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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Scurati, La letteratura dell'inesperienza, 2006

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
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riuscendo a prescinderne.” ¶ “Forse, in fondo, il primo libro
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strappo lo dai solo in quel momento, l’occasione
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poesia è possibile solo in un momento della vita
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mio romanzo d’esordio in una versione profondamente rinnovata
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sua opera giovanile apriva in lui: bisognerebbe scrivere soltanto
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anni dopo il momento in cui quella Presentazione fu
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di un antico contrassegno in argilla, in uso tra
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antico contrassegno in argilla, in uso tra gli uomini
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di bocca [...] ci muovevamo in un multicolore universo di
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epoca” si udì nuovamente in Italia alla fine degli
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anteriore, per il giorno in cui questo presente sarà
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e del ventesimo secolo, in nome non più della
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angustia del presente, ma in nome dell’escatologia rivoluzionaria
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nome dell’escatologia rivoluzionaria, in vista del sole dell
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di quella che riverbera in queste frasi. La loro
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Tornando a Calvino (portandogli in dote gli echi spenti
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parola stessa è caduta in disuso. Non che non
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questione letteraria si risolvesse in un problema di poetica
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di poetica: “Come trasformare in opera letteraria quel mondo
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riformula così: come trasformare in opera letteraria quel mondo
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è infranto lo specchio in cui contemplarla. Oggi, le
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esperienze di vita”. Sigillando in una battuta la questione
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forza vitale ancora oscura” in cui si saldavano “l
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da raccontare’”. È soltanto in relazione a questa centralità
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per sua natura onniversatile. In questo pluriverso vacuo si
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elettronici, e la televisione in particolare, completeranno poi questo
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questo processo rendendo accessibili in tempo reale esperienze di
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che accadono a individui in contesti lontani da quelli
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permanente della violenza”, riscontrabile in buona parte delle sue
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vissuta, il suo dissanguamento in asettiche astrazioni quotidiane, viene
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la cultura di massa in Italia era annunciata ma
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di negarsi al presente in vista del futuro, di
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falsa pienezza della vita in nome di una vita
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società dell’inesperienza. Siamo in trappola. Come scrisse Guy
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sembra presentarsi da sé in un regime di sovranità
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sovranità assoluta del referente, in una autopromozione perpetua dell
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constatazione (l’ho visto in televisione, dunque esiste). L
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di mediazioni e diaframmi (in televisione esiste soltanto il
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tutto ciò che esiste in televisione esiste al tempo
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da sé e fornisce in ogni immagine il proprio
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proprio certificato di stato in vita (la televisione è
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menzogna imperdonabile. ¶ Al tempo in cui, come dice Calvino
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di un orizzonte culturale in cui l’unica possibilità
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problema di come trasformare in opera letteraria l’assenza
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la questione si formulava in questi termini: come può
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una questione privata, ma in un senso ben diverso
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vicenda contemporanea che procedeva in parallelo alla prima, a
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era nulla di nuovo in questa mossa. Era una
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menzogna. Ed è proprio in virtù di ciò che
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lettura che lo immergeva in un universo di finzione
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la quale ciò che in letteratura è sublime nella
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trionfo a cui accennavo in precedenza, raggiunge oggi la
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né rifiutarla. Il punto in cui sento di dover
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fare attrito è quello in cui la cultura di
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realtà e finzione, serve, in ultima ipotesi, come evidenzia
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immaginaria, cresce lì dove in tutta sicurezza si fa
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Morin, è il luogo in cui il grande tema
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ciò che era stato in passato, deve continuare a
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storico, dopo esser caduto in disuso (con la sintomatica
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Morante del ’74) sia rifiorito in Italia grazie a Umberto
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massa proprio negli anni in cui la nascita delle
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trionfo. ¶ Ciò di cui in futuro si dovrà tenere
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conto è che oggi, in piena esplosione dell’inesperienza
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Marx si possono apprezzare in molti sui libri e
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molti sui libri e in particolare in quello da
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libri e in particolare in quello da cui cito
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disciplinari, potrebbe essere riletta in quest’ottica. Il riferimento
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gli snobismi degli specialisti in comunicazioni di massa (Buchet
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Harold Bloom si trova in Agone. Verso una teoria
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Bachtin sulla grandezza epica in Estetica e romanzo (trad
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dell’immaginario si trovano in Marc Augé, La guerra
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Milano, 1998), le vecchie teorie in Edgar Morin, Il cinema
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it., Feltrinelli, Milano, 1982) (1956) e in Id., Lo spirito del