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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Cristina, 1908

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
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1908
di pomodoro che bolliva in cucina, udì un sibilo
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folti capelli castani, divisi in due treccie, raccolti sulla
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che gorgogliava, Cristina sedette in un angolo della vasta
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sola, a diciott'anni, in casa, col padre vecchio
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che soffriva di asma. In questa il fanciullo entrò
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e ne ho mezza in tasca, pensa che me
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che me ne vado in quel brutto collegio, dove
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dove mi metteranno sempre in castigo. ¶ — E sarà bene
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di casa si riunirono in una stanza dove era
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la partita a scopone in quattro, con zia Rosina
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hai risposto? ¶ — Figurati, subito! In sette anni di amore
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per uscire, col cappello in testa: vedendola, si scappellò
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Per fortuna non entrò in chiesa, poichè era libero
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matrina, la signora Cannavale, in piazza Mercato. ¶ — Mettiamoci al
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non mi vuole lasciare in pace. ¶ — Chi? quello che
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Ma alla sera, mentre in piazza Mercato, sotto le
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di Santa Maria sedevano, in fila, coi loro vestitini
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zio avevano loro portato in dono da Napoli, occhieggiando
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mentre le mamme, pure in fila, dietro, si lagnavano
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un'acacia, col cappello in mano, si passava l
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spilloni falsi, di orecchini in pastiglia. Cristina lesse le
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quelle tranquille come lei, in minoranza, glielo ripetevano continuamente
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permetteva sua madre andasse in giornata a stirare, per
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le impediva di uscire. In quei periodi di collera
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suprema grazia al Signore. In quei giorni Peppino Fiorillo
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scrisse una lunga lettera in cui le giurava fedeltà
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ne parlò un mese in Santa Maria. ¶ Infatti per
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che era stato ritenuto in carcere mezza giornata, si
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a una fanciulla sciocca. In essa l'autore si
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l'autore si burlava, in metro alcaico, di una
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parola chellerina, ma intese, in generale, che lo studente
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che sua madre, avrà in tutto trentamila ducati di
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pensava, con le mani in grembo. ¶ — Se si mette
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a confessione ogni mese, in visita dalle amiche ogni
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avevano lavato, udì, come in sogno, quel sibilo breve
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aveva riconosciuto subito. Scappò in camera sua, tutta la
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stravagante che tornava così in mal punto? Come avrebbe
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sei rimasta a letto? ¶ — In casa vi era bisogno
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passeggiare su e giù, in camera sua per un
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si metteva le chiavi in tasca. Entrò nella dispensa
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occhio. Mentre si alzava in punta di piedi per
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disse Cristina. ¶ Egli uscì in punta di piedi, ella
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Egli fu trentasette giorni in pericolo di vita; l
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senso della realtà ritornava in lei, facendola acutamente soffrire
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non lo aveva sentito, in quella notte, che il
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fatto paura! Ora, lanciata in questo vortice, non poteva
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se no, egli muore in peccato mortale. Fate dannare
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stanza di un ammalato, in un momento di lucido
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era un vinto. Portava in sè tutte le traccie
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perdute senza gloria. Come in tutti gli uomini di
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come per stanchezza. Talvolta, in alcuni momenti di profonda
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morta, già decomposta. Ritornava in sè lentamente, quasi rinvenisse
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aveva troppo vissuto, consumandosi in una esagerazione della vitalità
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fissità. Eccitandosi, esaltandosi, vibrando in una febbrilità di desiderio
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estrema rovina. Si ritirava in sè inoperoso, immobile, immerso
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sè inoperoso, immobile, immerso in un dormiveglia spirituale pieno
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pensava acutamente, profondamente, scavando in sè, analizzando in sè
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scavando in sè, analizzando in sè, scendendo alle ultime
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vita, si buttava disperatamente in una nuova guerra, assetato
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fino all'ultimo. Così, in questi periodi di lotta
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limbo dove si ravvolgono, in un ambiente incolore, tutte
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la gioventù moderna porta in sè come una malattia
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grande rivolgimento s'operò in lui e nelle nuvole
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questo urto così forte, in questo vortice, quella che
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quando lui aveva messo in questa passione quanto aveva
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si sa. ¶ E così, in Guido fu completa la
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una donna fulminata, vivente in una immobilità dolorosa, che
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anima si era ingrandita in precocità singolari. Lei aveva
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guasta nell'anima, falsa in ogni manifestazione del sentimento
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spalle. ¶ Ma un giorno, in un sito qualunque, per
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delicato e di passionato, in una strana fusione di
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segue le grandi sventure, in quell'egoismo sospettoso di
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di Guido si immergeva in un cinismo tacito, ripensando
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Egli veniva da lei in certe ore, la salutava
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nuovo. Oppure rimanevano ambedue in silenzio, senza guardarsi mai
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Guido se ne andava in punta di piedi, senza
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giorno Guido si abbandonò in uno di quei suoi
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amore, come era nato, in quale ambiente desolato era
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di narratore, sembrava che in lui tutto tacesse dalla
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levò senza parlargli. Guardandosi in faccia, si videro lividi
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faccia, si videro lividi in quella scialba luce. Così
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Così giunse il tempo in cui Teresa lo udì
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tanto era lento. ¶ Ma in certe sere in lei
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Ma in certe sere in lei l'angoscia diventava
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gioventù ribelle si spezzavano in quei ricordi così caldi
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poveretta. ¶ Ma niente altro. In breve l'uno sapeva
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insinuante e quasi parlante in sogno: ¶ — È strano. Nella
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di due anime ottenebrate, in un esaltamento bizzarro, vinti
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di passato, lo insultarono in un bacio, lo calpestarono
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un bacio, lo calpestarono in un bacio. ¶ Passarono tre
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quei tre giorni immersa in uno stupore doloroso, rabbrividendo
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realtà, immergendosi di nuovo in quel dormiveglia dove almeno
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del presente si smarriva in un orizzonte vago e
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gli occhi di sonnambula in faccia a Guido, sorridendogli
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Lui stesso si abbandonava in quello stato di dolore
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stato di dolore indolente, in cui manca la volontà
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che mai erano lontani, in quel silenzio. ¶ — A che
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nomi degli altri ritornavano in campo: si guardavano in
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in campo: si guardavano in volto, spaventati, come se
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S'ingiuriavano brutalmente. Ma in fondo ghignava la coscienza
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labbra, voltava la testa in là. ¶ — Lo vedi, lo
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hai passato tre anni in casa sua e da
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singhiozzando. ¶ Ma tutto precipitava in un delirio di collera
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decisi di andare sino in fondo al loro peccato
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via dell'amore, cambiandola in via crucis. Erano ebbri
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nell'intensità dello sguardo. ¶ In verità, essi sono più