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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, Komokokis, 1902

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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1902
avventure che hanno tutta l’apparenza della realtà. Così
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da qualche tempo affermando l’autore di questo romanzo
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per così dire, sotto l’arco della Stella per
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rimaneva che gettarci reciprocamente l’un nelle braccia dell
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sul serio, questa volta.... ¶ — L’hai dunque finalmente buscata
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mormorò con un sospiro l’ottimo mio camerata di
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a Ginevra. ¶ Giacchè io l’aveva conosciuto appunto colà
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aveva conosciuto appunto colà, l’ottimo Edoardo, nella ridente
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scapati la brillante città. ¶ L’eloquente sospiro del già
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giorni beati di spensieratezza! ¶ L’ondata della folla varia
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marciapiede. In alto, sopra l’arco della Stella, una
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de Paris, Les Ambassadeurs, l’Alcazar d’Eté e
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parigini. ¶ Mettemmo il braccio l’un sotto quello dell
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dubbio. ¶ — È vero. Ma l’idea ora sortami in
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di tuo zio? ¶ — Precisamente. ¶ — L’idea non è disprezzabile
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Alpi. ¶ —Ti sorride dunque l’idea? ¶ — M’inebria! ¶ — Allora
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di prima classe, e l’amico Edoardo mi aveva
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il chiederci se aveva l’onore di compiere con
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morbosa – aveva egli concluso – l’ha definita il celebre
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in volto, come per l’impressione di un’intensa
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concluse egli con forza, – l’occasione si è ora
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con un sorriso. ¶ Poi l’amico Edoardo si permise
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opaco e velato, per l’umidità notturna, della lampadina
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vocetta squillante mi titillava l’orecchio stranamente, ma senza
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scendere, – disse Edoardo consultando l’orario. ¶ Difatti era quello
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tentazione colse me e l’amico Edoardo. Ci scambiammo
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sulla piazzetta del villaggio. ¶ L’ora fresca, la brezza
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fresca, la brezza leggera, l’odore silvestre che la
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Edoardo stava per prendere l’investitura. ¶ Jean Bonnin mancava
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delle notturne brume, veniva l’acuta brezza alpina profumata
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Ed io ne sono l’erede.... e per conseguenza
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po’ da chi? ¶ — Me l’immagino! da qualche mago
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carne ed ossa, è l’antico padrone, quello prima
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tant’è, pochi avevamo l’animo forte di esporsi
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quel rischio, di perder l’anima, forse.... ¶ — Si vede
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faceva lassù? ¶ — Mah! nessuno l’ha mai potuto scoprire
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i vostri nonni che l’hanno veduto, mandavano luce
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vostro signor zio, – disse l’altra guida, che fino
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dietro la tappezzeria che l’aveva nascosta sino a
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a comunicar direttamente con l’Inferno, – dissi io, ridendo
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nero montanaro che aguzzava l’appetito con il solo
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fra un boccone e l’altro, – quella orribile strada
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una scorciatoia! ¶ Per saziare l’orrenda fame del nostro
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due capponcini fragranti. ¶ Ma l’oste dovette trar giù
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per quanto tendessimo attentamente l’orecchio non ci fu
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apparire una notte o l’altra lo spettro del
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soverchia ricchezza di locali. ¶ L’unico luogo di esso
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le donnine che già l’avevano tanto vivacemente popolato
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pericolo di perdere per l’eternità. ¶ — Dopo tutto, – aveva
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mormorato un po’ scetticamente l’amico Edoardo – quel buon
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alpigiano che mi narrava l’avventura – sprofondato durante la
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assai guasta e sciupata l’altra. ¶ La Cronaca cominciava
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Armenia dove si posò l’archa del diluvio, e
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pigliando la via verso l’Europa nostra primieramente arrivò
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scopremmo havendo forte sospeto l’uscita.... et scopremmo mirabile
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osservazione di rammarico. ¶ Peccato! ¶ L’acqua filtrata attraverso la
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filtrata attraverso la pergamena l’aveva talmente aggrinzita che
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cercammo havendo forte sospecto l’uscita.... et scopremmo mirabile
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resto, come sai, se l’è inghiottito il Diavolo
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quanto pare quassù ha l’abitudine di far sparire
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narrazione di frate Francesco l’anonimo postillatore mette la
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al punto in cui l’anonimo postillatore.... che ha
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codice da permettere che l’acqua lo facesse marcire
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Mah! mio zio, te l’ho già detto, era
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resto ha fatto anche l’anonimo postillatore che, secondo
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bisognerà calarci nel pozzo. ¶ — L’oseresti? ¶ — E perchè no
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ci consigliarono di smettere l’idea. ¶ Alfine finirono per
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che avevamo già conosciuta l’ampiezza, sulla cui misura
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congedammo, prendendo con essi l’appuntamento pel giorno dopo
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lo stesso col quale l’aveva incontrato a Parigi
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montammo dentro, un dopo l’altro. ¶ La torcia fu
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discesa, visto che nulla l’impediva sinora. ¶ Tirai la
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afferrare la corda sopra l’irreparabile disastro.... ¶ Troppo tardi
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e noi avviticchiati convulsamente l’un l’altro, sul
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avviticchiati convulsamente l’un l’altro, sul fondo della
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potente al cervello, sotto l’impressione indescrivibile dello sprofondamento
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Come in sogno avemmo l’intuizione che le pareti
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sua corsa fantastica verso l’abisso.... ¶ La situazione era
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di vita. ¶ Sempre abbandonati l’un sull’altro sopra
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non aveva mai veduta l’eguale. ¶ Nella mia mente
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ancora, si formulò vagamente l’impressione: una luce siderale
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sebbene mi abbia piuttosto l’apparenza di un vapor
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cominciamo a constatare che l’aria è magnificamente respirabile
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importa, per ora. Con l’andar del tempo capiremo
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scopriremo tutto. ¶ — Tu hai l’intenzione a quanto pare
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vagamente.... ¶ — Che cosa? ¶ — Che l’avventura non andrà a
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anch’io. ¶ — Ma sì! L’eredità dello zio.... Saint
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certamente.... difatti, osserva, – disse l’amico traendo il suo
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Tu parli già come l’abitante d’un altro
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Vediamolo. ¶ — Cominciamo col fare l’inventario di quanto possediamo
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non troppo ben guarnito.... l’orologio.... un paio di
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avrebbero detto «quieto come l’olio». ¶ A un tratto
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la nostra zattera scintillava l’acqua limpida, irradiata dalla
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gli occhi fissi sopra l’acqua. gridò: ¶ — Un pesce
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sguardi. ¶ — È il Proteo, l’abitator de’ silenziosi laghi
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cui non conoscevamo nè l’ampiezza nè i confini
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Però non volli togliergli l’illusione della sua speranza
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luce vivissima, riesce incomprensibile l’esistenza di altre luci
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esperienze delicatissime, trovò per l’appunto che ogni corpo
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da lui chiamati per l’appunto sensitivi. Con l
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l’appunto sensitivi. Con l’aiuto di questi venne
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il palladio, bianchi candidi l’argento, l’oro il
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bianchi candidi l’argento, l’oro il platino, il
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platino, il cadmio, rosso l’arsenico.... Fu Federico Weidlich
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ogni cosa, ogni roccia, l’aria istessa risplende di
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fiamma, strani, mai veduti. ¶ L’acqua stessa sotto di
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prova sicura.... ancora non l’abbiamo. Chissà, chissà?... ¶ — Non
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so chiamarlo altrimenti – e l’acqua sotto di noi
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straordinari e impreveduti?... ¶ E l’idea fissa mi riprese
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morti – e questo era l’inizio della vita ignota
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fatta padrona di me. ¶ L’ombra bianca intanto errava
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fra un arbusto e l’altro. ¶ Essa non pareva
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lassù mai hanno sospettato l’esistenza, – rispondeva Edoardo. ¶ Restammo
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in assetto da tentar l’entrata solenne nell’incantato
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istante, scorrendoci curiosamente con l’occhio tutta la persona
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i nostri Maestri ce l’hanno insegnato e noi
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hanno insegnato e noi l’insegniamo ai nostri figlioli
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il vostro solo esemplare!... ¶ L’amico Edoardo aveva detto
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la tenda che chiudeva l’ingresso del piccolo edificio
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ridicoli e attirar davvero l’attenzione con quei nostri
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di luce – era essa l’essenza, l’anima di
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era essa l’essenza, l’anima di ogni pianta
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che suscitavan a noi l’idea di grossi licheni
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le vene: era come l’impressione che si prova
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di verde smeraldino. ¶ E l’atmosfera, intorno alla meravigliosa
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detto, la morbidezza e l’apparenza del velluto. ¶ Inoltre
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nello stesso tempo, come l’olezzo di certi grandi
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fra una cupoletta e l’altra. ¶ Qua e là
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man mano che ascendavamo l’aria calda del bosco
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un istante poi cominciò: ¶ — L’uomo che sulla superficie
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con il pensiero.... con l’imagine.... forse, anche, con
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in noi. ¶ — Dunque è l’ignoranza il fondamento della
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così, – risposi, e continuai: ¶ — L’altra domanda è questa
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Eh!... ¶ — Non vi sorride l’idea?... – mormorò il vecchio
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disse Edoardo, – non vedo l’ora di essere una
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dovevamo essere sempre sotto l’Europa: se più verso
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di che componevasi esclusivamente l’alimentazione di tutte quelle
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la delizia, e talvolta l’unico nutrimento, delle povere
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che gittò pel primo l’idea ch’essa potesse
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quieto paese di Komokokis. ¶ L’altra varietà poi era
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il loro pane e l’altra ne è il
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placidamente e, certamente per l’influenza dell’atmosfera imbevuta
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grazia e benevolenza divina, l’equilibrio della tribù era
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i buoni vecchioni che l’avean trascorsa pensando a
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da quanto potei comprendere, l’idea della Morte non
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Topo di cui parla l’antichissimo dotto libro cinese
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il modo di procurarsi l’alimento, non soggetti a
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in che consisteva dunque l’impiego della lunghissima vita
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cosa? tutto, la vita, l’amore, la potenza di
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essi ascoltavan rapiti, con l’aria di creature divine
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ci riprendeva veemente, empiendoci l’animo di un vago
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seguirlo. ¶ Passammo anche noi l’apertura. ¶ Una immensa caverna
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render possa con precisione l’idea – dalle cui volte
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essere umano, oltre noi, l’animava. ¶ Nessun ornamento, nessun
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mistico mai provato per l’innanzi. ¶ Dalle volte, dolcissimamente
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ch’era, quasi direi, l’essenza d’ogni cosa
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darci. ¶ Ci dispose seduti l’uno di fronte all
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udire, vennero a titillarmi l’orecchio e qualcosa di
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apparve al mio sguardo. ¶ L’aria luminosa, davanti a
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si agitavano dolcemente. ¶ E l’impalpabile figura – veniente certamente
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padrone della mia mente. ¶ L’alta figura ch’era
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tendeva il volto verso l’apparizione. ¶ Durò qualche tempo
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Kalika mi guardo severo. ¶ — L’eterno orgoglio!... – mormorò. ¶ — Anche
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vita: esse sono ora l’essenza pura di questa
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felice e sereno che l’Altissimo ha voluto destinare
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scrutò sui nostri volti l’effetto delle sue oscure
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Sì, vado a compiere l’ultimo nostro dovere verso
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mormorai. E, mio malgrado, l’atteggiamento e le parole
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più giovani, che già l’avean cosparsa di essenze
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sollevaron ora la salina, l’avvolsero nei drappi che
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nicchia, aperta a riceverla, l’attendeva. La salma vi
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adagiata, ne fu chiusa l’apertura e il corpo
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superficie irrequieta e malata, l’amore è considerato la
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in che modo? ¶ — Tu l’ami sinceramente Kamelia? ¶ — Sai
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prima alla mia domanda: l’ami tu davvero? ¶ — Oh
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d’una follia, per l’audace e l’imprudente
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per l’audace e l’imprudente che osasse ribellarsi
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modo? ¶ — Kalika non me l’ha detto: ma io
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grazioso scettico che stemperavi l’humor salace nelle tue
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un altro ormai! Io l’amo! io l’amo
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Io l’amo! io l’amo! e non sento
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amico, mi sgomenti! ¶ — Sarà l’aria maledetta di questa
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solo. ¶ IV. ¶ Fuggire! ¶ Ecco l’idea che durante le
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pensarlo. ¶ Dunque? ¶ Non importava: l’idea era una e
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quel mondo, per conquistare l’amore. ¶ E con l
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l’amore. ¶ E con l’amore.... ¶ Ah sì: era
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Una sola cosa attenderebbe l’infelice creatura il giorno
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un vago tremito che l’agitava tutta, Kamelia aveva
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regna il sole e l’azzurro del cielo che
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chi ne avesse tentata l’ascesa. ¶ Essa era detta
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Chiudeva il breve corteo l’amico Edoardo, il quale
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e dolenti. ¶ Compresi. ¶ Era l’ultimo saluto al luogo
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era vero, ma conquistava l’amore più profondo e
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parve penetrare nel masso. ¶ L’oscurità cresceva. ¶ Ad un
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formare un gomito. ¶ Svoltammo. ¶ L’oscurità più profonda era
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dopo anche Edoardo, superato l’orifizio del terribile passo
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sospiro di supremo sollievo. ¶ — L’abbiamo scampata bella! – riuscì
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Se lo diceva!... – mormorò l’amico, – i nostri occhi
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semplicissima sì ma indispensabile. ¶ — L’ascia per tagliarli, vuoi
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altro come barca? ¶ — Proviamo. ¶ — L’idea non è cattiva
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nostra operazione. ¶ Quando scorse l’oggetto del nostro lavoro
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tutti i modi!... ¶ — Ce l’auguro, al pari di
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E se invece.... mettiamo l’ipotesi, ci scaricasse bellamente
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in acqua. Io fui l’ultimo a saltarvi leggermente
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non saprei.... ¶ — È semplicissimo. L’oscurità che ne circonda
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alla quale aveva perduto l’abitudine. ¶ — Ebbene, non t
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completamente digiuni.... o con l’aspetto di miserabili affamati
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Edoardo cadermi addosso per l’urto inatteso. ¶ Kamelia, sempre
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attraente. ¶ — Proviamo a scandagliare l’acqua.... – mormorò Edoardo. ¶ — Ma
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sin quasi alle spalle. ¶ — L’acqua non ha fondo
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fare una cosa, – disse l’amico, la cui calma
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che al nostro risveglio l’acqua, e con essa
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E Kamelia? ¶ Edoardo me l’accennò. ¶ — Vedila lì, al
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che, evidentemente, esser dovea l’uscita della grotta. ¶ Dalle
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vuole, pare voglia essere l’ultimo.... ¶ — Purchè quel foro
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tratto Edoardo si fermò. ¶ L’apertura della grotta era
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onda! ¶ Davanti a noi l’azzurro immenso si stendeva
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Il mare! il sole! l’azzurro del cielo!... ¶ Dopo
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luce!... Il vecchio Kalika l’avea detto! Il sole
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avea detto! Il sole l’ha uccisa, povero fiore