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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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porta via, ci sono io. Shhh». ¶ Prese Mario tra
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a imparare una poesia – “… io lo so perché tanto
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al mercato di Ballarò. ¶ «Io proprio non mi sento
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di sole. ¶ «Guardi che io sono una persona seria
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paonazza in viso. ¶ «Pure io» rispose lui. ¶ La ragazza
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caserma Podgora. «Guarda che io ti voglio sposare subito
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casa, lava e stira? Io! Perciò i soldi che
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ti preoccupare, ci sono io» lo rassicurò con una
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cui chiedere un favore, io no! Possibile che non
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aggiunse: «Rosa? Perché rosa? Io voglio un figlio maschio
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dinta ’o core. Perciò io la licensa t’addò
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vado a trovarla pure io». ¶ La mattina dopo, il
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Il medico lo pago io» aveva detto al marito
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problema». ¶ «L’avevo detto io» mormorò Melina accasciandosi pallida
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difensiva. ¶ «Non lo so, io non ho parenti.» ¶ «Magari
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ora ve lo pulisco io.» ¶ L’uomo ringraziò con
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Ninetta. “L’avessi avuta io una figlia.” Il suo
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non devi dimenticare che io sono al servizio di
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si decise a confessare: «Io non sono quello che
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ogni sera la picciridda? Io! Chi le dà da
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le dà da mangiare? Io! Chi la porta a
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la porta a spasso? Io! O chi le racconta
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di una madre. Ora, io a Maruzza voglio bene
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deve tornare a Palermo. Io non lo so quanto
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angoscia mal trattenuta. ¶ «Senti, io non sono qui per
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a te, ma anch’io sono convinto che Mario
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di Dio. Tu e io sappiamo che si tratta
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lui, punto sul vivo. «Io vorrei solo confidarmi con
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forse di una donna. Io non so chi è
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famiglia!» urlò Mario stizzito. «Io mia madre neanche l
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faccia da volpino. Ora io non lo saccio comm
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famiglia di scappare via. Io invece sono sempre qui
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una pancia vera. Sa, io soffro di intestino» le
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a posto, potessi farlo io…» ¶ «Mi fa vedere come
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non ho sordi.» ¶ «Nemmeno io» rispose l’altro e
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il monaco ovunque, e io non volevo che alla
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di droga». ¶ «Tu?» ¶ «Sì, io. Aspetta che ti faccio
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don Gaetano» gli suggerì. ¶ «Io non ho bisogno di
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raccontargli i fatti miei, io che non do confidenza
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aiuto» sussurrò il ragazzo. ¶ «Io?» Melina non credeva alle
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testa, «ma al momento io voglio solo una lavatrice
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Per montarla ci penso io» concluse. ¶ «Grazie.» Nei suoi
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tu mi parli e io non ti rispondo?» ¶ «Si
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facesse qualcosa di cattivo. «Io non protestavo, per paura
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dov’è Taccitedda e io ti ammazzo subito senza
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D’accordo, ché pure io devo dare cunto a
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uno scatto d’orgoglio: «Io non so dov’è
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mano: «Mi chiamo Livia». ¶ «Io Antonio» sussurrò timido, le
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la marchesina Baldi, e io non ti voglio tra
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che sei comunista?» ¶ «Sì, io sono comunista e tu
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dal pianto. «Sono stato io a condannarlo a morte
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stanno cambiando velocemente, e io non so che succederà
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del tuo culo siccu io ci rimetto la carriera
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Mamma Africa. ¶ «Magari vengo io da te, e mi
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madre, «del resto pure io ho capelli corti. Le
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lo rimproverò lei infastidita. ¶ «Io ti darò di più
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ti darò di più, io ti darò di più
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se vuole le patate io gliele faccio…» ¶ «Còlite, colitè
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quei giorni sembrava contenta. ¶ «Io e te al confronto
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indicando la sua camera, «io mi arrangerò nel soggiorno
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vuole bene nessuno». ¶ «E io? Io non sono nessuno
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bene nessuno». ¶ «E io? Io non sono nessuno?» rispondeva
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è fatto più sentire, io gli voglio bene lo
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dei Biscottari». ¶ «Ma veramente io pensavo che mi avessero
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Ma che sono sticcosi? Io nun nni sacciu nenti
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il naso del parroco: «Io vasate a mia madre
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a casa, ammazzami, ma io non ci vengo!» ¶ Mario
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onda acida. «Basta!» ringhiò. «Io non ce la faccio
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sui gradini della chiesa, “io non farò come mia
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non c’è e io sono in ritardo» rispose
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portò da Mamma Africa. ¶ «Io non lo capisco» disse
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di Libertà. Lo so io cosa vuole». Accese il
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li fa stare meglio, io perciò cucino.» ¶ «Anche mia
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di colore nero. ¶ «Anch’io ho leccato mia figlia
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gioia, batteva le mani. ¶ «Io procuro cibo, indumenti, lavoro
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Mamma Africa. «E lei?» ¶ «Io distribuisco libri e quaderni
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di romanzo?» considerò Binah. «Io non so leggere né
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poi Mamma Africa. ¶ «Anch’io» rispose lui laconico. ¶ La
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predica della suora! ¶ «Anche io sono stato un ragazzo
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forza dall’altra. ¶ «Brigadiere, io ne conosco tanti che
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forse non sa che io il quartiere lo conosco
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lisci come ’na scupazza.» ¶ «Io credo che sia russa
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imparare» replicò Mamma Africa. ¶ «Io mi sono sposata a
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ragazza prigioniera è russa, io so» disse la donna
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sei? E che vuoi?» ¶ «Io Bogdana. Lascia mia amica
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detto, “c’è polizia. Io manda amico.” Spuntato sole
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uomo cattivo detto: “Trovo io lavoro, se tu soldi
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e glielo porse. ¶ «Senti, io ho lezione adesso, perciò
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ha baciata sul collo. Io ho fatto la mossa
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è successo a me, io non ho fatto altro
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l’hai lasciato?» ¶ «No, io Ale non lo lascio
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Maruzza tremava. «Ti scaldo io» aveva sussurrato Stefano e
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a dire solo: «Anch’io, anch’io». Inerme, si
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solo: «Anch’io, anch’io». Inerme, si era goduta
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Ancora terra?» chiedeva accigliata. ¶ «Io non sono fumata» la
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parlare con lei». ¶ «Senti, io piuttosto mi ammazzo, ma
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o no!» sbuffò Maruzza. ¶ «Io veramente mi sento così
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sono una borghesuccia ricattatrice.» ¶ «Io lo direi solo a
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Clotilde con convinzione. ¶ «Pure io lo direi a tua
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è bravo. E poi io so chiedere e so
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cantina. Certo è che io questi problemi non li
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studiare, l’avessi avuta io questa fortuna di poter
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la Vespa è sequestrata.» ¶ «Io me ne vado di
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tranquillo, «tu sei stempiato, io invece sono diventata bianca
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arrochita dalle urla. ¶ «Mario, io non ho mai litigato
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Visto così, sembra che io abbia torto” si disse
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la tua bocca muta. Io mi sono sentita violata
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arrivata all’improvviso e io non ero pronta per
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la luna storta.» ¶ «Perciò io li faccio, per farli
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fa tutte uguali e io voglio essere diversa. E
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È una cosa strana. Io mi sento come se
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mia sono così stronze.» ¶ «Io sono una suora. Chiediti
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che palle!» ¶ «Facciamo così. Io gli dico che sei
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Ma non pensi male, io mi sento molto orgoglioso
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l’ultimo dell’anno, io devo uscire. Posso portare
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qualcosa che posso fare io per lei?» domandò la
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lo siamo mai stati. Io non ho conosciuto i
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diluvio» commentò lui. ¶ «E io cosa posso fare?» chiese
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a Maruzza ci penso io. E comincio subito, da
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la cucina etnica e io li accontento.» ¶ «Fatti pagare
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sua famiglia. ¶ «Grazie, ma io da Cortile Nostalgia me
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Irina: «Zia Ninetta morta. Io qua sola, non vi
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sola, non vi preoccupate. Io lei sepolta». ¶ «Perché non
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prima?» ¶ «Lei morta sonno. Io non so come usa
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E comunque non sarei io il problema, stai ancora
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posso farlo” pensò Mario, “io sono lo Stato.” Lentamente
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gli occhi. Guardami. Sono io, la tua picciridda. Ci
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tua picciridda. Ci penso io a te e non
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farai, me ne occupo io ora di te». ¶ Mario
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è nell’amore che io nutro per Palermo, città