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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

concordanze di «fu»

nautoretestoannoconcordanza
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alla immortalità. Co’ Macedoni fu seconda la fortuna e
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imperio, mentre ch’ella fu affezionata e officiosa non
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trovoss’egli alcun popolo, fu egli nazione alcuna barbara
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e augumentarsi trionfando. Si fu la loro immensa gloria
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fortuna interrutta, non però fu denegata alla virtù; né
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tanto sempre con loro fu imperio, gloria e anche
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tuo studio e arte fu debellar e’ superbi ed
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degli Indii a te fu permesso constituire fulgentissimi insigni
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ché a me sempre fu chiaro e notissimo, e
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finire sua vita sempre fu necessario. Ma ben si
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miei, alla virtù sempre fu questo premio non piccolo
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riverenza ne' giovani sempre fu grata e molto richiesta
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in alcuno luogo publico fu chi appresso de' miei
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quel buono antico, qual fu per sopranome savio chiamato
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onde consumato il legno fu la vita a Meleagro
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disposti. Quale più sempre fu incerto e dubbioso che
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amore. In costui adunque fu buona e lodata diligenza
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sua quasi natura, e fu sopra gli altri costumatissimo
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divino poeta, da giovane fu amatore, e così di
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filosofo antiquo, el quale fu ne' tempi di Diogene
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avervi l'ingegno essercitato, fu possibile e facile fare
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tutte le cose mai fu se non lodatissimo. Piglinsi
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nostro principe degli oratori, fu dal suo padre dato
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a molti populi, onde fu Ercules, Esculapio, Mercurio, Ceres
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molto litterati. Messer Benedetto fu in filosofia naturale e
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suoi onestissimi ozii sempre fu in magnifico essercizio, e
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e nelle lettere sempre fu eccellentissima, mi pare necessario
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nostri cittadini, nelle quali fu sempre adoperata molto la
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mai all'altre faccende fu se none utilissimo. E
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di Domiziano Cesare che fu sì perito dell'arco
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uno corvo favellare, come fu quello el quale in
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gentile. Ma sempre così fu la famiglia Alberta copiosa
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re di Macedonia non fu egli veduto in Roma
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in casa nostra mai fu chi a que' tali
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retto per forza sempre fu manco stabile che quella
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fra gli altri studiosi fu, e molto più con
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qualunque di casa sempre fu apresso Adovardo quanto si
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e soprastare. ¶ BATTISTA ¶ Sempre fu nostro desiderio, Lionardo, con
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se ora a te fu voluttà consentire ad Adovardo
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imperoché per conferire sempre fu licito difendere qualunque opinione
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vergine di Neottolemo. Non fu all'amore poca licenza
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celebratissimo cittadino, per cui fu la calamità farsalica e
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sua carissima Iulia. Non fu certo, non fu poca
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Non fu certo, non fu poca opera allo amore
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più si recita che fu apresso el fiume Ganges
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vi trasse ad amare? Fu una leggiadra bellezza, un
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un vezzosissimo costume; anzi fu un poco onesto e
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tanta crudelità essere? Non fu fiamma e ardore divino
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poiché in nostra libertà fu accettarlo, in nostra ragione
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raméntati, la quale formosissima fu nel tempio di Castore
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amore a sé stessi. Fu questo, Battista, officio, fu
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Fu questo, Battista, officio, fu laude, fu virtù d
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Battista, officio, fu laude, fu virtù d'amicizia, quale
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imperoché l'amore sempre fu pieno di fizioni, maninconie
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sola l'amicizia sempre fu quella la quale fra
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questo tacere, ché sempre fu il favellare inutile se
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niuno dubiti all'uomo fu la donna necessaria. Poiché
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altra compagnia. Così adunque fu il coniugio instituito dalla
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virtù più meritava lode, fu d'ogni superbia, d
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si stimano. Anzi sempre fu raro e solo beneficio
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e' nostri Alberti sempre fu questa innata e quasi
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agli uomini troppo piatosi. Fu sempre la pietà e
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Spurio Corvinio, overo Corpilio, fu el primo el quale
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reverenza inverso di lui, fu a me in luogo
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grembo degli oziosi sempre fu nido e cova de
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quell'altro antico filosafo, fu, quanto ad alcuni suol
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E forse questa necessità fu essordio e principio di
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che la virtù. Sempre fu la virtù sopra tutti
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somma, ma sempre maggiore fu la volontà, affezione e
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anni in qua mai fu essa sì povera ch
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trattato da noi. Mai fu nella famiglia nostra Alberta
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onestà, la quale sempre fu ottima maestra delle virtù
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la nostra suprema calamità. Fu Italia più volte occupata
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ormai saranno tuoi". Non fu tra noi chi più
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salì'in Palagio. Non fu tempo ivi a quello
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compagni. Nulla giovava. Pertanto fu volta che io volea
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qualche ragione pazzo sempre fu doppia e incredibile pazzia
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mio, non dubitare, sempre fu attissima a ruinare ogni
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stimo chi scrisse pur fu come io uomo. Sì
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presenza dei più atempati fu mai chi s'asedesse
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dico io bene? Anzi fu l'anno doppo, in
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Battista e tu Carlo, fu fratello cugino, però che
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messer Benci iurisconsulto, e fu questo Lapo avolo di
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il quale messer Iacobo fu fratello di Tomaso nostro
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Tomaso nostro padre, e fu padre del vescovo Paolo
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di Lapo e Alberto fu padre di messere Agnolo
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della famiglia nostra, li fu donato grado e onoranza
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da' nostri Alberti, sempre fu ogni sua dignità e
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sino a qui mai fu in casa nostra Alberta
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essercitarsi, figliuoli miei, sempre fu maestro e medico della
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così, sai, mezzanamente, sempre fu cosa felice. Voi altri
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dubio a' giovani sempre fu debito riverire i maggiori
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e la fama sempre fu da stimare più che
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con molta infamia ne fu cacciato; tutti male arrivati
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e' paesi. E quanta fu gentilezza in quello uomo
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questo sarebbe, come sempre fu, il primo, d'avere
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spenderli quando bisognasse? Sempre fu utile al padre della
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spesso, ora mi ramenta, fu costume di messer Benedetto
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diligenza delle cose sempre fu madre delle ricchezze. Molto
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la famiglia prudente quanto fu la vostra. ¶ GIANNOZZO ¶ Fu
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fu la vostra. ¶ GIANNOZZO ¶ Fu certo la mia e
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mia fra pochi giorni fu rasicurata in casa mia
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solo me, e questa fu la prima. La seconda
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e pace; e questa fu la seconda. La terza
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GIANNOZZO ¶ E in questo fu' io prudentissimo, né ti
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onestà della donna sempre fu ornamento della famiglia; la
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onestà della madre sempre fu parte di dote alle
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leggiere e cervellina. Sempre fu ornamento di gravità e
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donna la taciturnità; sempre fu costume e indizio di
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che la bellezza. Mai fu la casa per vostra
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sia riverita. ¶ GIANNOZZO ¶ Anzi fu sempre necessario questo. Se
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già molti anni sempre fu mia usanza fare ogni
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l'altre cose sempre fu Giannozzo da essere ascoltato
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è. Lionardo qui sempre fu in me troppo affezionato
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volete sapere quello che fu anni già cento, e
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ché sapete, Giannozzo, sempre fu più lodo vincere chi
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fatta con ragione sempre fu lodata; l'astuzia spesso
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stamani! ¶ LIONARDO ¶ Molto più fu utile con noi dicendo
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doppo a' primi saluti fu commendata la fede e
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fummo, persino che ella fu meco in vita, mai
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giovò più che non fu impedimento el non essere
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di virtuosi. E sempre fu la virtù in sé
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persona a' dì nostri fu, certo in messer Benedetto
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Alberto vostro padre troppo fu maraviglioso e singolare, - niuno
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Racconterovvi adunque che artificio fu il mio in adurmi
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a concedermisi ad amicizia, fu quello al quale me
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LIONARDO ¶ Prudente consiglio, Piero, fu el vostro e da
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instabile a perseguitare sempre fu inimico a finire la
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me deliberato, così mi fu luogo e occasione troppo
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commilitone; ché assai sempre fu pari riputata questa milizia
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cui sempre qualunque scrittore fu in reverenza e ammirazione
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sapere se la amicizia fu trovata per sovenire alle
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superò el tauro maratonio, fu dalla fama e lode
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era in augurii perito, fu a Gaio imperadore amicissimo
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non meno a Claudio fu costui medesimo accettissimo, perché
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benivolenza, e tanta gli fu in teatro renduta festa
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popoli, ove Fabio consule fu morto, per questo recuperò
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e uscito della spelonca fu ripreso dallo essercito di
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punire la sua contumacia, fu adiudicato alle bestie, a
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lione Androdoro, da lui fu quasi in grembo ricevuto
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gli animi della moltitudine, fu el servo e il
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e a Teseo tanto fu gratissimo la presenza e
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che sola quasi questa fu prima cagione a insieme
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insieme coniungerli d'amicizia. Fu Pisistrato a Solone e
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a Socrate, dicono alcuni, fu el suo Alcibiade amicissimo
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innamorati. Silla, referisce Sallustio, fu meglio voluto dal suo
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e fede. ¶ Né meno fu prudenza in messer Benedetto
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benivolenza, e sempre mi fu a cuore quello che
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numero de' collegati sempre fu grave ad onesto e
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quale o prima troppo fu imprudente e molto inconsiderato
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persona indegna, o poi fu volubile o poco fermo
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a testé a noi fu coniuntissimo. E qui accade
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dubitare santississima e religiosissima, fu onde s'apprese la
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non onestissima, né mai fu religioso quale in prima
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notissimi vinculi: l'uno fu primo vinculo di que
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in qual sentenza scrivono fu Filippo macedon padre d
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E domandatolo: "O orciolaio (fu el padre d'Agatocle
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uomo ottimo e santissimo, fu inimico Aristofon poeta, el
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religiosissimo custode della Repubblica, fu da' suoi inimici non
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in benivolenza, così poi fu ad Antigone tiranno tanto
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diffuso incendio. E tanta fu, dicono, in que' Licii
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Filosofi (quale ancora dicono fu sentenza di Publio poeta
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sempre appresso e prudenti fu sopratutto carissima e preziosissima
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doveva nuocere tanto ci fu grato, chi negherà non
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esserti grave e infesto, fu umano e teco benificientissimo
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umanissimo e accommodatissimo. Né fu se non benificio e
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quanto a te nulla fu dannoso, poi quanto a
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terra poi, dicono alcuni, fu da loro ivi non
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né per nostro vizio fu principiato l'odio, né
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conservar l'amicizia, qual fu luogo quinto da noi
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ogni assentazione, qual sempre fu servile e indegna d
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seguìgli che da' patrizii fu iudicato troppo molle e
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populare, e dalla plebe fu stimato fallace e doppio
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e da quelli ne fu odiato. Ma pure qui
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e concordia. Così gli fu licito quivi e qui
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per qual cosa forse fu detto Attico. Silla, uno
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con danari, non però fu da Cesare vittore male
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CONSUL o TERTIO C. Fu delata la disputazione e