parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, I racconti, 1952

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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1952
dopo che il Vittoni l’ebbe molto supplicata, ed
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1952
ed ebbe giurato che l’avrebbe rispettata, acconsentì a
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andava e veniva per l’appartamento come un padrone
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e, dimenticando il giuramento, l’abbracciò di nuovo. Allora
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sua. Così si vendicava l’intelligenza disprezzata. E la
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il furore del sangue, l’impeto originale e profondo
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Il primo soddisfaceva finalmente l’antico desiderio che aveva
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nitidezza ossessionante, come attraverso l’ingrandimento e la deformazione
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disinvoltura, le appariva come l’incarnazione vivente e odiosa
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ma la Coceanu, impudicamente, l’interrogava, s’informava, la
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come se quello scontro l’avesse confermata in certi
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estorcere qualche beneficio. Ma l’uomo che, dopo averle
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principio, ora che Gemma l’aveva deluso, non intendeva
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ostentatamente a Gemma che l’avvertisse appena l’intruso
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che l’avvertisse appena l’intruso se ne fosse
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altre." E questa fu l’ultima volta che rivolse
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pur continuando a lavorare, "l’atteggiamento che da qualche
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mio marito che è l’uomo migliore del mondo
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Io cara mia," rispose l’altra, "saprei subito donde
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marito." ¶ "Molto bene," disse l’altra premurosa, "fa’ pure
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le sopracciglia, "quella stanza l’avevo destinata ai bambini
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avevo destinata ai bambini..." ¶ L’altra la guardò a
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della Coceanu, il tono, l’espressione le ispirarono un
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le ispirava la Coceanu. L’immaginazione furente e costernata
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si sarebbe ingrassato e l’avrebbe riempita del suo
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buon giorno. Quel che l’atterriva di più in
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in queste immaginazioni, era l’idea della durata. Mai
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aveva deciso di invitare l’amica ad abitare con
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diede subito il consenso. "L’avevo pensato anch’ io
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io perché non te l’abbia detto..." E concluse
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giovavano la confidenza e l’amicizia. Ma Gemma non
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del bel mondo. Gemma l’ascoltò con insofferenza, si
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cercasse di non vederla, l’aveva sempre presente. Come
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camera stava sempre con l’orecchio teso ad ascoltare
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sonno. Oppure, ed era l’aspetto più funesto di
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immagini e i rumori l’opprimevano, ma il solo
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mondo ideale in cui l’anima come in un
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ne era consapevole, ma l’odio contro la Coceanu
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in cui si trovava l’andava liberando non solo
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gli altri invaghimenti che l’avevano accecata fin dagli
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la completa confusione che l’opprimeva preludeva ad una
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a dare a Gemma l’occasione non ricercata né
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fino a voltarsi verso l’amica e domandarle con
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a questo coltello e l’impugnò; per un momento
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avuto pace finché non l’avesse veduta in prigione
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a sedere sul letto l’additava con terrore al
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il capezzale della moglie. ¶ L’infermità di Gemma durò
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gli conveniva tenere. Finalmente l’amore per la moglie
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che valeva di più l’unghia di una di
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e quel mondo non l’avrebbe mai degnato neppure
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alle tante altre che l’avevano preceduta, ripiombò Gemma
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a Gemma che, passato l’inverno, se non fosse
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se non fosse venuto l’ambito trasferimento, sarebbero andati
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lettura. La casa non l’interessava e perciò la
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la città. Gemma prese l’abitudine di levarsi dal
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giovani eleganti della città l’accoglievano con qualche frase
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di benificenza. Il cinema l’aveva salvato da una
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sua città e aveva l’insensibilità allo squallore che
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dissipazione e di avventure, l’avevano presa a benvolere
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anche di aver girato l’Europa; non c’era
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col diminutivo. Dando così l’impressione di avere avuto
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già acquistata, ma anzi l’aggiornava continuamente, riuscendo, non
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a chi le domandava l’età, rispondeva senza esitare
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carissimi. ¶ In breve tempo l’intimità delle due donne
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lusingare la povera Gemma. L’ascoltò in un silenzio
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silenzio inorridito e stupefatto, l’interruppe spesso con esclamazioni
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giunsero nel Corso. Era l’ora del tramonto, la
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era quel giovane che l’ultimo autunno l’aveva
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che l’ultimo autunno l’aveva accompagnata in automobile
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questo turbamento, si aggiungeva l’effetto del molto vino
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si allungavano bizzarramente sopra l’asfalto. Quando furono sotto
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la Coceanu, "sembrate fatti l’uno per l’altro
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fatti l’uno per l’altro." E scomparve a
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pur bevendo, Gemma, nonostante l’ebbrezza, non poteva fare
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ella non sapeva distaccare l’idea della virtù da
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o nessuna speranza per l’avvenire. Meglio, perciò, come
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quello del Vittoni. Poi l’amica uscì per andare
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Era quel periodo tra l’ottobre e il novembre
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aveva alla sua destra l’astro bianco e scintillante
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Non era forse questo l’amore, ella pensava, amare
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suoi fini. Ma, come l’uomo esperto che era
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era meglio lasciare andare l’acqua per il suo
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pilastro, si vede soltanto l’altare con tante fiammelle
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tra i fiori, intorno l’immagine scura e dorata
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convinta di aver trovato l’anima delicata che cercava
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delicata che cercava. Non l’ascoltava forse il Vittoni
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passeggiata per giustificare tutta l’avventura, semmai si sentiva
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e non desiderava che l’appoggio di una autorità
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Gemma tanta disinvoltura fece l’effetto di un giuoco
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era chiaro, non faceva l’ombra di un dubbio
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Poi tornava a farle l’elogio del Vittoni che
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che, secondo lei, era l’uomo che ci voleva
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voleva per rendere felice l’amica. Andò a finire
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aiuto prezioso. Questo pensiero l’assillò tutta la giornata
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tornata nel pomeriggio, con l’intenzione inconfessata di ricordare
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e farle capire che l’accettava, non trovò che
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A lungo, dopo che l’amica se ne fu
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stesso tornasse e tendeva l’orecchio nella speranza di
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rassegnò a partire. ¶ Ormai l’estate era finita, tutti
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in casa sua, ce l’avrebbe subito portata. Gemma
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prenderlo in parola, e l’altro, pungendola nell’amor
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poi si lavava con l’acqua fredda gli occhi
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della figlia, pareva intuire l’amarezza di questi ritorni
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ritorni. E sebbene molto l’amasse e molto avesse
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bussare alla sua porta, l’amica non si fosse
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Gemma con calore che l’onestà di Paolo non
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Paolo, non perdeva mai l’occasione di insinuare qualche
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oziosi che incontrava durante l’estate alla villa. ¶ Si
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un tavolo enorme che l’ingombrava tutta. In altri
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ogni anno per alleggerire l’insegnamento delle materie più
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e dalla sua inesperienza, l’avrebbe portata sugli argomenti
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madre i piatti dentro l’acquaio, ella poteva sempre
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poteva sempre rifugiarsi con l’anima in quel mondo
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Così, molto malinconicamente, passò l’inverno. Ma, verso marzo
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quella notte la passione l’aveva spinto a bussare
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della propria vita. Descriveva l’angustia, la tristezza, il
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dirà sì o no..." ¶ L’altro fece una specie
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enormemente corrotta ed egoista. L’idea che questa speranza
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perduti che ci vedono l’ultima e la più
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1952
e questi sotterfugi, passò l’inverno alla casa del
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sguardo poteva abbracciare tutta l’immensa pianura fino ai
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monti azzurri che orlavano l’orizzonte, e lì contemplava
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fortuna le sorridesse e l’accarezzasse; e ne provava
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speranza di giorni migliori, l’austerità sgraziata e sciocca
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precludeva le lagrime e l’inclinava piuttosto allo sdegno
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stava seduta. Sperava che l’ira sarebbe sbollita in
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senza molta fiducia, anche l’appello al sentimento filiale
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che ora, come se l’aver tolto di mezzo
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di te... altrimenti te l’avrei detto prima... ora
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in quest’equivoco che l’aveva portata a guardare
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i vuoti sogni mondani l’avevano salvata dal raccapriccio
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svanito il primo stupore, l’assaltarono un senso forte
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che per dignità, non l’avesse interrotta. "Ora non
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voce, dopo tanto silenzio, l’errore prediletto e ora
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risposta. "Ma vedrai che l’anno prossimo ti inviteranno
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e delle forze che l’avevano provocato, nulla pure
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momento, Gemma, come se l’avesse osservato per la
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di pensare, era questo l’uomo a cui stava
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serenità non aveva che l’apparenza e, dietro quella
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dire la verità. Non l’amo, almeno per ora
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altro che bugie: non l’amava, era già decisa
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schermiscono dagli applausi, indicando l’autore della commedia. Finalmente
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fuori di sé, era l’incauto sarcasmo al quale
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villa, invece di avvilirla, l’aveva insuperbita. Per quanto
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altri mobili della stanza, l’aprì, ne trasse una
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raccolta, gli parve che l’amante non avrebbe potuto
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gli pareva che per l’amante, nuda com’era
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piuttosto se stesso che l’amante; perché, mentre ella
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ridestare il morto sentimento, l’avrebbe spinto un tratto
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e irreparabile di rottura, l’amante che compostamente, un
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compostamente, un panno dopo l’altro, si rivestiva dall
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del quale era rimasto l’incavo che ci aveva
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andò alla finestra e l’aprì. Non pioveva più
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non potere essere distinte l’una dall’altra. "Come
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le due Foresi occupavano l’ultimo piano di un
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qualche abito meno dimesso l’avrebbero facilmente trasformata. Era
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confermare il contrasto tra l’umile vita presente e
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avevano a un dipresso l’età di Gemma. Ancora
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conoscere la villa. Poi l’avevano mandata a prendere
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altra roba smessa e l’incaricavano di tutti i
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domandavano dove avrebbe passato l’estate. "Oh vi si
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villa; ella aveva rifiutato l’offerta di matrimonio di
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notissimo e ricco giovane; l’inverno prossimo l’avrebbe
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giovane; l’inverno prossimo l’avrebbe passato a Roma
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seguite e, come tale, l’avesse illusa di non
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che certe lontane esperienze l’avevano costretta a reprimere
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insignificante discorso, descrivere minutamente l’apparenza e la condizione
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e ingenua della figlia, l’immagine irreale di un
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figlia, su questi argomenti, l’accordo era perfetto, inebriante
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quel giorno aveva trattato l’amica delle sorelle nella
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pur vivendoci insieme, non l’avesse mai osservata con
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uscì dalla villa con l’intenzione di cercare un
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cicala; le lucertole, con l’ombra sotto la pancia
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fresco che altrove, anzi l’aria raccolta e piena
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corpo. Egli osservò soprattutto l’eleganza e snellezza della
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rosso e accaldato per l’afa, coi capelli neri
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diceva che Gemma era l’amica della sorella e
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dichiarare i propri sentimenti. L’idea che Gemma fosse
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per quanto fosse invaghito, l’idea di far di
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sebbene molto lo turbasse l’idea che fosse sveglia
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di ottima famiglia. Ma l’amica alzò le spalle
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famiglia benché conoscesse poco l’uno e l’altra
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poco l’uno e l’altra, supplicava l’Anna
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e l’altra, supplicava l’Anna di riflettere prima
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fervida e insistente che l’amica l’interruppe ad
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insistente che l’amica l’interruppe ad un tratto
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fatto che Gemma, consigliando l’amica, si vedeva veramente
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e dei propositi che l’avevano spinto ad entrare
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rivedeva con limpidità, come l’aveva sempre veduta, la
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avrebbe lasciato la villa. L’anno dopo egli avrebbe
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dopo egli avrebbe passato l’estate altrove oppure si
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incendiare di speranze chimeriche l’immaginazione di Gemma. In
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calcoli guardava la porta, l’ululato della sirena cresceva
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questa morte sarebbe stata l’ultima ingiustizia dopo una
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un’improvvisa, intollerabile vergogna l’invase. L’essere giunto
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intollerabile vergogna l’invase. L’essere giunto, in quell
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Gli pareva di essere l’ultimo degli uomini e
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e il più malvagio, l’idea che il professore
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professore il giorno dopo l’avrebbe scacciato dal sanatorio
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il giorno dopo qualcuno l’avrebbe punito con giusta
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rutilante che, passando sotto l’angolo della finestra, veniva
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aspetti della realtà che l’opprimeva: la bambina, lo
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c’è ancora per l’aria il puzzo della
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testa in giù, con l’intenzione di spingere quei
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fronte al dolore, e l’altro non meno istruttivo
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superare il malessere che l’opprimeva... "Che ho fatto
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necessario..." Si voltò verso l’infermiere e con un
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via queste coperte," ordinò. ¶ L’austriaco ubbidì. Nudo, Girolamo
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1952
incominciò il ragazzo; ma l’altro lo interruppe: "Pensi
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più splendida: fin dove l’occhio poteva arrivare, si
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sua dove sapeva che l’amante stava già aspettandolo
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di queste sue ricchezze l’uso più giudizioso e
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concludere alla fine che l’origine del suo malessere
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animo pieno di speranza l’avevano subito deluso: egli
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1952
era in lui neppur l’ombra di una malattia
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1952
tutti gli altri che l’avevano preceduto. Gli bastava
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nonostante la vuotaggine e l’amarezza di queste cure
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due ore, forse perché l’impiego che ne faceva
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il suo arido tormento. ¶ L’appartamento di Lorenzo stava
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1952
erano che due presso l’imboccatura, così che quel
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1952
che, come aveva immaginato, l’amante era già arrivata
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1952
aspettandolo. A questo pensiero l’assalì contro la donna
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punte aguzze. Incuriosito, disfece l’involucro di carta: era
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di venire all’appuntamento, l’amante che era maritata
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1952
balocco nella carta, appese l’impermeabile e il cappello
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la donna, per ingannare l’attesa, aveva preparato se
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e piovosa, avesse subito l’impressione di una intimità
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fosse accesa ed ella l’aveva avvolta nella sua
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viso. Tutto questo Lorenzo l’osservò nella prima e
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fu un nuovo silenzio, l’amante gli mosse tre
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1952
attesa nel quale Lorenzo l’aveva trovata entrando nella
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curiosa di sorprendervi sotto l’ampia e immobile bianchezza
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1952
di ferro del medico, l’amante non cessava di
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1952
queste domande, ma, guardandola, l’occhio reso più acuto
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uno schianto irresistibile tutto l’odio accumulato in quei
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1952
volontà, gli avesse inondato l’anima: "Che cos’è
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1952
domandò indicando la mano. ¶ L’amante sorpresa abbassò gli
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avesse detto che era l’alba e il sole
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1952
mano affettuosa. Incomprensiva, perplessa, l’amante tacque per un
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1952
e come sia fatto?" ¶ L’aridità del sentimento gli
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1952
lo sforzo che per l’eccitazione, più annoiato che
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1952
lettere di quel giorno. L’uscio non si era
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1952
quelle immobili della fanciulla. ¶ L’atteggiamento della Polly fu
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1952
volta; ma il pallore, l’immobilità imbarazzata, l’espressione
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1952
pallore, l’immobilità imbarazzata, l’espressione d’attesa della
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1952
Polly gli facevano capire l’assurdità di queste nostalgie
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1952
Ma nel corridoio, mentre l’austriaco lo trascinava verso
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1952
già immaginava di raccontargli l’accaduto, di ridere insieme
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1952
così, signor Girolamo," incominciò l’austriaco, "ora le toccherà
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1952
non lo sa..." spiegò l’infermiere. "Il signor professore
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1952
il signor Brambilla e l’ha trovato guarito... e
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1952
Con un ronzio monotono l’ascensore saliva. Immobile in
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1952
guarito, partiva, e non l’avrebbe neppure ascoltato; il
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1952
e abietta buona fede. ¶ L’urtare che fece il
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1952
fu interrotto dal Brambilla. ¶ "L’avevo sempre detto io
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1952
stesso e agli altri l’impressione di una certa
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1952
scandalo, che sia per l’infantilità della ragazzetta, sia
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1952
meglio che fosse completa. L’idea della morte non
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1952
si presentò spesso sotto l’aspetto quasi allettante di
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incipriò, si profumò con l’acqua di Colonia, con
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1952
oggi, signor Girolamo," disse l’austriaco con una grande
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tutta la notte," rispose l’infermiere sempre con la
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chi sta per svenire. L’infermiere intanto s’era
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del signor professore," disse l’austriaco, levandosi tutto rosso
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1952
Non ha detto altro?" ¶ L’infermiere aveva una faccia
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1952
sue?" ¶ "Ma sì," disse l’austriaco con un viso
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riprovazione dei due uomini l’avevano riempito di un
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vide esitare, quindi aprir l’uccio. ¶ "Allora arrivederci e
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morire affatto, udì anche l’uscio della stanza attigua
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disordine. ¶ Tutto quello che l’infermiere, con quel suo
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tornava in mente con l’intensità propria ad ogni
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ad ogni stato febbrile. L’idea che la bambina
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raffigurò la ragazzetta come l’aveva tante volte veduta
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ciò che è accaduto l’ha riempita suo malgrado
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stavano il Brambilla e l’infermiere: "Sono solo," pensò
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più saperne di me." ¶ L’entrata improvvisa di una
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grande attrazione. Girolamo che l’aveva sempre veduta anche
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nel momento in cui l’infermiera stava per andarsene
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sta meglio," concluse seccamente l’infermiera, "desidera altro?" ¶ "E
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la sua famiglia non l’aveva mandato senza sacrifici
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la partenza dal sanatorio, l’arrivo a casa. le
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perdere la stima e l’affetto dei genitori; non
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avessero saputo la verità, l’avrebbero disprezzato anch’essi
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del ragazzo, non ha l’abilità di Joseph, d
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pianterreno; sono già dentro, l’ascensore comincia a discendere
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quel ronzio elettrico che l’accompagna più forte e
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letto, un’angoscia assurda l’opprime, "bisogna fermarsi," si
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ululato della sirena per l’aria, con quello scalpicciare
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questo lo sapevano, ma l’idea di aver commesso
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se avessero voluto con l’azione soffocare il loro
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ordine. Poi, uno dopo l’altro, uscirono dalla stanza
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e una Notte, faceva l’effetto di un paradiso
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nella cameretta intere giornate l’uno a fianco dell
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figlio di un capomastro, l’aveva a poco a
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tempi Girolamo aveva commesso l’imprudenza di mostrare al
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per protestare con sicurezza. ¶ L’altro scoppiava a ridere
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a me... Hanno tutte l’amante le ragazze come
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dell’uomo, così persuasiva l’atmosfera di umiliazione nella
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sposerei neppure per tutto l’oro del mondo...; non
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Dipende, signor Brambilla," rispondeva l’ottuso austriaco ridendo d
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sia qualcosa sotto?" continuava l’altro. "La signorina avrà
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sue ragioni," rispondeva ridacchiando l’infermiere che, senza gli
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cose." ¶ "Ma lei non l’ha vista la donna
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Brambilla: "Su, non faccia l’imbecille... perché Joseph non
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sposano?" ¶ Era chiaro che l’infermiere, nonostante tali incoraggiamenti
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fotografia: ¶ "E ora che l’ha guardata," pregava, "per
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crudele. Il commesso e l’infermiere non scorgevano quanto
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rendergliela, signor Brambilla?" domandava l’austriaco sorridendo. ¶ "Sì... me
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era da parte sua l’impegno, così perdutamente egli
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otto mesi prima. Ma l’artificiosità di questo suo
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quei pentimenti che mostrano l’inesistenza dei delitti di
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accorgeva che quel che l’aveva svegliato era la
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fin dal mattino e l’aria viziata della notte
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confidato di essere stato l’amante di una principessa
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amante di una principessa, l’avrebbe senz’altro creduto
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il Brambilla ebbe finito, l’infermiere si voltò verso
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guardava fissamente: "Non faccia l’imbecille," proruppe alla fine
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Chi lo dice?" rispose l’altro, "per esempio, non
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avuto un signor Girolamo?" ¶ L’infermiere che, nonostante gli
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il ragazzo, sia per l’età, sia per l
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l’età, sia per l’origine familiare, fosse il
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uscì. Per quella sera l’argomento della piccola inglese
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pensava ingenuamente Girolamo, ecco l’amicizia ottenuta. Che, poi
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nulla", gli suggerirono alfine l’idea che cercava: per
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meritare la stima e l’amicizia del Brambilla, egli
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figlia, ed ecco perché: l’aveva prima di tutto
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prima di tutto offeso l’essere stato messo a
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bambina di quattordici anni; l’avevano poi urtato quell
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Questi pensieri gli davano l’impressione d’essere molto
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Girolamo al piano inferiore, l’alba stentò a spuntare
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ansietà, un malessere intollerabile l’opprimevano. Quasi con voluttà
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annunziò quasi militarmente strizzando l’occhio al Brambilla e
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in quella stanza, e l’austriaco, disposto il suo
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letto, e come se l’avesse vista per la
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seduzione. Fu dunque con l’aria più naturale.di
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braccio restò come egli l’aveva messo, inerte e
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strada in strada con l’animo pieno di angoscia
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Ma ora, pur tenendo l’amante sopra le ginocchia
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invadeva il giovane. "È l’ultima volta che sto
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se lo confessava, ma l’avrebbe amata di più
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sommità del petto donde l’età li aveva scacciati
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potuto avere se, precedendo l’amante nelle sue stesse
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poco. Un uomo che l’aveva molto amata, rispose
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addietro; e aggiunse che l’aveva incontrato il giorno
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Ma il giovane non l’ascoltava più, ripreso a
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discinta, pudica; e altri l’avevano amata prima di
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Così, nel silenzio, come l’umidità di un mantello
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aprì distrattamente un cassetto, l’occhio annoiato gli cadde
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ironiche del giovane; e l’accusavano. Di che? di
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uomo ti fece ballare l’ultimo valzer e il
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lei, pietra su pietra, l’architettura della sua antica
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insanguinato, le impronte digitali, l’aria viziata dai profumi
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guardò curiosamente come se l’avesse veduto per la
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in piedi. Uno dietro l’altro uscirono entrambi dal
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la padrona sempre invitata, l’assenza di cuoca o
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suppellettili casalinghe; per completare l’impressione non mancava che
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con la guancia. ¶ Egli l’interruppe a questo punto
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stuzzicandosi i denti con l’unghie aguzze e dipinte
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come fanno i bambini. L’ombra impediva di scorgere
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il profondo malessere che l’opprimeva, richiuse dietro di
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somma di denaro per l’acquisto dello champagne, dei
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E la ’principessa’ non l’invitiamo?" domandò Ripandelli, un
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Lucini, e Micheli approvarono l’idea di invitare la
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quel che era successo l’ultima volta: la "principessa
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ecc... ecc... ¶ Soltanto Costa; l’uccello di malaugurio come
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fumo delle sigarette annebbiava l’aria, faceva un caldo
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dal soffitto e per l’occasione vi erano stati
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e in fondo, sotto l’angolo della scaletta che
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colori; la fronte se l’era stretta in una
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rispose: "Voialtri giovanotti gettate l’amo a più donne
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in completa solitudine, "proprio l’altro giorno lo dicevo
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dicevo appunto al duca L., che mi pregava per
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forte ma la donna l’accettò senza protestare: "E
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senza protestare: "E se l’invito," domandò con voce
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a casa... lei ha l’automobile, non è vero
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scala e minacciandolo con l’occhialino, "ha pensato a
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piede di qua e l’altro di là: "Io
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un barlume di coscienza l’avesse illuminata ed ella
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la bottiglia vuota e l’abbatté con forza sulla
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un seno di qua, l’altro di là, e
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diventare bianco: ¶ "Questa volta l’abbiamo fatta grossa," disse
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terra e le appoggiò l’orecchio sul petto. Dopo
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erano abbastanza stretti, tra l’uno e l’altro
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tra l’uno e l’altro, ecco, laggiù sotto
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avrebbe fatto, ora che l’aveva lasciata, a passare
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per la stanza. Poi l’occhio gli cadde sulle
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afferrarne il senso, e l’immagine di Santina gli
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in fretta una sigaretta, l’accese, pur tenendo gli
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una furiosa impazienza, non l’ascoltava più, l’aveva
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non l’ascoltava più, l’aveva afferrata per la
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tu mi odierai..." ¶ Stavano l’uno accanto all’altro
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peso, la mise dentro l’armadio e prima che
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andò alla porta e l’aprì. Come aveva immaginato
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di seta spiegazzata dentro l’armadio. Gianmaria corse ad
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chiesa vicina, che aveva l’abside e il campanile
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ore. Quei due, seduti l’uno accanto a l
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l’uno accanto a l’altro sopra il letto
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che io dia loro l’impressione che ti voglio
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che un solo momento l’attenzione di Gianmaria. Soprattutto
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strano a dirsi, nonostante l’infame mercato a cui
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contro Gianmaria. Egli rende l’abbraccio, ma con gli
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fredda oscurità della stanza l’avvolgeva d’ogni parte
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la lampada del comodino. ¶ L’orologio posato presso la
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del mattino. "Ho avuto l’incubo tutta la notte
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e alla ragazza quanto l’amasse e fino a
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Cocanari." Singolarmente lo commuoveva l’idea che la ragazza
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del suo respiro; tese l’orecchio, ma non gli
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afferrò la busta e l’aprì. La lettera era
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nervosismo della giornata avanti, l’alzata mattutina, la fatica
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avevano rotto il corpo; l’animo sgombro d’ogni
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Santina gli aveva dato l’appuntamento. ¶ Non stentò molto
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passati dieci minuti e l’orchestra aveva appena attaccato
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sedette, prese una sigaretta, l’accese, "un cognac," ordinò
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e considerandolo: "No, non l’ho dimenticato," soggiunse, "ma
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di arrossire, "credo che l’età proprio non c
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ci andava di mezzo l’amor proprio, volle guadagnar
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costringendola a risedersi, "dove l’hai questa boccetta?" ¶ La
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la peggio e, lasciato l’oggetto, si rincantucciò umiliata
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polsi. " Ma Gianmaria non l’ascoltava. Aveva aperto la
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delle spiegazioni e, quando l’avesse ottenute, quasi certamente
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fatto vivo. Uno dopo l’altro sfilavano questi personaggi
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parevano incapaci di porgergli l’aiuto di cui aveva
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rispose continuando a fingere l’imbarazzo, "stasera, domattina..." ¶ "Stasera
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giorni e ci faremo l’amore... e sarò tua
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Uscirono dai giardinetti, raggiunsero l’imboccatura del ponte: qui
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di seguirlo. Attraversarono così, l’uno dopo l’altro
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così, l’uno dopo l’altro, una mezza dozzina
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colonne doriche, e, tra l’una e l’altra
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tra l’una e l’altra colonna, busti di
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tempio si sarebbe trovato l’altare. Presso la tavola
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zio di Gianmaria aveva l’aspetto e i modi
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1952
e dolciastro, fresco nonostante l’età, con occhi azzurri
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giorno di stoffa grigia, l’altro per la sera
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sera, turchino. Il primo l’aveva addosso, il secondo
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fiorata, si lavò con l’acqua fredda le mani
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pettinarsi, ma, pettinandoseli, tolse l’umidità che teneva uniti
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baccano del gong: era l’ora della cena. ¶ Subito
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ora della cena. ¶ Subito l’assalì un malessere ansioso
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di nuovo nella stanza. L’aveva scampata per un
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per ogni senso, rendendo l’appartamento molto simile ad
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di sfilare dall’alto l’abito del giorno. La
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porta dai vetri verdi. ¶ L’inattesa apparizione del corpo
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per quanto lo permetteva l’ardore naturale, rispettoso; e
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petto e nelle anche l’indefinibile e vago rilievo
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degli atteggiamenti, ella sembrava l’incarnazione vivente dello spirito
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tra un boccone e l’altro, la qualità del
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lo confessava, ma ora l’angustiava il timore che
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indecise che sembrano denotare l’ostinazione e l’ottusità
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denotare l’ostinazione e l’ottusità di una intelligenza
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1952
palpebre un po’ gonfie; l’espressione di questi occhi
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sera, si sentì invadere l’animo dalle più ardite
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pranzo sarebbe finito. Ma l’altra cameriera aveva un
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di rabbia, che Santina l’aveva tanto guardato e
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tra la paura e l’ilarità, la servetta Edvige
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Veramente quel formaggio me l’ha dato la signorina
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ragazzo la rabbia e l’umiliazione. "Certo, non sono
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ancora nella bocca permaneva l’infame gusto del sapone
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gli sguardi e con l’occhialino, "non mi riesce
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a sbucciarlo. ¶ "Ah, farà l’avvocato?" ¶ "No, veramente," rispose
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lui in diplomazia... forse l’ha conosciuto?" ¶ "No, veramente
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abbiamo incontrato a Ostia l’altr’ anno?... Stava anche
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corresse la madre, "forse l’ha conosciuto... un giovane
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tra il giallo e l’olivastro, gli occhi neri
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scattare il coperchio e l’offrì aperto ai tre
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di odiare con tutta l’anima il suo itterico
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mio caro Bargigli," rispose l’altro con freddezza, "che
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di tutto cuore," fece l’altro sardonico, "ma sa
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gesto assai espressivo fregando l’uno contro l’altro
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fregando l’uno contro l’altro il pollice e
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altro il pollice e l’indice della mano destra
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piano piano, si allontanavano, l’uno a fianco dell
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era rimasta come Gianmaria l’aveva veduta un’ora
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solo nella tua stanza..." ¶ L’uno contro l’altro
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stanza..." ¶ L’uno contro l’altro sussurravano e contrastavano
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via e scomparve dietro l’angolo del corridoio. ¶ Gliel
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che la sofferenza per l’indugio di poche ore
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appena scomparsa la ragazza, l’assalì improvvisamente, al pensiero
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Quindi, rialzandosi: ¶ "E dove l’ha la sua famiglia
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rispondere, ma di nuovo l’immagine di Santina gli
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per il contrasto tra l’ardore interno e quella
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Dapprima non vide che l’ombra in cui luccicavano
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degli specchi, poi, abituandosi l’occhio, scorse i due
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Mancuso stava seduto sopra l’orlo di uno sgabello
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alla finestra, largamente espandendo l’opulenza della persona e
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tua. È tua figlia, l’hai educata tu, spettava
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tra indifferente e annoiata. ¶ L’altro si arrabbiò. "Come
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tiene, darebbe sua madre, l’uomo che ama, tutto
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fiore rosso e se l’appuntò al petto sparpagliandone
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sopra la soglia. Ma l’Amelia, che l’aveva
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Ma l’Amelia, che l’aveva veduto apparire dentro
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disinvoltura forzata di tutta l’accoglienza. Sembrava provasse un
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il Mancuso era ricco, l’amava, sarebbe stato un
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rapporti con il Mancuso, l’avrebbe poi sposata? Non
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Imbarazzato Silvio rispose che l’importante non era tanto
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che il Mancuso era l’amante di tua madre
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in campagna. "Questo non l’ho mai detto... ho
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negligente col quale ripose l’astuccio, Silvio indovinò che
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astuccio, Silvio indovinò che l’oggetto era nuovo: "Chi
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era nuovo: "Chi te l’ha regalato?" domandò. ¶ "Me
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ha regalato?" domandò. ¶ "Me l’ha portato oggi Gino