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Vittorio Alfieri, Don Garzia, 1789

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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1789
nel profondo ¶ del cor l'arcano, che a svelarvi
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Per questa spada io 'l giuro. ¶ Piero ¶ Ed io
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il mio onore io 'l giuro. ¶ Cosimo ¶ Udite or
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qui stringo al par l'instabil, fello ¶ popol maligno
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Diego ¶ Ed è? ¶ Cosimo ¶ L'empio Salviati. — ¶ Benché congiunto
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Ben sapea di costui l'animo iniquo ¶ il prence
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si scopre: tace ¶ tosto l'altrui terrore: e allor
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e perigliosa impresa ¶ fia 'l rattemprar signor, che mai
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Tu sai, che invano ¶ l'uccisor d'Alessandro asilo
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fea d'Italia tremar l'un mare e l
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l'un mare e l'altro. ¶ Che brami or
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al fin contro chi l'elsa impugna. ¶ Deh! pria
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od ingannar, tenersi ¶ soggetto l'uom, ben chi sel
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destin rimembri? — ¶ Ed io 'l vo' far, col prevenir
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timor, prudenza? umano chiami, ¶ l'esser debole e vile
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se al trono pari ¶ l'animo in sé non
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non duolmi al padre ¶ l'aver schiuso i miei
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non è; né più l'apprendo omai. ¶ Diego ¶ Ch
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questa ¶ lo sprezzo altrui, l'ira dell'altra nasce
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dunque, perché di chi l'offende amico? ¶ Garzia ¶ Del
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il confin; ma tirannia?... l'abborro: ¶ e assai l
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l'abborro: ¶ e assai l'adopra il padre mio
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di vero amore io l'amo. ¶ Se nulla in
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son io. ¶ Diego ¶ Chi 'l sa? ¶ Garzia ¶ Il mio
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Placati; ei non merta ¶ l'ira tua generosa. Udisti
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le pupille; ¶ ma, ver l'occaso ei già degli
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langue in senil cor l'amore; ¶ e quanto mal
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Piero ¶ È ver; ma l'arte... ¶ Diego ¶ Ai vili
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Ai vili dono io l'arte. Il so, che
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in esso ¶ d'ira l'impeto primo: a trista
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lui del soglio ¶ preme l'onor, la securtà del
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di un mortal nemico ¶ l'eccidio, ei consigliarmi osa
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Salviati adunque, ¶ quant'io l'abborro? I miei nemici
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ardirian dal sangue: ¶ Garzìa l'osò: ch'altro vuol
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benigno è più, né l'altrui sangue anela? ¶ Cosimo
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vuoi malgrado mio, te l'abbi ¶ caro per te
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io più mai non l'oda ¶ scusar da te
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a te si aspetta ¶ l'insegnargliela; a te;... se
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a te;... se davver l'ami. ¶ Eleonora ¶ E a
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la fronte? ¶ Cosimo ¶ E l'obbedirmi è vanto? ¶ E
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di mio impero, io 'l capo; ¶ io l'alma
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io 'l capo; ¶ io l'alma son, donde s
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più grave, ¶ certo, è l'error; ma voglio, anzi
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induco ¶ già da chi 'l narra, qual sia questo
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e il fratello: o l'ire loro ¶ a gran
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misti ¶ Diego rattenni: ei l'aggressor non fia, ¶ no
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Discordi sempre; io già 'l sapea: ma quale ¶ nuova
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nol pensava ei forse; ¶ l'ira fa dir ciò
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al colmo in lui ¶ l'audacia è giunta. Or
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vedi, in cui più l'uom vaneggia. ¶ Ciascun di
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abboccarsi: ma, che amor l'induca, ¶ nol seppi io
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io mai. Qual fia l'amor? favella. ¶ Piero ¶ Ahi
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volli; ed io, ¶ io l'accusai. ¶ Cosimo ¶ Parla: l
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l'accusai. ¶ Cosimo ¶ Parla: l'impongo; e nulla ¶ mi
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e n'arse. ¶ Celato l'ama, e riamato ei
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non succhiò col latte ¶ l'odio di me, del
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che a caso io 'l fessi, ¶ quell'amoroso suo
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suoi: ¶ ma pure, io 'l seppi. — Or, poiché il
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mio, che brami? ¶ Ragion? l'avrai. ¶ Diego ¶ Padre, che
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e che? temesti, ¶ che l'ira in me per
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offeso; io sol compiango ¶ l'offenditor: la mia vendetta
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mia profonda ¶ non è, l'aver egli mie leggi
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mie leggi infrante, ¶ non, l'aver teco ei contrastato
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ei contrastato or dianzi. ¶ L'impeto in lui, pur
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altri, e temer meno, ¶ l'opre, gli affetti, le
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che se pari avesse ¶ l'alma Garzìa, tra lor
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noi sì spessi; ¶ e l'alta pompa ingiuriosa, ond
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a un alto cor l'oltraggio ¶ insopportabil era; e
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e queta appena ¶ fu l'ira in me, che
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non perduto ancora ¶ stima l'altro tuo figlio: a
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tu di noi men l'ami. ¶ Cosimo ¶ Basta or
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quanto all'offeso è l'offensor più presso. ¶ ATTO
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in te far scema ¶ l'ira tua giusta, e
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ira tua giusta, e l'onta in me. Potessi
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Provocato da Diego, io l'oltraggiava; ¶ troppo men duol
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ma il tutto, no. L'udir da te mi
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il padre ¶ ad ottener l'intento suo pur sceglie
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egli a sua posta ¶ l'odio e il timor
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sé non chiude ¶ Salviati l'odio, che racchiuder suole
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sì espresso ¶ qual sia l'animo in lui? Bench
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Garzia ¶ Ei venne ¶ su l'orme tue, ma sol
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è piena, ¶ dubbia avuta l'avresti in lui pur
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il biasmo. ¶ Poiché tu 'l di', virtude alcuna in
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io. Mi punge ¶ anco l'amore: ardo per Giulia
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di te pensando; mai. L'animo tuo ¶ ben sai
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appien; tu, traditore. — Io 'l modo ¶ dianzi cercava, onde
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guai se a me 'l nieghi) entro il suo
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tuo signor, te stesso: ¶ l'ammenda è questa. E
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ascolto? ¶ Giulia! ¶ Garzia ¶ Sì, l'amo; e malaccorto il
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aggiunta; ¶ né, s'io 'l narrassi, il biasmeresti, o
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e apprezzi; e tu l'hai cara ¶ sovra ogni
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or vanne, veglia ¶ su l'amor mio. Chi sa
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sa?... ¶ Eleonora ¶ Temer soverchio ¶ l'amor ti fa. ¶ Garzia
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s'io niego ¶ vibrar l'atroce colpo... Ed io
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ma corso era già l'ordin fero. ¶ Parlar volea
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dir non la lasciava ¶ l'irato sire: ella piangea
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morte io veggia ¶ trar l'amata donzella; anzi che
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ben sai tu, se l'ira ¶ delusa in Cosmo
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in Cosmo scemi. E l'innocente ¶ sua figlia, anch
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un innocente, un giusto? ¶ L'amico, il padre dell
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Un solo ¶ pera; fia 'l meglio... ¶ Garzia ¶ Ed io
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Ma, in parte anco l'orror scemarti ¶ del tradimento
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è destin, ch'io l'orrido delitto... — ¶ Odi: se
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te, poiché il vuoi, l'orrido incarco ¶ di spedir
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orrido incarco ¶ di spedir l'empio messagger di morte
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tornar, com'uomo che l'orme ¶ perduto ha di
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ragion, poc'anzi io 'l vidi? ¶ Piero ¶ Oh! non
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ma dianzi ¶ tradimento nomar l'amistà rea ¶ di Garzìa
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bollore ¶ si appella: e l'odio del poter d
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apertamente egli professa, or l'odo ¶ frivol pensier nomare
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pensier nomare. — In Cosmo l'ira ¶ giusta rinascer ogni
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ben altrui? ma, duolmi ¶ l'inganno, e più l
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l'inganno, e più l'alta feral rovina, ¶ che
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alto oblio non ha l'empia contesa ¶ sepolta?... ¶ Piero
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t'amassi, anch'io 'l sarei. — Ben prenda ¶ al
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asconde ¶ ei forse, e l'altro ivi a momenti
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so dal messo ¶ che l'invito recò. Preghi, minacce
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mente, or mi hanno ¶ l'arcano orribil rivelato: in
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pure una volta ¶ su l'intrepido tuo volto si
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entrambi: ¶ al mal voler l'arte si aggiunge; il
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è lieve. ¶ Senza frappor l'autorità del padre, ¶ quando
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anco. — ¶ Deh! va; già l'ora è giunta: entro
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non sei meco più: l'infame colpo ¶ vibrar promisi
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è giunta, anco trascorsa, ¶ l'ora fatal: certo, di
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altrui nuocer debba? ¶ Volò l'avviso traditor, pur troppo
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è ancor: deh! così 'l fosse il labro! — ¶ Ma
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e mi uccida; io l'aspetto. ¶ Eleonora ¶ E Giulia
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semplici detti? Ei qui l'ucciso ¶ veder vorrà, cogli
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corri, ¶ tu pur per l'empia via, che all
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ma, sia qual vuolsi ¶ l'esito, ognor l'inestricabil
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vuolsi ¶ l'esito, ognor l'inestricabil nodo, ¶ cui caso
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nol sei? ¶ Garzia ¶ Io 'l sono,... or sì;... che
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son io. ¶ Piero ¶ Ucciso l'hai? ¶ Garzia ¶ Nol vedi
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Ecco ch'io già l'infame acciar gli ho
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corpo suo... Me misero!... L'uscita ¶ di quella tomba
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contaminato e intriso, ¶ chi 'l può lavar? non il
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mio sangue il può l'ultima stilla. — ¶ Vanne tu
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unirla, se compiuta hai l'opra. ¶ Garzia ¶ Meco unirla
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il sai. Ma donde ¶ l'insano ardir, l'orgoglio
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donde ¶ l'insano ardir, l'orgoglio, il parlar fero
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eterni ceppi, ¶ o tua. L'antico suo rancor, la
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mio delitto, e godi. ¶ L'oprar mio disperato, e
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fellon tu sei, ¶ chi 'l niega? chi? Morte ad
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tutto ¶ dovea piombar su l'accennata testa, ¶ chi sa
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che tutt'altri ucciso ¶ l'empia mia mano avesse
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danno?... Eppur, pareami inerme ¶ l'uom ch'io trafissi
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me il punisca; io 'l merto. ¶ Venga ei, non
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si serri. — Ov'è l'iniquo? ¶ Fra le materne
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sei padre... ¶ Cosimo ¶ Io l'era. ¶ Eleonora ¶ Oh ciel
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esecrando error... Piero... è.... l'autore... ¶ Padre... io... moro