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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «guardavo»

nautoretestoannoconcordanza
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Dal finestrone senza serramenti guardavo per un po’, lavandomi
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quando invece li richiudevo. Guardavo ancora per molto tempo
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diventate quasi viola. ¶ Le guardavo, seduto sul bordo della
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però alzarmi in piedi, guardavo gli altri schettinare in
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con gli occhiali «e guardavo proprio come adesso la
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basse delle tempie. Lo guardavo con la coda dell
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mento contro il petto, guardavo i capelli che mi
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vena nel cervello. Li guardavo entrambi, tutto contratto sulla
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durante le orazioni, li guardavo ogni tanto. Mi pareva
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Dall’angolo da cui guardavo, potevo vedere il livello
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faceva apparire senza spalle. Guardavo i vari strati di
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rubinetto. ¶ Nella sala studio guardavo da un po’ di
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Appariva preoccupato, assente. Lo guardavo in diagonale, nel refettorio
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Un giorno, mentre lo guardavo dal basso, da un
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a mia volta. Lo guardavo, contro la città brulicante
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occhi serrati lacrimavano. ¶ Ora guardavo soltanto il piatto, che
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mi fischiavano le orecchie. Guardavo solo il seminarista sordomuto
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lo sportellino spalancato. Ci guardavo dentro e mi sembrava
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parole della consacrazione. Le guardavo, ogni tanto, con uno
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fianchi della moto. Lo guardavo, mentre sollevava gli alettoni
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distendere il corpo. Mi guardavo attorno nell’aria trasparente
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a velocità vertiginosa. Mi guardavo intorno con gli occhi
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finestra era ancora spalancata, guardavo di tanto in tanto
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il leggero dislivello. Le guardavo senza fiatare, il loro
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dal colletto della veste. Guardavo, spostando un po’ le
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cielo della villa. Li guardavo, pochi istanti dopo, acquattato
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occhietti di vetro spalancati. Guardavo stupito l’interno della
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di una delle prolunghe, guardavo fuori dalla finestra ancora
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chinata sopra il piatto, guardavo l’indefinibile fiera rampante
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sommità della scaletta. La guardavo e mi pareva che
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la moto. Ma non guardavo ormai più da quella
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più il parco. Lo guardavo, tutto inclinato sul basso
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potevo più arrampicare sopra. Guardavo dentro, camminando sulla muraglia
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a incominciare. Non mi guardavo intorno, ma mi pareva
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accostate. Ora che la guardavo meglio e da un
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in sala studio. Non guardavo più verso il banco
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tuo saltimbanco!» mormorò. ¶ Lo guardavo senza parole, a tratti
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sentivo crepitare leggermente, non guardavo neppure verso il Gatto
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sulla sua cotta. Non guardavo più verso il Gatto
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finestrino. ¶ Trattenevo il respiro, guardavo solo la sua mano
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alto di cemento. Mi guardavo intorno, masticando una piccola
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letto di metallo. ¶ Lo guardavo in silenzio, ogni tanto
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perfettamente posati sulla pedaliera. Guardavo un po’ ipnotizzato la
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di soffici cuscini. Mi guardavo attorno con gli occhiali
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colpo la macchina, mi guardavo attorno. ¶ “Dove sono finito
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sulla sua pedana.» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Davvero? È
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stati anche applausi?» ¶ Lo guardavo con gli occhi sbarrati
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preziosi, raccogliere indirizzi...» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Allora siamo
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finalmente a fermarlo. Mi guardavo attorno. Ma, mentre salivo
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pavimento della piazza. Mi guardavo attorno, mentre cominciava già
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eccessivo della mano. Mi guardavo attorno, cercando di scorgere
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tempo, nel paese!» ¶ Lo guardavo mentre stava girato col
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di tempo verso Slandia. Guardavo la sua piccola ombra
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mani in tasca. Lo guardavo passare, capivo dai suoi
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finalmente il cane!» ¶ Lo guardavo da molto vicino, senza
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mi vede adesso...» ¶ La guardavo senza fiatare, capivo da
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alzai dalla sedia. La guardavo con gli occhi sbarrati
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era venuta vicino, la guardavo. ¶ «Ecco, fermiamoci qui!» disse
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lampadine, sono stato bene.» ¶ Guardavo senza fiatare l’operaio
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fronte al baldacchino. La guardavo, ogni tanto, cercavo di
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bilanciarla con i piedi. Guardavo per un po’ verso
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colpo, lo inseguiva. ¶ Mi guardavo attorno, mi pareva che
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se stesse?” Non le guardavo neppure con troppo accanimento
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inaspettatamente ad aprirsi. Cigolava. ¶ Guardavo con infinito stupore tutta
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era ancora aperta. La guardavo dall’alto, curvandomi fuori
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chissà quanti, chissà dove... ¶ Guardavo in quella direzione per
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a occhi chiusi. ¶ Lo guardavo senza fiatare. Schegge di
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almeno una delle ante. Guardavo per un po’ di
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issarla sul cavalletto. ¶ La guardavo, la continuavo a guardare
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occhi verso la ragazza. ¶ Guardavo con infinito stupore l
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provavo a protestare. Mi guardavo attorno. C’erano serpentine
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quasi a risalire. Mi guardavo attorno senza vedere, finché
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un po’ perplesso. Lo guardavo mentre tentava di voltarsi
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stanza da letto, mi guardavo attorno prima di uscire
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ti faccio vedere.» ¶ Lo guardavo, mentre parlava cercando di
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ha molto profumo!» ¶ Lo guardavo in silenzio, per un
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qui la Signora.» ¶ Lo guardavo senza fiatare, eravamo già
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mano al portafoglio. ¶ Lo guardavo senza fiatare. Alle sue
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toglieva le scarpe. Le guardavo con meraviglia quando le
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a poco di vaporizzarsi. Guardavo il vice intento a
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lasciasse cadere sul pavimento. ¶ Guardavo verso la rampa, verso
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già un’opzione...» ¶ Lo guardavo senza parlare mentre si
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ogni attività...» ¶ Aspettavo, lo guardavo mentre si toglieva le
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ballo...» mi spiegava. ¶ Mi guardavo attorno, in quella stanza
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prima o poi...» ¶ Lo guardavo senza fiatare, mentre infilava
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chiudere gli occhi, addormentarsi. Guardavo da molto vicino l
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aprire?» ¶ «No, no, lo guardavo dall’alto, dal balcone
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passata anche dal parrucchiere!» ¶ Guardavo il casco dei suoi
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improvvisamente il Gagà. ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Come? Hai
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per la notte. ¶ Lo guardavo dormire per molto, prima
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appoggiata alla testiera. Lo guardavo senza parlare, mi stropicciavo
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villa, per sgranchirmi. La guardavo da una grande finestra
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sottile, già impregnata. Non guardavo verso Anastasia, intravedevo solo
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sfalsati, tutti spiegazzati. ¶ Non guardavo dalla parte del professore
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la donna sorprendendomi mentre guardavo nel frigorifero, in quella
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lanciarmi il sacchetto. ¶ La guardavo con gli occhi sbarrati
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paese, quando parti...» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Ma per
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questo paese, adesso!» ¶ Lo guardavo con gli occhi sbarrati
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finestrella ancora accesa. La guardavo con la testa girata
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un po’ surriscaldata. Lo guardavo con gli occhiali appannati
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Giravo appena la testa, guardavo con gli occhi sbarrati
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i capelli bagnati, lo guardavo. ¶ «Eppure non ti ho
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un po’ sulla branda, guardavo il fondo di quella
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vedere qualcosa dentro...» ¶ La guardavo con gli occhi leggermente
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striscia di gomma, lo guardavo con gli occhi socchiusi
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indirizzi di rifugi...» ¶ Lo guardavo senza fiatare. Stava fermo
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veniva su dentellato. Mi guardavo un po’ attorno nelle
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si è accesa!” ¶ Mi guardavo attorno senza fiatare, continuando
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fusione, in emulsione...” ¶ Lo guardavo, ogni tanto, non faceva
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là è Sonnolenza!” ¶ Lo guardavo nello specchietto retrovisore. Vedevo
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mi diceva ossequiosamente. ¶ Lo guardavo con gli occhi sbarrati
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a mia volta, lo guardavo. ¶ «Ecco... lo sente questo
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Uscivo dal cancelletto, mi guardavo attorno nel paesino tutto
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alle mie spalle. ¶ Mi guardavo un po’ attorno. ¶ “Ma
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i suoi spostamenti.» ¶ Lo guardavo senza fiatare. Mi osservava
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sull’osso del braccio, guardavo con gli occhi sbarrati
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l’ho trovata!» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «C’è
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contro il riflettore. ¶ Lo guardavo mentre andava con gli
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con entrambe le mani, guardavo il suo volto leggermente
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rotante, che inghiottiva. La guardavo mentre si mordeva le
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la sua richiesta.» La guardavo senza parlare, mentre si
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voce, di parlare. Le guardavo le labbra pestate, ancora
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il suo romanzo?» La guardavo senza fiatare. «Non si
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disse d’un tratto. ¶ Guardavo verso la porta, verso
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Stavo accanto alla porta, guardavo una pila di cartelle
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avranno spinto fuori.» ¶ La guardavo mentre continuava a parlare
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molto corti, mentre lo guardavo dall’alto, da vicino
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ancora una volta. ¶ Lo guardavo senza parlare, mentre si
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I miei appunti.» ¶ Lo guardavo senza fiatare, mentre rimetteva
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il nostro lavoro...» Lo guardavo senza fiatare, gli vedevo
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scooter?» ¶ «Ma certo!» ¶ Lo guardavo senza fiatare mentre cercava
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due dallo scooter. Lo guardavo senza fiatare, mentre mi
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si era fermata, la guardavo mentre mettevo lo scooter
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di colpo, nella mano...” ¶ Guardavo verso la Pesca, che
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stiamo già danzando!” ¶ La guardavo senza guardare, senza respirare