Ignazio Silone, Severina, 1981

c’era altro da fare, allora. Dovevamo impedire che

notizia e sul da fare. Suor Gemma era, tra

Che cosa possiamo dunque fare?» chiese don Gabriele. ¶ «Non

domanda: che cosa dobbiamo fare?» ¶ «A mie spese, ho

certo che dovremo entrambi “fare il salto”, per citare

testa. Lei la lasciò fare con la docilità di

davano il cambio nel fare compagnia alla convalescente, la

terra e andò a fare colazione. Rinvenni nella mia

tu.» ¶ Severina non osò fare commenti. ¶ Maria Teresa portò

questo bugigattolo; cosa può fare una stufetta elettrica contro

Fulgenzio si astenne dal fare commenti e rimasero un

e ti ho lasciato fare perché ti rispetto. Quando

principio, come novizia, dovevo fare continuamente violenza a me

e che quindi deve fare dei compromessi col mondo

in buona fede di fare il suo dovere, ma

lavoro l’avremmo saputo fare. Ma non c’era

per loro. Non vogliono fare male a nessuno. Non

così inutile, non sapendo fare nulla per aiutarvi, ma

come farlo? Cosa poteva fare lei, incapace per ora

poi avrebbe cercato di fare un piano per tutta

scostando la gente per fare spazio. ¶ «Cos’è successo

non si tratta di fare discorsi commemorativi, ma se

Intanto lei non può fare nulla qui: cerchi di

notte di andarsene a fare altrettanto. Dovremo poter contare

una cosa che volevo fare io, ma così come

cosa ci sto a fare. Mi sono rintanato con

deserto. E cosa potrei fare? Troppo vecchio e malandato