parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
e spegnersi e pullulare in zone della corteccia sempre
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chi era stato, perché in quel momento ero girato
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successivo o quello più in basso ancora, tanto che
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nello stesso tempo riusciva in qualche modo a guardare
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del cortile. ¶ Arrivò fino in fondo alla scaletta, pose
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villa. La Dea saliva in fretta, mi faceva strada
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forma di lunetta aperto in un punto molto alto
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molto alto della parete in fondo, composto di molti
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appena un po’ più in basso, il muro di
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di terracotta e, più in là ancora, all’imboccatura
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dalla mia stanza passando in quella dello Ziò, che
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lo Ziò mi stava in qualche modo salutando. ¶ Mi
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di scendere di nuovo in cortile, passando vicino a
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bianchi dell’imbastitura sbalzavano in modo innaturale. C’era
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si dovevano essere svegliati in ogni angolo del parco
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legno aperti, mi addentrai in un cunicolo che saliva
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un cunicolo che saliva in verticale, mimetizzato dietro una
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farinosa, cominciai a salire in quello spazio cubico talmente
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impolverata, prima di lasciare in silenzio la legnaia. ¶ Il
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cortile, con un rastrello in spalla. Entrai nella serra
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spalancata, guardavo di tanto in tanto il parco in
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in tanto il parco in piena luce, mentre svuotavo
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veniva dalla stradina giù in basso mi fece girare
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perché schizzi di fango in strati e colori sovrapposti
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di auto stava entrando in rapida successione nel cortile
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tutte assieme il clacson in un improvvisato carosello. ¶ Dalla
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tutt’intorno le braccia in segno di saluto. La
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colori un po’ irreali in quell’ora del primo
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su se stessa, irradiandosi in punti sempre diversi della
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girando per il parco, in coppia o a gruppi
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gruppo si era fermato in cerchio attorno all’albero
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là, strisciavano srotolati anche in punti molto lontani, sui
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sui tavolini di marmo, in certi punti della montagnola
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brillava per alcuni istanti in un punto lontanissimo del
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giradischi erano stati collocati in vari punti tra loro
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che nuovi giradischi entravano in funzione, cambiavano passo di
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tavolino di marmo, ruotando in silenzio su se stessa
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i loro volti erano in fiamme quando sbucavano infine
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collocato un giradischi anche in mezzo al cortile, o
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movimento concentrico di coppie in direzione della montagnola. Anche
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ne stava scendendo con in braccio lo Ziò, ancora
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montagnola, un po’ chinato in avanti per il peso
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maggiore animazione, meno quella in piedi sul tavolino, che
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i piedi di tanto in tanto per non tranciare
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un diverso giradischi ancora in funzione in una zona
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giradischi ancora in funzione in una zona confinante. Alcuni
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coppia era salita fino in piccionaia. Dovevano essersi arrampicati
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immagine proprio nel punto in cui i loro due
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lo vidi immobile e in attesa, con una piccola
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particole. Evitavo di guardarlo in volto, non osavo osservare
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della mano, e rimise in posizione orizzontale quella farfallina
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A ora di pranzo, in refettorio, toccava a me
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sua bocca, che gocciolava in vari punti a causa
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piatti fumanti aspettavano già in perfetto equilibrio gli uni
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rimaneva fermo a tratti in modo tale, con la
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sola, che potevo cogliere in un sottile spiraglio l
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sugli avambracci per portarli in un unico giro verso
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casualmente posta là dietro in modo tale che potevo
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sportello, ma feci ancora in tempo a vedere la
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muri gonfiarsi di tanto in tanto a ogni leggero
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dalla testa ai piedi in un’attillata tuta nera
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rombare, si chinò improvvisamente in avanti, lo spense accarezzando
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tutto il cortile piombò in un silenzio vibrante, innaturale
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finestrone, discesi piano piano in dormitorio. Presi dal ripostiglio
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tagliuzzato. Misi tutto quanto in valigia. Ci aggiunsi alla
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si conficcavano di tanto in tanto nel cielo, come
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priore continuava a tenermi in silenzio contro il petto
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con l’altro, come in certi passi di danza
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aveva invitato a fermarsi in refettorio per la cena
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mi guardava di tanto in tanto, e sorrideva. ¶ C
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tigli. La città ardeva in fondo alla pianura, come
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perché aveva appena applicato in fondo alla tuta due
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di colpo un po’ in avanti, arrampicandosi sul palo
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nella camerata deserta. Scesi in cortile con la valigia
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il pedale della messa in moto. Aveva la bocca
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si erano messi tutti in cerchio attorno alla motocicletta
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Gatto continuava a restare in cima al palo. Evitavo
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mi pareva di essere in bilico sopra le sue
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era alzata all’improvviso in un gesto di saluto
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mano che salutava, illuminata in pieno dalla luce del
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sobbalzo, s’inclinò vertiginosamente in avanti. Il sedile posteriore
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mi lanciava sempre più in alto a ogni dislivello
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per scendere più velocemente in città. Girava indietro la
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volte contro altre labbra in attesa ai lati della
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variopinte e immobili, sedute in fila sui muretti. Qualche
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rami abbagliati, come lavorate in ferro. ¶ Ci lasciammo alle
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Il Nervo si gettava in strade inclinate e sempre
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di un altro mezzo in movimento, oppure dentro una
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sedile. La motocicletta rombava in una piccola strada tra
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suo rumore si disperse in una vastità vegetale. Si
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nuovo cortile più spazioso, in fondo al quale si
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ancora addormentata, sullo zoccolo in vetro di una serra
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verso la figurina femminile in terracotta che si ergeva
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saltare e a gracidare. In certe zone del muro
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più nell’aria trasparente. In una grande voliera ai
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zampettando da una casetta in muratura. Mi fissavano per
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mancanza di queste, gettava in mezzo al campo sfere
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sbriciolava e si scioglieva in pochi istanti, ma c
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l’acqua si sbrindellavano in pochi istanti sotto i
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sporca. Schizzavano a volte in direzioni inaspettate per un
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Lo chiamavano a volte in disparte, il vicario si
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lo chiamava di tanto in tanto nella vecchia costruzione
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saliva a cercarlo fino in dormitorio. Gesticolava, perdeva subito
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Gatto ci faceva uscire in fretta. Il priore accorreva
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e dopo un po’, in mezzo alle voci che
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Sembrava che stesse cercando in tutti i modi di
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calmare il benefattore, ormai in preda a un’agitazione
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camerate mentre ci trovavamo in chiesa o nella sala
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sue cose, le passava in rassegna una per una
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piatto, sollevava quest’ultimo in aria, lo guardava con
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l’interno della bocca in quattro punti diversi contemporaneamente
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città brulicante di luci in fondo alla pianura. Inclinava
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fondo alla pianura. Inclinava in avanti il corpo, con
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si protendeva al massimo in avanti. Il padre priore
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loro tre teste protendersi in avanti, nello spazio. ¶ «Come
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mi accingevo a salire in dormitorio, mi capitò di
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portate le cotte nuove in sagrestia, al termine delle
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uscita, senza respirare, giusto in tempo per non essere
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che stava rientrando proprio in quello stesso momento nella
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scale prive di ringhiera, in fila indiana. Nel dormitorio
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oggetto di ferro visto in chiesa era un pesante
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la si può inscrivere in una più generale regola
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Ma il momento passava in fretta e già un
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espressiva che li aveva in un primo tempo suscitati
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lacerare e far cantare in mille modi diversi con
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sopraffatto da quel silenzio in piena notte, o meglio
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con fragore il naso in mezzo alla camerata, suscitando
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il giorno, mentre eravamo in uno degli stanzoni o
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spazzolino da denti, prestato in silenzio agli abbeveratoi, poteva
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quando ci si trova in uno stato di concentrazione
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a mia volta, involontariamente, in qualcuno di questi linguaggi
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dentro il calice, determinavo in qualche zona della chiesa
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silenzio di un gruppo in apparente meditazione al primo
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e di vernice gocciolata in silenzio durante la notte
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certo le preghiere recitate in chiesa a rompere il
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che pareva esprimere proprio in quei momenti una beatitudine
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sull’ostia per operare in assoluto silenzio la transustanziazione
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veniat!” atteggiai le labbra in modo che gli astanti
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praticare tre perfette incisioni, in modo che le tre
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pochi istanti soltanto e in punta di coltello. L
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la lama, che diventava in un istante incandescente, così
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la fiamma all’incontrario, in modo che la zona
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senza volerlo alcuni suoni in un linguaggio parallelo, perché
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parallelo, perché quattro spari in perfetta successione avevano fatto
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occhi non stavano leggendo. In chiesa si assentava per
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mi passava accanto scendendo in refettorio, sentii che mi
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E fuggì via così in fretta che mi rimase
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pareva avesse fame. Trasferì in un piatto vicino un
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foglioline tutte tagliuzzate. Lanciò in un altro piatto anche
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uncinarsi attorno al palo, in punti sempre più alti
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dalla veste. Quando era in cima, girava la testa
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di nuovo. Non era in piedi, stavolta, aveva addirittura
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tra due dita, muovendosi in modo tale da far
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volavano giù tutti ghiacciati in fondo alla collina. ¶ Ma
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il Gatto mi chiamò in disparte. ¶ «Sei veramente sicuro
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serietà. ¶ Aveva il foglio in mano, sembrava proprio sul
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sul suo banco, così in vista che a volte
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scoprirlo sul suo comodino, in dormitorio, oppure in chiesa
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comodino, in dormitorio, oppure in chiesa sull’inginocchiatoio, o
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foglio era di nuovo in mano sua. Se lo
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tutta l’ascensione. Arrivava in cima, rimaneva immobile per
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le puoi mettere anche in tasca senza per questo
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chiusi. ¶ Mi si avvicinò in pochi passi, rimase a
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a questo punto?» ¶ Rimase in silenzio per alcuni istanti
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città brulicante di luci in fondo alla pianura. Anche
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stai facendo?» disse ancora, in un soffio. ¶ Poi riprese
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Poi riprese a camminare in silenzio verso il refettorio
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e poco dopo, mangiando in perfetto silenzio durante la
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pretesti. Penetrava all’improvviso in una generale risata, con
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sua veste svolazzante salire in silenzio, fermarsi infine proprio
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il suo volto irreale in piena luce. Mi pareva
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si torceva le mani in fondo al palo. Non
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dita direttamente sulla corrente in fuga. ¶ In chiesa, mentre
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sulla corrente in fuga. ¶ In chiesa, mentre recitavamo il
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tra le mani, come in un momento di grande
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un momento all’altro in una nuova, irrefrenabile risata
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le scale. Mi svestii in fretta, senza girare la
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coperte, qualche letto più in là. La luce centrale
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parete. Qualcuno di tanto in tanto ci passava davanti
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a tossire con insistenza in fondo al dormitorio. Si
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che investiva di tanto in tanto l’intera camerata
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l’intera camerata nascessero in realtà da quella parte
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per un’intera settimana. In chiesa, nel cortile, in
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In chiesa, nel cortile, in refettorio. Si interrompeva e
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ridendo a mia volta in silenzio, atrocemente. Il Gatto
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mente. Saliva galvanicamente fino in cima. Mi fermavo a
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improvviso della sua risata in un punto tanto alto
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Pareva intendesse restare indefinitamente in seminario, ma in abiti
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indefinitamente in seminario, ma in abiti borghesi, e senza
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si allontanava gesticolando, rosso in volto. I muratori avevano
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apparse quasi di colpo, in bilico sulla piccola scarpata
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ancora le palline. Qualcuno, in mancanza di queste, gettava
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mia volta, di tanto in tanto, vagavo per un
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fragore di stelle maciullate in un immenso frantoio. Le
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neppure lacerarla. Si levavano in volo dopo avere a
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ancora brulicanti di luci in piena notte. ¶ Tornavo nella
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restare sotto le coperte, in modo che la testa
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mentre Dio si trovava in preda all’angoscia dell
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questa volta mi incarnerò in un bacillo. E potrò
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infine riuscito a suscitare in un corpo umano in
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in un corpo umano in illusorio movimento nello spazio
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brontolio intestinale perfettamente udibile, in una notte qualunque eppure
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irripetibile, nel momento stesso in cui qualcun altro si
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sollevassi uno solo, disponendolo in modo tale che la
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la fiammella si divideva in un istante come per
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puntina di fuoco rimaneva in bilico sulla sua base
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ormai staccate, le lanciava in alto e le riprendeva
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sulla propria base, oppure, in modo intenzionale o per
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festeggiato una ricorrenza sacra, in refettorio, e c’era
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squadre, che giocavano contemporaneamente in tre zone contigue del
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nello spazio, lo vedevo in punti differenti, correvo dove
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sua veste svolazzava infangata in mezzo al campo, perché
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smosso da tanti piedi in corsa, aveva cominciato a
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come se stessimo giocando in piena notte. A volte
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campo confinante, o addirittura in quello più lontano, e
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rete avversaria doveva serrarsi in difesa l’istante successivo
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campo adiacente e persino in quello più lontano, senza
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era riuscito a metterli in vantaggio. ¶ Passava ancora del
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tempo, mi ritrovavo spintonato in un campo differente. Il
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quando nascevano teologiche contese in seguito allo sconfinamento di
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che, apparendo ad alcuni, in un certo senso, come
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due campi, o trovarsi in uno stesso campo in
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in uno stesso campo in compagnia di un’altra
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fissi e sulle squadre in qualche modo stabilite o
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invece basarsi sul pallone in libero volo tra campi
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se non bisognava infine, in questo caso, rivedere e
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nel nostro campo oppure in campi differenti. Mi sfrecciava
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spazio? Oppure lo vedi in punti sempre diversi? Cosa
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Bisogna imparare ad attrarlo in altro modo...” ¶ Al termine
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fossi spostato un po’ in avanti con la testa
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a tutti gli altri, in quel momento era in
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in quel momento era in chiesa a esercitarsi con
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sempre più, si era in quell’ora in cui
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era in quell’ora in cui luce e ombra
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trovava adesso immobile e in piedi proprio alle mie
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preoccupato, assente. Lo guardavo in diagonale, nel refettorio. Lo
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bloccarsi col boccone già in bocca, si dimenticava di
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toglieva lentamente la veste, in dormitorio, anche le sue
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e già senza collare, in piedi vicino al letto
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pensiero. Scendeva più raramente in fondo alla piscina con
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il volto in fiamme. ¶ In chiesa, durante le orazioni
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incastrate e tutte spenzolate in avanti, come se da
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cadere a terra. ¶ Uscimmo in silenzio dalla chiesa, incamminandoci
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1998
silenzio dalla chiesa, incamminandoci in fila lungo le scale
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ringhiera. Ma, arrivati quasi in cima, vidi distintamente e
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gli sbalzava un po’ in fuori per la tensione
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del silenzio. ¶ Quando fummo in cima, e stavamo girando
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spalla e il portasapone in mano. Stavo rientrando a
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sul pavimento. Si colpivano in assoluto silenzio, ma grosse
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terra, con le teste in fiamme. ¶ Un istante dopo
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1998
da terra, li rimise in piedi. Stavano uno di
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adesso il dormitorio era in penombra. I letti e
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proprio posto. Ci infilammo in silenzio sotto le coperte
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di sentire di tanto in tanto sprazzi di voci
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livello dell’acqua benedetta in una madonnina di plastica
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sagoma del Gatto entrare in silenzio nella camerata. ¶ Tutti
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e forse mi trovavo in un punto della camerata
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1998
così piano che feci in tempo ad addormentarmi e
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padre priore era già in piedi e passeggiava nel
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e passeggiava nel cortile in compagnia dei due prefetti
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dei due prefetti. Camminava in mezzo a loro e
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il sole non batteva. In refettorio una tovaglia era
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rimasta sopra una basetta. In chiesa erano stati rinnovati
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prefetto sorrideva di tanto in tanto, come chi si
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1998
di risa parevano mandare in frantumi le finestre della
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del sacerdote doveva manovrare in queste occasioni un campanello
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1998
bisognava infilare le dita in un complicato manico formato
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sei fragorosissimi batacchi senza in realtà muovere la mano
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aria per suonarlo, soprattutto in quelle messe solenni quando
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scontrino tra di loro in alcuna circostanza, facendolo, più
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1998
una parte all’altra in due perfette linee rette
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e forse, camminandoci sopra in lungo e in largo
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sopra in lungo e in largo e guardando di
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1998
e guardando di tanto in tanto verso il basso
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una persona svegliata improvvisamente in piena notte. Un istante
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1998
entrambe le teste erano in fiamme quando, resistendo al
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1998
alitando sul suo disegno in rilievo, la sollevava in
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in rilievo, la sollevava in alto appena consacrata, tenendola
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Non riuscivo a vederlo in volto, da dove mi
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l’interno dei campanelli in tempi differenti. ¶ Il padre
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incendiati delle impronte. ¶ Lasciammo in silenzio la chiesa, molto
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lancinante. La città dilagava in fondo alla pianura. Raggiungemmo
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scintillava a tal punto in fondo alla pianura che
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sul terreno gelido e in pendenza, tra le ultime
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cascina sottostante, dov’era in corso da tempo un
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con forza le mani in un punto molto lontano
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notte. Ma nessuno pareva in grado di prendere sonno
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che doveva avere sentito in qualche modo il segnale
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testiere dei letti allineati in doppia fila, sotto il
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profumato. Alcuni letti più in là, il Gatto dormiva
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al momento di risalire in dormitorio per la notte
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scendendo assieme agli altri in chiesa dopo il sonnellino
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occhiali era tranquillamente inginocchiato in uno degli ultimi posti
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che trovava di tanto in tanto tra le pagine
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temesse di cadere rovesciandosi in avanti. ¶ Anche all’uscita
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un paio d’ore. In mezzo al cortile si
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un corrispondente, impercettibile moto in avanti con la testa
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piccoli gruppi vagavano riconnettendosi in modi sempre diversi sotto
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Anche durante la cena, in refettorio, quando finalmente ci
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bottiglioni dell’acqua allineati in punti fissi della tavolata
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da una parte, fino in fondo. ¶ Anche all’uscita
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che già luccicava sterminata in fondo alla pianura. ¶ Ma
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con un cenno, serio in volto. Li vedevo discutere
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della sera, mentre raggiungevo in silenzio i dormitori, vidi
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gli occhiali stava salendo in silenzio assieme a noi
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Sembrava incredibilmente emozionato, stringeva in mano una valigetta molle
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due manici. Quando fu in cima alle scale, l
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Alcuni istanti dopo posò in fondo al letto il
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sopra un polpastrello. ¶ Tornò in camerata, entrò lentamente sotto
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giorno, nel cortile o in sala studio, coglievo a
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e arrivare di nuovo in quel punto, esattamente...» ¶ Si
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se da quel punto in poi il percorso è
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adesso la città illuminata in fondo alla pianura. Avevo
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ormai compiuto, d’ora in poi ci sarà solo
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presso privati e predicare in alcune chiese, giù in
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in alcune chiese, giù in città. ¶ “Può Dio venire
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piccoli chiodi di gesso in primavera, facevano saltare via
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e con le mani in grembo, intento a contemplare
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non me lo mandasse in pezzi. ¶ Avevo visto altre
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giacche a vento infilate in fretta sulle vesti, per
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stavano immobili, irreali, come in un blocco di cristallo
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clima di festa giù in città, perché le sue
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sue luci scintillavano forte in fondo alla pianura, sembravano
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e decrescesse di continuo in zone anche molto distanti
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poi riformavano poco più in là galassie sempre più
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si accendevano zone seminascoste in un avvallamento, dove non
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la nostra collina salivano in quei pomeriggi di festa
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ancora un po’ emozionato, in refettorio. A volte mi
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mi accadeva, passandogli vicino in certe ore del pomeriggio
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di tabacco. Qualcuno, bisbigliando in cortile durante la ricreazione
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tratto, senza che nulla in apparenza fosse accaduto, vidi
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collo gli erano balzate in rilievo, inturgidite, pulsavano nello
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braccia pronte a scattare in avanti per difendermi. Il
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brani sacri all’armonio, in vista della messa di
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sera stessa, mentre entravamo in chiesa per il Noctem
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prefetto aveva il volto in fiamme. ¶ In chiesa, durante
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trovavo a mio agio in quel silenzio. ¶ Ci svegliava
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spazzola, infilavo la mano in ciascuna scarpa e cominciavo
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per cogliere l’istante in cui il lucido si
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sempre un po’ spostato in avanti, perché non mi
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muro perché sullo scheletro in cemento delle scale non
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l’amitto e pregava in silenzio, a fior di
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priore. Era come segata in due e rimontata senza
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indietro una delle parti, in verticale. Appariva così diversa
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dell’altare. ¶ Poi avveniva in silenzio la transustanziazione. La
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del padre priore, aperta in modo innaturale per ovviare
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certi manicomiali portacipria. ¶ Lasciavamo in silenzio la chiesa, il
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costruzione per poter meditare in modo più raccolto, scegliendo
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capitare di venire scovati in un punto dalle attrattive
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della nuova ala ancora in costruzione avevano lasciato sassi
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Pranzo e cena trascorrevano in silenzio, altro tempo passava
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per tutto il tempo in compagnia di qualcun altro
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dei prefetti, che pregava in silenzio sul suo fondo
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marmo la città sfavillava in fondo alla pianura, le
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sottomarine. Salivamo di nuovo in dormitorio, dopo una sosta
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dormitorio, dopo una sosta in chiesa per il Noctem
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stelle si fossero sciolte in un immenso spazio acido
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aeroporti. Distendevo la veste in fondo al letto, mi
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di esercizi spirituali, camminando in una zona appartata del
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di passeggiare senza meta in quella zona, ma dopo
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priore osservasse di tanto in tanto il maggiore dei
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cenno nervoso della testa. ¶ In cortile e sotto i
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attendeva con impazienza, rosso in volto. ¶ «Che cosa vuole
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con le mani. Venivano in risposta piccoli versi prolungati
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le teste, non pareva in grado di dare una
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si avvicinava, i parenti in crocchio ammutolivano e quasi
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tigli, tutti raccolti come in un solo blocco. Qualcuno
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tenuta da lungo tempo in serbo nella tasca, spezzare
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e di ascoltare, ponendosi in certe angolazioni e non
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collocarsi nel punto esatto in cui la parola finisce
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se ne fosse rimasto in silenzio per tutta la
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pranzo e della cena, in refettorio, quando arrivava il
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parola, e spingermi tanto in là in questo tipo
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spingermi tanto in là in questo tipo di lettura
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parte. Eppure riuscivo anche in quell’occasione a parlare
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mio turno di servire in tavola. Facevo girare silenziosamente
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refettorio, riuscivo a scorgere, in una striscia sottilissima di
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disporre simmetricamente i piatti, in bilico gli uni sugli
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schettini, senza però alzarmi in piedi, guardavo gli altri
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guardavo gli altri schettinare in fondo alla piscina. Facevano
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ma osservava di tanto in tanto gli spigoli della
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pulite e c’era in fondo a ciascuno il
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ancora, prima di scendere in refettorio per la cena
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nel dormitorio immobile e in penombra, tra i riflessi
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giri prima di essere in grado di rallentare un
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animaletti si stava spegnendo in perfetto silenzio sul fondo
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gettato dentro dall’alto in cerca di salvezza. La
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più abbagliante aveva investito in un istante tutto il
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occhi, nei pochi istanti in cui la velocità me
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che non era nascosta in nessuna delle sue pieghe
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luce era di momento in momento più abbagliante. Un
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più abbagliante. Un animale in fiamme aveva incendiato con
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levavano per un istante in zone ancora più alte
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piede per rimanere meglio in equilibrio, anche le rotelle
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i suoi occhi guardavano in due punti distinti e
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Facevo fatica a tenere in equilibrio la bicicletta, e
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della forcella si conficcava in una zona ancora ardente
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massa. Li vedevo camminare in silenzio, a due a
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ospiti stava ancora girando in pigiama per gli ultimissimi
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un bicchiere d’acqua in mano. Andavano ad affacciarsi
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uno contro l’altro in segno di saluto. Una
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anche al neonato. Raggiunsi in silenzio la mia stanza
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Albino doveva essere rientrato in casa, perché non veniva
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Il suo biancore sbalzava in punti sempre diversi dell
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senza che potessi impedirlo in alcun modo, sentii che
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dentro il mio letto, in dormitorio. ¶ Non si capiva
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ventaglio nello stanzone ormai in penombra. Mi sembrava di
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un po’ di tempo in piedi in fondo al
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di tempo in piedi in fondo al letto. Il
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nella camerata immobile e in penombra quando un leggero
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nello stesso istante che in chiesa avevano cominciato già
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staccavano e salivano più in alto delle altre, mentre
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primi seminaristi fecero irruzione in silenzio nella camerata. ¶ Avevo
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uno dopo l’altro in fondo al letto. Guardavano
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fece arrestare all’improvviso. ¶ In fondo alla camerata non
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successa una cosa...» facevo in tempo a sentire che
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comodini di lamiera, ciascuna in una diversa scatolina, o
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diversa scatolina, o avvolte in un pezzo di carta
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la presenza anche se in quel momento avevo gli
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Mi guardavano a lungo, in piedi oppure sedute sulla
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ora dovevano essere tutti in chiesa per la meditazione
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capovolto. Qualche comodino più in là, quella madonnina di
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aveva aperto la porta in modo tanto silenzioso, come
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la suora fosse ancora in una zona lontana. Non
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tutti gli altri, passando in ciabatte avanti e indietro
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vedere se erano usciti in escursione. Cercavo con gli
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e uno spazzolone ancora in vista indicavano che forse
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pulizia, e aveva raggiunto in gran fretta la dispensa
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era una nuova porta in legno anche all’ingresso
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ugualmente le scale, che in quel punto avevano le
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brulicava. Erano tutti inginocchiati in silenzio sul pavimento, attorno
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testa per soffiarla via in direzioni che nessuno si
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terra e poi riprenderla in modo differente. «Perché non
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cortile, verso la massa in fiamme...» ¶ Provai a sollevarlo
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la sua testa stava in bilico sulla mia testa
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spostato, salendo ancora più in alto con la sua
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passare senza battere ciglio, in bilico su una sola
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una sola zampa. Eravamo in cortile. Lo Ziò aveva
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di piccoli animali fuggiva in ogni direzione. Non li
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fuggire di sbieco o in verticale nello spazio, e
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tornati, salendo di nascosto in piccionaia su per la
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vagone di un treno in partenza dalla piccola stazione
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Scorgevo un po’ più in alto la figura fosforescente
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curvarmi il più possibile in avanti, all’improvviso, in
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in avanti, all’improvviso, in modo che la forza
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che avevano dovuto disporsi in varie file. Le fiamme
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si scagliavano sempre più in alto nell’oscurità, staccandosi
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inceneriti sulla ghiaia, anche in zone lontane della massa
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base si allargava mordendo in strati sempre più bassi
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Le loro teste ondeggiavano in varie file sovrapposte, cercavano
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tutte le altre teste in movimento. Avevo riconosciuto la
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piccoli getti di benzina in certe zone lontane della
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fiamme si erano saldate in un unico fronte che
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nel dormiveglia il momento in cui avrebbe ripreso di
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cranio che si rosolava in silenzio, a occhi chiusi
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Le vedevo volteggiare sfuocate in punti sempre più alti
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si aprivano all’istante in vari punti e si
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spente, cercava di addentarli in qualche punto non ancora
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di afferrarne i capi in punti sempre diversi della
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Le tiravano fuori allungandole in ogni direzione, le loro
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parco con le labbra in fiamme. Riuscivano a staccarne
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tutti assieme i denti in un unico segmento, tanto
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un odore di sterco in fiamme si diffondeva rapidamente
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verso l’automobile parcheggiata in cortile, per riportarla a
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che non riusciva più in alcun modo a contenerla
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i vetri delle finestre in compagnia della callista, che
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uno stecco estratto ancora in fiamme dalla massa. Ne
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continuare a osservare anche in quei momenti l’incendio
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villa, e camminavo più in fretta quando passavo sotto
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cinta fino alla massa in fiamme. C’erano i
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intorno. Qualche metro più in là la bicicletta ormai
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mi attraversavano di tanto in tanto la strada, riuscivo
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cui pendevano ancora filamenti in fiamme. Salivano a morsi
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gli animali ubriacati gridassero in zone diverse del parco
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quelli che sfrecciavano incendiati in ogni direzione, ma anche
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divorato topi ubriachi e in fiamme. Percorrevo il parco
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lanciarmi dentro la massa in fiamme. Avrei potuto attraversarla
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del fuoco stando tranquillamente in piedi sui pattini a
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estreme scintille che esplodevano in punti diversi dello spazio
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levate, tossendo di tanto in tanto per il fumo
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sotto gli occhi, trasformata in un incredibile bottone. Spariva
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di nuovo per riapparire in un punto molto alto
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attraversava i viali correndo in bicicletta, col suo carrettino
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con le braccia, rosso in volto, per cercare di
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grandinare il muro anche in punti lontani, e a
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mucchietti di foglie disposti in ordine geometrico, ci girava
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Albino chiedeva di tanto in tanto alla Pesca di
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grande cumulo di foglie in una zona remota della
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piombare con un boato in una depressione, mentre Lenìn
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suo carrettino, fumigava già in un avvallamento molto profondo
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testa era molto più in basso del tetto, eppure
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della notte giravo ancora in bicicletta per il parco
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e con le unghie in fuori, mi pareva, appesa
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grotta per non cadere in terra nel bagnato. Si
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dentro la grotta o in giro per il parco
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un po’ di fanghiglia in cui potersi gettare a
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e poi si appuntiva in zone sempre diverse, anche
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qualcuno pestava la canna in qualche punto del parco
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la moto, l’oltrepassava in un istante oppure ci
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l’avesse colto proprio in quell’esatto momento, oppure