Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

scoppiò in singhiozzi. ¶ - Che hai? che hai? - chiese lui

singhiozzi. ¶ - Che hai? che hai? - chiese lui, cercando di

non piangere... dimmi che hai... - mormorava lui teneramente, con

volto, attraverso l'ombra. ¶ - Hai freddo? - chiese Giustino con

un rimpianto profondo. ¶ - Che hai detto? - gridò Anna, scuotendosi

Cesare Dias. ¶ - Tu l'hai visto? ¶ - Oggi. ¶ - E non

non vuole? ¶ - Perchè tu hai danaro e io no

Giustino tacque. ¶ - Che gli hai risposto? Che cosa hai

hai risposto? Che cosa hai ribattuto? Non hai ripetuto

cosa hai ribattuto? Non hai ripetuto, ancora una volta

se ci dividono? Non hai descritta la nostra disperazione

oh Dio, e non hai difeso l'amor nostro

la nostra felicità? non hai gridato, non hai pianto

non hai gridato, non hai pianto, non hai tentato

non hai pianto, non hai tentato di scuotere quel

sei, ma che cuore hai tu stesso, che lasci

con dolcezza. ¶ - Perchè non hai reagito, perchè non ti

sei ribellato? Sei giovane, hai coraggio; perchè Cesare Dias

sul petto, teneramente. ¶ - Che hai? ¶ Ella non rispose: quasi

suo respiro. ¶ - Anna, che hai? - le chiese, fremendo per

un'ultima via. Tu hai parlato a Cesare Dias

a Cesare Dias, gli hai detto che mi vuoi

confiderò mai con lei. ¶ - Hai paura? ¶ - Ti prego di

io abbia ventun anni. Hai dunque inteso? Non ti

buoni occhi onesti: ¶ - Che hai? ¶ Era una domanda affannosa

bene? ¶ - Ah tu non hai bisogno di giuramenti! - esclamò

nuovo, più intensamente. ¶ - Che hai? - gli disse con voce

le mani. ¶ - Dimmi che hai - replicò ella, fremendo di

non mi dici che hai, me ne torno a

per il passo che hai fatto, per il tuo

il tuo avvenire che hai giuocato, per la infelicità

breve - sicchè tu mi hai ingannata? ¶ - Ti ho ingannata

senza rispondere. ¶ - Eppure mi hai amata... - seguitava lei, ricordando

è possibile, tu non hai potuto dimenticare, tu mi

e un sacrilego... ¶ - Insultami, hai ragione di farlo... ¶ - Io

sei e quello che hai fatto... sa che non

colpa... sa che fuggendo, hai obbedito a un movimento

Stamane. ¶ - A chi l'hai detto? ¶ - A tua sorella

scolparti, ad accusarmi: li hai rassicurati; bene, bene. Io

dell'onore: tu mi hai denunziata, invece di fuggire

s'è visto. Tu hai ragione, Cesare Dias ha

Dias. ¶ - Già, già, tu hai dovuto udire Fraschini, Negrini

di Laura, le chiese: ¶ - Hai visto Giustino Morelli? ¶ - No

uscì dal petto. ¶ - Che hai? - le chiese Laura, svegliandosi

a parlare. ¶ - Quando l'hai visto, Cesare? - domandò Anna

affatto - disse limpidamente Laura. ¶ - Hai torto - osservò il cognato

mantello cercando d'indossarlo. ¶ - Hai freddo? - domandò brevemente Laura

il tavolino, egli domandò: ¶ - Hai gente, stasera, Anna? ¶ - Qualcuno

novella di Edgardo Poë. ¶ - Hai ragione, bella Minerva. Fuma

sta bene, sei bruna, hai il tipo spagnuolo e

allora - diss'ella immediatamente. ¶ - Hai dei piccoli dolori? ¶ - Chissà

la sigaretta. ¶ - Tu non hai piccoli dolori, Laura? - chiese

un Cesare; ma quando hai preso una provincia, te

ma senza lacrime. ¶ - Che hai, che pensi? -: le chiedeva

farsi baciare ancora. ¶ - Che hai? - insisteva il marito, con

neri capelli sul collo. ¶ - Hai ragione, non è questo

gentilmente, che ella trasalì. ¶ - Hai qualche cosa da fare

No, Anna. ¶ - Tu dunque, hai molta paura? - ed ebbe

quei fiori! ¶ - Tu mi hai minacciata: non hai più

mi hai minacciata: non hai più diritto di pregarmi

di sfida. - Tu mi hai chiamata qui, per vilipendere

visto il tradimento. ¶ - Che hai visto? - chiese impetuosamente Laura

dalla sua allucinazione. ¶ - Che hai visto? - replicò Laura, scuotendo

stesso, devi dirmi che hai visto. Capisci? ¶ E l

collera tu? Che diritto hai di essere in collera

di parlarmi così? Non hai paura? Neppure un minuto

sul volto persisteva. ¶ - Perchè hai fatto questo? - domandò Anna

sei tu, dunque? Perchè hai fatto questo? ¶ Quella, che

siete infami! ¶ - Tanto, l'hai visto: io amo Cesare

i lumi. ¶ - Ma non hai inteso quel che facevi

quante cose, quante persone hai offese? Non sono io

da prima: tu mi hai tradita - rispose tranquillamente Laura

per un'ingiuria? Tu hai calpestato l'innocenza ed

di mia madre: tu hai straziato il cuore di

ingiurio, ecco! ¶ - Tu non hai il diritto d'ingiuriare

rammenti bene, non ne hai il diritto - replicò Laura

Tu, fanciulla, come me, hai abbandonato la casa paterna

povera e oscura. Tu hai, allora, ingannato me, Cesare

e tutti quanti: tu hai, con quella fuga, disonorato

di tua madre, tu hai disonorato il tuo nome

ogni nuova accusa. ¶ - Tu hai passato una giornata intera

sconoscente. ¶ - Ma tu mi hai ferita nel mio amore

bello e ricco, come hai potuto gittare la tua

E tu non lo hai amato così, forse? E

giovane e non lo hai amato forse, e non

mia! Vedi, tu mi hai tradita, tu mi hai

hai tradita, tu mi hai offesa, io ho sofferto

ascoltami bene. Laura, quanto hai fatto io lo dimentico

impetuosamente. ¶ - Riprendilo, se ne hai la forza. Ma tu

Ma tu non l'hai mai avuto, mai. ¶ - Tu

nella carne. ¶ - Tu m'hai chiamata. Sono venuta per

si fa uno scandalo. Hai capito? ¶ Ella lo guardò

nessuna noia, tu non hai diritto di farle rimprovero

essere infelice che tu hai, sempre. A ogni modo

Ah tu ridi, tu hai il coraggio di ridere

Rammentati, Cesare, quello che hai fatto ieri sera, rammentati

ignoravate! Oh che mi hai fatto tu, Cesare, mentre

dunque, Cesare? Ma come hai potuto dimenticare che ti

momenti, che tu solo hai il segreto della mia

segreto della mia esistenza? Hai dimenticato questo, tu hai

Hai dimenticato questo, tu hai dimenticato che Anna vive

te, amor mio, lo hai dimenticato? ¶ - Questi sentimenti vi

sempre, ogni mio bene. ¶ - Hai visto un così terribile

infamia, Cesare, tu le hai detto di volerle bene

educazione. ¶ - Cesare, tu l'hai baciata! ¶ - Sfido a fare

Cesare - ella riprese - non hai neanche la grandezza della

si muta: tu non hai nè paura, nè amore

no, no, tu non hai in cuore che la

E il peccato che hai commesso, così, discende dalla

della mia casa! Ma hai tu amato un giorno

giorno, mai, Cesare, Cesare, hai mai sentito la immensità

Ah Cesare, Cesare, tu hai ragione, ma io ti

amavo, e tu mi hai tradita con mia sorella

mantenere. ¶ - È vero, tu hai ragione, Cesare - ella disse

ella gridò - Oh come hai ragione, sempre, tu, nella

conosciuto fin oggi, come hai saputo metterti dalla parte

parte della ragione! Tu hai ragione nel tuo egoismo

tua paurosa corruzione, come hai avuto ragione, offrendomi quel

novello impulso di collera. ¶ - Hai ragione, hai ragione sempre

di collera. ¶ - Hai ragione, hai ragione sempre: io ho

mi fai ribrezzo; tu hai commesso, sotto il tetto

ti do ragione. Tu hai peccato, ma verso me

più... non lo nominate... ¶ - Hai ragione - egli rispose. E

soggiunse: - Eppure tu lo hai amato... tu lo ami

E perchè non m'hai voluto, quando t'ho

ho chiesta? ¶ - Così. ¶ - Perchè hai sposato quel vecchio? ¶ - Così