Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

Faulkner l’ha scritto in tre settimane su una

quando faceva il fochista in una miniera di carbone

viaggio. Quel viaggio. ¶ Ieri in bibliò sistemavo uno schedario

cancan. L’avevo tradotta in italiano e l’avevo

sollievo nel camminare e in nient’altro. Avevo evitato

che Madame Marsell era in pena, l’idea che

ai piedi. Mi misi in cammino anche la sera

verso la Bocconi, poi in viale Toscana, l’esile

nera, fissai la negritudine in lei e nella ragazza

che venne dopo e in quella dopo ancora e

di papà, la mattina in cui iniziai allo studio

presentai alle nove spaccate in corso di Porta Romana

ragazzi e un tipino in frangetta e tailleur. Avevo

metà e il tipino in tailleur, una ragazza sulla

dissolto il mio corredo in balìa della morte di

consistenza. ¶ La sera stessa in cui avevo visto Lunette

che difende gli sradicati. In venticinque minuti nessuno mi

il massimo dei voti in Statale, abitava ad Assago

e un corpo proporzionato. In tre ore mi chiese

pausa pranzo, io andai in un giardino pubblico di

sollievo e mi addormentai. ¶ In studio continuai con le

dopo il mio arrivo in Italia. Passeggiavo per corso

di Porta Romana, ero in anticipo per entrare da

aveva detto di usare in caso di malinconia con

calcagna finché non arrivai in piazza Duomo. Spensi il

il colibrì e liberato in una nuova foresta. ¶ – Sali

peggio di me, abitava in un casermone alla Barona

gli sfilava accanto. ¶ Andavamo in giro, spericolati, ricordo i

le artiste), le esplorazioni in zona Sant’Ambrogio dove

al volo per intrufolarci in questi giardini privati, sontuosi

Assunta sobbalzava, insieme ululavamo in onore della piccola bellezza

etica della difesa? Consisteva in una ricerca d’archivio

i Metallica, gli Alice in Chains, gli AC/DC

nella costituzione fisica e in quella particolare attrazione per

tre settimane al mese, in più c’erano le

che cercavano un tuttofare in un’osteria sui Navigli

proprietario era un signore in carrozzella, capelli raccolti in

in carrozzella, capelli raccolti in uno chignon infilzato da

birra ne avevamo uno: in sostituzione dell’altro trovai

ora prima per attaccare in tempo all’osteria. In

in tempo all’osteria. In cambio sarei andato a

asilo politico. Erano tutti in subbuglio e quel giorno

domandavo come un vecchio in doppiopetto come Leoni e

Svolgevo la stessa professione in due contesti opposti: uno

vecchi sdentati e giovani in solitudine, padri separati e

ai ragazzi. Mario passava in osteria per l’aperitivo

pane fresco da bagnare in tre tipi di salse

di non portarmi nessuno in osteria. Ero invisibile e

Broadway. Il ringraziamento consistette in un bacio, lungo e

Lei nuda, il panama in testa, io nudo che

le righe, Lunette era in estasi. Uscimmo contento io

addosso a un buontempone in abito scuro. Un gruppo

di jeans e rimase in camicetta. Quando si spostò

Permise che la incastrassero in mezzo, ballavano in una

incastrassero in mezzo, ballavano in una composizione incantevole. Uno

Volevo l’intrigo. Andai in pista e ballai fino

la avvicinai. Le urlai in italiano all’orecchio: – Mi

e si faceva portare in giro, aspettarono davanti alle

essere soli si intrufolarono in quella degli uomini. Entrai

ultima e mi infilai in quella adiacente. Il respiro

ai Picasso. Ci ritrovammo in una sezione temporanea dedicata

dirigemmo a Harlem, mangiammo in un posticino che faceva

chiesi com’era stato in bagno con il ragazzo

su cosa fosse successo in quel bagno. Mi doveva

mista al desiderio. Finì in un’erezione acre. Mi

vidi annuire. Aveva preso in bocca il brasiliano? Ora

fiato. Lo aveva preso in bocca o no? ¶ Lo

Mi bloccai nel momento in cui finì di pronunciarlo

a Marie, avevo trovato in una libreria di Brooklyn

per gli occhi comprata in un bio-vegan shop

e mi confidò che in nove giorni non era

notizia: si sarebbe laureato in primavera e sarebbe partito

con borsa di studio in California. Gli feci i

di un autore americano in finale al Pulitzer con

quattro pagine di Carver. In un racconto una coppia

La faccenda si risolveva in modo brutale. Io ero

anni nella Spalding e in due sacche da marinaio

periodo mantenni le abitudini in modo impeccabile e vestii

casa del Marais. Caddi in un unico episodio increscioso

da Charles de Gaulle in un pomeriggio terso, e

A Milano mi sistemai in un monolocale in corso

sistemai in un monolocale in corso Lodi, una via

l’appartamento quando vivevamo in Italia. Arrivai di martedì

straccio. Ero lo straniero in patria. ¶ Avevo avvertito Mario

che mi ero rinchiuso in una fortezza contro il

mi sta facendo compagnia in questo momento. ¶ Milano è

dei Navigli. La infilai in una busta affrancata, presi

Porta Romana e proseguii in una viuzza che sfociava

una viuzza che sfociava in una piazza barocca senza

e crollo della libido. In principio ci sarebbe dovuta

una scusa per dileguarsi in fretta. Ora toccava a

come facevamo da bambini. In loro c’erano i

di Lunette. ¶ – Putain – dissero in coro appena vuotai il

leggeva romanzi ed era in regola con gli esami

migliore del suo corso in Scienze politiche. Aveva trovato

soldi, giocava a tressette in qualche bisca. Tirò fuori

ancora illibato, ma già in prossimità del “moi-même

anno mancato di sessualità in adolescenza poteva corrispondere a

a cinque anni spregiudicati in adultità, ecco la sorte

mia verginità per giorni in cui convertii l’attesa

convertii l’attesa erotica in sommossa creativa, a tratti

il consumo della seduzione in un preludio felice. Irradiavo

mia ouverture erotica sfociò in un’empatia: accompagnai mamma

Recherche che Proust scrisse in memoria dell’amante morto

memoria dell’amante morto in un incidente aereo. La

mano e mi accompagnò in camera da letto. Mi

da letto. Mi lasciò in piedi, si sedette sul

a sostenere. Mi prese in bocca, mi lavorò con

la maglia e restò in reggiseno, si sbarazzò delle

io lo fissai sparire in quella fessura minima. Gemette

la finisce di mettere in giro certe voci. Non

controllavo anche sei ordinazioni in contemporanea. Philippe mi guardava

tutta la famiglia ammucchiata in salotto mangiavamo e discutevamo

trasformando la mia assenza in esempio di sacrificio. Quando

Petits Hôtels ci accolse in scarpe di vernice e

mamma sbucava dalla cucina in gonna e camicetta: era

calore. L’aveva appoggiata in tavola, e mentre si

Bianciardi. Poi l’accompagnò in camera mia e prima

di andare con Emmanuel in cucina la invitò a

lisciò piano, e rimise in equilibrio i dinosauri in

in equilibrio i dinosauri in miniatura che franavano a

persona plurale. Intuii lì, in quell’abbraccio furtivo, che

come correttrice di bozze in una casa editrice universitaria

il professore di sociologia in un seminario. Le matricole

casa sua per accompagnarla in università, lasciavo ad Antoine

sfumature caratteriali, da consumarsi in picnic a place des

sembrava una donna eccentrica in apparenza, il midollo affondava

placidità resisteva anche se in ostaggio del coito: qui

Spielberg. Tornammo a casa in silenzio, la tenevo stretta

lo ignorammo. Lei rovistava in me alla ricerca del

la normalità erotica era in affanno. Si erano estinti

di carta, lo divisi in dieci pezzi. Andai dalla

mia farfalla che studiava in camera e mi stesi

dissi che doveva scrivere in ogni pezzo di carta

Londra, ad Amsterdam e in Costa Azzurra per un

mi teneva al guinzaglio. In più, c’era la

lasciava tre quarti, e in più potevo prendermi la

a prendere la Spalding in rue des Petits Hôtels

di settembre, Lunette salì in aereo con un panama

aereo con un panama in mano e una laurea

offerto un piccolo posto in università, la possibilità di

o addentando un hamburger in un postaccio dell’Alphabet

avevano pescato una camera in Bleecker Street, linda e

mercato, con il bagno in comune e una posizione

inediti, nella praticità acquisita, in un corpo invecchiato e

invecchiato e meno esibito. In pochi mesi reggeva la

di vendere la casa in rue des Petits Hôtels

tramutò i miei sogni in tattiche precise. Prima di

funerale. Prima la incontravo in università e mi salutava

rimasi con la cornetta in mano. Aprii la porta

venne avanti, si sedette in bilico sulla poltrona. ¶ – È

di tessuto fine. ¶ Ciondolavo in piedi, frugai tra un

andavamo al Louxor o in qualche altra sala a

l’impatto del film in base al tempo di

Nel frattempo mi specializzavo in piatti italiani, Lunette impazzì

tanto splendore. La superavo in statura di qualche centimetro

gerarchia estetica. Lo trasformai in vanto. ¶ Gli altri ci

Gli altri ci lasciarono in pace. Antoine non fece

la sottrazione delle parole. In quello possedevo un talento

dei fuseaux che finivano in due anfibi neri. Rivolse

a Monsieur Marsell. Fu in quel momento, mentre appoggiavo

il Martedì al cinema. In quei sette giorni ruppi

da Marie. Mi diede in prestito Il filo del

spiegava cosa significa stare in bilico. ¶ – Lo leggo ogni

straziante: “Più volumi troverai in casa di una persona

Anche papà aveva vissuto in una biblioteca casalinga. A

il libro era aperto in quel punto quando la

muovevano piano, mi baciarono in punta e affondarono, sentii

bocche finché il traffico in rue Froissart si attenuò

prese. ¶ Diventai ebbro e in quattro giorni ruppi altrettante

maternità. ¶ – L’utero è in estinzione? – le chiesi. ¶ – Ci

momento, – No, non è in estinzione. Ma prevedo vittime

Antoine l’aveva chiamata in merito a Lunette. E

ritrovata tutti quei libri in casa e ha estorto

modo. È un’anima in allarme. Il commesso ero

il turno mi chiusi in bagno per contemplare la

la storia del mondo in quell’opera di sartoria

una semplicità che commuoveva. In più giravano voci sulla

nei vagoni e poi in strada, aveva una lingua

giorno la casa era in ordine. Mi tolsi il

vidi che Lunette andava in bagno, sistemai le mance

draghi di Komodo hanno in dotazione una mandibola da

peur. ¶ – Ho paura – dissi in italiano. ¶ Mi fissava, e

all’areola. Mi sbilanciai in avanti e gliele baciai

testa, lo fece sparire in bocca. Fu uno spasmo

stavo venendo. Lo prese in mano e lo agitò

Ero negli altri, ero in Lunette. ¶ Saltai l’università

del mio cuore. Ero in subbuglio, pas vrai? Allora

e mi assicurò che in quelle pagine c’erano

Moi-même, – lo ripeté in italiano, – Me stessa. ¶ Nei

illibatezza come una creatura in via di estinzione. Trasformavo

estinzione. Trasformavo la vigilia in festa e avanzavo a

rivelato. Il mio Antoine in bianco e nero. Quell

spedii mamma ed Emmanuel in Costa Azzurra e mi

compresa la Senna esplorata in canoa biposto. Mi portò

Courbet nello stesso modo in cui la intendevo io

questa epifania furono due, in più accadde qualcosa che

promesso di farlo insieme in qualche modo, conoscendo due

baciati, non aveva fatto in tempo ad aggiornarmi sul

un bocconcino di porcellana. In Corsica le svezzavano presto

presto, era successo tutto in fretta. In fretta quanto

successo tutto in fretta. In fretta quanto? Uno, due

è passato, solo rimandato in latino e greco. Non

a Double Dragon e in giro con la sua

precipitai fuori, filai giù in metropolitana, filai per Saint

della mia intimità. ¶ Abitava in un appartamentino vicino al

rileggere. Mi fece entrare in un salotto con due

del Dalai Lama rivisto in chiave moderna e un

dopo lei si alzò in piedi e portò via

vergogna per Marie finivano in uno strano amalgama. La

la mia corteccia cerebrale in eterno: il Big Bang

A casa mi chiusi in bagno e mi lavai

incagliata nel gelo e in sporadiche sommosse studentesche. Il

e andò al mobile in radica, prese il brandy

ne versò un dito in due bicchierini. Me lo

affrontato lo stesso dilemma in adolescenza. Non gli raccontai

inglesi, si era dileguato in fretta e al suo

Gaël, tutte presenze che in tredici mesi mi avevano

vedevamo per i libri in prestito e per un

meglio del calcio. Eravamo in due mondi diversi e

chirurgico: il 5 luglio. ¶ Entrai in sala operatoria con papà

mentre mi portavano via in barella, lui indirizzò il

intervento durò quarantacinque minuti in anestesia locale. Riuscii a

battesimo universitario. Quel giorno, in piena notte, mi alzai

pronta. ¶ Giovinezza ¶ Papà morì in autunno. Lo trovò la

E c’era mamma, in prima fila sorretta da

cosa sono?, la fissai in quel sorriso che già

gastronomica francese e italiana. In una vecchia madia c

di mamma. Al mare in Puglia, sul Gargano, le

sul Gargano, le vacanze in Andalusia e in Grecia

vacanze in Andalusia e in Grecia, a Canazei e

Canazei e quella indimenticata in Islanda. Misi da parte

di resina. Nascosi tutto in una busta di plastica

una tintura per capelli. In una specie di credenza

Li misi nella busta. In fondo vidi una scatola

angolo destro. La misi in tasca, piansi. ¶ Rimanere solo

brasserie cercasse un aiuto in più, quando Philippe venne

mascara, ciprie e fondotinta in un’ora e muoversi

modernità, restyling dell’utero. In un colpo aveva ritrovato

ritrovato il suo progressismo in guêpière. Fu allora che

una domenica mattina, fuggii in direzione Belleville. Suonai a

e una pannocchia abbrustolita in mano. Ero un orfano

sorrise, se ne andava in giro con dei jeans

sampietrini consumati, ed entrai in biblioteca. ¶ La incontrai vicino

senape, i capelli raccolti in uno chignon, la matita

una coppia di anziani in un modo timido. Li

la forma del sesso in modo impercettibile. Ecco, qualcosa

pericoloso. L’avevo vista in qualche film, nelle riviste

riviste pornografiche con Antoine, in un volantino pubblicitario a

accadde: finii Lo straniero in tre ore. Saltai la

ore. Saltai la cena in omaggio al suo protagonista

dall’animo svelto. Sempre in ritardo, quando arrivai lo

e con un ritratto in bianco e nero di

loro e si diresse in fondo al Café, scomparve

due pomeriggi successivi. Abitava in un bilocale grazioso poco

le spie russe. Così in quel Café avevo conosciuto

figlio, – e mi rintanai in camera. ¶ Quando Emmanuel tornò

proprio migliore amico? Batté in ritirata. E io rimasi

Emmanuel guardava la televisione in salotto. Andai in camera

televisione in salotto. Andai in camera di mamma, era

alla biblioteca senza mettermi in ghingheri e mi diressi

edizione. ¶ Marie mi invitò in giardino, si accese una

come andavano le cose in famiglia. Le dissi di

specie di cattedrale bianca in copertina, lo odorai, anche

titoli, io li prendevo in prestito e ne passavo

c’è una scritta in rosso: Vendica Giovanni Drogo

dovevo ancora incontrare. Portavo in giro questa curva della

baffetti. I brufoli mancavano. In compenso avevo stoppa al

ragazze, uno strusciamento profondo in orizzontale, quattro esplorazioni più

odore, da qualche parte in qualcuno resisteva un campo

recepiva questo magnetismo. Rimasi in silenzio mentre con il

boccuccia niente male. Portava in giro una specie di

terrorizzato ma accettai. Abitava in un condominio con due

portinai e un ascensore in ferro battuto. Quando entrammo

ferro battuto. Quando entrammo in salotto capii che i

papà. C’era qualcosa in quel giorno che non

aiutò a farsi largo in mezzo alla folla. Rimanemmo

e stravolti ci riversammo in boulevard Saint-Germain. Papà

e una Coca-Cola in un bar all’aperto

di mangiare si alzò in piedi e fece tintinnare

Papà mi aveva messo in guardia: La ragazza è

mia infatuazione stava virando in altro e aveva a

di ottobre, Antoine era in ritardo e mi ritrovai

fatto meglio a mettersi in fila perché non era

meglio che si metta in fila perché non è

tempo morbida. Si alzò in piedi, A Miller non

L’invisibilità aveva abdicato in favore di una astuta

il migliore della classe in ogni materia tranne francese

a leggere “L’Équipe” in giardino. Fischiettava in giacca

Équipe” in giardino. Fischiettava in giacca e camicia bianca

al maître un tavolo in veranda. L’asso di

disse Marie: ora eravamo in Francia e c’era

Emmanuel, lui si rintanò in camera e anche i

uscii dal loculo, andai in cucina. Lei era seduta

non sopportavo: farmi vedere in mutande e capire che

petit Libero. Mi strinse in un abbraccio che sapeva

disse Vienimi a trovare in città, lavoro all’Hôtel

verso il loculo. ¶ Andai in bagno, chiusi la porta

stati, trovammo un biglietto in cucina: Merci, merci, merci

mi sarei potuto sentire in bilico. Non tanto per

camicia di una taglia in più e la certezza

Mi guardai intorno, eravamo in trentatré, diciannove maschi e

di suo figlio. ¶ Andai in bagno e trattenni il

nome e a trovarmi in mezzo agli altri. Le

mercanzia timida la trasformò in un’esca irresistibile. Cominciai

di metà anno: buono in francese, sufficiente in matematica

buono in francese, sufficiente in matematica, discreto in storia

sufficiente in matematica, discreto in storia e così via

saremmo andati a mangiare in una brasserie al Trocadéro

A tavola Antoine fece in modo di sedersi vicino

Skywalker riuscì a mettere in fuga Dart Fener. ¶ In

in fuga Dart Fener. ¶ In un mese accadde qualcosa

poi rimanemmo a chiacchierare in camera sua. Erano sette

camera sua. Erano sette in famiglia. Verso sera qualcuno

Lunette. Aveva due anni in più di noi, gli

era. Poi mi ritirai in camera e mi baciai

e andavo con mamma in chiesa la domenica mattina

che mi aveva messo in testa mio padre, prima

impazienza degli uomini. ¶ Rimasi in silenzio, – Qualcuno ce l

avevo letto Lo straniero; in classe ero meno invisibile

c’erano le insufficienze in matematica e una sfioritura

l’estate eravamo tornati in Italia per una settimana

Marmi; Parigi mi piaceva. ¶ In tutto questo la mia

svuotato, e un poco in ansia per il prepuzio

Apple, Rescue Remedy. Restava in poltrona con “L’Équipe

annunciarono che sarebbero andati in Provenza per un fine

invitare Antoine. Mi chiusi in camera e finsi di

tornarono io ero arroccato in me stesso, loro possedevano

chiesero di uscire. ¶ Fu in quel momento che papà

con me nell’appartamento in rue des Petits Hôtels

sue cose un pomeriggio in cui era sicuro di

di libri, tra quelli in cima al mucchio c

mi voltai e corsi in casa, andai nella camera

diventò ancora più gentile, in cambio otteneva monosillabi. Quando

monosillabi. Quando lo incrociai in mutande in corridoio, una

lo incrociai in mutande in corridoio, una domenica mattina

un trapano e passare in azienda, io ero nella

spiraglio della porta. Lui in piedi con gli occhi

rimasto immobile, ero tornato in camera mia e avevo

mai dimenticato il pomeriggio in cui papà mi invitò

a bruciapelo. ¶ Papà rimase in silenzio quel giorno e

bridge e io ero in cucina a finire il

sentii squittire la raggiunsi in salotto. Diede la colpa

mio padre, mamma rimase in camera e mi chiamò

i capelli e andò in salotto. Restai con il

e Emmanuel, la televisione in sottofondo, prima e unica

unica volta, mamma sempre in piedi a servire cibo

mentre papà era rimasto in cucina a caricare la

casa. Venivano a prenderli in anticipo, anche di un

avrebbe trattenuti a chiacchierare in grigio. Stoffa pregiata, taglio

del collasso. Un seno in galera vale cento seni

fare più entrare Emmanuel in casa mia. La Madonna

La Madonna mi ignorò. In cambio, quell’estate, avrebbe

avremmo trascorso le vacanze in territorio francese. Dovevamo far

Emmanuel. Mi immaginai mamma in pareo e lui che

un mulo e mamma in caftano celeste. Quello che

le lentiggini. Si presentò in un italiano stentato: Marie

disse – Perché non vieni in macchina con me e

che Marie aveva messo in testa al suo Grand

tramortire le donne. Scavava in un fondo di verità

due camere da letto in rue Laplace. L’estate

Laplace. L’estate prima in Sardegna e quella prima

e quella prima ancora in Costa Azzurra mi era

guerra mondiale, un temerario in grado di schivare sette

e ottenni di rimanere in solitudine a guardare le

ascolto e del bere in punta di labbra, snocciolava

labbra, snocciolava le olive in bocca tenendo gli ossi

per oppormi al trasferimento in Francia, non mi piaceva

dissi che erano rimasti in pochi e a me

d’orange e rimasi in silenzio. Lei mi abbracciò

di colpo, si protese in avanti e trascinò il

un profumo di torta in forno e c’era

si spegnevano. Poi andai in bagno e mi lavai

la faccia. Feci tutto in fretta, da quando la

sul tavolo del giardino. In un’ora incastrai una

chi è stato preso in flagranza di reato. Quando

mi chiamò erano tutti in cucina a ingozzarsi di

Marie da Cary Grant, in due pezzi, seppi che

accucciato sulla mia sdraio in maglietta e cappellino, rifiutai

braccio e lo trascinai in acqua. Ci tuffammo, quando

Era un taccuino con in copertina Arsenio Lupin e

l’indomani mattina. ¶ Andai in camera e tirai fuori

private di italiano, spendeva in Montenapoleone e per i

il culto delle premonizioni in cambio di centomila lire

mesta che era solo in casa, mi avrebbe fatto

smesso di ringraziarlo. ¶ Partimmo in treno il giorno dopo

Parigi avevamo viaggiato insieme in una cuccetta comoda, guardando

A destinazione la sistemai in uno dei piccoli hotel

mia via, e salii in casa: trovai mamma stesa

si alzò e andò in camera a mettersi la

stravolti ma fervidi. Fece in tempo a darsi una

aveva già molti maquillage in programma. Quei coglioni dei

torturata, altrimenti sarebbe stata in pista da chissà quanto

tè allo zenzero procacciato in un negozietto del Marais

e scintillanti. Gliele incastonai in narrazioni veritiere e romantiche

doveva mantenere i genitori in difficoltà, così aveva accettato

anche suo. Si alzò in piedi e gironzolò per

l’aveva vista solo in gita scolastica e qui

miei mi avevano generato in un alberghetto in Provenza

generato in un alberghetto in Provenza, anche se i

durante un viaggio provenzale. ¶ – In che posizione? ¶ La scrutai

ricerca giapponese sulle posizioni in cui vengono concepiti i

che gli altri portassero in giro questa sua parvenza

anni avremmo potuto prendere in mano il Centro e

i tre anni sperando in qualche esame abbuonato da

fino a un bistrot in rue Charron dove mangiammo

meritavano il vero incontro in un altro momento. Anna

sarebbe stata una visita in punta di piedi. ¶ – D

stanza degli ordini e in sala consultazione, era curiosa

desk e la camminata in direzione dei tavoli di

nel cortile interno o in quello sul retro. Lei

fantasia, i capelli raccolti in uno chignon. Mi voltai

da sola, la ringraziò in francese per le letture

maschile, solo la conquista, in uno strano incantesimo inconscio

se ci avessi provato in qualche modo. ¶ – Mademoiselle Lafontaine

l’autobiografia di Simenon in cui lo scrittore mette

Anna uscì: si muoveva in accappatoio, veloce e misurata

veloce e misurata, rientrò in bagno e ritornò, scomparve

eros quanto era accentuato in altri territori. Quel giorno

da Mario. Dal pomeriggio in piscina avevo convissuto con

si spostava di casa in casa portandosi dietro un

Simenon era otto uomini in uno, in ogni ambito

otto uomini in uno, in ogni ambito della sua

me. ¶ – È per Mario? ¶ In parte sì. Era una

la incontrammo. Alle otto in punto suonai il campanello

la malattia, l’altra in blu oltremare. ¶ Édith Piaf

al servizio degli altri in modo eccentrico. Insegnerò all

meno di svelarmi che in poco più di tre

mi sarei laureato con 103/110 in Lettere moderne alla Statale

che mi avrebbero festeggiato in un’osteria scalcinata sui

saputo che quel qualcosa in più era aver preso

delle rabdomanzie di mamma in quella cena parigina che

cornetti Motta. Quando tornai in classe con i gelati

come mi era arrivato in mano il libro che

prediletta, mi sentivo almeno in colpa? Si spostò i

Mario due sere dopo in osteria, le scarpe inglesi

avrei lasciato l’osteria in affanno. Mi chiese di

me, gazpacho e nervetti in insalata, pollo satay e

poco che lo spingessi in carrozzella, vagavamo in giri

spingessi in carrozzella, vagavamo in giri notturni con la

anche l’unica forza in grado di riuscirci: farmi

a mantenere il silenzio. In classe trionfò Lang, un

a Milano che lavorava in un’osteria. A differenza

che tenni a bada in nome della possibilità di

a qualche ragazza pompon. In America i colored europei

la cosa grossa. Andai in Statale, l’ufficio 34 era

la situazione non cambiò. In osteria allungavo il collo

era con il ragazzo in Timberland. Tentennò, venne e

proprio lui. Lo ricordavo in una fotografia che lei

lei teneva sulla scrivania in studio, i capelli ordinati

partenza per Siracusa ripassai in Statale e in tutti

ripassai in Statale e in tutti i nostri posti

uno strappo. Quando salimmo in macchina mi avvertì: aveva

soffio al cuore e in adolescenza l’utero retroverso

e a lunghe nuotate in piscina per raddrizzare la

aveva avuto. ¶ Mario restò in Sicilia una settimana. Furono

la colazione, l’accompagnavo in facoltà per le ultime

al Crocetta. Anna ruttava in modo gentile e beveva

Centro facemmo una lezione in coppia agli adulti. Parlammo

dall’acqua, mi sedetti in maglietta e la vidi

Soddisfatto – avvertivo la posta in gioco, eccessiva, e l

e i pantaloni, rimasi in costume a sbirciare una

erba stimola i neuroni. In quella camminata crollarono la

a farmi una nuotata. In acqua convertii imbarazzo e

convertii imbarazzo e passione in uno stile libero fluido

spogliò da sola, rimase in costume. Si sfilò una

ufficio della Statale e in macchina. Era completamento e

imprudenze antiche. Integrai Lunette in Anna, perché Anna ribattezzò

o mentre ci guardavamo in mezzo ad altre persone

ad altre persone, e in sua assenza, nell’appetito

condivisione se ne stava in disparte. ¶ Io e Anna

l’albero. Glielo dissi in macchina dopo l’osteria

orecchio pendente. Lo presi in braccio, era un cosino

sul collo nel punto in cui lo accarezzavo mentre

lo tenevo con me in Vespa. Aveva dodici anni

per la terza volta in una vita. ¶ Anna mi

di noi. Scalpitai, ero in disaccordo, poi pensai al

irresolutezza e la tramutò in voglia di riparare i

avvertì solo di stare in guardia e di godermi

di birra e richiamai in rue des Petits Hôtels

gli avevo fatto leggere in una lettera di Antoine

tacche che aveva inciso in un anno e mezzo

presentava dopo avermi visto in osteria, tornava alla chiusura

la ragazza del bar in viale Sabotino, Laura, e

corpo e delle anime in bilico d’America: lui

Se non mi trovi in un posto cercami in

in un posto cercami in un altro/ In qualche

cercami in un altro/ In qualche posto mi sono

Dopo che Anna passò in osteria non la rividi

miei pensieri libidici, solo in quelli patetici: desideravo una

al telefono. Lui chiamava in osteria per sapere come

sperando di incontrarla. Mangiavo in una focacceria e mi

focacceria e mi fermavo in piazza Sant’Alessandro. Quando

Alessandro. Quando finivo presto in osteria passavo davanti al

di Balla coi lupi in lingua originale. Era una

lo ripetevo impalato e in bilico, mi venne in

in bilico, mi venne in mente papà che leggeva

nella tasca dietro. Proseguii in via Festa del Perdono

Danno Balla coi lupi in originale. Conosco poco l

l’elaborato, poi uscimmo in strada. L’inizio della