parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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Una figura rintanata sotto l’arco di un portone
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da buon newyorkese, aveva l’abitudine di non far
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conosceva dell’operetta Cincillà: l’aveva canticchiato anche lui
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mani in tasca e l’espressione spavalda, fece una
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più di trenta chilometri l’ora.» ¶ Gli altri risero
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generale. ¶ Nicolò ringraziò per l’informazione e andò a
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anni prima. ¶ «Sa», rispose l’autista alzando le spalle
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me una corsa vale l’altra e il più
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Nicolò, «una volta lei l’ha accompagnata da qualche
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con un cappello rosso...» ¶ L’autista strinse le labbra
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sul bagagliaio dietro. Sa, l’Artena non era come
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cinghie di cuoio. Be’, l’abbiamo messo lì, poi
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E si ricorda dove l’ha portata?» ¶ Il vecchio
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indirizzata a lui. Jole l’aveva posata sul tavolo
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più lontano che può. L’incidente che ha avuto
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al primo piano, spinse l’uscio e sedette su
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ogni volta mi pagava l’onorario. Io non avevo
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così, sa com’è, l’alcol coi tranquillanti non
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un infarto ma se l’era cavata. Doveva fare
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e la lingua sporca, l’alito sa d’aglio
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lo stomaco, il fegato, l’addome. «Le fa male
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braccio rotto, la stanchezza, l’inappetenza. Il dottor Cabella
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laccio di gomma stringergli l’arto, un pungente sentore
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un attimo dopo avvertì l’ago che gli penetrava
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mettere a dimora per l’inverno. Li avrebbe messi
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per niente collaborativa, anzi. L’aveva persino accusata di
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di parole. E lei l’aveva detta. ¶ Ma quella
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aveva detta. ¶ Ma quella l’aveva fissata dal principio
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poche storie: delle due l’una. E l’Ersilia
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due l’una. E l’Ersilia lo sapeva perfettamente
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nuovo nello specchio. E l’avrebbe fatta. Perdio se
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avrebbe fatta. Perdio se l’avrebbe fatta! Ormai aveva
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di tutto punto, finì l’opera calcandosi in testa
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in tasca. ¶ Possibile che l’incidente non fosse stato
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lui un’eredità insperata: l’alloggio in cui vivevano
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sul marciapiede subito dopo l’incidente. Poco dopo dalla
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finestre del salotto e l’Ersilia su quelli dei
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e si trovò davanti l’imponente abside dell’Assunta
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che la Pescetto o l’Ersilia avessero un buon
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un simile espediente? Se l’incidente fosse finito in
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velocemente, perché non vedeva l’ora di levarsi da
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sul lato sinistro, perse l’equilibrio, cadde verso destra
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destra. ¶ Fu un attimo. L’unica cosa che vide
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per fare dietrofront: ormai l’aveva vista. ¶ «Sera», mormorò
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bisogno di risposta. ¶ Infatti l’eloquio riprese per conto
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solennemente il sacrestano, quando l’arciprete rientrò in sacrestia
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le vesti sulla credenza, l’una sopra l’altra
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credenza, l’una sopra l’altra, nell’ordine in
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era meglio così perché l’ultima cosa che lei
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di Damonte. ¶ Fu per l’appunto Damonte a fermarlo
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un certo risentimento. Se l’incontro fosse avvenuto in
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a ogni raffica, dando l’impressione di potersi staccare
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avesse mai visti. Ma l’amministratore lo richiamò presto
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poi me ne dimentico.» ¶ L’amministratore sorrise e si
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Venga con me, allora.» ¶ L’appartamento era silenzioso, Jole
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stanza buia e girò l’interruttore. Nicolò non poté
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ambiente. ¶ «Vede? Questo è l’ingresso originario del palazzo
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ingresso originario del palazzo, l’accesso diretto dalla piazza
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Qui annotava tutto: è l’inventario della collezione; l
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l’inventario della collezione; l’elenco si ferma al
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Oh santo cielo!» guardò l’orologio con aria allarmata
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tentativo di trattenerla, perse l’equilibrio e si sbilanciò
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Vorrei vedere te», rispose l’altra voce. ¶ Nicolò si
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andata bene così. Se l’avesse preso in testa
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che un giorno o l’altro finivano in testa
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sua vita e attraversato l’oceano, aveva conosciuto il
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senza riuscire a fermarsi. L’orfanotrofio, le suore, la
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a Brooklyn. Alfred era l’unico col quale riuscisse
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lo sa che pure l’Ersilia ha avuto il
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una posa provvisoria, con l’aria di doversi alzare
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usa più. La chiave, l’unica chiave, la teneva
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commesso un’azione disdicevole. L’argomento era chiuso. «La
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scusarmi.» ¶ «Non si preoccupi. L’ho avvisato io di
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pensieri. E decise che l’indomani si sarebbe dato
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cosa aveva da dirgli l’arciprete e poi avrebbe
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sonno, per paura che l’incubo tornasse. ¶ Il vento
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in fretta. ¶ «C’è l’arciprete. È venuto a
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venuto a farle visita. L’ho fatto accomodare nella
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saturno gettati sul divano. L’arciprete era in fondo
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Una bella sfortuna.» Strizzò l’occhio. «Peccato, però. La
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caro giovanotto. Io ieri l’avevo invitata prima di
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resistette oltre, come se l’avesse detta troppo grossa
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mai trascurate e lui l’idea che il commendator
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non gliela raccontasse giusta l’aveva sempre avuta. A
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di essere stato tradito. L’ho considerato un buon
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stata proprio una stupida l’altra volta. Quel nome
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sbirciò in alto, verso l’abbaino. Dietro al vetro
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potarle e ricoverarle per l’inverno. ¶ Sorrise. Il vento
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stupito. ¶ «Ma no. Basta l’anagrafe. Lei come parente
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catalogare tutti...» ¶ Nicolò fece l’atto di alzarsi. «Quand
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cercare nelle tasche con l’unica mano buona. Rovesciò
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foglio e vi scrisse l’indirizzo e la data
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cosa intendeva fare, ma l’atteggiamento risoluto del carabiniere
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allora chi era? Dove l’aveva pescata il commendator
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il commendator Storace? Perché l’aveva fatta passare per
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dieci anni? Perché se l’era tenuta in casa
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fatto è che ho l’impressione che nessuno voglia
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sì, ma io non l’ho vista perché dalle
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si vede.» Ersilia indicò l’abbaino col mento. «Vede
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in alto, per dar l’acqua ai gerani devo
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giorno la signora non l’ho più vista.» ¶ Nicolò
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Lei questa eventualità non l’aveva neppure messa in
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denti grandi, che mordevano l’aria. «Ma sì. Pensavo
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ampio come ad abbracciare l’intero stabile, «è diventato
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panno e porcellana fissava l’ospite dal divanetto e
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alloggio dell’Ersilia. E l’Ersilia, cosa vuole, selvatica
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ricordarmi nel testamento... anche l’Ersilia e la Jole
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Pittaluga, il maresciallo e l’arciprete. Ah già, poi
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come se una vespa l’avesse punta. «Io? E
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il quale Nicolò ebbe l’impressione che la donna
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laggiù. Mi pare che l’avesse conosciuta a Montecarlo
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usciva, insieme all’Ersilia. L’Ersilia doveva essere sul
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dopo è tornata anche l’Ersilia.» ¶ «E poi?» ¶ «Poi
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macchina e io non l’ho più rivista.» La
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e così noi evitavamo l’argomento.» ¶ «È cambiato lo
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rischiò di romperle per l’impeto con il quale
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infinocchiare dal primo venuto, l’Ersilia: era una che
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lo meno aveva scansato l’argomento cruciale. D’altra
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insinuavano dovunque, facevano vibrare l’aria come un gong
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perizia, discernendone le voci l’una dall’altra. ¶ Qualche
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dovunque sarebbe filtrato solo l’acciottolio delle stoviglie, il
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peggio: non era mica l’arcivescovo lui, e neppure
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le sopracciglia inarcate e l’occhio indagatore. «Si può
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ho fatte cuocere troppo!» ¶ L’arciprete scrollò il capo
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Ma... se posso... volentieri.» ¶ L’arciprete si avvicinò di
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medesimo», e si batté l’indice in mezzo al
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via discorrendo... sarà mica l’americano del commendator Storace
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Bertina gli aveva letto l’anima. «E quand’anche
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sul busto, ma se l’arciprete invece di starle
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bene perché voi siete l’arciprete di Sestri, mica
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Monsignore chiuse a chiave l’ufficio, sollevò il lembo
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nella notte aveva avuto l’incubo e si era
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bruciava un poco, eppure l’acqua nel pentolino sulla
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si era consumata, e l’aria non era troppo
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sul pigiama, aveva ascoltato l’arciprete e aveva accettato
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arciprete e aveva accettato l’invito a pranzo balbettando
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Lui lo conosceva appena l’arciprete: dopo il funerale
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Ero andato a trovare l’arciprete e gli avevo
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sta lì a sagrinarsi l’anima, a pensare cosa
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suo zio, che Iddio l’abbia sempre in gloria
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ritrovare il tassista che l’ha portata via e
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si avviò cauta verso l’andito delle scale, dal
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parleremo stasera.» ¶ Jole imboccò l’andito delle scale e
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non aveva neppure visitato l’intera casa, non ne
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aver dato al cavaliere l’impressione di non capire
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altra parte ciò che l’uomo gli diceva per
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una crisi all’altra! L’arciprete ha fatto più
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il commendatore.» ¶ Forse era l’aspetto della donna, forse
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rientrò in casa trovò l’appartamento immerso nell’oscurità
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ai lati del letto. L’atmosfera era cupa e
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un bel giorno, dopo l’ennesima mattana, ha fatto
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ed è sparita. Ce l’ho accompagnata io al
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della basilica e per l’occasione aveva indossato la
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lei non ne traesse l’impressione di ricevere la
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pentiti, ricevendo in premio l’assunzione. ¶ Così perlomeno era
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calda, che il Signore l’abbia sempre in gloria
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Storace che vuole vederla.» ¶ L’arciprete, strappato alle sue
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qua e là ce l’aveva. ¶ «Come no, come
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la porta per accogliere l’ospite. ¶ Per tutta risposta
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sedersi dietro la scrivania. L’offerta per il funerale
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il funerale il giovane l’aveva già fatta, e
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importunare lei. Lei è l’arciprete e dunque deve
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di parroco. «No! Non l’ho celebrato io e
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mortale e che ce l’aveva messo qualcuno per
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parecchio quando per caso l’argomento saltava fuori. Credo
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è possibile... magari attraverso l’archivio... e poi la
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spalancò la bocca aspirando l’aria, annaspando contemporaneamente nelle
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stesso corpo, come se l’incipiente mostruoso starnuto avesse
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Lasciamo perdere», tagliò corto l’arciprete. «Cosa c’è
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verso il monte e l’abside rivolta a mare
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Il cielo era blu, l’aria cristallina e trasparente
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tutti più infelici. ¶ Nicolò l’aspetto infelice già lo
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in un angolo, riscaldava l’ambiente brunendo le pareti
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una grappa le cava l’umido, le asciuga le
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ancora calda di forno. L’unica lampada accesa, smorzata
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po’ di febbre ce l’ha, caro il mio
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non ha prudenza nemmeno l’arciprete, allora...» ¶ «Ma sono
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e non sarà manco l’ultima, caro lei. E
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come dev’essere lei, l’ostessa, che ha sempre
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bene. Vedo che nonostante l’infreddatura l’appetito non
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che nonostante l’infreddatura l’appetito non manca», osservò
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ricordi? Avevano litigato per l’ennesima volta... o meglio
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ne è andata. Io l’ho accompagnata giù, s
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pianti lì di sagrinarsi l’anima e di andare
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in giro a raspare l’aria come i passeri
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che è un parente, l’unico parente, farebbe meglio
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ronfava nell’angolo surriscaldando l’ambiente; ritratti di uomini
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sarebbe evaporata mantenendo umida l’aria. ¶ Andò in bagno
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forse un lampione, forse l’insegna di latta di
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si sarebbe riaddormentato e l’incubo non sarebbe tornato
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avvertito in quel colloquio l’odore dell’interrogatorio. «No
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senza senso. Una volta l’ho fermata nelle scale
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quel giovane aveva dato l’impressione di aver paura
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scintillava di luci, e l’immensa facciata barocca della
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e si era fatto l’idea che il sentimento
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resto era proprio questa l’impressione che aveva avuto
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giorno? ¶ Semplice. La risposta l’aveva data il commendatore
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come suol dirsi, rotto l’osso del collo. Bella
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orecchio. E simpatica come l’acqua a letto, pure
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storia del matrimonio era l’unico aspetto inspiegabile della
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quindi del 1947. E quando l’aveva sposata? Vent’anni
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nei momenti d’ansia. ¶ L’immagine che le rimandava
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vedova, e che Dio l’abbia in gloria quel
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nello specchio da borsetta l’immagine del suo volto
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sarebbe arrivato. Il commendatore l’aveva semplicemente chiamata il
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la porta e se l’era trovato davanti, quel
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fosse morto, Ersilia Pittaluga l’aveva fissata intensamente, per
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si sarebbe fatta rompere l’osso del collo. Perciò
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dalle travi solenni e l’ordine meticoloso, mise al
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commendatore, Jole, la Pescetto, l’arciprete e lei stessa
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le era sembrato per l’appunto che un fantasma
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bizzarra sensazione? Che fosse l’insistenza con la quale
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tutti? ¶ Forse era stato l’effetto del vino, forse
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gialli, dove una poltrona, l’unica davvero comoda in
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tra una lezione e l’altra. Sciacquette di scarso
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dal fornello annerito per l’uso e l’orlo
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per l’uso e l’orlo consunto. La riempì
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riflettere con tutta calma. ¶ L’ombra che si proiettò
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sembrava che un dettaglio l’avesse colpita, forse un
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neppure curato di aprire l’ombrello, tanto era turbato
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il cavalier Damonte, anzi, l’età della pensione l
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l’età della pensione l’aveva varcata già da
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era messo a fare l’amministratore immobiliare, risorgendo a
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lo contraddistingueva, patatrac, ecco l’attacco mortale e in
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aveva mandato a chiamare l’arciprete con l’olio
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chiamare l’arciprete con l’olio santo e poi
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di non lasciarsi sfuggire l’alito vitale in un
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si decise ad aprire l’ombrello, ma non entrò
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quale avrebbe dovuto raccontare l’accaduto per filo e
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indietro sul marciapiede, sotto l’acqua scrosciante, facendo piccoli
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le spalle e chiuse l’ombrello. Fantasie, tutte fantasie
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fantasie. ¶ Probabilmente era solo l’ansia, dovuta alla suggestione
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questi casi gli mancava l’aria, gli sembrava che
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lui ignote. Aveva incontrato l’unico parente che avesse
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a poco prima ignorava l’esistenza, e questi era
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un po’ bizzarro era l’unico anello di congiunzione
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ogni incombenza, poiché era l’unico parente di Lisandro
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cominciare, aveva dovuto ricevere l’impresario delle pompe funebri
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Jole, disporre ogni cosa. L’aiuto della fedele domestica
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tomba di famiglia per l’inumazione e in quello
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cucina, con me e l’infermiera.» ¶ E uscì senza
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scrupolo alcuno. ¶ Pensare che l’ultima volta in cui
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quindi... ¶ Monsignor arciprete intinse l’ultimo biscotto del Lagaccio
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e si avviò verso l’ingresso, dove la perpetua
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scale, recitò due volte l’atto di dolore. ¶ Il
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radersi e adesso, con l’aiuto dello specchio appeso
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impassibile, deciso a completare l’operazione baffi per passare
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aprì e lui vide l’immagine della moglie deformata
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sotto ossigeno, a regger l’anima coi denti? ¶ Che
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quando lui non vedeva l’ora di incollarsi alla
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cucina con Jole e l’infermiera, sino alle cinque
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e tenere a bada l’ansia e l’eccitazione
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bada l’ansia e l’eccitazione che gli mordevano
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eccitazione che gli mordevano l’anima. ¶ Non aveva badato
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basilica dell’Assunta e l’oratorio. A un certo
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non avrebbe potuto sottrarsi. ¶ L’arciprete andava e veniva
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ormai disposto a sostenere l’inevitabile assalto che gli
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continuò, sorridendo cordialmente. «Ah, l’America, l’America! Che
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cordialmente. «Ah, l’America, l’America! Che grande nazione
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italiano! Infatti parla benissimo l’italiano, anche se con
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sembrava quasi voler mordere l’aria. E sorrideva di
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motivo, forse per addolcire l’espressione arcigna del volto
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signorina Pittaluga, ad aggiungere l’ultimo necessario tassello, quello
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sigaro toscano. Gli strizzò l’occhio e a Nick
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porta si aprì e l’infermiera biancovestita spinse nella
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era rannicchiato il commendatore. ¶ L’infermiera arrestò la carrozzina
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inorgoglita. ¶ «Poi c’è l’autorità costituita, il maresciallo
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sorridendo. ¶ «C’è anche l’autorità religiosa, monsignor Malacalza
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testa all’indietro, dove l’infermiera, immobile, attendeva ordini
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sguardo verso la donna. ¶ «L’unica che non c
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chiamare quando avrò finito.» ¶ L’infermiera trasalì e due
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scambiarono un’occhiata interrogativa. ¶ «L’unico a non saperne
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di notte a dargli l’estrema unzione, eccolo lì
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dall’ultima volta che l’ho unto che peccati
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Col maresciallo Galanti e l’amministratore, addirittura. Stranissimo. ¶ Doveva
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il soffitto. Eccolo lì l’intervento dell’Altissimo. Sissignore
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pronipote, no?» ¶ «Ah sì, l’ho sentito dire. E
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avete visto?» ¶ «Sì che l’ho visto.» ¶ Bertina si
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quel pronipote... sì insomma, l’americano con la voce
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i fornelli e annusò l’aria. «Cos’è che
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quindi?» la interrogò ansioso l’arciprete, pregustando già la
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E maledisse all’istante l’idea di aver indossato
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presa tutta visto che l’ombrello ai carabinieri era
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divisa... ¶ Pazienza. ¶ Era stato l’ultimo ad andarsene. Dapprima
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qualcuno aveva gridato e l’infermiera si era precipitata
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Un attacco di cuore, l’ennesimo. ¶ Alle successive incombenze
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avevano pensato Jole e l’infermiera. ¶ Mezz’ora più
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abiti funebri. Al maresciallo l’insieme aveva ricordato il
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ai grandi magazzini e l’appartamentino di due stanze
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Brooklyn, che divideva con l’amico Alfred. Aveva stipato
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pezzo di carta stropicciato, l’origine di ogni cosa
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lo prese. ¶ Capitolo 3 ¶ «Chi l’avrebbe mai detto? E
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detto? E invece se l’è cavata anche questa
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vecchia stilografica sulla carta. ¶ L’infermiera annuiva, calava il
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le consuete, dettagliate istruzioni. «L’ossigeno glielo lasci. In
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di marmo. ¶ Cabella appose l’ultima firma e si
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di giorni, suppongo», rispose l’infermiera con l’indifferenza
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rispose l’infermiera con l’indifferenza che le infondeva
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e una volta o l’altra si incepperà del
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alla porta. «Eppure non l’ho mai visto così
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come in questi giorni.» ¶ L’infermiera annuì e lo
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mie cornacchie del malaugurio. L’avete finita di complottare
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le torture da infliggermi.» ¶ L’infermiera lanciò un’occhiata
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mettere sotto i denti!» ¶ L’infermiera lo sollevò un
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la testa e uscì. ¶ L’infermiera inarcò le sopracciglia
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lei che le accomoda l’umore e magari la
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respirando affannosamente. ¶ Senza parlare, l’infermiera gli ficcò di
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e stavolta gli passò l’elastico di fissaggio dietro
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il brodo di pollo.» ¶ L’infermiera stoicamente non rispose
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fretta e furia per l’ennesima estrema unzione, andata
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quanto inspiegabile, ci fosse l’imperscrutabile disegno dell’Altissimo
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a dirlo. E Agostino, l’unico figlio, aveva prontamente
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affari e si godeva l’agiatezza raggiunta collezionando arazzi
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Ma erano ciarle, per l’appunto. Ragli d’asino
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perché lui dopotutto era l’arciprete dell’Assunta, insomma
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d’oro», aveva detto l’altra volta. Non c
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appena uscito dal coma. L’aveva spedito subito, anche
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subito dopo. ¶ Già. ¶ Era l’alba del 13 ottobre, sabato
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nel corridoio dove, nonostante l’ora, la gente andava
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sempre più precise: sembrava l’effetto di una magia
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all’estremità della diga: l’entrata del porto. ¶ La
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la nave. ¶ A poppa l’elica prese a ruotare
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un negozio di giocattoli. ¶ L’antica palazzata a mare
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un graticcio di cemento l’attività delle banchine ferveva
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salire sul tram. ¶ Mostrò l’indirizzo al bigliettaio e
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e lo rilesse per l’ennesima volta. ¶ Caro Nicolò
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Lisandro Storace stop ¶ Seguiva l’indirizzo. ¶ Nel giro di
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anche il vaglia, con l’importo per l’acquisto
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con l’importo per l’acquisto di un biglietto
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affrettarsi. A un’estremità l’imponente facciata di una
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di giornali. ¶ Nick mostrò l’indirizzo a un passante
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subito alle sue spalle. L’ambiente era altrettanto vasto
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potuto farlo e non l’ho fatto. Sapevo benissimo
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zio, non è stato l’accenno al denaro, che
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il punto. Devo per l’appunto dirti qualcosa. Il
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Vedo che hai colto l’essenza della questione.» ¶ Nick
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il gomito. ¶ Il Nizza l’ultimo cicchetto se l
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l’ultimo cicchetto se l’era appena fatto al
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Assunta aveva appena suonato l’una. ¶ Ma il Nizza
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po, po!» bofonchiò, perdendo l’equilibrio e rischiando di
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riuscito a mantenere dignitosamente l’equilibrio. ¶ Sua figlia: le
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a piccoli balzi verso l’angolo della piazza: sembrava
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udirono delle sirene, arrivò l’autobotte dei pompieri, il
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Sì. ¶ E adesso chi l’avrebbe sentita sua moglie
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dal campetto dell’oratorio. ¶ L’arciprete entrò a passo
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pur decidersi. Delle due l’una: o andava e
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sua umana insofferenza verso l’indecisione del Padreterno, e
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mani del Signore», recitò l’arciprete alzando gli occhi
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parlare. Allora ho svegliato l’infermiera che dormiva nello
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a un filo come l’altra volta, né più
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grave. «Un attacco dopo l’altro, da due mesi
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cuore lui non ce l’abbia nemmeno mai avuto
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del contrappasso, come diceva l’Alighieri.» ¶ La fantesca inarcò
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capiva un beato accidente. ¶ L’arciprete allora si voltò
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Che una volta o l’altra te le taglio
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muso ancor più lungo. ¶ L’arciprete sospirò di nuovo
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il cavalier Francesco Damonte, l’amministratore dei beni del
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come a voler stemperare l’atmosfera greve che aleggiava
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Jole prontamente gli sottrasse. ¶ L’infermiera ascoltò le poche
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cartella di cuoio consunto. ¶ L’infermiera controllò il polso
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preparato all’uopo disponendovi l’occorrente: un piattino di
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rantolare del moribondo. ¶ Allora l’arciprete aprì il rituale
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sui piedi ma, data l’imminenza del trapasso, optò
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del trapasso, optò per l’unica unzione sulla fronte
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di silenzio, come se l’irreparabile si fosse compiuto
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spogliatoio si spalancò e l’infermiera attraversò la stanza
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la sua voce. ¶ «Ah! L’hanno chiamata di nuovo
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qualcosa da fare, io.» ¶ L’infermiera si precipitò di
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È un cardiotonico!» intimò l’infermiera. ¶ «Puah! Tutta robaccia
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lei farmi un piacere.» ¶ L’arciprete si voltò di
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telegramma... per me. Subito!» ¶ L’arciprete si mise le
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parigina di bronzo, dando l’idea di non essere
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prendere la parola, con l’aria di voler riportare
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fortuna anche quella notte l’incubo che tanto temeva
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mise a sedere. Ripeté l’esercizio due volte e
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di fronte gli rimandò l’immagine del suo viso
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raffreddore. ¶ Doveva essere stato l’umido del ponte, la
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del suo viaggio verso l’ignoto, e avevano risvegliato
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lo aveva quasi commosso: l’infanzia, suo padre che
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e stava partendo per l’Europa. ¶ Due uomini, a
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per il freddo e l’umidità, e si era
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giungeva in sordina e l’ondeggiare dello scafo lo
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come un neonato. ¶ Forse l’incubo spaventoso che talvolta
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dell’angusta cabina dove l’aria era pesante e
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cepola fritta, sgusciò tra l’imponente mole prelatizia e
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saluto e uscì, con l’imponenza della Amerigo Vespucci
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fine della messa e l’inizio del lavoro d
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alla fine della messa l’arciprete doveva attardarsi per
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di dire. ¶ Quando attaccò l’ultima rampa di scale
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Meno male che ce l’avete fatta a salire
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tra la messa e l’ufficio bene, perché quello
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messo da parte, e l’arciprete prese a mescolare
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lo interruppe Bertina con l’espressione risentita. «Cosa volete
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pittura s’asciuga e l’ufficio mi aspetta.» ¶ «E
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parecchia gente, ha perso l’equilibrio e ha rischiato
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questa.» ¶ «Cos’è?» chiese l’arciprete. ¶ «E io che
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non la sapete?» ¶ «Questa l’ho trovata sotto la
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incitò curiosa la perpetua. ¶ L’arciprete ruppe gli indugi
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come se avesse preso l’ascensore velocissimo dell’Empire
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voltò la testa verso l’origine del rumore. Vide
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No, non mi pare.» ¶ L’infermiera sorrise compiaciuta e
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ora.» Il medico guardò l’orologio. «Sono le dieci
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lo salutò, salutò cordialmente l’infermiera raccomandandosi di avvisarla
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È permesso?» ¶ Salutò ossequiosamente l’infermiera profondendosi in un
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capelli a zero, e l’insieme gli conferiva un
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aggiungere. ¶ A quel punto l’infermiera posò di nuovo
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Damonte si voltò verso l’infermiera e le rivolse
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consunta. ¶ «Su, su», disse l’infermiera sorridendo. «Adesso si
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solitudine, o forse per l’umiliazione dei capelli perduti
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dannato biglietto anonimo e l’amaretto del Sassello col
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da visionario! E rompersi l’osso del collo. Poteva
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rabbrividire. Lui che era l’arciprete, il parroco... e
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a soluzione quando ormai l’intervento era decisamente tardivo
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pena, insomma. La perpetua l’aveva capito subito che
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c’erano di mezzo l’orgoglio e la mancanza
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pendola sulla parete. Mica l’ora di telefonare alla
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al pavimento. «Sa, quando l’ho vista sulla barella
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sbieco e ammiccò con l’aria di chi finalmente
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Lo sa dove sta l’abbaino della stanza grande
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poi dove vuole arrivare, l’Ersilia, non si capisce
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gli avessero prosciugato tutta l’acqua che aveva in
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che canta ha fatto l’uovo! E a lei
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la Pescetto alla porta, l’aveva salutata freddamente, poi
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il giovane aveva assunto l’antidolorifico e il sonnifero
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accuratamente le scale e l’atrio. Poi tornò al
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nome geniale, né brillante. L’unica possibilità era edulcorarlo
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in religioso silenzio, dopo l’assegnazione in sala del
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con la moglie circa l’opportunità di far salire
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Non è già venuta l’anno passato? Mi pare
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Te ne ho parlato l’altro ieri. Allora non
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la divisa, la caserma, l’esempio...» ¶ A Galanti la
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silenzio avrebbe potuto svegliare l’intero palazzo. Galanti smoccolando
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un po’ monsignore: quando l’ha ricevuto lei questo
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al maresciallo parve che l’unica conseguenza visibile fosse
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Cioè, vuol dire che l’arciprete aveva una preoccupazione
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cavarsela dal letto me l’ha posata sul letto
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i capelli arruffati. ¶ «Te l’ho detto. È uno
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sonno all’improvviso. Eppure l’incubo non c’era
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del bicarbonato per spegnere l’incendio che gli tormentava
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le scale e girò l’interruttore: le luci nel
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e due credenze con l’alzata: dietro i vetri
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monumentale letto a colonne, l’arazzo di fronte al
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nel salone grande attraverso l’altra porta. Per la
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che recavano così vivida l’impronta dello zio, del
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e si guardò attorno. L’atrio era oblungo e
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sottile fessura ne disegnava l’apertura e un buco
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grande calma. ¶ Forse era l’atmosfera, forse l’effetto
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era l’atmosfera, forse l’effetto del sonnifero che
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che gli dava ancora l’impressione di muoversi in
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col proprio cartellino. Aprì l’armadio e prese tutte
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serratura. Stava per abbandonare l’assurda impresa ripromettendosi di
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propria curiosità e ingannare l’insonnia. ¶ Dopotutto non doveva
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aprendosi al contrario, verso l’interno dell’atrio, rivelando
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reggendo la torcia con l’unica mano efficiente, chinò
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alle sue spalle come l’acqua in un pozzo
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competenza, che potesse regolare l’arciprete. ¶ Invece no: adhic
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mania di impastar dubbi l’uno nell’altro senza
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dal mattino avesse sputato l’osso sulla scrivania del
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quella laboriosa coscienza ce l’ha, mica se la
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sfuggire, alla coscienza. ¶ Ecco. L’avrebbe strozzata la sua
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decise di non replicare l’errore del mattino. Dum
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aggrottò la fronte, fissò l’apparecchio per diversi secondi
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scritta CISTERNA. ¶ Cisterna? ¶ Dunque l’esplorazione del palazzo non
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stanza illuminata e riprese l’ispezione con calma. Spense
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impastoiate dalla vestaglia, perse l’equilibrio e cadde in
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si mise a sedere. L’unico chiarore veniva dalla
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pareva persino di sentirsi l’odore di cocco nelle
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a piedi scalzi. Con l’aggravante che stavolta centrò
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di concreto per facilitare l’oblio della sua ostinata
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due è guarito». ¶ Lui l’aveva fissata con un
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di spalle. «Del resto l’avevo capito subito che
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la sua parabola, non l’aveva capito?» ¶ «Ma come
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di sotto. ¶ Lei perse l’equilibrio ma lo riagguantò
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catino. «Avanti, non faccia l’idiota adesso. Lei di
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dal suo, ne avvertiva l’alito. Era forte la
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uno strattone al braccio. L’altra mano stringeva sempre
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faccia ripetere. Non faccia l’imbecille.» ¶ Nicolò al colmo
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se un fendente attraversasse l’aria, poi ci fu
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che giaceva supina con l’acqua che le circondava
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un incubo. ¶ Lasciò cadere l’attizzatoio, si chinò su
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ore fa mi telefona l’arciprete dell’Assunta, lo
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cronologia! La testa ce l’aveva ancora sana, per
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per poco ma ce l’aveva sana, perché la
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bue, lo stomaco gonfio, l’intestino spasmodico, i linfonodi
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E... signor maresciallo?» ¶ «E l’alito che sa pesantemente
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me lo metti? Te l’ho detto che non
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c’era buio e l’avvampare del carabiniere passò
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Non c’è più l’Ersilia in cantina. Speravo
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voleva scappare. Il commendatore l’ha bloccata sul ballatoio
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malato di cuore. Io l’ho sentito gridare e
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salvato la vita ma l’ho ammazzata. Allora lui
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io.» ¶ «E Gilda?» ¶ «Gilda l’abbiamo portata giù in
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lo scalone grande e l’abbiamo chiusa nella cisterna
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voleva raccontare questa storia! L’ho capito solo dopo
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morire, dicendo che Gilda l’aveva ammazzata lui quando
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la sua morte, qualcuno l’avrebbe trovata. Ecco cosa
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latta. Nicolò riconobbe subito l’odore del petrolio. ¶ La
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sotto con Damonte e l’ho portato in camera
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intrigante dell’Ersilia se l’arciprete non avesse telefonato
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allora ho capito. Ma l’Ersilia me l’ha