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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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1936
istinto. Ma non ce l’ho fatta. E non
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compromettere e render vana l’opera mia e vostra
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di vite, io. Me l’hanno tolto e c
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capitano De Cadilhac desse l’attenti: ognuno aspettava che
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rapporti: ¶ 1) Continuate a tener l’occhio fisso sulle salmerie
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salmerie. Le salmerie son l’anima dei reparti. Un
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sorvegli la foraggiata e l’abbeverata. Un altro Ufficiale
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nel baccish. Ricordarsi che l’ascaro riduce tutto, compreso
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perseguitarlo. Soprattutto in marcia. L’ascaro tende a sfuggire
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prima di aver ottenuto l’autorizzazione. ¶ 2) Come sta il
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non saper mai distinguere l’una dall’altra; rientrare
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perché gli altri non l’avevano fatto con me
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dal reticolato che circondava l’ultimo sussulto petroso del
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uomo mi ha dato l’ebbrezza d’un piacere
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se stesso, non per l’immagine, che può rimbalzarci
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abbreviare di qualche ora l’attesa. Quando, a noi
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ufficiali. Gli ascari no. L’avevano sempre detto, loro
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loro, che un giorno l’ombra del signor maggiore
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farne né a riceverne. L’idillio è l’atmosfera
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riceverne. L’idillio è l’atmosfera che più ripugna
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quadri e ne compromettevano l’organicità, un’unità di
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durante la notte, e l’alba, poi, spazza via
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il battaglione. Finisci con l’amarlo indipendentemente dal fatto
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Non è facile: perché l’ascaro dandoti tutti i
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oltre la Guerra e l’Esercito, una personalità di
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noialtri che ci apparteniamo, l’elogio delle truppe indigene
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quanto male ha fatto l’Africa di Hollywood, così
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come i pellicolai americani l’hanno mandata a spasso
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è un’altra cosa: l’ascaro parte dal suo
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sistematica semplice e dritta: l’umanità si divide in
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Goitana» e impara – è l’ascaro stesso che te
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disopra, il motore immobile, l’Assoluto. A te tutto
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vertigini. È difficile far l’idolo, dal culmine dell
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che il momento, che l’occasione verranno in cui
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spina dorsale, la malaria, l’ameba tropicale; hanno anche
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fisico, tronchi nel morale. L’Africa è fatta così
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è Sciumbasci, il gerarca, l’aristocrate della compagnia. Non
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gambali e, in genere, l’orologio. È il deus
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che sta a Roma. ¶ L’altra sera sono andato
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C’era festa grossa: l’ottavo nato, vivo e
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in due tempi rigorosi: l’attesa della pioggia, la
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Poi ti ci avvezzi, l’aspetti come una liberazione
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scuderia. Oramai è sacramentale: l’ascaro non lavora sotto
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lo rende triste. Se l’obblighi resta, perché Goitana
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Goitana sa cose che l’ascaro non sa e
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il solito cappello. Qui l’acqua, prima di sentirla
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uniforme e rimasto popolo: l’acqua scorre via sulla
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abitanti d’oltre confine. L’acqua stessa, in quell
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è bagnato, si cambia l’abito e che in
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tukul c’è perfino l’attaccapanni con la divisa
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il significato. Da noi l’acqua, rara o frequente
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1936
è rimasto puro. Italiani l’hanno riempito, gonfiato, complicato
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ed Ellèni Uolde Gherghìs, l’anziana del villaggio, dice
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Forte Angerà c’è l’VIII e su quello
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suscita commenti e ricordi. L’ambizione più diffusa è
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rimpiange che il calendario l’abbia messo fuori uso
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così chiara che sembrava l’annuncio celeste del Mascal
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1936
fine delle grandi piogge. L’ordine di partenza venne
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ci aiuta. Perché per l’ascaro la potenza del
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nessuna cosa terrena, ma l’idea di Dio trascende
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immergerci nella fiamma. Ho l’impressione che nulla ci
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la luna le imbianca, l’ascaro non dorme. Si
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notti così chiare che l’alba vi scivola su
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1936
e di chiarore, oltre l’ultimo spigolo dell’amba
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1936
È un momento solenne, l’unico momento in cui
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passo senza cantare) e l’unica pena è di
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si andava. Siam soldati. L’importante era che si
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ogni possibile catastrofe. ¶ Solo l’ascaro non è convinto
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per la guerra, con l’idea della guerra: un
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pascola il bestiame fra l’erbe grasse, e nei
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questa? C’è perfino l’obbligo di camminare lungo
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protegge, bonifica. ¶ Bella per l’ascaro sarebbe la razzia
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1936
stato ad Adua. ¶ Invece, l’hanno messo a far
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messo a far strade. ¶ L’ascaro odia il lavoro
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queste cose incomprensibili con l’idea di Dio e
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se lo rappresentano come l’ultimo epigono di una
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1936
del XX Battaglione eritreo. ¶ L’azione si svolge sull
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etiopico pochi giorni dopo l’inizio della guerra italo
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abissina. ¶ La scena è l’interno di una tenda
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Due finestrini per parte. L’uscita è un lembo
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Sveglia, Spada! Non è l’ora di dormire questa
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di notte non è l’ora di dormire? ¶ FABRIZI
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1936
iersera? Un battaglione dopo l’altro. Secondo me, hanno
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un gesto comico fa l’atto di proteggersi la
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fare il becchino, non l’ufficiale (si attacca alla
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grave e urgente. Abbiamo l’ordine di attaccare all
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nemiche e questo è l’ordine di operazioni. Il
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ha soltanto una mamma… L’abbiamo tutti, o per
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o per lo meno l’abbiamo avuta, una mamma
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gesto d’imbarazzo) Ho l’impressione che Lei conosca
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Sì, mi ha scritto l’altro ieri. Anzi… una
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1936
nei bambini è naturale. L’unica che non dimenticò
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1936
mia madre che, per l’età, era diventata un
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qualche volta? ¶ MAGGIORE: No, l’ho «sentito». I campagnoli
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conducono al cinematografo. È l’unico divertimento cittadino che
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1936
sembra che questa serenità l’avrei persa se fossi
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1936
E ora a chi l’ha affidata? A parenti
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quarant’anni e che l’ha vista nascere. ¶ MAGGIORE
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scarogna, nelle mie condizioni – l’ameba non mi risparmierà
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tirando fuori di tasca l’orologio e il portafoglio
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pare che questa sia l’unica cosa veramente importante
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prima d’aver rivisto l’Italia… la mia Italia
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Italia… la mia Italia. L’Italia – creda a uno
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un) Grazie. ¶ GHIZZONI (vedendo l’imbarazzo del Maggiore, imbarazzato
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appena ti ha visto. L’elogio del colonnello… Ah
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Bravo!». È stato verso l’una. ¶ GHIZZONI: All’ultimo
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nostri dovrebbero già ripiegare. L’ordine è venuto da
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ferito lo sapevo, ma l’avevo visto rialzarsi e
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so, non credo… quando l’han portato qui era
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1936
una lettera per te (l’estrae di tasca). Me
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poco): E ora dove l’hanno messo? ¶ GIUSTI: Chi
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mano il fucile, con l’altra la sciabola… ¶ GHIZZONI
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sciabola… ¶ GHIZZONI (che non l’ha udito): Scusa, dottore
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1936
è andata? Cosa? Ah, l’azione! Sono in fuga
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Le interessa sapere che l’ho proposta…? (Si tocca
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il vero, questa decisione l’avevo già presa tante
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permette, nella sua casa. L’idea non l’atterrisce
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casa. L’idea non l’atterrisce? ¶ GHIZZONI (con una
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perché il conto non l’ho mai fatto, ma
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Son le Balilla, no, l’ultimo tipo? Be’, insomma
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sa che non conosco l’Italia? È buffo ma
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guarderò, così per darmi l’aria di far qualcosa
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di falegname e costituiamo l’associazione dei reduci d
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so il latino. Non l’ho mai confessato a
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gli occhi spalancati verso l’alto) Ghizzoni!… Ghizzoni! (Lo
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tutti vanno a baciare l’altare. ¶ Dal tempio di
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Stiamo su Saganeiti ¶ come l’aquila sta sulla roccia
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paese ¶ a dire che l’ascaro è morto col
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Seium ha tremato. ¶ Ascari ¶ L’uomo di qui, perché
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ascaro. Allora è tuo, l’hai in pugno. Vedi
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fucile e alla giberna. L’ascaro non vuol bene
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di religione uguale e l’ufficiale presenzi, garanzia di
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1936
manca ancora qualcosa. Poi l’ascaro, ch’era bocconi
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e questo canto è l’unico ritmo ordinato del
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secondo i figli, secondo l’anzianità. Si paga in
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leggere né scrivere, ma l’aritmetica della loro paga
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mezza paga, si aggiunge l’assegno corredo, si prendono
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Solitario e ferrigno, agguata l’amba funesta e le
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ridicolo. Non lo turba l’orizzonte infoschitosi verso il
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cavallo, afferrava una dopo l’altra nove pistole cariche
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Pirzio. Nessuna tromba sonava l’attenti al suo ingresso
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Pirzio fece un cenno. L’ascaro si affacciò alla
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più intensa perché, morto l’uomo, la casa e
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un brivido lungo, viene l’alba. ¶ Soste ¶ Chissàt Atrò
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a corpo morto, con l’idea che essa dovesse
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sgorga impetuosa d’oltre l’amba. ¶ Sella Vrarà ¶ Quel
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battuto oggi a cavallo l’ho visto stasera popolarsi
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circonda? E invece, nulla. L’interiorità è gorgònea: una
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volto a gravità (passata l’angoscia del pericolo, passata
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maglia dentro il tascapane. L’operazione fu delicata e
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il buluk, che per l’occasione aveva fatto più
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è Menghesti e noi l’amiamo. Quando, tanti e
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rosso sul tarbush. Così l’alba le ingoiò, loro
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e la protegge. Sicché l’anima di coloro che
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a Dio che è l’amico del Governo». ¶ Così
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a diventare inquieto. Fiutava l’aria, ogni tanto s
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a portargli lo zighinì, l’angerà e la burgutta
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quando Goitana arrivò correndo. L’occhio dall’orbita sgorgava
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e lui svegliamo subito l’occhio che dorme, Tesemmà
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un raggio di sole l’accese, mentre si partiva
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dei muli. Lui stesso l’aveva chiesto, perché c
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posto la faccenda. ¶ Per l’occasione Tesemmà, che di
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i motivi gravissimi che l’avevano spinto a quel
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e tanti anni fa, l’antro di un certo
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malconcio il suo corpo, l’anima di Johannès dovette
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che qualche discendente vendicasse l’omicidio e consentisse al
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Dove andò quella notte l’anima di Johannès? I
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fatte immediatamente per trovare l’assassino: Goitana in persona
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Picco del Sole. Goitana l’aveva sentita avvicinare e
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da un lato Aptàm l’attendente e Johannès perché
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la testa fracassata. ¶ *** ¶ Durante l’inchiesta che seguì, tutti
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anche lì, un cespuglio… ¶ L’altro Tigrai ¶ L’altro
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cespuglio… ¶ L’altro Tigrai ¶ L’altro Tigrai – l’orientale
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Tigrai ¶ L’altro Tigrai – l’orientale, per noi che
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aduggia gli occhi e l’anima. Passeggiandoci ed essendo
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tenda; più là, dove l’indefinito continua. È questa
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giubba e sorridendo per l’ovvietà dell’osservazione ti
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sei andato «là» come l’altro ti ha detto
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stanchi. È vero piuttosto l’opposto: che siamo stanchi
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abitudine, sei sveglio. Viene l’attendente col bicchiere di
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di tè e hai l’impressione d’essere, stamattina
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avrebbero fantasieggiato per festeggiare l’arrivo dei nuovi padroni
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Tigrai orientale: sempre con l’ossessione di far tardi
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orizzonte senza fine, dove l’occhio è costretto a
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un cespuglio spara e l’ascaro s’addormenta. E
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Un cespuglio spara e l’ascaro s’addormenta». ¶ «Giusto
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linea retta, uno dietro l’altro? A cinquanta metri
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ancor freschi di rugiada. L’ascaro, si sa, è
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dirgli? Nudi aveva avanzato l’idea di un tappo
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ma nudo come Dio l’aveva fatto, sanguinoso in
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del corpo e con l’occhio destro crepato che
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lungo la gota. Era l’unico superstite. Gli altri
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lì. ¶ Non era ancora l’alba, ne era piuttosto
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qualche nascondiglio a esalarvi l’ultimo rantolo, o a
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rantolo, o a tentare l’ultima perfidia. ¶ Ma quello
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noi. Intanto, Asfahà Guangùl l’ha visto: è pallido
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son contenti. ¶ Ora, dopo l’attenti e il presentat
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quel braccio di Mediterraneo. L’altra vita. Era vile
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altra vita. Era vile, l’altra: vita felice; e
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tu un bel giorno l’hai preso alla gola
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un tenebroso miracolo celeste, l’ascaro Gaitam gli vaneggiava
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scoccavano un passo dopo l’altro senza esitare. Il
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il capitano. E fu l’unica parola che si
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suoi ascari, senza aver l’aria di chieder niente
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un modo tale che l’ascaro già capiva cosa
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parlare alle stelle. Gheremedìn, l’attendente, raccontava a tutti
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restava a lungo sotto l’eucalipto guardando, di tra
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avvisto che, una dopo l’altra, come evocate da
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più lontano di quanto l’occhio umano possa vedere
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sapeva che Goitana (questo l’aveva sentito dai suoi
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suoi vecchi e Gheremedìn l’aveva confermato) corrispondeva con
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terra e volar verso l’alto. Verso l’alto
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verso l’alto. Verso l’alto guardava e pareva
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le sentiva scendere dentro l’anima e lì sollevare
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crepuscolo d’autunno, ecco l’aria smossa, ecco il
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insufficiente. Più bella è l’altra parola – «il grosso
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carne! ¶ Ahimè, sento che l’ultima resistenza, l’ultima
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che l’ultima resistenza, l’ultima ostilità alla retrovia
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stessi limiti che hanno l’audacia e l’energia
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hanno l’audacia e l’energia di questi inimitabili
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al soldato, come per l’oro che darà al
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era ubriaco: «Bene, perdio. L’Inghilterra ci fa la