Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

fa cotal condizione: ¶ "Chi giú d'arzone nel bagordo

dàlli; ¶ chi su, chi giú, chi va, chi vien

e Mastro ¶ andò pur giú da banda, e riversollo

puòte star saldo, ma giú cadde ad orza. ¶ 35. ¶ La

l carro al basso giú s'asside ¶ e pugni

ciascun, per non tomar giú da cavallo, ¶ col cul

anzi qual presto gatto giú descende. ¶ Acciò chi sia

ficca la testa in giú da valent'uomo ¶ e

dividere; ¶ qua su e giú Rampallo tende a battere

de l'inegual contrasto giú l'aterra. ¶ Con simile

pantani, ¶ chi su, chi giú, chi al lungo, chi

rispetto lascia e manda giú ¶ di Lete al fiume

portan di su di giú per lunghe scale, ¶ come

poi ch'ebbe posto giú, sí come è l

Carlone. ¶ 43. ¶ Di su, di giú lo cerco in ogni

l'ascoltando, caccia quelli ¶ giú per le scale in

la testa, ¶ s'andar giú del paese non s

Ma non sí tosto giú posata l'ebbe ¶ che

alto ¶ et animoso venne giú d'un salto. ¶ 50. ¶ Qual

cui Berta convien che giú s'appiatti; ¶ Milon, encontra

encerate piume ¶ e venne giú dal ciel in un

fretta ¶ la donna e giú la mandan in barchetta

l'altro afferra e giú lo stese ¶ l'un

o mi la trati giú de la finestra! - ¶ 49. ¶ Cosí

cera al foco! ¶ Ponetilo giú in terra. Dimmi, frasca

ma per le scale giú corre saltando, ¶ s'avesse

di falcone ¶ lo qual giú a piombo vien viste

volti, ¶ e il lardo giú dal culo si ti

lo diavolo cascando già giú d'alto, ¶ quando privollo

placato il Cielo, ¶ levando giú dagli occhi a Mòise