Luigi Pirandello, Pasqua di Gea, 1891

meu refraigna. ¶ JAUFRE RUDEL. ¶ I ¶ Ferma su queste carte

avvenir, che ratto, ¶ sfrenando i chiusi eventi, ¶ irrompe nel

sorge, e a cruciare i vivi, ¶ vuota come la

ogni spina ascosa ¶ tra i fior del nostro corso

vecchiezza ¶ gl'inganni ed i capelli: ¶ benigna amica, morte

se al pian tornano i fiori, ¶ perché nei nuovi

lasciate! ¶ E tu, tra i nuovi fiori, ¶ tra l

posa. ¶ La vita ha i suoi dolori, ¶ ma nel

de le tue primavere ¶ i bei, lontani dí? - ¶ E

sere ¶ d'aprile, e i dolci accordi ¶ al lume

lume de la luna, ¶ i balli e il primo

la vecchietta: - sí! - ¶ - Ricordi i tanti morti, ¶ che in

somarello affretta ¶ confuso tra i clamori. ¶ Prima che il

sciò, via. ¶ Son belli i fiori freschi, ¶ che aprile

e gli ori ed i giojelli, ¶ e sol vi

liete ¶ tue venti primavere ¶ i fiori nasceranno, ¶ e saran

E tu gli augelli i fiori ¶ cosí, penso, sarete

di primavera, ¶ odi tu i dolci canti ¶ degli augelli

dolce lume ¶ degli astri i mille fiori? ¶ Se sognano

sí freschi odori... ¶ Felici i fiori! - Un nume ¶ che

Diva il passaggio; ¶ e i fiori a farle omaggio

lor mi sdrajo, e i fiori ¶ piegansi curïosi ¶ intorno

udir di Lei sonori ¶ i cieli ampi echeggiare. ¶ XXII

passeggiera ¶ voce che chiama. I fiori ¶ qui muojon tutti

or mai; ¶ son morti i mesi gaj, ¶ scende fredda

titolo Pasqua di Gea I. Il motivo di questa