Alberto Savinio, Tutta la vita, 1945

in lettere nere su fondo bianco, perché anche la

segreti emersi dall’oscuro fondo dei fatti, tale il

di città veniva dal fondo di quel viale e

mischiato col caffè in fondo alla tazza di latta

nella lontananza e in fondo la differenza tra amare

singhiozzi le morivano in fondo al naso, come minuscoli

sodo e attaccato al fondo del bicchiere; e poi

ultime notizie e in fondo a queste lesse anche

assieme le risvegliarono nel fondo della memoria alcuni versi

riaccordava il cordame. ¶ Dal fondo di quella scuderia pianistica

su quella voce dal fondo delle sue viscere tenebrose

punti della città. ¶ In fondo alla via passarono alcuni

la sua mamma in fondo a quella sua vita

interno si versarono nel fondo, e nel vuoto fra

viaggiatore che dorme nel fondo dello scompartimento, e che

guscio di ferro, nel fondo del «mio» mare. ¶ Colui

in un gorgo in fondo al quale è la

finestrini sono aperti in fondo allo scompartimento. La luna

indugia alla finestra, in fondo alla valle galleggiano ancora

poco valore, ma in fondo fu contento di non

i miei amici». In fondo al biglietto c’era

portato la mano al fondo dei calzoni, aveva sentito

sèguono senza fine sul fondo turchino, panciuti e acchiocciolati

la nave e il fondo turchino del tappeto è

in prefettizia nera su fondo nero, nera la barba

specchio Dazio vedeva il fondo del salotto, l’uscio

guarda diritto verso il fondo del salotto. La porta

glauca luminosità di un fondo marino. E anche il

il silenzio è da fondo marino. Nell’orecchio del

un orribile vuoto in fondo al quale egli sbatte

orribile vuoto, e dal fondo di esso sente la