Massimo Carlotto, L'amore del bandito, 2009

fettina d’arancia, ghiaccio. Io lo bevevo così. Le

caso è meglio che io consegni un paio di

per controllare la gente». ¶ «Io non voglio lasciare mio

quel tempo avevo anch’io un locale in società

se ne vanno ¶ e IO BEVO. ¶ Era la filosofia

Il fatto era che io volevo lei. E a

la aprì. Max e io ci scambiammo un’occhiata

del 2004 ero stato proprio io a lasciarlo nella stessa

questo momento ero stato io a far piangere gli

ferita. Quando Max e io parlavamo con le persone

inizieranno a spararci addosso». ¶ «Io adoro le sparatorie» ribatté

e il calvados e io il cibo. Sono un

nella favola che penso io?». ¶ Scosse la testa. «Ti

esistono le gerarchie e io non sono così in

secondo loro. ¶ Anche se io terrorista non lo ero

mi interessa ci penso io» rispose piccato. ¶ «Be’, le

del previdente Beniamino. Né io né Max ci saremmo

la macchina, che provvidi io stesso a portare fino

punire». ¶ «Lo penso anch’io» dissi. «Ma questo significa

e capitalizzare le informazioni. ¶ Io la conoscevo bene. Una

mai visti prima». ¶ «Nemmeno io. E dire che ero

cosa» mentii. ¶ «Ma solo io ho il nome giusto

parete allargando le gambe, io le sollevai il vestito

un collega di mentire. Io ero stato ingaggiato dal

figura del coglione e io ho ricambiato mandandoti quel

sacco di guai». ¶ «Anch’io» ribattei. «Invece due minuti

da duecento euro. ¶ Sospirò. «Io guadagno settecento euro al

del genere?». ¶ Max e io rimanemmo in silenzio. In

E cioè?». ¶ «Dividerci» risposi. «Io cerco quelli del furto

n’era andata e io non avevo fatto nulla

jazz niente male, ma io ascoltavo appena. Una tizia

di un servizio, e io sono una persona corretta

Il ciccione non rispose, io stracciai la foto. ¶ «È

quando disse: «Facciamo così. Io ti racconto quello che

fuori il portafoglio». ¶ «Decido io la cifra». ¶ «Mi affido

dica quello che penso io?». ¶ «Lo so già: gli

dove l’avevo conosciuto io. Ora viveva a Padova

in Jugo, Max e io a Grenoble a preparare

controllava anche le macchine». ¶ «Io mi sono avvicinato in

in un altro luogo. ¶ «Io entro lì dentro appena

veniamo anche Max e io» dissi. ¶ «Non avete mai

all’abitato. Max e io, al volante delle due

trovare la chiave. Andate, io rimango qui di guardia

Due auto, due equipaggi. Io guidavo quella con a

più grande. ¶ Max e io ci avvicinammo per salutarla

per le braccia. «Ascoltami. Io ora penso solo a

e motoscafo, Max e io l’intero casale con

primo brandy della zona. ¶ Io avevo attraversato il confine

della mia vita». ¶ «E io posso dirti che ti

di raccontare di Virna. ¶ «Io ho speso poco» disse

ti servono quattrini...». ¶ «Anch’io ne ho da parte

quello che faremo dopo». ¶ «Io riparto per Beirut fra

La notte del 31 cucino io». ¶ «Pensavo te ne tornassi

dei rapinati. Max e io, invece, dimostrammo con tutta

ho proprio voglia». ¶ «Anch’io». ¶ «Adesso sparisci». ¶ «Buona passeggiata

Certo che ci penso io. E pure al vino

arrotolò il boccone. «E io dovrei chiedere la cortesia

numero da anima bella». ¶ «Io sono un galantuomo e

una decina di faldoni. ¶ «Io sono nella mia stanza

calligrafia chiara e minuta. Io ingannai il tempo fumando

in un sonno profondo. Io avevo sempre bisogno di

Gliel’ho chiesto anch’io, ma la risposta non

essere tu a fornirmele. Io mi occuperei di trasmetterle

era solo campagna e io scorrazzavo in bicicletta con

a meno e sia io che Max lasciavamo che

è qualcos’altro sotto. Io non conto più un

nei tuoi confronti... ma io voglio trattare solo con

o dici cose sbagliate io ti trovo e ti

sparì dietro la porta. Io mi alzai e mi

I miei amici e io non c’entriamo nulla

strazianti telefonate con Sylvie, io mi piazzai davanti al

di essere in tre. Io oggi mi sono dovuto

un po’. «Anche se io non ho mai fatto

E quella mamma sarei io?». ¶ «Sì». ¶ «Allora devi fare

fedele a tuo marito». ¶ «Io ho bisogno di due

che controlla il bar». ¶ «Io sono tranquillo. Ma devi

abituarti all’idea che io faccio quello che voglio

ordinò la solita birra. Io un cappuccino e un

Dimmi invece: nel caso io volessi accettare, come funzionerebbe

Non insistere. D’altronde io tornerò a vivere a

solo». ¶ «Questa volta decido io il posto». ¶ «Mi sembra

a fianco di Beniamino, io sul sedile posteriore. ¶ «Possiamo

Lui è Beniamino e io sono Max. Non siamo

traverso. Max, Beniamino e io eravamo tutti concentrati a

con il vecchio Rossini. Io montai sul Renault e

gorilla, il ciccione e io gli legammo mani e

di inginocchiarsi. Max e io lo impacchettammo come il

Beniamino riuscirono a zittirla. Io non avevo staccato gli

bestia depravata. ¶ «Ci penso io» aveva detto Pavle Stojkovic

voi». ¶ Il ciccione e io nascondemmo tra gli scatoloni

addio». ¶ «Questo lo decido io». ¶ Sbuffai. Sempre così gli

dai per scontato che io ti segua?». ¶ «Perché qui

appena la parola e io ne approfittai per uscire

possa commettere. ¶ Beniamino e io vivevamo in una topaia

una scelta di Beniamino. Io ero contrario. Avrei preferito

avrebbe detto: «Ora entro». ¶ Io avrei lasciato il parcheggio

posteriore della macchina mentre io partivo sgommando. ¶ «Che cazzo

L’avrei fatto anch’io, ma quella donna è

fare il pensionato mentre io faccio pulizia». ¶ «No, cazzo

L’amore del bandito. Io lo avrei seguito perché