¶ a far seco gli onor di
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a tutti insiem di far propone ¶ di quell’opra
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darne l’esempio e far coraggio ¶ tosto ella stessa
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di quel paese ¶ e far fiorir città, le arti
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lo stuol, che a far colà soggiorno ¶ vedesi astretto
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quel degno ecclesiastico ¶ dispute far per ridere un tantino
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e nell’amica ¶ seppe far così bene i fatti
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ad un tempo a far le mosse istesse; ¶ egli
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l’arte esimia ¶ di far dell’or senza impiegar
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riempir gli erari e far contante, ¶ poich’egli, che
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occorrenze sue ¶ apprese a far d’una moneta due
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camicia. ¶ Quand’iva a far sue visite galanti, ¶ a
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riguardi e ad essi far la corte; ¶ onde sol
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obbligò nel regno a far dimora, ¶ e ragion di
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credea – ¶ che Aiton di far in Mogollia tragitto ¶ infin
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puntualmente ¶ si pose a far il cavalier servente. ¶ Né
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si fosse indotto a far sì gran viaggio, ¶ ma
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le moschee ¶ o altre far funzion di cotal sorte
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calif per suo mestier far dee. ¶ Or, chiuso entro
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da quell’istante ¶ vendetta far del favorito amante. ¶ E
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seco suscitar dovesse ¶ e far sì che in eterno
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che pubblica omai di far propose ¶ profession della dottrina
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anche d’umor di far soggetta ¶ a un straniero
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per divertir la compagnia, far volle ¶ dell’intrepido eroe
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e giocondo, ¶ conservati per far chiasso nel mondo. ¶ In
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coraggioso si pose a far sua corte, ¶ acciò, se
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de’ sudditi destina ¶ a far seco da amanti e
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codardo qual sei, non far ch’io deggia ¶ con
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né possibil credea che far oltraggio ¶ uom vivente a
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la facoltà concesse ¶ di far quel tutto che opportun
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detta, ¶ il Preside solea far suo soggiorno. ¶ Pelli in
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pronta a tal uso, ¶ far vela sopra il capo
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ogni scherzo da lei far si lasciava; ¶ e mentre
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alle prese e a far del chiasso, ¶ ti giuro
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asinescamente ¶ con Memma pretendea far all’amore, ¶ e osò
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aria e l’insolente ¶ far perfin meco stesso e
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darmi di naso, ¶ se far vuole il censor sul
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occhi, ¶ dal fango tratti far da gran signori ¶ con
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molto, ¶ su di cui far tanti discorsi ascolto. ¶ Vuo
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ne sbrigo. ¶ Iuca a far cominciò la graziosa ¶ e
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per lor bisogna a far baratti. ¶ Tornato il marinar
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e schiavi e mogli, ¶ far trattati, alleanze, e in
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nome del Gran Can far pace e guerra. ¶ Colui
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domanda ¶ lice a me far, dimmi qual è la
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innocenti sien pur: che far dovrei ¶ di sì inutil
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più volte egli tentasse ¶ far a Catuna le più
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non isfuggir poteo. ¶ Al far del giorno per ogni
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le fosse. ¶ Ma che far di color che allo
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stansi intorno al soglio ¶ far di tal debolezza indegno
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in certa lutta ¶ per far bravure avanti alla sua
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nave già vicina a far naufragio ¶ stat’era per
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a badar di non far tanto baccano ¶ e irsene
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col malvagio, ¶ che potea far? La mala compagnia ¶ ha
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assiser sul lido a far merenda ¶ parlando e interrogandosi
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le protestò che quanto far potrebbe ¶ per renderle men