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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Domenico Starnone, Fare scene, 2010

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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a noi bambini. Se io protestavo per il tempo
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che speravo di fare io da grande. In effetti
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detto mio padre. Ma io non avevo voglia di
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Geppe, mio fratello Toni, io – a sinistra, poi ancora
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A sinistra ci sono io, con cappotto, cappello e
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condizione molto agiata, e io soprattutto, col cappello in
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conseguenza in quell’attimo io ho cinque anni, Geppe
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faceva lo avevo inventato io, era l’elica di
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i piloti, ma mentre io mi allenavo di nascosto
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so mio fratello, ma io per qualche tempo ho
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film che ho visto io da piccolo, altro che
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mio padre, mia madre, io cercavamo di guardare il
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che non ci andassi io senza di lui. Se
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mio fratello in cucina, io aprivo con cautela la
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aiutato a trovarmi, e io intanto me ne stavo
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molto: ti piace, e io mi sentivo in obbligo
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il momento in cui io e lui ci saremmo
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così bene che se io soffrivo soffriva più di
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altro con cui emozionarsi. Io invece sentivo, entrando, tutta
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il diavolo in persona, io vedevo il diavolo come
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salvasse al posto suo, io vedevo il mare in
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cinema Stadio, sono intervenuto io stesso. ¶ «Sì, iss’è
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diceva le stelle, e io dicevo sì, e non
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occhi chiusi, dormi?, e io li riaprivo, ma appena
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porte per cambiare aria, io richiudevo gli occhi, tutto
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delfino verde, lo dicevo io che era vero, il
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curava e quindi nemmeno io; si andava al cinema
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a un certo punto io abbia imparato a identificare
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ragione per cui oggi io possa esclamare: ah, ecco
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intenso turbamento sessuale che io ricordi non è stato
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piuttosto banale cui diedi io una carica sessuale. Perché
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lei è probabile che io l’abbia fatto. Il
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in grado di capire. ¶ Io ero in grado, come
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battibecco. Mia nonna diceva: io capisco meglio di voi
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il corridoio, nel cesso: io nel caso ammazzo prima
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e preoccuparcene; solo che io dal mondo mi ritraevo
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del tutto fondata. Anche io stavo imparando a usare
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quella di Yvonne Sanson. Io stesso del resto avrei
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volte cantavo forte anch’io: arriva il negro Zubbònnn
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con le donne. E io a quell’età pensavo
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lo diedi nientedimeno anch’io. ¶ Questi e altri appunti
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Dai film, dai fumetti, io avevo dedotto quali erano
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ai miei occhi strabiliante. Io avevo il compito avventuroso
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producendo, nel tempo che io ne facevo un paio
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mi aveva colpito moltissimo. Io ero Gregory Peck, la
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di casa nostra e io, in quanto capitano Hornblower
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sua assenza dovevo occuparmi io della macchina. Capito, mi
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casa, per i parenti. Io dovevo preparare tutto, compreso
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Restammo solo Geppe e io a proiettarci sempre gli
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per amore del proiettore, io per amore di Charlot
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mio padre, sono collocato io in ginocchio. A destra
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tra loro. Oppure sono io che, allontanandomi da loro
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a mia madre: ¶ «Ma io ci starò nel film
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E che ne so io? Se non m’o
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così. ¶ Mio padre e io guardammo per tutto il
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madre sorridendo affettuoso. E io in ansia obbedivo. Ora
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i nostri film. Ma io sentivo sempre più che
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di piacevole scioltezza. Anche io, diosanto, altro che Jimmy
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un po’ ricchione. ¶ Ma io non credo che volessi
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cavalletto fumando e pittando – io capivo che si sentiva
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dentro cui era cresciuto. Io e voi, i miei
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li potevo leggere anch’io. ¶ Un giorno tornò dal
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sfinimento e miseria. Ma io ci stavo bene, lì
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potuto dire questo sono io e indicare con la
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e tuttavia intendere che io era quel tale di
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di prospetto, di nuca, io fossi venuto bene, assomigliassi
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dimostrerà quasi supplicandomi che io sono lui. Oppure ce
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strumenti visualizzanti a disposizione: io sono questo corpo, qui
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Cellini con grandissimo successo (io mi ricordavo che era
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Raggalli. ¶ «Glielo devi», esclamai io con una certa solennità
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buttano il sangue», dissi io intristito, senza guardare la
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bene, gliel’ho suggerito io». ¶ «Tu?» ¶ «Sì. E ho
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appuntamento domani, noi tre». ¶ «Io, tu e Raggalli?» ¶ Mi
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Alda. Ora lui e io eravamo tutelati dalla stessa
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bravo ragazzo e che io facevo benissimo a voler
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E lo farai?» ¶ «Nello, io faccio quello che giova
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alla quale Raggalli e io assistemmo in silenzio annoiandoci
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Ci vedo», mi intromisi io, «anche il titolo giusto
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il portone, Raggalli e io cominciammo a discutere con
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aveva fatto un dispetto. ¶ Io, perplesso: «Che significa, scusa
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lei e via dicendo». ¶ Io, sofferente: «Ricordiamoci, soprattutto, che
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se ne andò rassicurato, io dissi ad Alda con
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di solito». ¶ Mi allarmai: ¶ «Io? Di meno? E perché
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pagato più del lecito. Io? Più del lecito? La
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a Raggalli non piacevano io ero tenuto a dire
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parenti del povero Giorgio; io prendevo appunti. ¶ Fui investito
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finsi di entusiasmarmi anch’io. Quando si fece l
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che aveva immaginato lui; io cercavo di fargli capire
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filo del lampadario mentre io lo riprendevo col cellulare
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pianto». ¶ «Sono contento». ¶ «Anch’io, hai fatto un lavoro
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sei un arido ragionatore, io no; ho una pancia
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ne abbiamo ancora consapevolezza». ¶ «Io ce l’ho», disse
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riunione urgente. ¶ Raggalli e io accorremmo dicendoci: santodio, ha
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solo da voi due?» ¶ «Io ho scritto», spiegai, «e
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partenza». ¶ «Ho scritto anch’io», precisò Raggalli. ¶ «Sì», dissi
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me ne sono accorto. Io dico una cosa veramente
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disse Alda. ¶ «Bello», dissi io poco convinto. ¶ «Bello», disse
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sofferte riunioni, Raggalli e io arrivammo alla conclusione che
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di Medusa. ¶ Raggalli e io ci guardammo e obiettammo
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fatta per Mediaset, mentre io sottolineai che il film
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e lì quello cattivo?» ¶ Io aggiunsi pensosamente: ¶ «Tanta arte
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l’anima». ¶ «Sì», borbottai io, «anche se c’è
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di mio». ¶ Raggalli e io, a quell’annuncio, ci
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assegnato, sicché, pur avendo io scritto un trattamento che
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Bello questo paragone», dissi io. ¶ «Ti piace? Lo mettiamo
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film lo devo girare io, non tu». ¶ «Erano proposte
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il tuo lavoro e io il mio. Vedi quanto
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quelle che avevo avuto io da ragazzo. ¶ Furono questi
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andiamo senza di te». ¶ Io allora avevo appena acquistato
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per farsela baciare, ma io gliela strinsi soltanto. ¶ La
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film che avevo scritto io e che avevano visto
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a piangere», esclamò, e io non ebbi il coraggio
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Broadway. ¶ Nello, Raggalli e io ci guardammo smarriti. Raggalli
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operai, non i ballerini». ¶ Io dissi con tono colloquiale
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era fermo in stazione. ¶ Io nell’attesa parlai un
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che eravamo stati volenterosi. Io aggiustavo qualcosina, gli mandavo
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si aggiunse il produttore. ¶ Io scrivevo, mi pareva roba
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e me li inviava. Io dicevo: sei pazzo? E
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che Raggalli era nevrastenico, io ero stremato, ed ecco
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guarda un po’, sono io caso mai che mi
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collaborazione di». ¶ «Ah». ¶ Sia io che Raggalli facemmo resistenza
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Raggalli a tutto volume, io più tenue: ¶ «Da dove
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e a pratiche erotiche io sono in continuo movimento
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che però Raggalli e io non potevamo nemmeno concepire
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il grande Musil, pensavo io. E ne deducevo – ma
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ceramica». ¶ «È vero», dissi io. ¶ Lei strinse le labbra
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Ceramiche dipinte», mi inserii io, «con colori meravigliosi». ¶ «Esatto
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pochissimo tempo fa, pensai io, e dissi: ¶ «Hai ragione
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questa ragazza. ¶ Raggalli e io ci tenemmo nelle retrovie
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più giovane, Raggalli e io ci dicemmo: questa ragazza
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cose ci siamo inventati? Io invece telefonai ad Alda
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Raggalli voleva cancellarla. Ma io mi opponevo, anche se
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il bacio», diceva Raggalli. «Io sono uno di pancia
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non funzionerà». ¶ «No», ribattevo io, «è una scena fondamentale
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la potrebbe avere», dissi io, «lasciala parlare». ¶ «Andrebbe inserita
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disse Raggalli. ¶ «Zitto», dissi io. ¶ «La nonna», continuò Susi
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In che senso», chiesi io, ma già come se
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Raggalli. ¶ «È ottima», mormorai io e saltai su e
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molto, contemporaneamente ci commuova. Io ribattevo, difendendo il mio
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come se fossi stato io a scriverla: così sì
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di incularci nei fatti. Io lo scrivo così, adesso
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smorfia di disgusto o io accettavo le sue mormorando
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gli pareva banale, e io reagivo e lui incanagliva
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stomaco, a vederla. Sia io che Raggalli ci profondemmo
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è proprio impossibile – e io la farò. Dal canto
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voce un po’ roca: io sono disposto a fare
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ultima frase, Raggalli e io ci asciugammo gli occhi
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insopportabile fastidio, anche se io stesso le avevo scritte
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era rimasto altro. ¶ «E io faccio un film importante
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altro (quell’altro ero io) a dare questo compito
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Telefonagli tu e diglielo». ¶ «Io? Sono cose tue». ¶ Per
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dichiarai pronto a scrivere io le sei puntate. Lei
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il protagonista lo faccio io». ¶ Silenzio. ¶ «Guarda che è
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mi ordinò: allunga, aggiungi. Io dissi: non scrivo più
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sul set. ¶ «Venitemi? Anche io?» ¶ «Io, tu, Alda», lei
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set. ¶ «Venitemi? Anche io?» ¶ «Io, tu, Alda», lei disse
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a Vincent. Subito dopo io lo invitai al bar
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a cui ero ricorso io stesso per tener teso
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quello che ha girato, io ho già un film
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t’ho già pagato. Io sono troppo buono con
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il casino che farò io, toglierò la firma». ¶ Lo
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festival, no?» ¶ «Certo», risposi io. «Cannes sarebbe il palcoscenico
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litigava, si rideva». ¶ «Anch’io». ¶ «Che bel periodo, come
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Raggalli fece resistenza, anch’io, ma Susi, con qualche
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con l’amore. ¶ Quando io dissi che sia Suicidio
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con aria compunta; e io risposi sì con la
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sdraiai sul letto, meravigliato io stesso di tanta sofferenza
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e parevano felici. Raggalli, io, Nello aspettammo ansiosamente i
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perché non è scappato?» Io gli esposi in breve
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una tale confidenza che io le dicevo tutto quello
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e riattaccava. Che fossi io a far compagnia a
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scherziamo affiatati, lei ride, io rido, e via con
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nemmeno me la prendo io. ¶ Un pomeriggio – eravamo in
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trovarlo, diceva Clo. Ma io inventavo scuse per tirarmi
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sesso maschile? Già, chi? Io no. C’era venuto
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a dire basta. E io ho ammesso che forse
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così servizievole. E Susi, io lo sapevo, detestava lei
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che stai scrivendo, e io rispondevo: un film per
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sforzava lei. Facciamo che io, la protagonista, sono ormai
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idea subito dopo che io gliel’avevo ingenuamente riassunta
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tutti in visibilio. Ma io sapevo qual era la
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ansia, e il dolore, io che le mandavo messaggi
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tra passatisti e futuristi? Io certamente all’epoca non
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Vita di Torquato Tasso. Io, il più vecchio tra
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giovane età. Susi e io scrivemmo su Repubblica un
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scattano le registrazioni e io mi ritrovo un cospicuo