Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

novo libro. ¶ Genova, febbraio 1898. ¶ L'eredità del genio. ¶ Solo

così a caso, respirando l'aria frizzante della pura

egli messo nel difendere l'amico, vittima della sua

era scaldato, avea difeso l'idealista appassionato che sacrificava

rivolte, al figlio, a l'unico rimasto fedele al

ho amata, ma come l'aman quegli altri che

la madre ha sentito l'istinto malvagio e dalla

scorgeva il lato ove l'errore fatale, la mortal

davanti a lui, ne l'ombra discreta che lo

grande scrittura alla moda. L'altra, piccola, esalava un

il ragazzo dello studio, l'avea colà recate con

Marino che ne lacerasse l'involucro che tenea celato

comprendere a volo Moriz, l'intelligente ragazzo, poichè messa

a svolazzi, ma non l'aprì. Lesse invece rapidamente

aprì. Lesse invece rapidamente l'altra, quella dalla grande

giorni, avea combattuto per l'Italia. ¶ Il quadro avea

era plumbeo: ma a l'orizzonte una viva fascia

e tanto infelice! ¶ Dopo l'abbandono della donna che

ne' suoi viaggi a l'estero, ne' convegni d

il proposito - avea continuata l'arte del padre. ¶ Ma

Ma a lui mancava l'entusiasmo, il sacro fuoco

sfiducia, la morte de l'entusiasmo del vecchio pittore

ed inesorabilmente trasfusa ne l'anima con gli anni

attendevan ancora da lui l'opera, che lo affermasse

che lo affermasse. ¶ Ma l'opera ancora non veniva

una cosa. ¶ S'egli l'avesse lasciata penetrare nel

alla sua. ¶ Ed egli l'avrebbe amata perdutamente. ¶ Così

E goditi il sole, l'aria pura, la vita

gola. Forse, fra poco, l'avrei avuta dinanzi - finalmente

la dovevano ferire, che l'avrebbero fatta soffrire, che

qualcosa, perchè vedeva fuggire l'attimo doloroso e ineffabile

paurosa, indietro. Compresi che l'attimo ineffabile stava per

mezzo al verde e l'azzurro - e quando mi

mi prese ancora, come l'altra volta. Chiusi gli

per la giovinezza e l'amore! ¶ Ma ella era

colpevole. Ed io non l'avea più riveduta: piagato

profumo de' suoi capelli, l'ardore delle sue labbra

guardando in alto. Quando l'avea veduta così? Non

precisava il giorno, nè l'ora, nè il luogo

io seguitava, nella figlia, l'amore con lei incominciato

luce, la vita e l'amore. In mezzo alla

brezza del nostro mare l'ultimo soffio di vita

dal nostro sogno. Io l'amavo con tutta la

era intenso quel giorno l'azzurro del mare! Come

camera davanti al mare. L'ultimo sorriso suo fu

si ribellava adunque a l'atroce misfatto?.... ¶ E fu

morente nello squallore de l'abbandono e nella miseria

duplice miseria dolorosissima per l'artista e per l

l'artista e per l'uomo: quella crudele de

uomo: quella crudele de l'intelligenza sfinita e quella

dal male e da l'abbrutimento completo de l

l'abbrutimento completo de l'intelligenza e negli orecchi

orecchi la voce de l'infelice, chiedente ancora, nel

era stata lei, forse, l'ultimo barlume di luce

ultimo barlume di luce, l'ultima gioia della sua

del senso - che con l'ebbrezza del suo bacio

suo bacio, avea dato l'ultimo crollo a quella

quell'ultimo amore?.... ¶ E l'avea còlto il male

lampada a cui manca l'alimento.... ¶ Ma dal miserabile

È impossibile. ¶ - Vuole vedervi.... L'ultima volta, forse, pensate

che vi ha dato l’ultimo raggio della sua

elegantissima orgia era a l'apice della sua ebrezza

sulle fredde gioie de l'anima. ¶ Il nero corpetto

scintillanti, la luce e l'ebbrezza, Venere appariva veramente

candida, nelle fini battiste. ¶ * ¶ * * ¶ L'oro cadeva nell'argenteo

Ai suoi piedi era l'argenteo bacino ricolmo d