Ignazio Silone, Severina, 1981

che a cuore leggero io possa esporre a una

fanciulla del nostro Istituto. Io inoltrai la denunzia alla

a te posso dirlo, io non so che pensare

giudicare da questo promemoria, io dovrei riferire i discorsi

lei ritiene inutile che io parli con la suora

con la suora?» ¶ «Non io» dichiarò la Superiora. «Ma

L’Istituto nel quale io dimoro ha una sola

alla suora aggiunse: «Solo io ho il diritto di

d’ingresso. «Se permettete, io vado di là ad

ha accolto come se io fossi ancora il direttore

qualcosa d’importante che io sento il dovere di

apre bocca e che io disprezzo.» Dopo un po

Prima ancora di nascere, io ero destinato da lei

egli morì prima che io nascessi. Mia madre era

dirle queste cose. Anch’io da molto tempo non

Di sicuro è che io l’amo, e appena

fuori. Dove, come posso io ormai trovare la verità

la verità? Eppure anch’io l’ho sempre cercata

per le sue parole.» ¶ «Io penso» riprese suor Severina

amico. Non bisogna temere, io penso, neppure la disperazione

è mai possibile che io stia diventando oratrice? Lei

me l’hanno permesso.» ¶ «Io da lei, oppure lei

tempo. Eppure ogni tanto io ho ascoltato la sua

bisbigliò suor Severina «che io non ne abbia saputo

lontana» osservò donna Teodolinda. «Io l’accompagnerei.» ¶ «La proposta

poliziesca. Questo era troppo. Io conoscevo la verità. Disgraziatamente

che non le conoscevo. Io ero atterrita, credevo di

come una figlia e io le obbedivo ciecamente. Benché

le obbedivo ciecamente. Benché io abbia fatto dei buoni

I poveri, Severina, anch’io li conosco» disse don

le loro sofferenze, ma io temo che tu te

costruita un’immagine abbellita.» ¶ «Io non amo i poveri

è possibile, come loro. Io non m’illudo che

maniera lo sono anch’io.» ¶ «Padre, cercherò di spiegarvi

della Madre Superiora che io mentissi alla polizia. Capivo

un cristiano senza chiesa.» ¶ «Io sono semplicemente un’insegnante

serie. Che importa se io sono disoccupata? Importa al

salvo me. Credeva che io fossi in pericolo. Lo

responsabile, se mai, sarei io. Ma come si poteva

per testamento, suppongo, ma io non ho fatto nessun

cosa che volevo fare io, ma così come sono

possibile. Dopo gli scriverò io, quando starò meglio.» ¶ «Io

io, quando starò meglio.» ¶ «Io, a scrivere ci riesco

fatto capire che anch’io devo lasciare Civitella» rispose