Pietro Aretino, Angelica, 1535

effetti: l'uno intitola i versi al sopraumano consorte

ceppo, senza temer che i nembi de la sorte

et il diletto de i Pianeti; sí che ceda

vostra sembianza, astratta ne i reverendi movimenti de gli

se pria non porgo i caldi prieghi miei ¶ al

di maraviglia. ¶ 3 ¶ O de i gentili spirti unica spene

Dio consigli, ¶ risplender dove i giusti prieghi e i

i giusti prieghi e i voti ¶ possa meglio ascoltar

possa meglio ascoltar de i tuoi devoti. ¶ 5 ¶ Benché translato

che stesse ascosa ¶ a i fidi servi suoi l

e bel Medoro ¶ sentiti i frutti avea del sudor

in cui fan nido i nobili costumi, ¶ che né

sen gía solingo, ne i bei dolci lumi ¶ d

spira il vento, ¶ piovino i sonni in grembo a

ma gli spirti a i suoi luoghi ritornando, ¶ fa

non s'acorge che i bei soli ardenti ¶ di

il puro latte, e i crin d'oro lucenti

e 'l sereno et i soavi accenti ¶ che tra

ha d'or fino i capei, di rose il

tanto in ogni parte i passi stendi ¶ che ciascuno

sí secondo favor de i pianeti ¶ che possede colei

franco; ¶ mercé loro ho i piombati e gli aurei

del numer son de i sommi dei immortali ¶ pur

che non sol con i duo t'è disonore

arme e destriero ¶ d'i circassi a l'altissimo

Catai ¶ Ferraú, che fra i primi il vanto dassi

forma né membra. ¶ 66 ¶ De i duo, ciascuno misero e

il freno ¶ pone a i feroci e siede a

al campo, Medor mira ¶ i luoghi ove attendar schiere

eroi sforza, ¶ ch'a i suoi dí non ne

voi. ¶ 80 ¶ Non le palme, i trionfi et i trofei

palme, i trionfi et i trofei, ¶ né le corone

di Ranaldo, onor de i semidei, ¶ l'eterne e

in piú gioconda parte i passi volse. ¶ 87 ¶ Indi partiro

fresco vento ¶ vagheggion fissi i singulari amanti; ¶ la bella

erbe fiorir presse da i piedi santi; ¶ meno allegro

giamai lieti rimembra ¶ su i fior Cupido o su

cede ¶ del sole a i raggi, tra l'erbette

l'aura fiede ¶ ne i lor bei volti e

nome; ¶ 93 ¶ che non pur i desir de i casti

pur i desir de i casti petti ¶ ponno scaldar

sotto il ciel freddo i piú gelati fiumi, ¶ perché

se di voi scorgano i bei costumi ¶ queste piante

scorse ¶ in mezo a i labbri l'ultima parola

viene, ¶ quegli occhi a i quali fino al ciel

grati ¶ gli occhi e i labbri notriti a l

parole, ¶ de l'Aure i lievi e graziosi Fiati

da le rose, da i fior, da le viole

gir serpendo: ¶ chi parte i bei capegli e chi

altra gli accoglie insieme. ¶ 99 ¶ I dolci Sonni fra le

ascosi, ¶ mentre scherzan co i crin l'Aure lascive

anime ponno. ¶ 100 ¶ Tosto ch'i Sonni i begli occhi

Tosto ch'i Sonni i begli occhi assaliro, ¶ la

sol spesso rimíro, ¶ che i suoi lucenti rai tutti

Poi nel serrar de i lumi, onde il sereno

mísole in seno, ¶ dileguò i Sonni e nel profondo

fervidamente ¶ che d'ambo i cori con equale affetto

queti basciarsi incomprensibilmente ¶ e i vaghi spirti, corsi per

Aurette ch'have ¶ ne i lor begli occhi entrò

in una vita, e i loro ardori ¶ quetano in

beatissimi quei ch'hanno i fervori ¶ con desio pari

Angelica e Medoro, ¶ ne i quali Amor le sue

Sonno, di posar contento, ¶ i lor sacri occhi abandonar

che 'l sol perde i raggi caldi, ¶ onde colmi

si levaro ¶ ambo de i freschi e teneri smeraldi

quei che cantavan sopra i rami saldi, ¶ i fior

sopra i rami saldi, ¶ i fior pallidi fersi e

il sito ingombra. ¶ 6 ¶ Mentre i sentier fioriti et egli

corso ogni emispero. ¶ 7 ¶ Da i freddi lidi a le

l morto, che de i vivi era spavento, ¶ dove

in seggio altero ¶ tra i dodeci robusti Carlo scorse

obietto è sol de i trionfi e de i

i trionfi e de i regni. ¶ 13 ¶ Vide Ruggier, vide

regni. ¶ 13 ¶ Vide Ruggier, vide i famosi eroi ¶ de la

umano, ¶ Bradamante gentil co i modi suoi ¶ basciarli umíl

presenza ¶ Marfisa, ch'ha i trionfi nel sembiante, ¶ ecco

fio, ¶ gli incensi e i voti al tuo nome

Sacripante; ¶ la qual dopo i saluti gli favella: ¶ - O

vi dispiace, alto signore, ¶ i miei guai conterovvi a

le nostre porte ¶ de i gesti suoi la lunga

mio corpo afflitto ¶ de i nove mesi è già

mi fe' sicura; ¶ scoprendo i membri dissi: " O ingrato

punte mortali; ¶ fersi benigni i piú rabbiosi venti ¶ ne

udir l'innocenzia de i miei mali. ¶ Duo servi

fieri serpenti, ¶ per saziare i desir suoi e i

i desir suoi e i fatali, ¶ me gittar su

io 'l narro co i mesti accenti miei ¶ e

perché alora il sopportaro i dei? ¶ 44 ¶ Èmmi detto: " Ecco

vita, ¶ et mi fecero i cieli ingiusti torti, ¶ non

colpo crudele, fin de i dolor rei; ¶ mi trema

il sole ¶ e pianse i miei troppo infelici casi

d'ogni altra amai ". ¶ 62 ¶ I panni d'or, gonfi

d'or, gonfi da i venti, fanno ¶ al mortal

dopo gli strazii e i torti, ¶ quel che far

a pièta ha mosso i sassi "; ¶ et era ver

re le case e i tempî ¶ e n'ha

ha gli estremi de i membri mortali, ¶ e gli