Angelo Galli, Canzoniere, 1459

balla, siede o anda in su la festa, ¶ forsa

che la modesta ¶ remira in tresso o va torcendo

l'ha più vista, in veritade, ¶ la fan de

dolce sguardo, cade morto in terra. ¶ Gran maestro de

sancto, ¶ perché peccato havete in Spirto sancto. ¶ S'io

citade ¶ lei vada sempre in carro triumphante, ¶ et voi

et coi panni entre in paradiso; ¶ quando te specchi

buio d'inferno ha in sé magior chiareza ¶ che

su dal divin coro: ¶ in lei remasta c'è

bella et vaga dea ¶ in me racese el fuoco

fuoco ch'era spento. ¶ In prima spesso cum Amor

m'aparve, tanto gratiosa in vista ¶ ch'io diedi

cum honestade». ¶ Alor cresceva in lei la crudeltade. ¶ Deh

io fossi bene andato in paradiso? ¶ Ché 'l paradiso

dolore ¶ che non remane in me de sangue dramma

ogne naturale ¶ et cade in terra per la gran

che come morto stare in pè non vale, ¶ tal

mai tal hom posto in croce ¶ quando 'l sia

tempo el gran dolore ¶ in me se venne mittigando

core ¶ et nol trovando in me, perch'era in

in me, perch'era in celo, ¶ remise nel tarcascio

uopo seria che gisse in paradiso, ¶ da madonna tolesse

ora te stai ¶ levata in alto in mezo el

stai ¶ levata in alto in mezo el paradiso ¶ et

t'infiamme el core in nel stato giocondo, ¶ perché

perché scì cruda fosti in questo mondo? ¶ «Caro devoto

anni, ¶ chiamato serai meco in gli alti scanni». ¶ O

per un bel specchio in mezo el paradiso. ¶ O

sono, ¶ ché così volse in me la terza stella

et quella treza ¶ aurata in che Amor se nascondea

l cor de ghiaccio in fuoco removea, ¶ che né

Vestase el mondo homai in scuro velo, ¶ et noi

se ella è tale in celo, ¶ Apollo, i raggi

erra, ¶ però che se in terra ¶ mortal beleza m

faria poscia la divina in celo? ¶ Scì che, beato

spirto, star me voglio ¶ in questa mortal vita et

meno ¶ ma sempre cresche in me senza cordoglio. ¶ Vigitarò

et gratia pieno, ¶ che in quella parte più che

mente ¶ el lieto tempo in cui già mi compiacqui

quel che seguì lì in picciol tempo ¶ de lei

l'andar di frati in me ritorno, ¶ lor biastimando

signora? ¶ Come ardistu intrare in sì bel viso? ¶ O

altra pareggia ¶ morendo salì in cel micante et bella

bella. ¶ Io la riveggio in sogno et parme ch

vo spesso et entro in concistoro; ¶ ivi scorgo madonna

sua mercede ¶ noi vedemo in colui che tucto vede

ora el sent'io in augumento et stato? ¶ El

hora io vado spesso in paradiso, ¶ et s'io

nel fin tu caderisti in terra, ¶ et io ancor

donna mai porse, quanto in nel bel viso ¶ porgeva

seria, dov'ella fosse, in ogne canto. ¶ Facendo costei

stretto parente. ¶ 209 ¶ Quante herbe in terra et quante foglie

terra et quante foglie in fronda, ¶ quanti fior, quante

parole ¶ et quante gocce in mare ha ciascuna onda

quante lettere et punti in carta scripti ¶ et faville

rei, ¶ che nati erano in me per gelosia, ¶ scaccio

ch'io la retrovo in pensier, lasso, ¶ che per

mio core arde sempre in ogni loco? ¶ Ma quel

et però l'alma in dubio sta, sì come

de maggio, ¶ dove finisce in lui mo l'octavo

verace et saggio. ¶ Sole in altrui l'amoroso affanno

come ardistu de porte in scì bel viso, ¶ che

me seria pur posto in sui bei fiori, ¶ hor

che se era posta in sul suo viso et

se stato fossi tanto in genochione ¶ cum le man

quando miro troppo fisso in elli, ¶ el vago dolce

dir lingua né stile? ¶ In quel bel sguardo ogne

voglia terrena i mecte in bando. ¶ Et dove fo

dove fo mai vista, in chi o quando, ¶ tanta

tanta honestade et continenza in donna? ¶ Chi non t

io non ho sangue in vena che non treme

que faria voglia amorosa ¶ in scì tenera cosa ¶ col

quel più, chi intrasse in paradiso? ¶ Aiuta l'honestade

che non pote essere in costei magiore, ¶ non è

è minore l'honestade in ella, ¶ ché mai s

poche dal sommo factore! ¶ In lei donque fia el

donque fia el pregio, in lei l'honore, ¶ che

è posta per costei in gran basseza, ¶ scì trapassa

Quanta invidia se vede in gli occhi torvi, ¶ o

torvi ¶ o via cacciarve in exilio da lungi, ¶ scì

signor che v'ha in balìa. ¶ Ma prima qui

che tanto ligermente cade in donna: ¶ ma l'alta

Deh, dite, se Dio in pace vi ricoglia: ¶ se

chi più el signoreggia in magiur stato. ¶ Dirò primieramente

bassi pensier non cape in le compagne; ¶ sempre a

che 'l sguardo mio in lor s'aveza, ¶ l

poco a poco andaria in fume ¶ per natural costume

ma più ne porta in seno ¶ coperte per non

regina giamai ¶ portò corona in testa ¶ che, remirando el

se Dio vi conserve ¶ in gratia et amor de

ver tanta gente che in lei ferma gli occhi

senza lei, donne, andate in alcun loco ¶ per far

la ve viene, ¶ aporta in gli occhi soi ¶ pace

et schietto; ¶ or pensa in la più cara parte

Pur chi mai fosse in quel felice stato, ¶ ben

stato, ¶ ben se poria in terra dir beato. ¶ Donne

et anco forsa posto in genochione; ¶ io non la

ché chi ciò crede in grande error dispara; ¶ ché

per molti anni: ¶ teroglie in eterno aperto el ciglio

vincto, cum la risa in bocca. ¶ S'io m

ché scì mi parli in cifra coi to acenni

se mai m'atuffo in le purissime onde, ¶ starme

le purissime onde, ¶ starme in eterno et oltra socto

transcorsi ¶ come hom che in tucto sia del senno

Napulione havendo una littera in mano de l'amorosa

et porta el mele in bocca e in sen

mele in bocca e in sen la manna, ¶ qual

oro ¶ è de tenere in man la ricca treza

el core ¶ et moro in quella, scì 'l partir

a la presta alba in un momento; ¶ et io

hai forza a farmi in terra un hom felice

Chi tingerebbe el duolo in mille carte? ¶ Languidi fanse

non abandono, ¶ camiscia cara, in dosso mi te pono

pono, ¶ né mai trarocti in questo mortal regno, ¶ ché

se lo amor che in cor gentil non manca

del mio illustrissimo Signore, in Toscana. ¶ 184 ¶ Se 'l nome

la farò viver sempre in la sua tomba. ¶ Et

mille amari. ¶ Fo mai in fera, non che in

in fera, non che in bella donna, ¶ tanta dureza

bella donna, ¶ tanta dureza in vista humil et pia

che solamente el porte in gli occhi vaghi. ¶ Dove

al mio male hora in te pietà non cade

l tanto tempo speso in bene amando, ¶ se tante

fai, Amor? Haristu dato in bando ¶ l'ardir, la

tal donna el sofferisco in pace: ¶ che quanto più

mei danni ¶ revolta è in ira la lor gratia

non sia cum lei ¶ in ciascun passo de la

giti ne son via in oblio ¶ memoria e intelligentia

partire. ¶ 193 ¶ Quando madonna è in mezo et l'altre

divin labro; ¶ alor dirai in la sententia tua ¶ questa

L'è quando porti in capo a la francesca

Se lì da presso in amirarti fiso ¶ un bacter

tal qual me soglio in ogne tempo: ¶ se reveste

fiori qualche rosa fresca. ¶ In Francia è una foggia

ombra per doi soli: ¶ in celo è l'uno

uno et l'altro in gli occhi belli, ¶ quel

terra casco, ¶ et quando in nel morire io stesse

s'io me ravivo in nel sguardo fugiasco? ¶ Perché

sempre ceco et anche in forse ¶ qual m'abagliasse

Roma ¶ fosse tal calca in le sue perdonanze. ¶ Quello

se fa el mondo in tanto oltraggio, ¶ ma quando

vo' morir che stare in tanto lucto. ¶ Ma piglia

sua figura, ¶ per farme in tucto dal mondo diviso

che me fa gire in corso, ¶ pigliarebbi io quel

l sasso, ¶ va' saldo in le vie streme passo

polla sana et salva in Camerino. ¶ Ma redena foss

camisa bianca ¶ che Giove in pulce alhor me transformasse

poi non mi beasse ¶ in quella parte ove omne

io acorto ¶ ad starmi in luoco salvo, per gran

la me remira volta in altra parte. ¶ El suo

altero ¶ che mai natura in donna producto haggia ¶ è

donna producto haggia ¶ è in questa mia nemica bella

s'el è fede in donna, in te sia

è fede in donna, in te sia sola. ¶ Per

rio, ¶ per voi beato in terra serebb'io ¶ se

se non mi fusti in tucto troppo avari. ¶ Per

bramo ¶ che pò più in me che non pò

lei fusse pur meco in pari foco! ¶ 147 ¶ O terra

di Phetonte, ¶ dubito quivi in salce transformarme. ¶ 148 ¶ Dente d

presago ¶ a farmi lieto in questo mondo mesto! ¶ «Amor

questo ¶ ch'io veggia in nel suo sguardo la

se quel occhio fosse in testa a un drago

tucta rasembra, ¶ patisse febre in su le belle membra

a tucti color che in Dio non crede. ¶ Però

Però che tanta possa in lor se vede ¶ che

che già mel sento in doi parte deviso: ¶ l

havesse quel bel nume in celo; ¶ ma la mia

così tenessi io sempre in mia balìa ¶ strecta madonna

i mal sofferti mecto in bando: ¶ così morto so

Così me par che in questo dolce tempo ¶ Amor

quel saper profondo ¶ che in donna veder qui già

costumi et ligiadria, ¶ meravigliose in questo viver corto, ¶ l

che ciò che fesse in celo el sommo sire

che so' morto e in cenere converso, ¶ l'alma

l'è solo vero in lei, in l'altre

solo vero in lei, in l'altre è finto

et arde et vive in ella. ¶ Come al parir

soli asiemi et strecti in luoco degno ¶ stemmo mentre

tua verso me tornarme in vita. ¶ Beato el giorno

Beato el giorno tuo in tucte l'hore; ¶ quella

stette inanzi alla messa in San Nicolò. Stando el

a la sua morosa in la festa di San

che la natura ¶ repona in un sol nato tucti

et boni ¶ reposto ha in la mia donna cum

prudenza, ¶ Vola suo intellecto in tanta altura ¶ ch'asai

ardita continenza, ¶ mansueta natura in vista altera, ¶ la real

natural belleza. ¶ Chi dunque in cel s'aveza, ¶ poi

sto come nave rocta in scoglio ¶ El dritto collo

stare ¶ quanto che pesce in terra o fera in

in terra o fera in mare. ¶ Canzon, vola se

magiore Orsino ¶ et portavami in alto sempre a volo

vedere perché lui era in un cavallo alto chiamato

Per un velo portato in testa da l'amorosa

abondo. ¶ Care le perle in su le dolce mamme

partita. ¶ Per quella medesima in le feste di Pasqua

oimè la bocca apena in sé recisa, ¶ che l

che te cherse ¶ e in sul bel lembo mortogli

non sia altro bene in altra parte. ¶ Lodo le

transformariase, come fe' Narciso, ¶ in più bel fiore e

io voria, ¶ ma fosse in te madonna et io

Anze fommo noi chiusi in poca cella ¶ data a

staria ¶ che non faria in cel sopra ogni stella

ve fosse io posto in catena! ¶ Pro eodem post

eodem post recessum. ¶ 106 ¶ Stativi in pace, habitator felici ¶ de

ver se dice. ¶ Stativi in pace, ignoti et cari

poveri et mendici. ¶ Stativi in pace, aer, acqua et

che prescripta è forsa in voi la morte. ¶ Tu

la tua corte, ¶ stativi in pace: io sol, senz

io sol, senz'ella, in guerra. ¶ Pro eodem. ¶ 107 ¶ Candide

de quella che sta in cel cum tanta festa

vada alternando, ¶ è sempre in odio al mondo e

odio al mondo e in ira a Dio. ¶ 109 ¶ Quella

mia dal viso bianco, ¶ in cui ogni altra per

per non esser lungo in idioma, ¶ non fo mai

d'habitar cum vui ¶ in loco aprico senza compagnia

racende l'esca ¶ sublevandomi in alto, non so come

retorno. ¶ Talor dinanze e in habito scì adorno ¶ me

stai qual rosa colta in paradiso ¶ testé. «Pur non

continge ¶ ch'ella retorne in questo tempo estivo, ¶ spira

ènno. ¶ Anze è ello in lor sancta compagnia, ¶ io

volo, ¶ se regna pietà in lei come solia. ¶ Ma

invano; ¶ chiamami sempre teco in ogni loco ¶ et tiemmi

ogni loco ¶ et tiemmi in su le spine, non

le spine, non che in piuma, ¶ pur che io

mondo me se desse in dono ¶ et pommi innanzi

amor, t'amerò morto in sempiterno. ¶ Ogne loco de

te ne prega e in nel mio pecto ¶ terò

la reserba. ¶ Saper maturo in sua etade acerba ¶ par

tempo adietro torni ¶ e in donna amor da lunge

possibil che chi morto in terra giace ¶ de po

de po' mille anni in vita a noi retorni

acqua e 'l fuoco in pace ¶ stiano e in

in pace ¶ stiano e in sul vespro el mondo

et tornare el damnato in gratia a Dio; ¶ possibile

pone al tempo freddo in gli alti acumi; ¶ non

arco et li strali in su le bionde trezze

quanto bene el mondo in sé raguna ¶ offersaro al

qui habuit amatam suam in manibus sed victus precibus

la pietà che scorgo in essa. ¶ Quando 'l girar

cosa, ¶ non già che in sé portasse mortal vita

venuto a te che in su l'extremo ¶ già

io sono ¶ et esco in compagnia d'ogni parola

possessi pigliar le treze in mano ¶ che ti corona

scì vo' che leghe in vita lo cor mio

o scrivo ¶ non habbia in mano el pretioso dono

andasti come già Diana in caccia ¶ errando per le

fiso, ¶ per gran dolceza in alto me sublevo ¶ a

a poco et entro in paradiso; ¶ et remaria lì

saper que si fa in paradiso, ¶ amire pur negli

io più degli altri in lei m'incelo, ¶ tanto

vorà senza te tenere in vita? ¶ Per lo prefato

sproni, ¶ che tre leghe in un puncto ove è

panella, ¶ che già copristi in te tanta beleza! ¶ O

et luccida bendella, ¶ che in su la ricca e

su la ricca e in su la bionda treza

pensiero et disio va in uno punto dove è

giunto li pari intrare in balli udire canti et

ciò che stesse sempre in tanto dolce. ¶ Ogni dolceza

la partita. ¶ Amor, che in cor gentil mai non

che sempre me acompagne in vista ¶ a ciò che

ceco. ¶ Ma prima colcherasse in l'oriente ¶ el sol

sia ita. ¶ Qui sono in vista et seco sono

vista et seco sono in vita ¶ et serò, se

gratia quando ¶ gabbò Calisto in forma de Diana, ¶ la

colta la sua amorosa in un boscho. Havendo colto

colto la sua amorosa in un bosco et hora

pregion m'avesse tucto in sua balìa. ¶ Ché non

et coglieria le rose in paradiso ¶ senza mai posa

la sua amorosa fosse in villa o ad un

che 'l nome suo in me non stia colpito

fideltade ¶ et starme teco in sancta caritade, ¶ più strecti

socto i tuoi panni in ogne etade ¶ più chiuso

più chiuso assai che in sua cappa romito. ¶ Se

bel labro ¶ né lassarte in eterno dare un crollo

Vorebb'io vivar forsa in tale stato ¶ che fosse

vole. ¶ Se te marite, in quella me dischiave ¶ dal

me punge ¶ ch'Amore in te altro amante non

osso più, né sangue in vena, ¶ pensando a chi

angosciosa, ¶ ché la porai in sull'alto soggiorno, ¶ Prima

S'io fosse posto in mezo el paradiso, ¶ tenuto

mezo el paradiso, ¶ tenuto in braccio da tucti i

sbarra o fosso, ¶ o in mezo piovesse foco ardente

velo obscur che porta in testa ¶ par la faccia

morte fuoro, ¶ hora denanze in genochion t'adoro ¶ et

lontano, ¶ la nocte, quando in sogno m'aparisce. ¶ Et

m'aparisce. ¶ Et ella in voce honesta sospirando: ¶ «Sì

guai, ¶ or que farebbe in questo tempo estivo? ¶ Torna

al tuo passar staria in aguato ¶ et forsa harei

mai puse el celo in terra, ¶ pur che superchio

serà nascoso, ¶ mentre starimo in vita, el nostro amore

veston le guance tue in forma vera; ¶ tucto el

potessi retrar la forza in rima ¶ del vago nero

corto, ¶ quelle labra rosate in sul bel mento? ¶ Oimè

suo recepto, ¶ qual Giove in pioggia d'oro per

per doi fiori ligati in un fil d'oro

quando v'amiro fiso, in sul cor mio ¶ me

partir penso, alor vorei ¶ in sasso come Glauro trasformarme

che luce come raggio in spechio d'oro, ¶ a

et poi la puse in terra, ¶ per dare a

non la pò torre in frecta. ¶ Tor la pò

com'io la desegno ¶ in me madonna lo dicesse

tegno ¶ che non sia in altra donna acto gentile

son gli occhi vaghi in chi star sole ¶ dentro

destra, ¶ ch'io viddi in te cum tucti i

io pianga et viva in tanto foco! ¶ Essendose mustrata

de l'amante ¶ esser in omne loco cum l

perché 'l tuo servo in pregio saglia, ¶ non già

ché ciò che tene in sé la terra et

se ben fosse villano, in ni begli occhi. ¶ Quando

i balli ¶ et stommi in compagnia su d'ogni

me revelo. ¶ Mentre che in estasi così me celo

excelse sonno le nascose ¶ in questa bella donna, al

cum le sue mano in me le scripse: ¶ solo

non sapo. ¶ Se letitia in cel fa paradiso, ¶ ch

leve, ¶ quando madonna stasse in pensier greve, ¶ a la

neve, ¶ ch'avete forza in un momento breve ¶ ciò

che metterebbe i toni in bando, ¶ nome già tanto

del mio cor, pensalo in parte, ¶ ch'al tucto

ov'io me sia in omne lato ¶ et portan

lato ¶ et portan dolce in sul mio core amaro

Dimme: perché se perde in gli occhi sui ¶ el

la Natura ¶ cascaro aseme in conventione ¶ de far cum

conduce» ¶ respondo io «sola in un bel prato d

l sol luce, ¶ ché in ogni parte lei più

picciolecta et vaga, ¶ postomi in genochion pronto et securo

et tu el torra' in vece del saluto, ¶ però

detro ¶ lasciar per scripto in questi versi mei ¶ le

qui tutte l'acque in picciol vetro, ¶ perché non

crederebbe io retrar forsa in parte ¶ le meraviglie che

chi portò mai corona in testa ¶ più degnamente d

insidie d'Amor posto in aguato, ¶ et, s'io

lì messo come refe in cruna. ¶ Ma fosti a

socto a la camiscia in ogni lato, ¶ ch'io

bendella che glie luce in testa, ¶ legata et posta

come per vento nave in duro scoglio. ¶ Et s

que vale? ¶ Son conversi in natura i mal costumi

c'ha el vincere in natura et proprio uso

si chi el dice in terra non agogna, ¶ non

sì degno ¶ che dede in polve le troyane spiegge

treza ¶ et fronte resplendente in forma vera, ¶ occhi lucenti

lumera ¶ et labra tinti in propria roseza; ¶ io vedea

luogo chiamato el Gallo in la festa di San

substanza, ¶ aqua de fabro in sul mio core ardente

sta una gran colonna, in Firenze 1428. ¶ 6 ¶ Que forza è

et neve al sole. ¶ In persona di meser Guido

ch'io non caddi in terra. ¶ Ma non se

ch'el è beato in terra. ¶ Basta a far

neve; ¶ ben scenderebbe Giove in pioggia d'oro, ¶ se

terra. ¶ Meglio è coglier in terra queste rose ¶ e

i capei d'oro in man tenere, Amore, ¶ et

hor ch'io dica in questi brevi versi ¶ quando

sì dolcemente da cantarlo in versi; ¶ ma col senno

bel viso. ¶ Io salutai in parte quel bel viso

tante da nol dire in mille versi. ¶ Prosa de

sol occhio debel sforza. ¶ In ogne parte scorgon senza

cante chi sa dir in versi; ¶ l'altre apresso

cum più tempo dirò in versi, ¶ vestasi a panni

struga et siame Dio in guerra, ¶ che fallo verso

amor che me mostrave in vista ¶ ne l'aer

tal donna l'ha in mano, ¶ ben che la

bosso che se mise in boccha una giovene. ¶ 14 ¶ Al

Deh, me fossi io in vece del mio bosso

bosso ¶ che fu gectato in nella honesta falda: ¶ ch

tocarmi ¶ m'ha posto in gratia del mondo et

et lieto senza lui in vita stommi; ¶ mano, se

la morte è posto in caccia, ¶ che sbigutito or

me faccio io levato in paradiso, ¶ Amor, tu 'l

forse seran cagion tenermi in vita; ¶ confortarò cum essi

amante indegno, ¶ ché fede in donna passa omne valore

hanno gli occhi mei in odio el sole, ¶ perché

I gabbati occhi alora in terra chino ¶ et corro

d'oro viddi scripto, ¶ in forma d'uno edicto

che l'incresca. ¶ Talvolta in vista me finxi amoroso

finxi amoroso, ¶ ma sprezava in secreto ¶ la rete, i

che lei la tene in mano? ¶ Impio tiranno pien

che me giuraste fideltade, ¶ in queste tuoe contrade ¶ già

del retorno, ¶ fa hora in questo giorno ¶ mille cento

ucei nocturni c'hanno in odio el giorno ¶ son

i corvi far lamenti in omne cerra, ¶ cagne latrando

gelo, ¶ ignuda senza gonna ¶ in compagnia là giù degli

et sì la poni in mano ¶ al bel viso

sua amata havesse preso in sé qualche desdegno. ¶ 31 ¶ Così

amante qual sia posto in vera fiamma, ¶ ch'allor

leto ¶ più de me in terra mai non viddi

ponesti el nome tuo in tanta alteza. ¶ Volando poi

legge et note ¶ quanto in donna Amor sia constante

dal nostro bene, ¶ ché in animo crudele Amor non

suo è hor posto in gran travaglio; ¶ nova spada

bataglia ¶ c'ha messo in volta già suo cor

meser Antonio Alcino metendogli in gelosia el suo amore

perturbe el mio bene in tanta altura ¶ col tuo

tuo grave dolor che in te s'amoglia, ¶ et

lui poi te ricoglia ¶ in questo regno apresso mia

vista obscura ¶ poi che in terra lassò la bella

pur eterna dura. ¶ Veggiola in vista tucta vaga et

che me baste: ¶ vederla in ogne loco or più

dei, ¶ nascendo una angiolecta in carne et ossa. ¶ Come

anni et le virtute in lei, ¶ se adonqua da

Et se ancor segue in parte Citherea, ¶ la colpa

semidea ¶ varca l'altre in beltade, più tanto ella

cel descesa et nata in paradiso, ¶ farà el tuo

nome del tuo servo in tucto spegni, ¶ che per

l cor gli pona in sui carbon più vivi

gelosia et per timore ¶ in lui cresce l'amor

honore. ¶ I miei sospiri in pace fian conversi ¶ sì

Gli altri amanti stanno in pene et guai, ¶ parlansi

quando harai le membra in terra sparte, ¶ per lo

quegli acenti io entro in paradiso, ¶ poi giù discendo

a te stesso fai, ¶ in te albergando quel pensier

farà da sé memoria in te ancor tale, ¶ che

sai ¶ ch'ogne dolceza in te per costei sorge

Resposta de meser Agnolo in vice del core del

sua Signora. Io respondo in vece del cor suo

la morte chiede, ¶ ché in tanto stento vivar più

esca fore, ¶ salvo che in compagnia d'ogne suo

amor più alto canta, ¶ in suo et mio servitio

exemplo da' tuoi gectati in forma, ¶ se non seranno

dire. ¶ 322 ¶ Quando me viene in sogno od in pensiero

viene in sogno od in pensiero ¶ l'ingrato mio

al prefato Signore fatto in sua persona dovendose partire

Al prefato Signore facto in sua persona. ¶ 323[Di Alessandro

Amor che ha posto in tirania ¶ per servo l

Alexandro a meser Agnolo in vitupero de amore. Per

più che Giohan Usso in gran risia, ¶ che contra

che vogli honor farme ¶ in ascoltarti ai dolci mie

non te piglio, ¶ ma in falsa opinion se' tu

Se renchiuso non sei in qualche cappa, ¶ religioso o

Ché chi vuol stare in questo mondo errante ¶ et

me te sii diviso, ¶ in te sta pur a

te, s'io fosse in paradiso, ¶ non gli starebbi

Signore meser Alexandro, fatto in persona de la sua

amorosa. Al Signor Alexandro in persona de la sua

giovine bolognese la quale in quelli dì se era

era partita et andata in villa et la più

alma partita la rimecta in seno; ¶ et se l

le braccia accolto. ¶ Pur in persona del prefato meser

lontano da colei. Pur in persona del prefato messer

la qual vidd'io in te già più vivace

ch'aresto, ¶ sì come in salda terra scorsa nave

et cortesia me demostrava ¶ in te natura, ma mo

vien cum elle, ¶ taccite in pace star Caribde et

chi è d'alto in basso spento, ¶ però non

de meser Angnolo fatta in persona del sopradicto Signore

del sopradicto Signore. Respusi in persona del prefato Signor

mai fesse a Cesaro in Aegypto; ¶ statuto è in

in Aegypto; ¶ statuto è in celo, registrato et scripto

Italia serva. ¶ Quando serai in sì excelso trono, ¶ et

Signor duca de Milano in parte del magnifico Signor

el mio patrone ancora in magior trono ¶ per vera

aspecta et vede. ¶ Mandato in persona dal prefato Signore

fe' retorno, ¶ ho pianto in questo misero subgiorno ¶ vincti

Veggio colei che tenne in gli occhi belli ¶ la

gito ogni tuo bene in fume: ¶ anze posso ben

dolce el pianger che in un fonte ¶ cangiaria forma

fonte ¶ cangiaria forma, overo in pellegrino, ¶ per tor la

vole ¶ quanto ella puote in noi, quanto ella vale

sappatore, che diceva mirabilmente in rima. Resposta ad una

Cantiano sapatore et diceva in rima. ¶ 291 ¶ Se del gran

posta s'aghiaccia è in poca fiamma. ¶ Et se

de la vil parte in bocca el freno, ¶ pur

l'hom s'amoglia ¶ in cosa pellegrina, bella et

beleze, d'ogne canto ¶ in me depinte da la

che Italia a torto in servitù rapelle, ¶ o pur

al ben già recevuto ¶ in ogne parte per le

che mai non stesti in forse ¶ de la tua

dolore, ¶ ove piangendo vissi in tanto orrore ¶ che 'l

faccio quale hom morto in terra giace. ¶ Da parte

mia, non che madonna; ¶ in te posto ho la

posto ho la vita, in te l'honore. ¶ Donqua

a la morte darme in preda. ¶ Qual pena fia

te tira, ¶ l'aloro in testa e in man

aloro in testa e in man te pon l

giù del mondo triumphare ¶ in te me diede el

rinchiusa la sua amorosa in una vesta. Per Giovanni

renchiusa una sua amorosa in una vesta di raso

fede et speranza, ¶ trovarai in lui et cum magior

Resposta de meser Angelo in persona del magnifico Ottaviano

tenuto tanto caro, ¶ che in nel cor tuo io

et però, tu che in stato te ritrovi, ¶ ti

Pesaro deffendesti; ¶ cose stupende in la tua fanciulleza! ¶ Magior

mai se diparte ¶ perde in quell'hora la sua

la sua libertade; ¶ anze in veritade ¶ se li pò

pur le parte che in lei ènno. ¶ Questa madonna

nobiltà da la virtute, ¶ in questa donna è vera

suoi, che sempre stettero in alteza, ¶ ma hogge lor

fine et messura ¶ retiene in sé belleze incomprehensibile, ¶ et

ché qualche beltà manca in ogni donna, ¶ ma in

in ogni donna, ¶ ma in questa madonna ¶ son tucte

et quanto acto reale in lei s'endonna! ¶ Sotto

costei la più felice in terra, ¶ secondo el suo

miracul de Dio! —, tucto in ella, ¶ ché dirai: «Questo

non seria anco posto in carta penna. ¶ Taccio de

acti gentili, ¶ alta speranza in vista humil abscosa, ¶ humana

è ben colui che in te se sposa, ¶ felice

lanza ¶ vinse et revinse in Franza, ¶ col re de

subvieni; ¶ omne gentil manera in te ritieni, ¶ humana, gratiosa

gratia grande, ¶ quella che in terra ti fa più

nascon tucti cum corona in testa, ¶ perché Dio manifesta

vincendo cum la spada in mano: ¶ que miracol fece

ha, e il cel in ciò s'afrecta, ¶ pria