parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «i»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
che le portavo tutti i mesi era molto di
2
1983
farsi sulla nuca con i capelli nerissimi, alla maniera
3
1983
di feltro dei nomadi i fiori non esistevano, o
4
1983
dove gli ospiti lasciavano i valenki incrostati di neve
5
1983
stuoia, occupato ad accogliere i doni dei visitatori della
6
1983
ornati di un harem. I suoi abiti avevano ricami
7
1983
fino in fondo perché i due esploratori di Giosuè
8
1983
lo esigevano. Ma subito i suoi occhi fuggivano in
9
1983
miele? o col burro? I giovani della tua età
10
1983
di parola. Sapeva che i nostri pensieri erano tutti
11
1983
cacciagione di Anataj, o i funghi con la smetana
12
1983
era considerato da tutti i compagni un inaspettato regalo
13
1983
il tè o mangiare i lamponi e i mirtilli
14
1983
mangiare i lamponi e i mirtilli. I primi tempi
15
1983
lamponi e i mirtilli. I primi tempi era sempre
16
1983
noi al cantiere. Forse i compagni del fuggitivo erano
17
1983
secondo quando avevo visto i deportati fermi nella stazioncina
18
1983
destino tra noi e i forzati. Facevamo lo stesso
19
1983
ai loro. Anche tra i nostri orari e i
20
1983
i nostri orari e i loro c’era molta
21
1983
più importante era che i compagni non arrivassero a
22
1983
per scoprire in essi i segni di una consapevolezza
23
1983
come le spugne o i coralli in uno scoglio
24
1983
difficile o impossibile ricostruirne i lineamenti, ossia che tutti
25
1983
Dove era andato? Secondo i ragazzi, a raggiungere Ghircik
26
1983
raggiungere Ghircik il tartaro. I ragazzi, e in particolare
27
1983
un gruppo che portava i cavalli all’abbeverata, al
28
1983
gridavano loro, spronandoli con i tacchi dei valenki e
29
1983
che essere kirghiso, perché i kirghisi nascono e vivono
30
1983
il cavallo. Forse soltanto i cosacchi sanno cavalcare come
31
1983
allo stesso modo, perché i loro cavalli sono giganteschi
32
1983
la mia propensione per i simboli si misero in
33
1983
percorrere molta strada con i propri argomenti, e non
34
1983
cosa aveva dato subito i suoi frutti. Pochi giorni
35
1983
limite delle forze, con i resti della sua tribù
36
1983
riducibili a ragionamenti precisi, i miei compagni facevano affidamento
37
1983
si potevano nemmeno immaginare. ¶ I lavori di disboscamento arrivarono
38
1983
gli anni, e ritrovano i propri nidi» disse Bastiano
39
1983
le nostre scuri e i nostri segoni. Avevamo disboscato
40
1983
anni. Quando sarebbero passati i vagoni e le locomotive
41
1983
dove fossero in piedi i lavori più impegnativi, come
42
1983
a se stessi, perché i capisquadra e i capicantiere
43
1983
perché i capisquadra e i capicantiere erano nient’altro
44
1983
imperfetto e fuggitivo, con i progettisti e i direttori
45
1983
con i progettisti e i direttori, ossia con le
46
1983
di lui”, come dicevano i russi, la mia opinione
47
1983
tra fatui conversari. Se i capicantiere gli si rivolgevano
48
1983
fuoco dentro di sé. ¶ I suoi occhi gelatinosi non
49
1983
siberiani, ma non per i forestieri che lavoravano alla
50
1983
noi stessi. ¶ Di tutti i compagni soltanto Silvestro non
51
1983
su e giù per i sentieri di terra battuta
52
1983
di terra battuta, tra i recinti delle isbe, inquieto
53
1983
chiesa, mescolandoci ai contadini, i boscaioli e i cacciatori
54
1983
contadini, i boscaioli e i cacciatori. Facevamo cenni di
55
1983
avevamo nel sangue. Guardavamo i meli e i ciliegi
56
1983
Guardavamo i meli e i ciliegi selvatici, nei recinti
57
1983
abitanti del villaggio facevano i contadini e faticavano sulla
58
1983
del mondo. Capivamo che i loro pensieri andavano con
59
1983
volte, per mostrare che i lavori li sapevamo fare
60
1983
mare infuriato, quando soffiavano i venti freddissimi del nord
61
1983
venti freddissimi del nord. I ventri capaci dei suoi
62
1983
non fosse, così come i kirghisi e gli uzbeki
63
1983
vita, e ancora dominasse i suoi sogni e i
64
1983
i suoi sogni e i suoi pensieri di vecchio
65
1983
bianco sulle barche e i barconi. A volte era
66
1983
sera, o quando pioveva, i suoi nipoti trasportavano nella
67
1983
le pialle, le raspe, i succhielli, che maneggiava in
68
1983
freddo che spacca persino i lastroni di ghiaccio, anche
69
1983
stazioni di posta, perché i lastroni di ghiaccio si
70
1983
abitanti della costa e i pescatori erano percorsi da
71
1983
di ghiaccio si vedevano i pesci nuotare sotto la
72
1983
in faccia all’ascoltatore i suoi occhi chiari e
73
1983
faceva un movimento brusco i suoi capelli bianchi e
74
1983
attorno al capo. Sia i capelli che i baffi
75
1983
Sia i capelli che i baffi erano radi e
76
1983
contro la vita e i suoi molti anni, che
77
1983
secchie del latte e i manici di vanga, in
78
1983
nero e radici, per i quali superare i cent
79
1983
per i quali superare i cent’anni era la
80
1983
sopraccigli grandissimi e cespugliosi. I suoi capelli bianchi, tagliati
81
1983
invasore della Russia, che i pope chiamavano l’Anticristo
82
1983
della chiesa avesse suonato i rintocchi del coprifuoco. Non
83
1983
per vedere dove metteva i piedi, lungo il sentiero
84
1983
gli uccelli notturni o i cani da guardia l
85
1983
dei compagni parevano interessare i numeri del calendario, come
86
1983
le pentole ben lucidate, i piatti messi in ordine
87
1983
sulla mensola di legno, i pavimenti spazzati con cura
88
1983
in realtà, tra tutti i compagni, che discendevo col
89
1983
era disperso in tutti i continenti, un po’ come
90
1983
tempi, ma adesso tutti i ceppi fossero diventati cenere
91
1983
più presto. ¶ Invano spiavo i loro volti ossuti e
92
1983
volti ossuti e spigolosi, i loro corpi magri e
93
1983
e sbilenchi, per cogliervi i segni di un modo
94
1983
le altre sentivo che i nostri destini si mescolavano
95
1983
ciò che pensavano Anataj, i contadini del villaggio, o
96
1983
fattucchiera. Né io né i compagni dicevamo una parola
97
1983
lui. Era come se i giovani, arrivati all’età
98
1983
rituali cui erano sottoposti i giovani dei popoli primitivi
99
1983
partenza in massa, con i ferri del mestiere che
100
1983
si muovevano, tintinnavano come i carri dei venditori ambulanti
101
1983
di non trovare più i suoi guanti di lana
102
1983
cosa dici! Io voglio i miei. Li ho portati
103
1983
aiutammo anche noi. Niente. I guanti parevano spariti, e
104
1983
una desolazione universale. Senza i guanti si sentiva un
105
1983
nome, esposto a tutti i colpi della sorte, come
106
1983
parti erano già fioriti i ciliegi e i peschi
107
1983
fioriti i ciliegi e i peschi, e delle lunghissime
108
1983
accadde che Bastiano ritrovò i guanti. Erano caduti in
109
1983
per tutti, anche per i mongoli, i tartari, i
110
1983
anche per i mongoli, i tartari, i kirghisi, che
111
1983
i mongoli, i tartari, i kirghisi, che lavoravano appartati
112
1983
o tartari, ne scioglieva i finimenti e cominciava a
113
1983
deviare e a frastornare i fantasmi della famiglia abbandonata
114
1983
fisse e persecutrici. Perciò i russi non facevano che
115
1983
identità nel lungo esilio. I più inosservati erano senza
116
1983
da segàz in tutti i boschi d’Europa, dal
117
1983
dalla Transilvania al Banato. I tronchi e le tavole
118
1983
che mordevano il tronco, i mucchi di segatura erano
119
1983
aveva anche per lui i suoi richiami bizzarri e
120
1983
fiume, e di cominciare i lavori laggiù. Il fatto
121
1983
Kirkovsk e in tutti i villaggi vicini c’era
122
1983
Avevano cominciato a trascurare i campi attorno ai villaggi
123
1983
campi attorno ai villaggi, i boschi, la caccia, e
124
1983
aveva ricominciato a gettare i suoi sfavillii sopra gli
125
1983
sembra d’argento. Con i suoi cedri ed abeti
126
1983
o incontro rumoroso con i compagni che potesse servire
127
1983
altri non sentivano. Tutti i compagni avevano bisogno di
128
1983
erano stranamente violacee dopo i tramonti sereni, e avevano
129
1983
non si udivano più i colpi delle scuri o
130
1983
suo paese, la casa, i familiari gli parevano cose
131
1983
come Silvestro, come tutti i compagni, aveva ricevuto ordini
132
1983
di vitrea durezza. ¶ Tutti i sabati, finito il lavoro
133
1983
di uomini e cavalli. I carri avevano i fanali
134
1983
cavalli. I carri avevano i fanali a petrolio, che
135
1983
necessità. La notte moltiplicava i pericoli. Dentro gli strati
136
1983
dei battellieri che trascinavano i barconi lungo l’alzaia
137
1983
non avevo più nessuno. I miei erano morti, due
138
1983
le ricordavano da vicino, i paramenti, gli incensi, la
139
1983
icone davanti alle quali i siberiani accendevano una grande
140
1983
degli altri fedeli, seguivamo i riti meglio che potevamo
141
1983
nella Bibbia, e che i preti raccontavano anche in
142
1983
poteva sentire soltanto attraverso i segni che gli erano
143
1983
andavano bene soltanto per i russi e i siberiani
144
1983
per i russi e i siberiani, ma non per
145
1983
quello che avevo visto, i grandi vagoni dipinti di
146
1983
di fumo nero. Descrissi i fischi della vaporiera, i
147
1983
i fischi della vaporiera, i fanali, gli scompartimenti di
148
1983
Lui non era come i vecchi contadini, i cacciatori
149
1983
come i vecchi contadini, i cacciatori e i boscaioli
150
1983
contadini, i cacciatori e i boscaioli di Kirkovsk. Era
151
1983
ormai da tanto tempo i miei desideri e le
152
1983
tornare a riprendermi, con i suoi tentacoli di mostro
153
1983
molto presto, erano pronti i carri e i cavalli
154
1983
pronti i carri e i cavalli, con l’arco
155
1983
memoria vivente di tutti i risvegli precoci della nostra
156
1983
gelo universale stava finendo. I rami degli abeti e
157
1983
neve dell’inverno. ¶ Mentre i cavalli andavano al trotto
158
1983
momento d’intravedere tra i rami e i tronchi
159
1983
tra i rami e i tronchi ermellini, zibellini o
160
1983
le nostre carrette e i nostri cavalli tartari, a
161
1983
dovuto avvenire l’opposto. I quattro ingegneri capi e
162
1983
su e giù per i cantieri, in taràntas, per
163
1983
in taràntas, per seguire i lavori da vicino. I
164
1983
i lavori da vicino. I loro nomi erano fasciati
165
1983
là da venire. Così i nostri strumenti non furono
166
1983
scalpelli, ma le scuri, i picconi a becco e
167
1983
picconi a becco e i grandi segoni a due
168
1983
che Bastiano avevamo fatto i boscaioli, in passato, così
169
1983
d’ore sentivamo persino i rivoli di sudore sulla
170
1983
lavoro. La neve sotto i piedi tendeva a diventare
171
1983
in un acquitrino, ma i valenki tenevano perfettamente la
172
1983
fango, e lavoravamo con i piedi asciutti. ¶ Uno da
173
1983
la neve, la pioggia, i venti freddi, che venivano
174
1983
attraversato le steppe e i deserti della Mongolia. Mi
175
1983
della Mongolia. Mi piacevano i castori e le lontre
176
1983
riuscivamo a vedere lungo i corsi d’acqua, perché
177
1983
fuori di noi conosceva… ¶ I tronchi abbattuti venivano diramati
178
1983
sgomente tra gli operai. I tartari e i kirghisi
179
1983
operai. I tartari e i kirghisi, che avevano una
180
1983
gl’impulsivi, gl’intolleranti, i pessimisti, gli scansafatiche, quelli
181
1983
che stavano a contare i giorni con impazienza, ansiosi
182
1983
grandi difficoltà, che tormentavano i sogni dei quattro ingegneri
183
1983
volta, risolvendo per ordine i problemi che ci mette
184
1983
per assorbire e dissolvere i loro pessimismi sorgenti e
185
1983
a non rivolgere talvolta i miei pensieri al lavoro
186
1983
non se ne vedevano i risultati. Lì ben poco
187
1983
di collina, e persino i cadorini, non solo per
188
1983
il percorso.» ¶ «Io ho i miei dubbi. Siamo in
189
1983
Ma mica tutti accetteranno. I più sono anziani, padri
190
1983
correre a casa. Solo i giovani ci starebbero…» ¶ Se
191
1983
star vicini. Inevitabilmente erano i fatti di casa a
192
1983
casa, come tutti conoscessimo i suoi familiari, o li
193
1983
barba da fare e i capelli grigi lanciati in
194
1983
tutte le direzioni, come i cespugli di un’erba
195
1983
che dovesse risolvere tutti i problemi soltanto a parole
196
1983
posta erano soltanto per i viaggiatori. Bastiano si lisciava
197
1983
lisciava e si arricciava i baffi nervosamente. Senza una
198
1983
sentivo su di me i suoi rimproveri silenziosi, per
199
1983
cosa credete…» ¶ Si grattava i capelli, come se il
200
1983
Il pavimento risuonava sotto i nostri passi. Sentivamo il
201
1983
Si mise a spaccare i pezzi d’abete e
202
1983
ricordai che stavo rosicchiando i miei ultimi rubli. I
203
1983
i miei ultimi rubli. I soldi che guadagnavo non
204
1983
né vecchie madri per i quali fossi costretto a
205
1983
biancore di qualche ossicino. I cadaveri dovevano servire a
206
1983
servire a tener lontano i corvi, ma evidentemente non
207
1983
ci riuscivano. Ciò scatenava i furori della donna, che
208
1983
lasciava andar via. ¶ Tutti i giorni mi tratteneva a
209
1983
e scatenava in lui i tremori della terzana. Cercò
210
1983
cucinare con allegria, e i loro pranzi erano come
211
1983
se stessa. Nasarka invitava i suoi amici. Mangiavano e
212
1983
dei fantasmi del bosco, i cui nomi erano conosciuti
213
1983
loro si ricordavano soltanto i vecchi, la cui mente
214
1983
e di sepoltura. Ma i morti della taiga erano
215
1983
le sue canzoni con i compagni, accostando la bocca
216
1983
o di notte, guardando i camini che fumavano, con
217
1983
e a temere che i loro uomini la guardassero
218
1983
suo passaggio. ¶ Lei seppelliva i mariti, qua e là
219
1983
un’intensa pietà per i due morti e certe
220
1983
come se temesse che i due morti potessero rubare
221
1983
e giorni io e i compagni ci calammo tutti
222
1983
essi invece consumavano ancora i giorni per assettare l
223
1983
che si potessero vedere i camini di una locomotiva
224
1983
delle montagne, o sopra i sentieri riarsi dell’estate
225
1983
luce della luna. Avevano i colbacchi di pelo di
226
1983
simpatia della gente. Come i russi del treno o
227
1983
stazioni di posta, anche i siberiani erano amiconi e
228
1983
risate. Notai presto che i contadini e i boscaioli
229
1983
che i contadini e i boscaioli, per lo più
230
1983
dei loro pensieri. Lavorare i campi, badare agli animali
231
1983
tronchi da trasportare con i carri alla cartiera di
232
1983
povera gallina spelacchiata, per i dolori che le serpeggiavano
233
1983
delle autorità, e che i cosacchi l’avessero sbattuto
234
1983
nel viso, per riconoscere i segni della razza, e
235
1983
Di dove siete?» ¶ Barattammo i nomi dei nostri paesi
236
1983
Ma come è possibile?» ¶ «I casi della vita» disse
237
1983
girava sopra di noi i suoi occhi spiritati. Falalej
238
1983
chissà quanto» disse. Secondo i piani doveva essere già
239
1983
erano la neve e i venti del nord. Si
240
1983
incantata. Ci guardava con i suoi occhi vuoti e
241
1983
sorvegliante tedesco aveva svegliato i ragazzi, che dormivano all
242
1983
non gli ricordava tanto i suoi viaggi di emigrante
243
1983
tutte di tronchi, con i tetti carichi di neve
244
1983
a cedere al sonno. I russi vicini a noi
245
1983
anche nei loro cori. ¶ I viaggiatori mandavano forti odori
246
1983
motivazioni evidenti si toglieva i valenki, e restava con
247
1983
che andavano a raggiungere i cantieri, o piccoli impiegati
248
1983
quasi una versta. Durante i lavori c’era stata
249
1983
scuoteva la testa incredulo. I soli dell’alba o
250
1983
idea di dove fossimo. I nomi delle piccole città
251
1983
tiravano le imbarcazioni lungo i fiumi. Sulla panchina della
252
1983
individui col cappotto lunghissimo, i berretti di pelliccia con
253
1983
velo di neve sopra i copricapi e i cappotti
254
1983
sopra i copricapi e i cappotti. I soldati non
255
1983
copricapi e i cappotti. I soldati non li guardavano
256
1983
un paio di verste, i binari finivano e cominciavano
257
1983
binari finivano e cominciavano i cantieri. Era una sera
258
1983
Lo sapevo già. Durante i giorni di treno avevo
259
1983
soltanto a noi stessi. I nostri fogli di viaggio
260
1983
Avevo visto girandolare per i locali della posta facce
261
1983
lisciarsi e ad arricciarsi i baffi, e io avevo
262
1983
tacitamente d’accordo anche i cosacchi, che stavano sui
263
1983
lati del convoglio. Se i predoni ci attaccavano per
264
1983
ci attaccavano per davvero i soldati non sarebbero stati
265
1983
e poi di tutti i linguaggi slavi, che non
266
1983
loro vicinanza col russo. I settantamila operai della ferrovia
267
1983
ferrovia venivano da tutti i paesi dell’Asia e
268
1983
comprensione. Ma certo, erano i monti Sajan, ne avevo
269
1983
Bastiano, veniva dalle montagne. I monti Sajan, almeno quelli
270
1983
spessori del mistero, con i suoi volti sornioni e
271
1983
come quello di Ekaterinburg… ¶ I visi dei soldati asiatici
272
1983
Lì c’erano anche i lupi, gli orsi e
273
1983
di posta a cambiare i cavalli. Si trattava sempre
274
1983
panconi addossati alle pareti, i russi si mettevano a
275
1983
si mettevano a cantare. I loro occhi diventavano brillanti
276
1983
avrebbero abbandonata per rivolgere i loro passi chissà dove
277
1983
diventava sempre più lieve. I cavalli filavano veloci, sicuri
278
1983
cosacchi a difesa contro i mongoli. Guardavo con ostinazione
279
1983
lontana. Forse nessuno, nemmeno i russi, sapeva con precisione
280
1983
due taràntas soltanto. Anche i soldati della scorta non
281
1983
non aveva molleggio. Attraverso i finestrini non si vedeva
282
1983
per vedere in viso i modi della sua fine
283
1983
altro che il Bajkal. I russi lo confermarono. Il
284
1983
si riusciva a scorgerne i pesci sotto metri di
285
1983
e mutava ogni prospettiva. ¶ I compagni si addormentarono presto
286
1983
della vicina foresta, quando i suoi lontanissimi antenati vivevano
287
1983
al villaggio addormentato. Tutti i camini fumavano. Fuori di
288
1983
più che mai che i miei compagni mi erano
289
1983
tutta l’Asia. Certo i lavori della ferrovia erano
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pienezza, sicurezza e compiacenza. ¶ I miei compagni Marco e
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a tagliare pietre per i suoi grandi ponti. ¶ Marco
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ricco. Quando si metteva i suoi guanti e i
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i suoi guanti e i calzettoni, o la sciarpa
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le prime nevi e i venti che venivano dagli
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ogni cosa alla russa, i nomi, le cerimonie, le
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operai russi, faceva correre i suoi pensieri dietro la
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a Vladivostok per inaugurare i lavori laggiù. S’era
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ciò che accadeva lungo i cantieri. Senza dubbio i
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i cantieri. Senza dubbio i suoi ministri, gli uomini
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rapporto da lui, e i loro piedi si posavano
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vedeva come se sopra i capelli spartiti, la fronte
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spartiti, la fronte spaziosa, i grandi baffi arricciati e
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nel cielo. Dovevano ingombrare i tavoli di ogni palazzo
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perché arrivavano da tutti i distretti, le città e
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distretti, le città e i villaggi della Russia. Infatti
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cui erano stati vittime i padri, i nonni e
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stati vittime i padri, i nonni e i bisnonni
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padri, i nonni e i bisnonni, magari all’epoca
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verificare certe cose che i libri di Varvara avevano
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ghiacciato da due mesi. I bambini ci andavano a
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da pescatori ostinati. Tutti i camini della città fumavano
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parto era vicino. Mentre i primi mesi era piena
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specie di monaco attraverso i villaggi di legno. Prima
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destino fra me e i pellegrini, i questuanti o
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me e i pellegrini, i questuanti o i laudesi
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pellegrini, i questuanti o i laudesi, di cui il
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il paese traboccava. ¶ Tutti i fatti che seguirono a
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capacitarsi. Volevano chiedere, conoscere i particolari. ¶ «E Irina? come
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steccati del suo ottimismo i contorni della tragedia. Gli
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alberi, con in cima i nidi di rametti intrecciati
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di postiglioni che guidavano i rari taràntas. ¶ «Non ritorni
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ritorni a casa?» chiesero i compagni. ¶ «Non ho più
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in un luogo. Tutti i personaggi di quella vicenda
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di Irina, sorridente, con i capelli castani pettinati a
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le orecchie per sentire i suoni, le gambe e
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suoni, le gambe e i piedi per camminare. Nulla
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leggere la Bibbia e i pochi libri che avevo
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quando stavo all’ospedale. I miei compagni erano per
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srotolarsi e a impennarsi i miei pensieri di vagabondo
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dappertutto. Era come se i rumori confusi dei cantieri
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della faccenda. Parlai con i dirigenti del cantiere, con
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scelto? Perché non invece i cantieri del Bajkal, dove
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per cercare di scoprire i segreti del cielo, e
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cielo, e fissare meglio i confini degli anni e
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nel suo continuo tormentare i baffi. Pareva confidare ancora
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ammazzato prima di toccare i tredici anni. Cercava di
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A mia moglie ¶ I ¶ Irina ¶ Vi furono pochi
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colline verdi che sono i monti Urali. A Ekaterinburg
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strade, le betulle e i ciliegi selvatici dei giardini
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sulla neve dei marciapiedi i loro stivaletti felpati. Le
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di averla trovata. Erano i colori, i suoni, le
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trovata. Erano i colori, i suoni, le figure delle
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di legno colorato. Dietro i vetri disegnati dal ghiaccio
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era pieno di colori, i più vari, i più
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colori, i più vari, i più intensi, ed io
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che lo era, perché i colori avrebbero potuto anche
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vita mi accorgevo che i colori erano una cosa
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stupire, e capivo che i pittori potessero dedicargli l
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ciò che volevo. Avevo i piedi, che non mi
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pianure, intatte o coltivate, i suoi boschi pieni di
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non riuscivo a scorgere i confini. Non c’era
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l’incontro vestì subito i panni di qualcosa di
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postale. Intuii subito che i timbri e le lettere
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correre a lavorare tutti i giorni, in un ambiente
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preparavano le pietre per i piloni di un ponte
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sepolti nel ghiaccio, dove i prigionieri erano forzati a
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la parola sembravano soffiare i venti ghiacciati, che pietrificavano
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e il traghetto e i pescherecci restavano per mesi
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stazione di posta, perché i cavalli non lo potevano
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nella taiga infinita. ¶ Io i treni li guardavo con
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guardate, Valeriano! Stanno tornando i migratori. Le anatre selvatiche
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pipa e a guardare i globi di fumo che
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letto di Irina, dopo i molti segni di croce
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baritonali del pope e i baci alle icone e
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Anche gli abeti e i cedri erano numerosi, sicché
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dei picchi verdi contro i tronchi e il gracidio
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umori che scorrevano dentro i tronchi, i rami, le
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scorrevano dentro i tronchi, i rami, le foglie, che
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sarei finito… ¶ Mi ricordavo i racconti di casa sopra
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nelle Germanie o tra i Cantoni svizzeri. Mentre levigava
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venivano alla bottega che i preti spiegavano le cose
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e stavamo a sentire i suoni della foresta: lo
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una, credendo che scherzasse. ¶ I miei pensieri si rivolgevano
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di pericoli. Farà come i cuccioli delle volpi o
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l’aveva anche prima. I suoi allarmi continuavano. Un
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discorreva. Ne parlavano persino i ragazzi, quando andavano a
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andavano a giocare con i loro slittini sulla neve
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slittini sulla neve e i ghiacci dell’inverno. Le
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iniziativa cercavano d’infiammare i cuori degli studenti, e
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avrebbero lavorato. Ne parlavano i soldati, nelle caserme, o
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Ad essa dedicavano tutti i loro pensieri e le
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scegliere il tracciato tra i vari progetti, fosse la
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delle tante guerre contro i turchi. Era invece un
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aveva avuto domestichezza con i treni fin da bambina
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marcito, stette ad ascoltare i suoni della segheria, delle
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imprecazioni degli operai, puntando i suoi occhi vuoti sopra
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pensato. ¶ Stava sempre con i compagni, quasi lo avessimo
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di ossa bianche, come i mariti di Katja.» ¶ Gli
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alce madre di tutti i viventi, e quella della
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Ma avevano fatto male i loro calcoli. Ghircik aveva
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s’era bruciato nemmeno i peli del suo colbacco
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e serrasse di nuovo i ranghi e le file
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metter fine a tutti i suoi guai?» ¶ Mi schiarii
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hai perdute..» ¶ «Quali cose?» ¶ «I suoni per esempio. Pensa
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freddo, fame, paura. Forse i loro versi vogliono dire
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hai la musica e i racconti nell’anima, Falalej
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russi e siberiani, per i cui ponti lui aveva
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aveva scalpellato pietre per i ponti sul Volga, l
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e diecine di arcate, i quali erano stati l
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che aveva perduto anche i grandi fiumi siberiani, Silvestro
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le zanzare, gli acquitrini, i venti come il sarma
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disgeli. Le volpi e i lupi vi avrebbero fatto
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di ladri di cavalli. I vagoni e le locomotive
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ferrovia siberiana? A collegare i villaggi della taiga, come
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Kirkovsk? Assurdo soltanto pensarci. I villaggi siberiani non volevano
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vi si opponeva, con i suoi geli smisurati e
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suoi geli smisurati e i suoi calori infernali… ¶ «Allora
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buonsenso, e persino contro i capi e le alte
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di toglierle di dosso i mantelli più pesanti e
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brontolio di Silvestro superasse i propri cancelli e sconfinasse
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follia. Lo Zar e i suoi familiari non sapevano
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soltanto le traversine e i binari. Le prime erano
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speditezza e con passione. ¶ I vari lavori cominciavano a
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uno nell’altro come i pezzi di un gioco
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arrivo dei binari. Senza i binari i chiodi non
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binari. Senza i binari i chiodi non avevano senso
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infilati negli occhielli che i binari recavano ogni arscina
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loro riserve, come fanno i bianchi con gli indiani
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o il postino o i postiglioni le portavano, la
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costruita. Tutti tenevamo appuntati i nostri pensieri a quel
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massimo si sarebbero ricordati i nomi degli Zar che
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della nostra pena, sopra i binari, in vagoni riscaldati
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1983
noi, quando Silvestro esalava i brontolii delle sue desolazioni
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inospitale, le città e i villaggi si sarebbero ingranditi
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cacciare le ansie e i timori, di tamponare tutte
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finanziare una guerra (contro i turchi, o i cinesi
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1983
contro i turchi, o i cinesi, o i giapponesi
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1983
o i cinesi, o i giapponesi) di cui il
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Ajdym. Ci faceva superare i momenti scuri e ansiosi
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loro lungo sonno, come i pescherecci o il traghetti
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1983
continuo le albe e i tramonti, che attingevano alla
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1983
svuoti piano piano. Vedevamo i soli scialbi della taiga
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1983
paura di veder spuntare i cosacchi che avrebbero chiesto
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che avrebbero chiesto loro i documenti. ¶ Ma la loro
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1983
alla fine, perché tutti i suoi tentativi di fuga
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1983
nel tentativo di ritrovare i compagni. V’era ancora
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era mai sciolto. Ma i suoi fedelissimi non c
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ancora, ma completamente rifatta. ¶ I pochi che sapevano chi
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per tanti anni, che i compagni attendessero la sua
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ergastolo avrebbe potuto riannodarne i fili. Che importava ai
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si parlava in tutti i villaggi e in tutte
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inverno ricordava ad Ajdym i cavalli che aveva posseduto
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steppa della sua giovinezza, i ricordi della sua tribù
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Quando vi fossero risuonati i fischi delle locomotive e
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a fumare, a lisciarsi i baffi ingialliti dal fumo
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impressione. Aveva lasciato perdere i ricordi. Li aveva abbandonati
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stanchezza e sazietà. Anche i ricordi, attraverso i decenni
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Anche i ricordi, attraverso i decenni, si erano consumati
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consumato e logorato anche i pensieri che un tempo
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che qualcosa avesse risvegliato i suoi interessi. Era Falalej
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le donne potessero lavarvi i panni. ¶ Certe volte giungevano
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1983
si perdeva ad ascoltarne i rumori. Aveva un orecchio
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le catene e agitavano i collari irti di punte
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che sentiva volare tra i ciliegi selvatici e le
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sole, di cui sentiva i raggi sul viso o
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stare lungamente a intagliare i cucchiai di legno sagomati
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bene imbacuccati, arrivarono tra i primi. Eroska portò i
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i primi. Eroska portò i due cavalli nella stalla
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aveva raccolto passando attraverso i villaggi e le città
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che lui conoscesse tutti i segreti e i misteri
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1983
tutti i segreti e i misteri del mondo, e
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e Ulan Ude come i carri della sua mercanzia
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1983
e di barattare, chiuse i carri con il telone
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fu una cena con i fiocchi. Io e Marco
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spalle soffiandoci da dietro i suoi consigli divertiti. Falalej
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1983
addosso gli odori e i sapori di tutti i
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1983
i sapori di tutti i luoghi dove era stato
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1983
dita danzavano miracolosamente sopra i bottoni bianchi, ed egli
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1983
negli ultimi tempi, e i vecchi vestiti non lo
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1983
la presenza. Falalej odiava i propri rossori, e immaginava
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1983
vagabondi che giravano per i villaggi, ottenendo un pane
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1983
stalloni, nelle scuderie, e i muggiti delle vacche e
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1983
Aveva rovinato e strappato i vestiti contro le spine
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1983
vedere le cose e i loro colori come da
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1983
di immagini colorate, dove i mali del mondo non
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1983
buona cosa dagli uomini, i quali parevano invece apprezzare
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1983
apprezzare coloro che accettavano i propri guai e le
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1983
sempre. Desiderava che tutti i suoi amici ci fossero
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1983
più il freddo, né i ghiacci che duravano cinque
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né la fatica, né i lupi, né gli orsi
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1983
dell’irrazionale, e rovesciare i suoi imprevedibili contenuti sopra
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1983
micidiale potere di crepare i ghiacci, e che sotto
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1983
pericolo neanche lì. Sopra i piloni, appena finiti, sarebbero
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1983
accaduta in Siberia e i protagonisti erano siberiani. Non
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1983
e un bandito. Tutti i siberiani gli parevano selvaggi
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1983
delle paludi, delle montagne, i quali andavano inventando ingegnosi
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1983
capivo d’istinto perché i vecchi del villaggio scuotevano
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1983
di visionario, che stanava i fantasmi biblici di Sodoma
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1983
e Gomorra per trovare i paragoni alla lebbra della
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1983
conquistato le città e i villaggi più vicini ai
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1983
governava copertamente e subdolamente i suoi andamenti. Era la
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1983
tornò all’improvviso, e i lavori dovettero essere sospesi
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1983
sospesi un’altra volta. I piloni del ponte erano
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1983
una notte si scatenarono i venti freddi del nord
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1983
nord, che fecero scricchiolare i tetti delle isbe. Soffiò
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1983
di ferro per allestire i tralicci del ponte, e
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1983
contro il freddo. Avevamo i colbacchi, i giubbotti di
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1983
freddo. Avevamo i colbacchi, i giubbotti di pelle, i
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i giubbotti di pelle, i valenki di feltro e
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cacciato a spintoni dentro i territori stretti e accidentati