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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Lettere d'una viaggiatrice, 1908

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
1
1908
ella vi è rappresentata, in un vestito di fantasia
2
1908
lunga del suo giro in Italia, superando il resto
3
1908
amici hanno compreso. Recitare in italiano, in un teatro
4
1908
compreso. Recitare in italiano, in un teatro francese, dopo
5
1908
bene che ella porta in sé una novella ragione
6
1908
non essendosi potuto cancellare, in loro, essi vengono a
7
1908
loro più attraente, poiché in qualche sera, in qualche
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1908
poiché in qualche sera, in qualche mattinata di domenica
9
1908
vi vanno. E, così, in quella sala vasta e
10
1908
campanello: ma, di atto in atto, il suo spirito
11
1908
crescenti emozioni si riuniscono in una emozione identica, ma
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1908
le lacrime. ¶ * ¶ Ogni tanto, in questo appartamento piccolo, odoroso
13
1908
signore, queste straniere che, in una mattinata di ammirazione
14
1908
questi giorni di primavera, in questo delizioso paese, per
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1908
ammirarla. Spesso ella esce, in grandi passeggiate al sole
16
1908
noi eravamo con lei in giardino, Francesco Paolo Tosti
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1908
formarle un’aiuola, intorno. In una, una graziosissima giovinetta
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1908
TOSTI ¶ Nizza, marzo..... ¶ È in un pomeriggio tiepido e
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1908
giardino, tranquillo, al sole, in una stanza tutta piena
20
1908
di marmo si allungavano in ombre strane, sulle pietre
21
1908
ombre strane, sulle pietre. In quei tempi, oramai inesprimibilmente
22
1908
li vivemmo, noi, forse, in sogno?... — e pure vibranti
23
1908
rammento: arrivava, alla sera, in marsina, elegante, impeccabile, già
24
1908
vestiti, ed essendo stato in società, in qualche ritrovo
25
1908
essendo stato in società, in qualche ritrovo, dove era
26
1908
e non obliati giammai, in cui, al contatto di
27
1908
Inghilterra non hanno cancellato in lui nè l’italiano
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1908
trascina chi l’ascolta, in quel mondo di malinconia
29
1908
la musica bella, hanno, in verità avuto le influenze
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1908
All’alba, che ha in sé, tutto lo ardore
31
1908
fantasia. Così, tutto udimmo, in quel giorno così fragrante
32
1908
e di garofani rosei, in fondo a quel giardino
33
1908
toscani pare che vibri in dolce ritorno di armonia
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1908
più molle di lacrime, in quelle parole ultime, così
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1908
dolenti, io dico, poiché in questa Serenatella, vi è
36
1908
e Schumann seppero condensare in poche frasi musicali, vi
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1908
quella purissima dolorosa musica, in quel pomeriggio di primavera
38
1908
che tutto si trascolorasse, in fondo a quel giardino
39
1908
di una dimora primaverile in questi paesi dell’incanto
40
1908
saloni di prima classe in cui si chiacchiera, si
41
1908
appena, questi cinquanta treni, in andata e in ritorno
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1908
treni, in andata e in ritorno, per portare e
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1908
perchè voi ci andiate, in qualunque minuto ve ne
44
1908
via che si percorre in carrozza, in un’ora
45
1908
si percorre in carrozza, in un’ora e un
46
1908
vedere, assai meglio che in treno, la grazia di
47
1908
l’aria di andare in gita, in escursione, in
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1908
di andare in gita, in escursione, in visita, in
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1908
fra Sanremo e Bordighera, in un Montecarlo e costruì
50
1908
ha un aspetto funebre, in quel silenzio, in quella
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1908
funebre, in quel silenzio, in quella solitudine. Soggiungerò che
52
1908
governo è immorale, ma in un’altra maniera, più
53
1908
che ha fatto lacrimare, in segreto, tante vecchie zitelle
54
1908
zitelle inglesi: e più in là vi è Bordighera
55
1908
frontiera, dove Cosmopoli arriva, in folla sempre crescente, si
56
1908
omnibus: e Cosmopoli bestemmia, in tutte le sue cento
57
1908
suoi mille villini: invano, in fondo alle sue strade
58
1908
ricche, di splendidi magazzini, in fondo alle sue avenues
59
1908
cavalli: invano. Il viaggiatore in un ebetismo profondo, invoca
60
1908
suo ascensore, a penetrare in una stanza qualsiasi, quella
61
1908
lui destinata, a immergersi in quell’ombra e in
62
1908
in quell’ombra e in quella immobilità, che guariscono
63
1908
di sedici anni, cinguettano in inglese; e dalle imposte
64
1908
le vostre violette messe in un gran bicchiere d
65
1908
di Nizza, vi trasporti in una regione di alto
66
1908
la città è tagliata in una guisa così vasta
67
1908
più povere e sono in verità, così nette, così
68
1908
tutte le convalescenti, o, in gran folla, tutte le
69
1908
le amatrici del sole. In questo paese, la coltura
70
1908
di qualunque altro paese: in questa Nizza, i rami
71
1908
anche gli uomini vollero, in un quadro di libertà
72
1908
giorno, dalla prima ora, in quest’armonia di linee
73
1908
linee e di cose, in una contemplazione estatica, in
74
1908
in una contemplazione estatica, in un viver sereno e
75
1908
vettura all’altra, levando in alto il paniere dei
76
1908
dei loro fiori, contrattando in un minuto, sperdendosi per
77
1908
che levavano il paniere in alto, in un offerta
78
1908
il paniere in alto, in un offerta sorridendo: que
79
1908
e le ha risposto, in italiano. ¶ * ¶ Leggiadrissimo spettacolo! Le
80
1908
vanno, vanno, vengono, ritornano, in una processione floreale, dove
81
1908
signorine, giovanotti, sono tutti, in gran parte, vestiti di
82
1908
per battagliare, sulle ginocchia, in fondo alla carrozza, e
83
1908
e i giovanotti sono in piedi, sugli staffoni delle
84
1908
carrozze simboliche, diciam così, in cui i fiori vogliono
85
1908
simpatico: un carrozzino trasformato in un molino a vento
86
1908
bianche e le ali in giunchiglie gialle, con un
87
1908
con un quadrifoglio verde, in foglie verdi, fiori candidi
88
1908
trifogli; una pagoda cinese in camelie rosse e bianche
89
1908
una locomotiva, perfetta, tutti in fiori di diversi colori
90
1908
sulla faccia, nelle mani, in grembo: ma il raccoglierne
91
1908
qualche uomo grasso, solo, in una carrozza era perseguitato
92
1908
troppo: dei giovanotti, soli, in phaéton erano feriti più
93
1908
così cortese che pareva, in vero, di vivere in
94
1908
in vero, di vivere in un sogno di grazia
95
1908
grazia e di beltà, in un sogno di fiori
96
1908
fiori e di donne, in un sogno di galanteria
97
1908
o nel nuovo, o in un cimitero scomparso di
98
1908
poichè una è, qui, in Verona? La tenera pietà
99
1908
di cose religiose, stabiliscono in punti differenti e lontani
100
1908
cristiano, che vi va in pellegrinaggio: il cristiano sa
101
1908
il cristiano sa che in Sionne, sovra un colle
102
1908
Sionne, sovra un colle, in un giorno livido e
103
1908
basta a noi entrare in Gerusalemme, per sentire l
104
1908
York, o chi vuole, in fine, nel Tirolo, ritrovar
105
1908
le sue montagne, simili, in verità, a molte altre
106
1908
i suoi paesaggi, eguali, in verità, a tanti altri
107
1908
giusta e saggia, che, in Tirolo, voi dovete ascoltare
108
1908
i fiori, a Igls, in un’ora pomeridiana di
109
1908
giardino, sul colle. Era in un giorno un poco
110
1908
nella umidità e serpeggiava in noi. Le cantatrici tirolese
111
1908
e i cantatori giunsero, in silenzio, chetamente, dai saloni
112
1908
impazienza, e salutarono, gentilmente, in tedesco, la piccola assemblea
113
1908
dispose sovra un tavolinetto, in fondo alla veranda, il
114
1908
denti bianchi, si disposero in semicerchio, e il canto
115
1908
alcune sorde, ma riunite in una fusione perfetta, tanto
116
1908
suonatore, quel mirabile canto in cui il giovine che
117
1908
alpestri, risuonanti di roccie in roccie: intendevo tutta l
118
1908
d’amore, di collina in collina, al cader del
119
1908
cristallina: saliente nell’aria, in echi più fini, più
120
1908
nitidi: cupo e tetro, in sue note estreme: o
121
1908
estreme: o brillante come in cinguettìo di tanti uccelletti
122
1908
canti di guerra, riprendevano in un onda musicale, onde
123
1908
canto. Era, io suppongo, in certe canzoni di esiliati
124
1908
fra le libere albe, in alto, in alto, bevendo
125
1908
libere albe, in alto, in alto, bevendo alle sorgenti
126
1908
altitudine e di libertà, in quel canto! Io vidi
127
1908
il Tirolo! al momento in cui, nella complainte, Andrea
128
1908
noi immobili, muti, estatici, in un bianco e brumoso
129
1908
una grande rivista, stampata in tre lingue, dalla copertina
130
1908
comincia..... infine, leggete appresso!). In verità, Cosmopoli, da gennaio
131
1908
aprile comincia a Genova, in tutta la sua espressione
132
1908
straniera, è vero, discende, in questi quattro mesi a
133
1908
più da molti giorni, in una prima giornata di
134
1908
infinitesima particella italiana, travolta in quella moltitudine babelica, trasportata
135
1908
pietruzza del mosaico, inavvertita, in quell’incognito profondo di
136
1908
inverno e la primavera, in residenza di tre settimane
137
1908
questa massa di stranieri in cui, diciamolo, le donne
138
1908
donne, le signore, sono in grande preponderanza. Cosmopoli è
139
1908
si è venuta trasformando in un seguito di alberghi
140
1908
da Pegli a Ospedaletti, in quei bei paesi tutti
141
1908
stellata, diventa così acuto, in quei paesi vi è
142
1908
nostalgia di noi tutti. In quasi tutti questi paesi
143
1908
tutti questi paesi liguri, in verità, non vi è
144
1908
magnifici negozii, un teatro in inverno, cavalli e carrozze
145
1908
e delle grandi portiere in istorie strane, in cuoi
146
1908
portiere in istorie strane, in cuoi lavorati; e dei
147
1908
che tutto è favorevole, in queste sale, al diletto
148
1908
scienza d’arte perfetta, in ogni decorazione, di accordo
149
1908
diffonde per queste sale, in questa folla ove ogni
150
1908
ogni condizione è rappresentata, in questa folla ove sono
151
1908
s’intendono di arte, in questa folla, è come
152
1908
benessere; chi é giunto in queste sale per mezz
153
1908
paese di Tiepolo, piace, in un paese, ove basta
154
1908
di questo successo gioiscano, in loro cuore amoroso tutti
155
1908
belli di Venezia, lavorarono, in lunghe discipline, perchè la
156
1908
poco tempo, si affaticarono, in tutti i modi, perchè
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1908
mostra di arte, anche in quelle cose che non
158
1908
loro madre Venezia: e in tutte le forme della
159
1908
e venerarono lo Spirito in ogni sua parvenza, a
160
1908
amarono solo la realtà in sue robuste forme terrene
161
1908
febbre di voler penetrare in fondo al nero lago
162
1908
vita tutta si esteriorizza in mille lampi e in
163
1908
in mille lampi e in mille riflessi, quest’arte
164
1908
sono queste donne rappresentate in tutte le pose, chiuse
165
1908
tutte le pose, chiuse in vesti oscure e sobrie
166
1908
di Francia, d’Italia, in loro attitudini differenti, che
167
1908
fremito dell’anima manifestato in un sorriso, in una
168
1908
manifestato in un sorriso, in una lacrima, sovra un
169
1908
ridirà, nella sala inglese, in quella Inghilterra così grande
170
1908
ma è un ritratto, in vero, di donna non
171
1908
due innamorati sieno andati in pellegrinaggio a Verona? ¶ Avete
172
1908
partito, da paesi lontani, in pellegrinaggio di passione, per
173
1908
loro istoria d’amore, ¶ in una soavità piena di
174
1908
conobbero solo l’amore, in ogni sua dolcezza e
175
1908
ogni sua dolcezza e in ogni sua amarezza. Eppure
176
1908
di essa! Leggeste mai, in nessun poema, di nessuna
177
1908
e fatale veronese, è in un angolo remoto della
178
1908
un cancelletto e, infine, in un cortiletto coperto, sorretto
179
1908
urna funeraria vi appare. In fondo di sotto l
180
1908
Tutto è muto, tranquillo, in una pace che pari
181
1908
osa toccare, perchè cadrebbero in polvere. Sulle pareti, intorno
182
1908
molti di essi vennero in Verona per caso e
183
1908
consuetudine di tutto visitare in viaggio, li condusse alla
184
1908
di passaggio dall’Austria in Italia, in ricerca di
185
1908
dall’Austria in Italia, in ricerca di clima più
186
1908
di clima più temperato, in passaggio dall’Italia in
187
1908
in passaggio dall’Italia in Austria alla ricerca di
188
1908
civiltà, tutti quanti sentirono in questo silenzioso e vetusto
189
1908
Chi mai li smuoverà, in loro espression di tenerezza
190
1908
non si è svolta, in Verona, in queste vie
191
1908
è svolta, in Verona, in queste vie larghe o
192
1908
palazzi non è escito, in ora notturna, Romeo, per
193
1908
sogni dei lontani e in tutte le prose degli
194
1908
grazia che, giammai troverà in altro paese dell’universo
195
1908
e sono qui, immersa in una lunga immobilità, come
196
1908
un impulso di creazione, in qualche cosa che sia
197
1908
nulla e che abbia in sè la solenne tranquillità
198
1908
sempre. Qualche viso muliebre, in quelle che filano lungo
199
1908
pallida e così ¶ nobile, in una veste di seta
200
1908
viene, costei tutta sola, in gondola? E dove vanno
201
1908
voi lo udite come in un sogno, poichè ignorate
202
1908
la canzone, di amore, in napoletano, o sull’idillio
203
1908
ore, tacendo, contemplando, fumando, in quel suo profondo amore
204
1908
amore. È qui che, in un giorno di lucente
205
1908
volte appartato per parlare, in segreto, con Georges Sand
206
1908
un raggio di luce, in una stanza: ed è
207
1908
perversione che è sepolto in tutte le anime più
208
1908
le anime più costanti, in tutti i cuori più
209
1908
non sognò il tradimento, in una sera, in una
210
1908
tradimento, in una sera, in una notte, non fu
211
1908
nei fatti, ma esiste in quanto si pensa, in
212
1908
in quanto si pensa, in quanto si sogna, in
213
1908
in quanto si sogna, in quanto si desidera, in
214
1908
in quanto si desidera, in tutto ciò che è
215
1908
sogno divenne una realtà? In che ha peccato più
216
1908
grottesco e più terribile in cui si possa cadere
217
1908
sincerità, la lealtà aspra, in amore, arrivano ai risultati
218
1908
sensi, innanzi al mondo, in un atto di sincerità
219
1908
menzogna è una pietà, in amore. E, in amore
220
1908
pietà, in amore. E, in amore, chi è egoista
221
1908
tenera e nobile, mentisce. In amore, tutto cambia di
222
1908
schiaffo, è uno sputo in faccia, in amore; la
223
1908
uno sputo in faccia, in amore; la menzogna è
224
1908
esposizione di arte moderna, in Venezia? Pensate! L’arte
225
1908
Pensate! L’arte moderna in quella mirabile città, ove
226
1908
dei nostr occhi rapiti in un incanto che nessun
227
1908
darci? L’arte moderna, in quella stupenda città, ove
228
1908
plumbee e basse come in quelle ove il cielo
229
1908
nostr’anima sensibile vibra in ogni sua intimità e
230
1908
che le nuvole creano, in Venezia? L’arte moderna
231
1908
Venezia? L’arte moderna in quel paese ove, dalle
232
1908
l’inobliabile, inobliata Assunta in cielo? Audacia, audacia folle
233
1908
esposizione di arte moderna, in Venezia, quando, anche nei
234
1908
arte moderna, a Venezia, in un tempo curioso, bizzarro
235
1908
come è il nostro, in cui l’anima è
236
1908
centocinquanta chilometri all’ora. In quanto all’altra parte
237
1908
non hanno necessità altra, in Venezia, se non che
238
1908
svolga, ricominci, vi trattenga in un oblìo non troppo
239
1908
intorno, è favorevole. Giammai, in una esposizione di arte
240
1908
per i suoi mobili; in ognuna di queste sale
241
1908
ville che l’abbracciava, in frescura di eterna bellezza
242
1908
i grandi alberi ludovisii, in una gelida mattinata d
243
1908
magica cintura di poesia, in questa terza Roma! E
244
1908
di Sicilia! Giammai, come in estate, nella Città Morta
245
1908
piacevole è stato distrutto, in Roma e quello che
246
1908
le basiliche sono ancora in piedi, lo debbono alla
247
1908
per renderla meno povera, in estate, per toglierle, anche
248
1908
da giù, per andare in Alta Italia, denigrata nel
249
1908
assunto, come loro segnacolo in vessillo e che, intanto
250
1908
della sua anima, quando, in Firenze, per un breve
251
1908
aver prodotto un capolavoro in arte, immaginate che doveva
252
1908
bellezza immutabile di Firenze! In una reggia ove era
253
1908
un tratto, brutalmente trapiantate in quei palazzi che videro
254
1908
come ognuno dovette trovarsi in una grave pena morale
255
1908
invoco un anacronismo che, in fondo, offese per ben
256
1908
spirituali! L’anima muova in cui nè gli atavismi
257
1908
e di storia fiorentina, in uno stato di ottusità
258
1908
questo sacro altare ove, in un mistico coro, si
259
1908
fare. Si può entrare in Firenze, avendo cancellato, almeno
260
1908
e di tutto commuoversi. In un sogno, si può
261
1908
colpi dei loro nemici: in un sogno, in qualche
262
1908
nemici: in un sogno, in qualche piccola via molto
263
1908
forse, oggetto di morte; in un sogno, in un
264
1908
morte; in un sogno, in un’ora mattinale, nelle
265
1908
per sempre, nel tempo, in un casto nodo, la
266
1908
che mai più perderà; in un sogno, levando gli
267
1908
di un palazzo ignoto, in una ignota strada, si
268
1908
pietà, lasciando allo amore, in eredità, per sempre, questa
269
1908
invincibile, la pietà! Tutto in un sogno, le figure
270
1908
amore, di estasi; tutte in un sogno, le forme
271
1908
grande, tramandato d’uomo in uomo, vittorioso o vinto
272
1908
o vinto, di avvenimento in avvenimento. Ma, in verità
273
1908
avvenimento in avvenimento. Ma, in verità, il sogno è
274
1908
ritrovate freddo, arido, vuoto, in una strada di Firenze
275
1908
freme, nulla più palpita, in voi; arido, arido come
276
1908
più raro che avere, in dono un’anima antica
277
1908
a Venezia, questo anno, in preda a un esaurimento
278
1908
irritarmi, successivamente, di minuto in minuto, sino alla collera
279
1908
intellettuali e morali, che, in fondo, sono causate da
280
1908
dei brevissimi lucidi intervalli, in cui il sofferente comprende
281
1908
ardente, rimanendovi delle ore in uno stato di ebbrezza
282
1908
alla mano che scrive! In verità, nessun impegno formale
283
1908
leggerete stampato, o amica, in autunno e un romanzo
284
1908
che vi farà pensare, in inverno, io potevo finire
285
1908
tutte le ore brucianti, in cui ci slancia l
286
1908
ultimamente, la mia esistenza in un solo, esclusivo, profondo
287
1908
la loro serata, immoti in una poltrona, muti e
288
1908
nella sua realtà che in tutti i sogni dei
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esotico, un tea room, in una di quelle vie
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quella di san Sebastianello; in un magazzino d’antiquario
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una copertura di libro in cuoio impresso, cercando una
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dei brevi salici nudi, in un tempestoso giorno di
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sensi e dell’anima, in Roma, non giunge a
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E che importa! Giova, in certi periodi, indossare le
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attraenti, e di cercare, in Roma, non solo le
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di Roma, che è in tutto questo e fuori
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colore di un orizzonte, in una rosa colta fuori
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colta fuori le catacombe, in un ramo di alloro
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alloro del Bosco Sacro, in una chiesetta scordata di
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di un quartiere ignoto, in un ritorno di gita
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commozioni inebbrianti! Quanti precursori, in una mattina fredda d
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Eleonora Duse, tu, Eleonora, in quel gelido mattino, nel
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un convento molto ricco in cui si fossero messi
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larghe e dorate. Curiosissimo! In quel tempo, massime se
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e giallo: alle volte, in mezzo, vi è un
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da un’ambizione: vengono in nome di Dio, o
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nome di Dio, o in nome della Chiesa, vengono
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basta all’osservatore intravvedere, in un viso raso e
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viso raso e pallido, in una tonaca rossa, in
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in una tonaca rossa, in una mano cerea adorna
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grossa pietra ieratica, intravvedere, in un vestibolo di albergo
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potente, fuori Roma e in Roma, di cui Roma
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fuga, molto di fuga in uno strano albergo come
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come è il Minerva, in una basilica magna, in
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in una basilica magna, in un giorno di pompa
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giorno di pompa ecclesiastica, in un’anticamera cardinalizia, sotto
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e cose, di viverci in mezzo, quando il loro
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securezza, di cieca fiducia in sè stesso e negli
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sotto i ghiacciai eterni, in estate: e voi sarete
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squisito: e voi vivrete in contatto con i grandi
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e di male, sempre, in ogni stagione, in ogni
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sempre, in ogni stagione, in ogni momento. Così! A
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infine: e s’installa in quel non bello palazzo
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e s’installano, ufficialmente, in un palazzo del Parlamento
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maestoso, ma si perdono in misere querele di architetti
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il Sovrano, naturalmente, lascia in inverno, sempre che può
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nella Camera Alta e in quella dei Comuni. Tutti
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inverno e di primavera, in cui, per una dimora
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incertezza che si riflette, in ogni atto, albergo bello
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albergo bello e solenne in cui l’Italia mette
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burocrazia immensa che sta, in Roma, suo malgrado, insoddisfatta
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greve, questa Città Morta, in agosto, in settembre, senza
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Città Morta, in agosto, in settembre, senza re, senza
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come morto! ¶ * ¶ Ed è in queste giornate di estate
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fiacchezza: ma i governanti, in questi altri Stati, tutto
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fisici e morali. Ma in Roma! Tutta la poetica
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cerchi, l’amico lettore, in queste lettere di una
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tante e tante volte, in epoche diverse, per paesi
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vi sono stati tempi, in cui le impressioni non
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attenuate, vaghe, vane: mentre, in altri momenti, in altre
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mentre, in altri momenti, in altre lontananze, in altri
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momenti, in altre lontananze, in altri contatti col mondo
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una serie di visioni, in tempi più antichi o
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tempi più antichi o in tempi più moderni, in
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in tempi più moderni, in paesi che sono restati
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verso la morte, fatto in ogni ora; è impossibile
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mescolata di fatica e in cui le facoltà più
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di noi si parte, in ogni giornata, alle città
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il più tremendo, porta in sè una ragione ineluttabile
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brutale e schiacciante, esiste, in ogni male più aspro
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che finisce per manifestarsi, in tante forme morali e
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alle persone che amano, in una consuetudine fedele e
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larghi e più completi, in quegli amori che farebbero
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dell’amore, quando mai in questi amori così alti
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persino, persino nella maternità, in questo sentimento che è
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ci fece liberi. Volontariamente, in nome di tutte le
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sconsolanti illusioni della vita, in olocausto a un dovere
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la esistenza ci incatena in una unione, in una
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incatena in una unione, in una famiglia, in una
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unione, in una famiglia, in una missione, in un
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famiglia, in una missione, in un’opera, in un
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missione, in un’opera, in un sacrifizio: per anni
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spirituale trapassa, di paese in paese, nei treni rapidissimi
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nei piroscafi, di albergo in albergo, di ritrovo in
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in albergo, di ritrovo in ritrovo, libera, sola, sola
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si sgretola, cade, va in frantumi. Che importa! L
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inebria di sè stessa, in latitudini lontane, in contemplazioni
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stessa, in latitudini lontane, in contemplazioni solinghe, in vaste
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lontane, in contemplazioni solinghe, in vaste e mute partecipazioni
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alta terrazza del Gianicolo, in una taciturna e pensosa
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sotto la luna, passata in sogni, sugli scalini della
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sempre, dalla vita cittadina, in un vecchio angolo di
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piccoli canali, dove, come in nessun posto, si può
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come finito, come morto, in una morbida soavità di
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alle impressioni che, lievi in principio, si fanno più
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penetranti; se voi portate, in Roma, un’anima ringiovanita
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vi sia di delizioso, in una mattina d’inverno
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libra sulla colonna e in fondo, in fondo, sovra
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colonna e in fondo, in fondo, sovra l’estremo
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gentilezza, anche nella grazia; in una passeggiata mattinale, in
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in una passeggiata mattinale, in un giorno nuvoloso, ma
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di caccia alla volpe; in una visita d’arte
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una visita d’arte, in quei misteriosi giardini di
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artisti sognano e lavorano; in un ritrovo esotico, un
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questa apparizione del Cervino, in un profondo seguito dal
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alta, lunga, triste, tetra, in cui sentì le sue
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Strano albergo, sempre pieno, in questa stagione, di quella
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A restare un mese, in questo curioso, solitario e
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che stringano il gigante in un fresco abbracciamento. Voi
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fredda e più intensa, in cui la giornata discende
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conquistano la cima, è in un impeto di tal
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impeto di tal febbre, in un tale tumulto di
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seguire il suo principe, in questa casetta semplice e
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di cento ne morirono, in quell’ultimo, spaventoso inverno
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ogni tanto, chi viva in Courmayeur, incontra una figura
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ascolti egli la messa, in un angolo recondito della
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giri di un waltzer in un salone e vi
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crede, dove nessuno sa..... In una di queste sere
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a lui: egli era in un cantuccio del cortile
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audace ascensione fu compita in mezzo alle difficoltà più
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dei razzi di ferro, in alto, per attaccarvisi, tanto
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di strada per rientrare in Courmayeur, come se venisse
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boschi. Alle nostre spalle, in Courmayeur, già cominciavano gli
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vivere semplicemente, oscuramente, ma in comunicazione quotidiana con un
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mancano, a tanta distanza, in posti così impervii, così
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alba, essi si partono in gruppi, in file, e
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si partono in gruppi, in file, e per due
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e ore di strada, in silenzio , con quella pazienza
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è incrollabile. S’inginocchiano in un angolo delle loro
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forse, mai anime furono in così segreta e così
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nostro, meglio si abbatte in una solinga, taciturna commozione
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santuari alpini, sorgenti, bizzarramente, in mezzo al deserto di
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più presso a Dio, in solitudine, in solitudine; eretti
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a Dio, in solitudine, in solitudine; eretti dallo sgomento
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ricostruita sette volte, poiché in inverno è costantemente minacciata
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solo per tre mesi, in luglio, in agosto e
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tre mesi, in luglio, in agosto e in settembre
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luglio, in agosto e in settembre. Dopo, tutta la
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a Nostra Donna, salvo in qualche rarissimo giorno mite
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valichi alpini, a piedi, in inverno. * ¶ Innanzi alla bella
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consolano ed esaltano. Qui, in questo santuario, un mese
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chiedono..... Per chi entra in una di queste chiesette
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grezzi banchi di legno, in una solitudine perfetta e
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piedi del Suo Signore, in un’ora di elevazione
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misericordia, quasi quasi appariscono, in una nivale visione. O
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Piccolo San Bernardo, agosto... ¶ In qual notte terribile del
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morte, a ogni passo? In quale ora paurosa di
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alta, lunga, triste, tetra, in cui sentì le sue
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si va, da Aosta, in nove ore di vettura
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da Prè Saint Didier, in quattro ore; da Courmayeur
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quattro ore; da Courmayeur, in cinque ore. La via
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le roccie, brulle. Ancora, in agosto, vi sono anfrattuosita
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della birra, e ciò in un deserto dove non
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il ponte di Trento, in una minuta casa, tre
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appare, tutta meravigliosamente verde, in un paesaggio che niuna
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della Testa Grigia e in fondo, in fondo, ma
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Grigia e in fondo, in fondo, ma che pure
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Monte Rosa|monte Rosa. In un cantuccio della valle
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sua eleganza si manifesta in qualche gran mantello col
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mantello col cappuccio, o in qualche mantelletto con cappuccio
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una sventura nazionale, e, in quanto alle scarpette gentili
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l’anima, chi porti in sé l’influenza corrompitrice
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e sono alle sei, in casa, pel pranzo: dopo
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e dei monti. Allora, in questa crescente squisitezza, tutto
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sè stessi, per narrarlo in queste fuggevolissime impressioni, come
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che è la montagna, in tutte le sue umili
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e imprecisa, si evapora, in un gran sogno. La
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linee, che vi immerge in un silenzio lungo di
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castelli mediovali, che, sparsi in tutta la valle di
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tratto che si fa in carrozza; è quasi sempre
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se non mette piede in fallo, vuol sempre camininare
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Il potere magico è in questo piacere degli occhi
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e della immaginazione; è in questo contatto, lungo e
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nuovi, o diversi; è in queste dimore altissime, lontane
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case sempre abitate; è in questo senso di pace
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là che si dorme, in casa del curato, in
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in casa del curato, in Ayas, come nei vecchi
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ed è sparito. Eravamo in una grande sala, dove
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fantastico giro, di notte, in una casa ignota, in
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in una casa ignota, in un paese ignoto, in
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in un paese ignoto, in un ambiente sacerdotale, dove
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invocato un fantasma alpino, in quella notte? L’ombra
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antichi romanzi, rivissuti mirabilmente in Ayas, poco lontano, un
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harmonium, oltre il tavolino, in questo salone: forse il
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così tenera ed emozionante, in quella immensa solitudine, in
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in quella immensa solitudine, in quella casa sconosciuta, dove
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L’ORRIDO DI BUSSERAILLES ¶ in Valtournanche, luglio... ¶ Invano, a
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si precipitava nel fondo, in Guillemore, e l’altezza
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portoncino di legno, come in un sotterraneo. Con grande
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cento metri. Alla metà, in alto, fra le rocce
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Poiché, camminando come sonnambuli in quella stretta via che
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fragore di cannonate; e in quel momento, come un
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invincibile!..... ¶ * ¶ Di là dentro in vero, non escono che
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vita avrà un’ora in cui tutta la sua
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altezze, che voi sperate in qualche cosa di unico
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unico e d’immenso, in qualche cosa di così
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vostra fantasia si esalta in questa sublime speranza..... Ma
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sguardo di qualcuno che, in un giorno non lontanissimo
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della prima ascensione nel 1865, in cui il Cervino fu
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è di trecento metri — in preda a una follia
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suo elemento di vivacità: in cui parve che ognuno
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di più puro, era in quistione, ieri: vale a
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domanda anche più interessante, in tutte le anime che
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paesaggio, la donna francese, in questa giornata singolare... Cara
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esse non si trovassero in ritardo: altre donne si
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donne si sarebbero chiuse in casa, nervose, seccate, fra
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sulle labbra, e salire in carrozza, con quel piccolo
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e tenaci, e ostinatissime, in tutta la loro grazia
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vedere la propria, e in fine, in fine, veder
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propria, e in fine, in fine, veder correre anche
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curiosità. Una donna popolana, in un viale adiacente, andava
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il gran giorno, ieri. In alcuni era come una
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la sua luminosa parabola; in altri, invece, era come
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gaiamente quelli che passavano in vettura. La sera saliva
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Annunzio. ¶ LA TERZA STROFE ¶ In un mattino piovoso di
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ella canticchia, ancora, come in un sogno, i suoi
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statue tendono le braccia, in atto di pietà, in
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in atto di pietà, in atto di amore, alla
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altitudini purissime vibrò nostalgicamente, in fondo al vostro cuore
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sua voce si smorza in un sospiro, in un