Egisto Roggero, Il Giglio, 1898

levò. ¶ Dalla finestra la grande luce della campagna entrava

Come ti sei fatta grande e bella! Io non

come sei bella! E grande e seria!... Lascia ch

oscuri e di una grande libreria di vecchio noce

dal pennello di un grande. Era proprio dei Sergio

dall’alto della sua grande cornice. ¶ — Io sapevo tutta

era a lato del grande salone da ballo da

parco (ell’era una grande coglitrice) e la quiete

vecchio don Paolo la grande poltrona indolente e solenne

salone di città, una grande festa: v’era una

Fede e della sua grande Pietà. Nella valle le

parlava, cantava, inneggiava della grande voluttà della vita, alimentata

là si sprofondava una grande villa nera e silenziosa

i pinnacoli d’una grande palazzina. ¶ Piero domandò a

sorella montava su pel grande scalone di marmo: solo

fra le braccia un grande fascio di fiori gialli

padre s’intratteneva con grande dimestichezza con donna Albina

l’influenza rigeneratrice della grande calma che lo circondava

al castello, ad una grande attività fisica. Faceva grandi

buon bestione colossale; il grande amore del forte ragazzo

faceva assegnamento su la grande influenza che tu hai

pianamente, molto soavemente: una grande calma, come una vaga

del giardino, sotto un grande oleandro in fiore. ¶ — Io

Egli sembrava luminoso nel grande candore del suo marmo