Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

movimento di stupore tra i miei colleghi. La sera

in campagna... ¶ — Oh! oh! i poderi! avevo soggiunto. Bei

vien voglia di forare i loro occhi con uno

una bocca insignificante. Neppure i suoi capelli, la sua

In verità se fra i due c'era una

pavoneggiavi specchiandoti in tutti i vetri delle botteghe, e

la sua persona goffa, i suoi abiti trascurati, le

e taciturno, quando, risvegliati i sensi nei tuoi abbracci

costei il segno che i miei denti ti hanno

a quei due, e i loro corpi arroventati dibattersi

Avrei voluto alzarmi, chiamare i miei compagni, farli partecipi

sopra un letto, con i capelli sciolti, il suo

il viso nella polvere, i polpacci scoperti con calze

lunga sciarpa di seta, i loro due corpi legati

servire ad identificarlo. Ma i loro connotati corrispondevano perfettamente

Arriva lo sposo, con i suoi amici, si degna

nulla; corrono da tutti i vicini... Luisa non si

poi la testa con i capelli tutti arruffati che

c'entro io con i vostri drammi d'amore

fortunato di tanti altri, i cui sogni non si

mi sollevava sulla fronte i capelli disordinati, e, guardandomi

parevano intenti a decifrare i tratti del mio viso

cane, povero idiota... Ecco i miei veri nomi. E

bavero, le maniche e i calzoni del mio abito

prima essersi assicurata che i due ricciolini, sulle orecchie

la punta delle dita i capelli corti delle tempie

tempie. Non erano nè i capelli neri di Daria

neri di Daria, nè i capelli biondi di Silvina

Silvina. Erano castano-grigi i capelli di Luisa. Erano

le pene necessarie, costringendo i miei occhi a consumarsi

regola di perfetta igiene, i miei poveri piedi a

Credevo che ti piacessero i fiori. Ce ne erano

tutti gli altri amano. I fiori, i dolci, i

altri amano. I fiori, i dolci, i sorrisi, le

I fiori, i dolci, i sorrisi, le tenerezze, non

fino dalla sera innanzi i soldati del genio avevano

ancora pochi minuti, durante i quali mi rannicchiai tutto

mattina dopo veramente tutti i ponti erano sbarrati da

Incominciò a nevicare attraverso i rami nudi degli alberi

lo dicevo, iersera, che i ponti sarebbero stati sbarrati

e increspata e tutti i tratti propri della sua

sapiente. Sa a memoria i titoli di centinaia di

alla porta, metteva fra i battenti la sua faccia

bisogna buttarli via. E i dolci? Siamo forse dei

corpo di eterna vergine, i suoi senini magri e

cantine di suo zio, i dolci della sua cucina

solo forse fra tutti i mariti, non avrebbe dovuto

piccola gioia nel guardare i fiori che ornavano la

orologio della chiesa suonarono i tre quarti. Tra un

la sua poltrona con i due cuscini, e messo

allo specchio, e nascose i capelli nella sua cuffiettina

risuonavano stranamente nell'aia, i cani della scuderia abbaiarono

non per sempre. Con i suoi tre cavalli essa

le pipe accese e i berettoni di pelo calati

si sprigionava di sotto i coperchi delle pentole dove

si animano veramente, quando i carretti degli erbivendoli e

il loro commercio, e i portinai, ramazzato il loro

di pubblica istruzione, e i commessi di negozio con

con garbo gli carezzava i riccioli neri della parrucca

certi occhiali azzurri dietro i quali era scomparso il

veniva ora allineandole sotto i loro occhi, in silenzio

degli uomini. ¶ Dal porto i rivoltosi salivano a ondate

migliaia, correndo compatti dietro i portatori di torce. Attraversato

quelle nacquero mischie spaventose. I portatori di fiaccole, trovandosi

di quella inutile strage, i ladri che senza nè

tranquillamente le botteghe, caricavano i carretti che s'eran

ne andavano pacifici per i fatti loro. ¶ Alla prima

fra di loro. Ma i gregari s'affrettarono a

sulla terra. E già i gabbiani, usciti dai loro

di allontanare dagli occhi i ciuffi di capelli spioventi

altro prese Perdifiato per i capelli e lo scrollò

Perdifiato si arruffò disperato i capelli sulla fronte e

la mano si nascose i piccoli seni tondi e

con lo smeraldo e i topazi che erano posati

digerito una pietra infernale. I suoi occhi bovini, tondi

quattro denti, a districarsi i capelli, fitti e increspati

che la guardava con i suoi mille occhi sfavillanti

altro nastro verde e i piedi li calzò con

veduta nè udita. ¶ Nonostante i disordini della notte tutti

suo letto e tutti i diavoli rossi, con le

che vedevano come tutti i giovani le corressero dietro

non la trovava. Finchè i suoi occhi non si

purificarsi. ¶ PARTE QUINTA ¶ Luisa. ¶ I. ¶ Ho trentacinque anni. Sono

di vivere. Se rileggo i miei scartafacci scritti dieci

quale riconosco pur troppo i segni della mia malattia

voce lamentosa e lontana i nomi più strani, e

mio udito, quando ancora i miei occhi non si

silenzioso che neppure sotto i suoi grossi zoccoli levò

soldi, gli ultimi, finiti i quali non ne avrei

schiacciare il viso contro i vetri della finestra, ficcai

finestra, tanto che vedevo i fiocchi di neve cader

gettasse nuovamente distesa contro i cuscini, e singhiozzando senza

dei suoi abiti contro i mobili, mi sarebbe sembrato

è in ordine. Tutti i registri pronti sul mio

un orologio! ¶ Salii lentamente i primi gradini. Sudavo per

le loro miserie tutti i poveri diavoli che da

felicità di tutti, compresi i più fortunati e i

i più fortunati e i meno esigenti. Così, senza

uomini più ridicoli nascondono i cuori più generosi. ¶ — Ah

formulava questa solenne promessa, i suoi occhi caddero sulla

mie amicizie, di ricevere i fiori che m'offrono

offrono, e di portare i vestiti, le pellicce, i

i vestiti, le pellicce, i cappelli che mi piacciono

Da qualche giorno portava i capelli annodati alti sul

minaccioso tutto intorno. ¶ Ma i suoi occhi s'incontrarono

alzò, cercò di ricomporre i suoi abiti disordinati, si

coricarsi. La cercò tra i fazzoletti e le bottiglie

inginocchiò, la cercò sotto i mobili. Ma la collana

scalino, scostando col piede i pezzi di carta che

ginocchioni, frugò sotto tutti i mobili. Ma la collana

ginocchio a frugare sotto i mobili, e Silvio, inginocchiatosi

passò all'armadio, tutti i vestiti, che fortunatamente erano

per consolarla, ad accarezzarle i capelli, e, affondata una

nel secchiello sul tavolo, i canditi sparsi per terra

ma non erano più i suoi soavi occhi di

anni, quando ancora portava i capelli sciolti per le

suo stato era disperato. I medici avevano rinunciato a

medici, che rassegnati rimisero i loro poteri nelle mani

cui mia madre, con i suoi occhi già fissi

soffocato. Mia madre levò i suoi occhi su noi

triste, deserta, immobile; vidi i veli labili delle nebbie

come lieve fumo; udii i galli cantare dai chiusi

le prime voci umane, i primi passi nelle case

case dei contadini; vidi i paperi incamminarsi in fila

alla bestia, confidandole tutti i malanni della propria vecchiaia

accarezzata da lui con i nomi più dolci, mentre

più poteva, le infilava i vecchi finimenti, e la

paradiso, santa bestia, tutti i nomignoli più delicati uscirono

sgangherata carrozza, e attaccava i tiranti al bilancino e

due prendemmo di traverso i campi, e cercando di

canne delle viti e i tronchi fitti dei gelsi

fatto Battista per appostare i merli. La mostrai a

lati del letto, come i due angioli oranti ai

mangiatoia. Incominciava a imbrunire. I rami spogli del frutteto

andare a riposare. Ma i suoi occhi lo guardarono

tutta ghiaccia, e batteva i denti dal freddo. Era

incominciasse a riaversi e i suoi occhi semispenti si

al capo e arricciandosi i capelli sopra le tempie

labbra rosse, appena tinte, i suoi occhi con le

voluto schiaffeggiarla, metterla sotto i miei piedi e stroncarla

sul viso, e afferrati i suoi capelli glieli scompigliai

da quei gesti con i quali la minacciavo, io

come un tempo, divisi i capelli sulla fronte, raccolti

la mia piccola Silvina... I suoi occhi vedevano ancora

di raso. Manon aveva i capelli tutti ondulati, con

fra due cuscini. Ma i suoi occhi si riposano

il capo, ella incontrava i suoi occhi che la

labbra le sorridevano dolcemente, i suoi occhi continuavano a

un rosso scarlatto. Soltanto i suoi capelli erano veramente

non amava la musica. I suoi occhi si posarono

quella stanza isolata sotto i solai. Ma come fare

il suo posto fra i vivi. Ma quella prima

giustamente come spettri notturni i maligni spiriti, e li

allo specchio, si sciolse i capelli, prese un lapis

ciglia sono troppo chiare: i tuoi occhi ci si

Prima furono gli occhi. I chiari occhi di Silvina

chiari occhi di Silvina, i chiari occhi che mia

Allora Soave le sciolse i capelli, affondando in quella

e diceva: ¶ — Cara, cara... I tuoi capelli come sono

piedi la sottoveste bianca, i calzoncini orlati di pizzo

delle rose riscaldò con i vaghi riflessi di una

intimidita, vide apparire fra i due battenti la faccia

voce era così dimesso, i suoi modi così modesti

avere qualunque età, fra i trenta e i sessanta

fra i trenta e i sessanta anni; eppure, piuttosto

chiamò a raccolta tutti i suoi spiriti coraggiosi, e

sono incapace di nascondere i palpiti del mio cuore

sulla sua testa prona i fulmini di uno sdegno

bellissima casa con tutti i mobili nuovi, dove potresti

subito l'ospedale, ma i medici glielo vietarono. Pregò

l'infermiere gli restituisse i suoi abiti, dicendogli che

crepuscolo che non ferì i suoi sensi malcerti, un

viso bianco e scarno, i suoi occhi sparuti, lo

stento con cui muoveva i passi, il tremito delle

riconosceva a mala pena i luoghi che attraversava, e

invece ridotte a metà; i monumenti gli parevano ingranditi

gesti che non erano i soliti; la gente, i

i soliti; la gente, i veicoli, la disposizione delle

quel punto, di occupare i marciapiedi e le cantonate

illuminato del portinaio, attraverso i vetri vide il buon

un martello; bussò contro i vetri con la punta

d'un tratto, tutti i loro sogni distrutti, il

letto. Avrebbero sfogliato sotto i suoi occhi un gran

caso le avrebbero consegnato i suoi abiti. E Silvina

paurosamente fosco. Ma poichè i suoi abiti erano là

sua bocca rossa, e i suoi occhi grandi e

sua bocca così rossa, i suoi occhi così profondi

stanza. Posò sul tavolo i fiori, si tolse la

il cappello, si aggiustò i riccioli sulla fronte e

su Silvina e, incontrati i suoi occhi pieni di

un gran freddo. Tutti i dubbi, tutte l'angosce

poteva rinunciare a tutti i piaceri della vita, ad

la strada, avevano accesi i lampioncini di vetro bianco

tono della voce, e i ragazzi provavano le prime

uomo; le sue speranze, i suoi sogni, cioè il

guardavano sorridendo. Mi stupivano i ragazzi che, vedendomi assorto

dalla veranda. Allora, mentre i miei occhi possono posarsi

sembrava abbastanza vasto per i suoi sogni ambiziosi, e

la nostra vecchia serva, i conti della giornata, e

a coricarsi. Marta, con i suoi zoccoli di legno

minuto di più perchè i miei occhi, non ancora

sentivo su di me i suoi occhi pieni d

cosa ci conducono talvolta i nostri sentimenti! Tutto ci

bel ragazzo, punto volgare; i sentimenti che egli esprime

e due: tu con i tuoi dubbi, lui con

indietro il capo e i capelli le caddero sulle

scrollò il capo e i capelli sciolti si agitarono

forse nemmeno le udiva. I suoi occhi erano dilatati

intelligenza sottile per sedurre i maschi della sua specie

congiunte, il collo torto, i grandi occhi ipocriti levati

vede con gioia arrossire i corbezzoli, ecco un giovine

sopra di sè misero i suoi sguardi sublimi, il

poco a poco sotto i nostri occhi, consumata da

cupole basse dei teatri, i comignoli fumanti delle officine

un tiglio, e contava i pochi soldi che gli

ch'egli sciupava con i suoi baci ardenti, dalle

attentamente uno per uno i sei fazzoletti e li

alzava senza parlare, posava i fazzoletti sul cassettone, e

annodate sul capo, contemplava i travi del soffitto imbiancati

il paziente lavoro che i ragni facevano tra l

vero che parlano così i tuoi occhi? ¶ E Silvina

del capo, e riattaccava i suoi occhi al soffitto

entrare in discorso con i suoi vicini di tavolino

galanteria: ¶ — Ve ne faccio i miei complimenti... È una

donne avvenenti, giovani, belle, i ricchi abiti, le acconciature

stava allora appuntando tra i capelli. L'abbracciò, la

esso immobilmente grigio. Soltanto i passeri (chi non lo

l'inverno non ha i colori vividi e festosi

della pioggia sul tetto, i più piccoli rumori, i

i più piccoli rumori, i più lontani, diventavano sordi

di mani ladre lungo i battenti, intorno ai cardini

con tutti e due i suoi vestiti addosso, le

giorno! Buona sera! — Ma i sorrisi di madama Humbert

sembravano due forellini neri. I suoi capelli erano di

le piaceva riposare dopo i pasti, madama Humbert guardava

poltrona, le spinse sotto i piedi un cuscino e

coperta di lana? Ma i malati di febbre bisogna

che aveva passati almeno i trent'anni, di taglio

bambina esile, magra, con i capelli ancora giù per

nera. Odette invece aveva i polpacci nudi e ai

e sul ponte fumavano i fornelli dei marinai, che

sui sacchi e per i mucchi di gomene arrotolate

fretta lungo il molo. I cani randagi facevano allora

scaglie di vetro nero. I suoi capelli erano crespi

tastarsi la schiena dove i pizzicotti le bruciavano, poi

a Bombita, e, puntati i gomiti sulle ginocchia e

Se lo saranno mangiato i pesci! ¶ E mentre Egle

unghie la terra tra i selci. Poi, vedendo con

verde che ondeggiava sotto i fianchi delle navi e

anche lui aveva avuto i suoi sogni. Ma quanto

pipa corta spenta fra i denti, la barba bianchiccia

scoccata l'ora fatale, i suoi occhi furono attratti

finirai di tentarmi con i tuoi falsi miraggi? E

quell'imprevisto sconquasso, digrignò i denti di tutte le

anni ingrati a vuotare i guardarobe dei poveri, a

nelle immondezze, a raccogliere i rifiuti dei morti, se

come egli avrebbe voluto. I suoi occhi non potevano

propizia fortuna, tenne spenti i fuochi di fantasia e

della collana di Daria. I muri delle case non

occhi, e in tutti i suoi atti la solita

colline deserte e squallide, i campi grigi, il bosco

porta, e s'udivano i cavalli nitrire, scalpitare e

pane. ¶ PARTE TERZA ¶ Silvina ¶ I. ¶ Delle mie tre sorelle

semina occhiate come elemosine. I suoi occhi, che erano

Attraverso questo negrore notturno i suoi occhi scuri mandano

non la riconoscerei. Soltanto i suoi capelli sono rimasti

In realtà ella inventava i suoi abiti, ricercando, per

carattere, fogge capricciose come i suoi pensieri, che erano

di lei. Gli piacevano i suoi capricci, la stranezza

Ma la nostra casa, i vecchi, la costruirono sulla

la mia faccia plebea, i miei capelli disordinati, i

i miei capelli disordinati, i miei abiti modesti e

di quei giovani per i quali le fanciulle, guardandoli

maestra e piegare per i prati verso il greto

appena tagliati, ad ascoltare i grilli e tutte le

sere estive suscita per i campi e disperde poi

come me, a fantasticare i suoi strani sogni, e

sobborgo di una città; i mercanti girovaghi di tutta

vi si fermano con i loro carretti, legano i

i loro carretti, legano i cavalli magri e i

i cavalli magri e i loro ciuchi pelati agli

pelati agli alberi, piantano i loro banchi riparati da

a fiato che solo i contadini suonano e si

un ballo pubblico, dove i bei giovani del paese

paese e di tutti i dintorni, che portano fazzoletti

come se fosse nudo; i capelli, nella corsa, le

libero che galoppava attraverso i prati, e subito lo

suo capo, gli aggiustò i riccioli sulle tempie e

gualcì, lo pestò con i pugni chiusi, e me

cuffietta! Coi capelli neri, i colori vivaci mi stanno

qualche minuto, giocò con i riccioli, poi domandò: ¶ — Quanto

nastro pure verde fra i capelli. Dinnanzi a noi

la moglie di Cesare! I suoi occhi cadono sul

che la segue agitando i ventagli, e pensa: — Tu

Daria mi guardava raramente. I nostri ginocchi si sfioravano

una età quasi beata. I desideri possono finalmente conciliarsi

gli sono più ricresciuti i capelli? ¶ Si aspettava un

beffarda come la vedono i fanciulli. Il mare, la

solitario intonava nell'ombra i suoi minuetti da bambole

mia assenza e che i loro gomiti si toccassero

erano così vicini che i loro capelli si toccavano

dinnanzi agli occhi, vidi i loro volti gota contro

e la donna avesse i capelli sciolti e la

mentre andavo strisciando contro i muri, per vie buie

tra le bottiglie e i caratelli. Mi guardò (era

che mi tormenta. Anche i Ciclopi avevano sangue rosso

bianche, gigantesche scimmie pelate, i Ciclopi. Ma che importano

Ma che importano ora i Ciclopi? ¶ Improvvisamente un colpo

Li ho veduti con i miei occhi... ¶ — Tu! — esclamò

Allora, guardandomi fissamente con i suoi immensi spiritati occhi

bisbigliò: ¶ — Dov'è Daria? ¶ I suoi occhi erano veramente

se avesse voluto spezzarmele. I suoi capelli erano arruffati

giù per le scale. I suoi passi si allontanano

si volta, e allora i suoi occhi si fissano

terra che sgrigliola sotto i suoi piedi, lui che

e che contiamo insieme i baci che si danno

la terra dove posano i miei piedi, non ti

e intorno a noi: i nostri abiti, le nostre

e lucide sui cuscini; i nostri volti attoniti e

indicarmi che non tutti i fiori che fioriscono sono

e mi svagava, deviando i miei sensi mal desti

comprendere, e di nuovo i miei occhi si posavano

aprire; intorno al quale i miei pensieri vaghi, incerti

di persone ad udire i piccoli casi della loro

inutili particolarità che usavano i romanzieri d'un tempo

s'era svolta sotto i loro occhi, avrebbero dovuto

inoltrata, quei giovani chiesero i loro pastrani e le

la collana rimase fra i cuscini, là dove era

della sua bellezza, come i suoi occhi oltremarini, come

là dentro sapevano anche i muri. — Guarda, disse il

tutto macchiato di lentiggini. I suoi occhi piccini piccini

gli fosse nato sotto i piedi, quella mattina, per

in un angolo. Ma i calzoni se li tenne

con la testa alta, i capelli al vento, le

tra gli scoppi e i sibili dell'olio bollente

ormeggiate alla banchina dondolavano i loro alti alberi alla

Bibiche ¶ PARTE PRIMA ¶ Daria ¶ I. ¶ Le stelle di cui

della vita. Distrattamente ascolto i rumori e le musiche

voci umane giù per i campi e nell'isolata

e canuto, che portava i bagagli. La sua rassomiglianza

con la barba e i capelli appena brizzolati, egli

anello sull'anulare. Raramente i suoi occhi si posavano

un istante a guardare i fianchi delle montagne rigati

Per la prima volta i suoi occhi si posarono

Sarkis... — esclamai afferrandolo per i capelli: — sai tu di

sue parole; Behela frequentava i miei sogni; e se

di rinunciare a tutti i miei pazzi propositi, per

costeggiava un fiume e i cavalli trottavano per la

trottavano per la discesa. I miei compagni di viaggio

ad un vicolo, fra i muri, un po' di

di canarini, un orto. I cavalli trottavano e io

in fondo al golfo. I giardini, gli orti erano

cantava, si ballava sotto i pergolati di canne, intorno

suppellettili fruste e polverose, i dagherrotipi appesi ai muri

bambina girava facendo con i suoi piedi disuguali una

impazzito. Si era arruffati i capelli, e quei suoi

in somma, signori! Per i dolori dell'anima si

velata che mi dette i brividi. — È la seconda

Chi vi ha insultata? ¶ I suoi occhi si volsero

in quell'infinito, deviavano i miei pensieri dal loro

viottolo; schiudevano orizzonti verso i quali essi, come uccelli

bella! ripetevo fra me. I suoi occhi, la sua

ai miei piedi, abbracciandomi i fianchi (io sentivo contro

In quello specchio, con i miei abiti goffi e

sia anche più temibile. I suoi occhi sono come

un ragazzo pentito, tanto i suoi occhi erano miti

vestita di rosso, con i polpacci e le ginocchia

da moccioso! Questi sono i padroni dell'Alhambra, i

i padroni dell'Alhambra, i conquistatori di donne! ¶ Mi

ricamati d'argento. Poi i miei occhi si smarrivano

che non tutti hanno i giorni contati, — continuai. — Abbiamo

continuai. — Abbiamo forse tutti i nostri giorni contati? Ebbene

contati? Ebbene: Clauss ha i giorni contati. Niente può

destarmi da un sogno. I colori, la forma delle

lo schioccar delle fruste, i carri, lo sbatacchiar degli

hanno le sue tempie, i suoi polsi! Come il

rosee e concave come i grandi petali del loto

ti ha detto che i suoi occhi sono neri

che si nasconda sotto i riccioli pesanti e cupi

gambe, puntò in terra i tacchi alti delle sue

sbagliata nel suo insieme. I suoi occhi erano tutto

punti di rossetto. Solo i capelli, che in lunghi

breve silenzio, guardando fissamente i rami del salice che

non lo sono più... I vecchi le capiscono queste

incenerisce con un soffio i castelli incrollabili che la

su cui erano posati i suoi abiti, e s

difficile. Quella porta aveva i gangheri arrugginiti. Sempre, quando

d'ogni felicità! Sono i peggiori nemici, i più

Sono i peggiori nemici, i più crudeli, i più

nemici, i più crudeli, i più pericolosi nemici del

suo capo tremava vertiginosamente, i suoi occhi mi fissavano

Allora, freddamente, le afferrai i polsi e a rinculoni

madre l'afferrò per i capelli e glieli tirò

Distese le braccia lungo i fianchi, chiuse gli occhi

fuorchè gli occhi e i capelli e le mani

bavero non uscivano che i suoi occhi enormemente dilatati

che cosa gli dicessero i miei occhi con quello