Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

grande amore ¶ che m'ha fatto cercar lo tuo

bello stilo che m'ha fatto onore. ¶ Vedi la

che l'uccide; ¶ e ha natura sì malvagia e

e dopo 'l pasto ha più fame che pria

e con ciò c'ha mestieri al suo campare

di quel ciel c'ha minor li cerchi sui

dimando ¶ e disse: - Or ha bisogno il tuo fedele

ove 'l mar non ha vanto? -. ¶ Al mondo non

è sommersa. ¶ Li occhi ha vermigli, la barba unta

cagione ¶ per che l'ha tanta discordia assalita». ¶ E

tener lo mondo pulcro ¶ ha tolto loro, e posti

i ben del mondo ha sì tra branche?». ¶ E

angue. ¶ Vostro saver non ha contasto a lei: ¶ questa

la palude va c'ha nome Stige ¶ questo tristo

appressa la città c'ha nome Dite, ¶ coi gravi

qui rimarrai, ¶ che li ha' iscorta sì buia contrada

ne' sospiri: ¶ «Chi m'ha negate le dolenti case

de la cittade c'ha nome Dite, la qual

che sol per pena ha la speranza cionca?». ¶ Questa

che più volte v'ha cresciuta doglia? ¶ Che giova

quel nodo ¶ che qui ha 'nviluppata mia sentenza. ¶ El

veggiam, come quei c'ha mala luce, ¶ le cose

puniti, se Dio li ha in ira? ¶ e se

e se non li ha, perché sono a tal

slaccia in quella ¶ c'ha ricevuto già 'l colpo

E quella fronte c'ha 'l pel così nero

anima lesa, ¶ ciò c'ha veduto pur con la

lo strazio disonesto ¶ c'ha le mie fronde sì

Come quel fiume c'ha proprio cammino ¶ prima dal

a quel ver c'ha faccia di menzogna ¶ de

colui che sì presso ha 'l riprezzo ¶ de la

de la quartana, c'ha già l'unghie smorte

alta ripa dura, ¶ e ha distinto in dieci valli

ciascheduno afferra. ¶ Mira c'ha fatto petto de le

le trecce sciolte, ¶ e ha di là ogne pilosa

Lamagna ¶ sovra Tiralli, c'ha nome Benaco. ¶ Per mille

in Po. ¶ Non molto ha corso, ch'el trova

coperchio, ¶ gridar: «Qui non ha loco il Santo Volto

Odi malizia ¶ ch'elli ha pensata per gittarsi giuso

grande angoscia ¶ ch'elli ha sofferta, e guardando sospira

o miglior cosa ¶ m'ha dato 'l ben, ch

che disse, lasso!, "Capo ha cosa fatta", ¶ che fu

e in ciò m'ha el fatto a sé

del pizzicor, che non ha più soccorso; ¶ e sì

altro che l'uomo ha forcuto. ¶ La grave idropesì

di traverso non ci ha. ¶ Io son per lor

mio duca, «ond' elli ha cotal merto. ¶ Fïalte ha

ha cotal merto. ¶ Fïalte ha nome, e fece le

saprai s'e' m'ha offeso. ¶ Breve pertugio dentro

la qual per me ha 'l titol de la

scïenza porto. ¶ Cotal vantaggio ha questa Tolomea, ¶ che spesse

anima là sù c'ha maggior pena», ¶ disse 'l

Scarïotto, ¶ che 'l capo ha dentro e fuor le

da sera a mane ha fatto il sol tragitto

un sasso, ch'elli ha roso, ¶ col corso ch

oneste piume. ¶ «Chi v'ha guidati, o che vi

lontani. ¶ Vedi come l'ha dritte verso 'l cielo

piace, ¶ più volte m'ha negato esto passaggio; ¶ ché

da tre mesi elli ha tolto ¶ chi ha voluto

elli ha tolto ¶ chi ha voluto intrar, con tutta

ricolto. ¶ A quella foce ha elli or dritta l

facea ombra; ¶ Napoli l'ha, e da Brandizio è

ma la bontà infinita ha sì gran braccia, ¶ che

mentre che la speranza ha fior del verde. ¶ Vero

altra è quella c'ha l'anima intera: ¶ questa

lo modo usato t'ha' ripriso?». ¶ Ed elli: «O

Giovanna o altri non ha di me cura; ¶ per

traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano, ¶ che

il popol tuo l'ha in sommo de la

tosto ¶ là dove purgatorio ha dritto inizio». ¶ Rispuose: «Loco

par con colui c'ha sì benigno aspetto, ¶ morì

L'altro vedete c'ha fatto a la guancia

Arrigo d'Inghilterra: ¶ questi ha ne' rami suoi migliore

quella parte onde non ha riparo ¶ la picciola vallea

parte onde 'l cuore ha la gente. ¶ Per ch

ché tutti miei consorti ¶ ha ella tratti seco nel

lo campo, e ora ha Giotto il grido, ¶ sì

colui è scura. ¶ Così ha tolto l'uno a

l disio vostro solo ha in sua cura, ¶ se

a me: «Chi t'ha dunque condotto ¶ qua sù

di parlare, ¶ sì m'ha nostra ragion la mente

E se Dio m'ha in sua grazia rinchiuso

valore amai ¶ al quale ha or ciascun disteso l

che 'l ciel non ha in sua cura. ¶ Però

rugumar può, ma non ha l'unghie fesse; ¶ per

cagion che 'l mondo ha fatto reo, ¶ e non

L'un l'altro ha spento; ed è giunta

discoverto, ¶ ma ciò m'ha fatto di dubbiar più

lei unita, ¶ specifica vertute ha in sé colletta, ¶ la

Milan ragiona. ¶ E tale ha già l'un piè

e che mal nacque, ¶ ha posto in loco di

come colui che l'ha di pensier carca, ¶ che

nulla pena il monte ha più amara. ¶ Sì come

io di là c'ha nome Alagia, ¶ buona da

più farne, ¶ poscia c'ha' il mio sangue a

non degni, ¶ chi v'ha per la sua scala

ch'io parlai, ¶ dov' ha 'l vicario di Pietro

del monte ¶ che sempre ha le nutrice nostre seco

me: «Sì tosto m'ha condotto ¶ a ber lo

con sospiri ¶ tratto m'ha de la costa ove

aspetta, ¶ e liberato m'ha de li altri giri

profonda ¶ notte menato m'ha d'i veri morti

quei che più n'ha colpa, ¶ vegg' ïo a

cola. ¶ Quando Làchesis non ha più del lino, ¶ solvesi

novella. ¶ Però che quindi ha poscia sua paruta, ¶ è

pregio, ¶ fin che l'ha vinto il ver con

è piena, ¶ e frutto ha in sé che di

animali fé ch'ell' ha più cari; ¶ mostrava l

a la mamma ¶ quando ha paura o quando elli

non cólto, ¶ quant' elli ha più di buon vigor

a colui che l'ha qua sù condotto, ¶ li

fedele ¶ che, per vederti, ha mossi passi tanti! ¶ Per

è; ma chi n'ha colpa, creda ¶ che vendetta

la memoria priva, ¶ fatt' ha la mente sua ne

si volge quel c'ha maggior fretta; ¶ e ora

talor la creatura, c'ha podere ¶ di piegar, così

mi disse, ¶ «che n'ha congiunti con la prima

dal mortal mondo m'ha remoto. ¶ Ma ditemi: che

vedi che la ragione ha corte l'ali. ¶ Ma

Lo ciel seguente, c'ha tante vedute, ¶ quell' esser

tratterò quella che più ha di felle. ¶ D'i

de la celestïal c'ha men salita. ¶ Così parlar

dubitazion che ti commove ¶ ha men velen, però che

tosto che giunto l'ha; e giugner puollo: ¶ se

luce, come 'l caldo ha róse ¶ le temperanze d

Vedi quanta virtù l'ha fatto degno ¶ di reverenza

giustamente ¶ punita fosse, t'ha in pensier miso; ¶ ma

sanza mezzo distilla ¶ non ha poi fine, perché non

primo, che non li ha perfetti. ¶ Vuo' tu che

il maladetto fiore ¶ c'ha disvïate le pecore e

agni, ¶ però che fatto ha lupo del pastore. ¶ Per

a questo ¶ sensibil t'ha levato per sua grazia

abito de l'arte ha man che trema. ¶ Però

lo vero e non ha l'arte. ¶ E di

quella è tanta, ¶ quant' ha di grazia sovra suo

quai mirando mio disio ha posa; ¶ ma chi s

anni e piùe ¶ girato ha 'l monte in la

che già per barattare ha l'occhio aguzzo! ¶ Se

de l'alto Bellincione ha poscia preso. ¶ Quel de

giusto disdegno che v'ha morti ¶ e puose fine

che dipinge lì, non ha chi 'l guidi; ¶ ma

digiuno ¶ che lungamente m'ha tenuto in fame, ¶ non

quel bene ¶ che non ha fine e sé con

si rigira ¶ poi c'ha pasciuti la cicogna i

di Rascia ¶ che male ha visto il conio di

sì presso mi t'ha posta; ¶ e dì perché

quel che Bëatrice non ha riso. ¶ Giù per li

Dio più l'occhio ha fisso, ¶ a la dimanda

che 'l grido t'ha mosso cotanto; ¶ nel qual

ardor vostri, ¶ così m'ha dilatata mia fidanza, ¶ come

tanto divien quant' ell' ha di possanza. ¶ Però ti

migliore approbo ¶ che l'ha per meno; e chi

ma perché questo regno ha fatto civi ¶ per la

silogismo che la m'ha conchiusa ¶ acutamente sì, che

poema sacro ¶ al quale ha posto mano e cielo

terra, ¶ sì che m'ha fatto per molti anni

militante alcun figliuolo ¶ non ha con più speranza, com

nol sa, s'elli ha la fede mia? ¶ Tu

anime che Dio s'ha fatte amiche. ¶ Dice Isaia

cosa che qui non ha loco? ¶ In terra è

dia ¶ regïon ti conduce, ha ne lo sguardo ¶ la

Figliuol di Dio, ¶ fatt' ha del cimitero mio cloaca

e questo cielo non ha altro dove ¶ che la

sotto te, che nessuno ha podere ¶ di trarre li

solo amore e luce ha per confine, ¶ udir convienmi

corpo cape, ¶ s'elli ha le parti igualmente compiute

tale eclissi rispuose. ¶ Non ha Fiorenza tanti Lapi e

tanti ¶ speculi fatti s'ha in che si spezza

solo in lui vedere ha la sua pace. ¶ E

noi là sù fatto ha ritorno. ¶ E se l

ammalia ¶ simili fatti v'ha al fantolino ¶ che muor

sartore ¶ che com' elli ha del panno fa la

l'universo infin qui ha vedute ¶ le vite spiritali