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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1321
la grave mora. ¶ Or le bagna la pioggia e
2
1321
l Verde, ¶ dov' e' le trasmutò a lume spento
3
1321
ale snelle e con le piume ¶ del gran disio
4
1321
gira. ¶ Sì mi spronaron le parole sue, ¶ ch'i
5
1321
lasso, ¶ sedeva e abbracciava le ginocchia, ¶ tenendo 'l viso
6
1321
atti suoi pigri e le corte parole ¶ mosser le
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1321
le corte parole ¶ mosser le labbra mie un poco
8
1321
me, e lascia dir le genti: ¶ sta come torre
9
1321
con quelle membra con le quai nascesti», ¶ venian gridando
10
1321
ch'i' possa purgar le gravi offese. ¶ Quindi fu
11
1321
Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco
12
1321
lì vid' io ¶ de le mie vene farsi in
13
1321
mi vinse; ¶ voltòmmi per le ripe e per lo
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1321
si riman dolente, ¶ repetendo le volte, e tristo impara
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1321
l'Aretin che da le braccia ¶ fiere di Ghin
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1321
caccia. ¶ Quivi pregava con le mani sporte ¶ Federigo Novello
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1321
Cerca, misera, intorno da le prode ¶ le tue marine
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1321
intorno da le prode ¶ le tue marine, e poi
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1321
arcioni, ¶ giusto giudicio da le stelle caggia ¶ sovra 'l
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1321
accorger nostro scisso? ¶ Ché le città d'Italia tutte
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1321
trovar posa in su le piume, ¶ ma con dar
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1321
quelli; e poi chinò le ciglia, ¶ e umilmente ritornò
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1321
io son d'udir le tue parole degno, ¶ dimmi
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1321
io con quei che le tre sante ¶ virtù non
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1321
fu, che potea ¶ sanar le piaghe c'hanno Italia
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1321
ebbe nome, e ne le fasce ¶ fu meglio assai
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1321
massimalmente per non ritrarre le mani da l'utilità
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1321
giunse e levò ambo le palme, ¶ ficcando li occhi
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1321
lucis ante' sì devotamente ¶ le uscìo di bocca e
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1321
avendo li occhi a le superne rote. ¶ Aguzza qui
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1321
tronche e private de le punte sue. ¶ Verdi come
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1321
accostai, ¶ tutto gelato, a le fidate spalle. ¶ E Sordello
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1321
Or avvalliamo omai ¶ tra le grandi ombre, e parleremo
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1321
piè del monte per le lontane acque?». ¶ «Oh!», diss
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1321
sarai di là da le larghe onde, ¶ dì a
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1321
ami, ¶ poscia che trasmutò le bianche bende, ¶ le quai
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1321
trasmutò le bianche bende, ¶ le quai convien che, misera
38
1321
non l'accende. ¶ Non le farà sì bella sepultura
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1321
cielo, ¶ pur là dove le stelle son più tarde
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1321
Ond' elli a me: «Le quattro chiare stelle ¶ che
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1321
fender l'aere a le verdi ali, ¶ fuggì 'l
42
1321
dier volta, ¶ suso a le poste rivolando iguali. ¶ L
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1321
d'orïente, ¶ fuor de le braccia del suo dolce
44
1321
da' pensier presa, ¶ a le sue visïon quasi è
45
1321
trafuggò lui dormendo in le sue braccia, ¶ là onde
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1321
suso; e io per le sue orme. ¶ Qui ti
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1321
Sovra questo tenëa ambo le piante ¶ l'angel di
48
1321
nodo digroppa. ¶ Da Pier le tegno; e dissemi ch
49
1321
molli, ¶ gocciar su per le labbra, e 'l gelo
50
1321
e 'l gelo strinse ¶ le lagrime tra essi e
51
1321
so; ma, passeggiando tra le teste, ¶ forte percossi 'l
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1321
Antenora, ¶ percotendo», rispuose, «altrui le gote, ¶ sì che, se
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1321
ti basta sonar con le mascelle, ¶ se tu non
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1321
altrimenti Tidëo si rose ¶ le tempie a Menalippo per
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1321
ne favelli. ¶ Ma se le mie parole esser dien
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1321
mio aspetto stesso, ¶ ambo le man per lo dolor
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1321
misere carni, e tu le spoglia". ¶ Queta'mi allor
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1321
Ahi Pisa, vituperio de le genti ¶ del bel paese
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1321
aver tradita te de le castella, ¶ non dovei tu
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1321
crescer l'ambascia; ¶ ché le lagrime prime fanno groppo
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1321
i' son quel da le frutta del mal orto
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1321
innanzi ch'Atropòs mossa le dea. ¶ E perché tu
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1321
più volentier mi rade ¶ le 'nvetrïate lagrime dal volto
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1321
capo e quella con le piante; ¶ altra, com' arco
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1321
giganti non fan con le sue braccia: ¶ vedi oggimai
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1321
l suo fattore alzò le ciglia, ¶ ben dee da
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1321
ha dentro e fuor le gambe mena. ¶ De li
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1321
assai, ¶ appigliò sé a le vellute coste; ¶ di vello
69
1321
l folto pelo e le gelate croste. ¶ Quando noi
70
1321
testa ov' elli avea le zanche, ¶ e aggrappossi al
71
1321
avea lasciato, ¶ e vidili le gambe in sù tenere
72
1321
ch'i' vidi de le cose belle ¶ che porta
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1321
quindi uscimmo a riveder le stelle. ¶ [Explicit prima pars
74
1321
quando che sia a le beate genti.] ¶ Per correr
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1321
correr miglior acque alza le vele ¶ omai la navicella
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1321
quel suono ¶ di cui le Piche misere sentiro ¶ lo
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1321
lista. ¶ Li raggi de le quattro luci sante ¶ fregiavan
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1321
la valle inferna? ¶ Son le leggi d'abisso così
79
1321
che, dannati, venite a le mie grotte?». ¶ Lo duca
80
1321
cenni ¶ reverenti mi fé le gambe e 'l ciglio
81
1321
per la sua follia le fu sì presso, ¶ che
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1321
vita, ¶ però ch'a le percosse non seconda. ¶ Poscia
83
1321
poco si dirada, ¶ ambo le mani in su l
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1321
arte, ¶ porsi ver' lui le guance lagrimose; ¶ ivi mi
85
1321
di Gange fuor con le Bilance, ¶ che le caggion
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1321
con le Bilance, ¶ che le caggion di man quando
87
1321
quando soverchia; ¶ sì che le bianche e le vermiglie
88
1321
che le bianche e le vermiglie guance, ¶ là dov
89
1321
gridò: «Fa, fa che le ginocchia cali. ¶ Ecco l
90
1321
angel di Dio: piega le mani; ¶ omai vedrai di
91
1321
sol, ch'avea con le saette conte ¶ di mezzo
92
1321
volte dietro a lei le mani avvinsi, ¶ e tante
93
1321
fissi e attenti ¶ a le sue note; ed ecco
94
1321
che 'ndarno vi sarien le gambe pronte. ¶ Tra Lerice
95
1321
sa più spiace». ¶ Come le pecorelle escon del chiuso
96
1321
dunque», ¶ coi dossi de le man faccendo insegna. ¶ E
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1321
Franceschi sanguinoso mucchio, ¶ sotto le branche verdi si ritrova
98
1321
d'i denti succhio. ¶ Le città di Lamone e
99
1321
che mi rimise ne le prime colpe; ¶ e come
100
1321
volpe. ¶ Li accorgimenti e le coperte vie ¶ io seppi
101
1321
ove ciascun dovrebbe ¶ calar le vele e raccoglier le
102
1321
le vele e raccoglier le sarte, ¶ ciò che pria
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1321
e io tacetti ¶ perché le sue parole parver ebbre
104
1321
sai; però son due le chiavi ¶ che 'l mio
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1321
XXVIII, nel quale tratta le qualitadi de la nona
106
1321
del sangue e de le piaghe a pieno ¶ ch
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1321
dove si trulla. ¶ Tra le gambe pendevan le minugia
108
1321
Tra le gambe pendevan le minugia; ¶ la corata pareva
109
1321
attacco, ¶ guardommi e con le man s'aperse il
110
1321
dolente strada; ¶ però che le ferite son richiuse ¶ prima
111
1321
è giudicata in su le tue accuse?». ¶ «Né morte
112
1321
l naso infin sotto le ciglia, ¶ e non avea
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1321
capo tronco tenea per le chiome, ¶ pesol con mano
114
1321
la testa ¶ per appressarne le parole sue, ¶ che fuoro
115
1321
La molta gente e le diverse piaghe ¶ avean le
116
1321
le diverse piaghe ¶ avean le luci mie sì inebrïate
117
1321
pensa, se tu annoverar le credi, ¶ che miglia ventidue
118
1321
io li orecchi con le man copersi. ¶ Qual dolor
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1321
qual suol venir de le marcite membre. ¶ Noi discendemmo
120
1321
cascaron tutti, e poi le genti antiche, ¶ secondo che
121
1321
ventre e qual sovra le spalle ¶ l'un de
122
1321
che non potean levar le lor persone. ¶ Io vidi
123
1321
come coltel di scardova le scaglie ¶ o d'altro
124
1321
O tu che con le dita ti dismaglie», ¶ cominciò
125
1321
l'ultima bolgia de le diece ¶ me per l
126
1321
Stricca ¶ che seppe far le temperate spese, ¶ e Niccolò
127
1321
ciascuna mano, ¶ gridò: «Tendiam le reti, sì ch'io
128
1321
cane; ¶ tanto il dolor le fé la mente torta
129
1321
idropesì, che sì dispaia ¶ le membra con l'omor
130
1321
ventraia, ¶ faceva lui tener le labbra aperte ¶ come l
131
1321
mi val, c'ho le membra legate? ¶ S'io
132
1321
tolto ¶ lo muover per le membra che son gravi
133
1321
che tu trascorri ¶ per le tenebre troppo da la
134
1321
d'alcun la faccia, ¶ le spalle e 'l petto
135
1321
gran parte, ¶ e per le coste giù ambo le
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1321
le coste giù ambo le braccia. ¶ Natura certo, quando
137
1321
ha nome, e fece le gran prove ¶ quando i
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1321
fer paura a' dèi; ¶ le braccia ch'el menò
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1321
io non avessi viste le ritorte. ¶ Noi procedemmo più
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1321
Anibàl co' suoi diede le spalle, ¶ recasti già mille
141
1321
e quelli in fretta ¶ le man distese, e prese
142
1321
inferno.] ¶ S'ïo avessi le rime aspre e chiocce
143
1321
tu non calchi con le piante ¶ le teste de
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1321
calchi con le piante ¶ le teste de' fratei miseri
145
1321
suo tempo colse; ¶ fermò le piante a terra, e
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1321
vede presso a sé le fiamme accese, ¶ che prende
147
1321
quand' ella più verso le pale approccia, ¶ come 'l
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1321
gravi tanto, ¶ che Federigo le mettea di paglia. ¶ Oh
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1321
veggio dolor giù per le guance? ¶ e che pena
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1321
un rispuose a me: «Le cappe rance ¶ son di
151
1321
pesi ¶ fan così cigolar le lor bilance. ¶ Frati godenti
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1321
mi parti' ¶ dietro a le poste de le care
153
1321
a le poste de le care piante. ¶ CANTO XXIV
154
1321
nel quale tratta de le pene che puniscono li
155
1321
Aquario tempra ¶ e già le notti al mezzo dì
156
1321
suo vincastro ¶ e fuor le pecorelle a pascer caccia
157
1321
a piè del monte. ¶ Le braccia aperse, dopo alcun
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1321
o elitropia: ¶ con serpi le man dietro avean legate
159
1321
legate; ¶ quelle ficcavan per le ren la coda ¶ e
160
1321
dove 'l collo a le spalle s'annoda. ¶ Né
161
1321
bolgia.] ¶ Al fine de le sue parole il ladro
162
1321
sue parole il ladro ¶ le mani alzò con amendue
163
1321
mani alzò con amendue le fiche, ¶ gridando: «Togli, Dio
164
1321
Dio, ch'a te le squadro!». ¶ Da indi in
165
1321
in qua mi fuor le serpi amiche, ¶ perch' una
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1321
e un'altra a le braccia, e rilegollo, ¶ ribadendo
167
1321
comincia nostra labbia. ¶ Sovra le spalle, dietro da la
168
1321
a vicino; ¶ onde cessar le sue opere biece ¶ sotto
169
1321
cento, e non sentì le diece». ¶ Mentre che sì
170
1321
tenea levate in lor le ciglia, ¶ e un serpente
171
1321
e con li anterïor le braccia prese; ¶ poi li
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1321
guancia; ¶ li diretani a le cosce distese, ¶ e miseli
173
1321
mbedue ¶ e dietro per le ren sù la ritese
174
1321
l'altrui membra avviticchiò le sue. ¶ Poi s'appiccar
175
1321
eran due perduti. ¶ Fersi le braccia due di quattro
176
1321
due di quattro liste; ¶ le cosce con le gambe
177
1321
liste; ¶ le cosce con le gambe e 'l ventre
178
1321
trasmutò sì ch'amendue le forme ¶ a cambiar lor
179
1321
ristrinse insieme l'orme. ¶ Le gambe con le cosce
180
1321
orme. ¶ Le gambe con le cosce seco stesse ¶ s
181
1321
dura. ¶ Io vidi intrar le braccia per l'ascelle
182
1321
giuso, ¶ non torcendo però le lucerne empie, ¶ sotto le
183
1321
le lucerne empie, ¶ sotto le quai ciascun cambiava muso
184
1321
dritto, il trasse ver' le tempie, ¶ e di troppa
185
1321
uscir li orecchi de le gote scempie; ¶ ciò che
186
1321
a la faccia ¶ e le labbra ingrossò quanto convenne
187
1321
la testa ¶ come face le corna la lumaccia; ¶ e
188
1321
sputa. ¶ Poscia li volse le novelle spalle, ¶ e disse
189
1321
partimmo, e su per le scalee ¶ che n'avea
190
1321
la solinga via, ¶ tra le schegge e tra ' rocchi
191
1321
dal lato mancino. ¶ Tutte le stelle già de l
192
1321
suo linguaggio ¶ si convertïan le parole grame. ¶ Ma poscia
193
1321
con le palme picchia. ¶ Le ripe eran grommate d
194
1321
giù m'hanno sommerso le lusinghe ¶ ond' io non
195
1321
maravigliose!". ¶ E quinci sian le nostre viste sazie». ¶ CANTO
196
1321
seguitano, e qui pone le pene che sono concedute
197
1321
o miseri seguaci ¶ che le cose di Dio, che
198
1321
comparte! ¶ Io vidi per le coste e per lo
199
1321
li piedi e de le gambe ¶ infino al grosso
200
1321
l'altro dentro stava. ¶ Le piante erano a tutti
201
1321
che sì forte guizzavan le giunte, ¶ che spezzate averien
202
1321
suole il fiammeggiar de le cose unte ¶ muoversi pur
203
1321
lì dai calcagni a le punte. ¶ «Chi è colui
204
1321
precedetter me simoneggiando, ¶ per le fessure de la pietra
205
1321
Pietro ¶ ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa
206
1321
vieta ¶ la reverenza de le somme chiavi ¶ che tu
207
1321
vista; ¶ quella che con le sette teste nacque, ¶ e
208
1321
teste nacque, ¶ e da le diece corna ebbe argomento
209
1321
forte spingava con ambo le piote. ¶ I' credo ben
210
1321
attese ¶ lo suon de le parole vere espresse. ¶ Però
211
1321
espresse. ¶ Però con ambo le braccia mi prese; ¶ e
212
1321
erto ¶ che sarebbe a le capre duro varco. ¶ Indi
213
1321
al passo ¶ che fanno le letane in questo mondo
214
1321
del casso, ¶ ché da le reni era tornato 'l
215
1321
pianto de li occhi ¶ le natiche bagnava per lo
216
1321
ha fatto petto de le spalle; ¶ perché volse veder
217
1321
maschio femmina divenne, ¶ cangiandosi le membra tutte quante; ¶ e
218
1321
la verga, ¶ che rïavesse le maschili penne. ¶ Aronta è
219
1321
dimora; onde a guardar le stelle ¶ e 'l mar
220
1321
E quella che ricuopre le mammelle, ¶ che tu non
221
1321
tu non vedi, con le trecce sciolte, ¶ e ha
222
1321
altra sorte. ¶ Già fuor le genti sue dentro più
223
1321
la barba in su le spalle brune, ¶ fu - quando
224
1321
a pena rimaser per le cune - ¶ augure, e diede
225
1321
fu, che veramente ¶ de le magiche frode seppe 'l
226
1321
tardi si pente. ¶ Vedi le triste che lasciaron l
227
1321
sotto Sobilia Caino e le spine; ¶ e già iernotte
228
1321
il quale tratta de le pene ne le quali
229
1321
de le pene ne le quali sono puniti coloro
230
1321
novo e chi ristoppa ¶ le coste a quel che
231
1321
in essa ¶ mai che le bolle che 'l bollor
232
1321
tu, ch'i' ho le cose conte, ¶ perch' altra
233
1321
Rubicante pazzo. ¶ Cercate 'ntorno le boglienti pane; ¶ costor sian
234
1321
tutto intero va sovra le tane». ¶ «Omè, maestro, che
235
1321
li denti ¶ e con le ciglia ne minaccian duoli
236
1321
di contra, ¶ li arruncigliò le 'mpegolate chiome ¶ e trassel
237
1321
Barbariccia il chiuse con le braccia ¶ e disse: «State
238
1321
di piglio ¶ giuso a le gambe; onde 'l decurio
239
1321
a dir di Sardigna ¶ le lingue lor non si
240
1321
ei non teman de le lor vendette; ¶ e io
241
1321
ode le bestie, e le frasche stormire. ¶ Ed ecco
242
1321
sì non furo accorte ¶ le gambe tue a le
243
1321
le gambe tue a le giostre dal Toppo!». ¶ E
244
1321
cespuglio che piangea ¶ per le rotture sanguinenti in vano
245
1321
strazio disonesto ¶ c'ha le mie fronde sì da
246
1321
gibetto a me de le mie case». ¶ CANTO XIV
247
1321
loco ¶ mi strinse, raunai le fronde sparte ¶ e rende
248
1321
fronde sparte ¶ e rende'le a colui, ch'era
249
1321
arte. ¶ A ben manifestar le cose nove, ¶ dico che
250
1321
scalpitar lo suolo ¶ con le sue schiere, acciò che
251
1321
era la tresca ¶ de le misere mani, or quindi
252
1321
tu che vinci ¶ tutte le cose, fuor che ' demon
253
1321
parton poi tra lor le peccatrici, ¶ tal per la
254
1321
fondo suo e ambo le pendici ¶ fatt' era 'n
255
1321
piangea, vi facea far le grida. ¶ Dentro dal monte
256
1321
veglio, ¶ che tien volte le spalle inver' Dammiata ¶ e
257
1321
e puro argento son le braccia e 'l petto
258
1321
fessura che lagrime goccia, ¶ le quali, accolte, fóran quella
259
1321
sì ver' noi aguzzavan le ciglia ¶ come 'l vecchio
260
1321
piena. ¶ Pur ier mattina le volsi le spalle: ¶ questi
261
1321
ier mattina le volsi le spalle: ¶ questi m'apparve
262
1321
becco l'erba. ¶ Faccian le bestie fiesolane strame ¶ di
263
1321
la sua rota ¶ come le piace, e 'l villan
264
1321
ricenti e vecchie, da le fiamme incese! ¶ Ancor men
265
1321
me ne rimembri. ¶ A le lor grida il mio
266
1321
mi disse ¶ parole per le quali i' mi pensai
267
1321
lungamente l'anima conduca ¶ le membra tue», rispuose quelli
268
1321
assai ne cruccia con le sue parole». ¶ «La gente
269
1321
e torni a riveder le belle stelle, ¶ quando ti
270
1321
a fuggirsi ¶ ali sembiar le gambe loro isnelle. ¶ Un
271
1321
de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el
272
1321
nol posso; e per le note ¶ di questa comedìa
273
1321
l petto e ambedue le coste ¶ dipinti avea di
274
1321
di là soccorrien con le mani ¶ quando a' vapori
275
1321
tal divenn' io a le parole porte; ¶ ma vergogna
276
1321
ma vergogna mi fé le sue minacce, ¶ che innanzi
277
1321
ch'i' montai ¶ con le braccia m'avvinse e
278
1321
disse: «Gerïon, moviti omai: ¶ le rote larghe, e lo
279
1321
anguilla, mosse, ¶ e con le branche l'aere a
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1321
né quando Icaro misero le reni ¶ sentì spennar per
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stagliata rocca, ¶ e, discarcate le nostre persone, ¶ si dileguò
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1321
dove per guardia de le mura ¶ più e più
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1321
come facean lor levar le berze ¶ a le prime
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1321
levar le berze ¶ a le prime percosse! già nessuno
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1321
prime percosse! già nessuno ¶ le seconde aspettava né le
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1321
le seconde aspettava né le terze. ¶ Mentr' io andava
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1321
a terra gette, ¶ se le fazion che porti non
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1321
e sé medesma con le palme picchia. ¶ Le ripe
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1321
ch'entro l'affoca le dimostra rosse, ¶ come tu
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1321
vallan quella terra sconsolata: ¶ le mura mi parean che
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1321
di mille in su le porte ¶ da ciel piovuti
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1321
sconfortai ¶ nel suon de le parole maladette, ¶ ché non
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1321
pruova si ricorse. ¶ Chiuser le porte que' nostri avversari
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1321
a la terra e le ciglia avea rase ¶ d
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1321
Chi m'ha negate le dolenti case!». ¶ E a
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1321
messa la qualità de le pene de li eretici
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1321
che fur parole a le prime diverse; ¶ ma nondimen
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avien per crine, ¶ onde le fiere tempie erano avvinte
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1321
quei, che ben conobbe le meschine ¶ de la regina
300
1321
pianto, ¶ «Guarda», mi disse, «le feroci Erine. ¶ Quest' è
301
1321
non si tenne a le mie mani, ¶ che con
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1321
mie mani, ¶ che con le sue ancor non mi
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1321
già venìa su per le torbide onde ¶ un fracasso
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1321
per cui tremavano amendue le sponde, ¶ non altrimenti fatto
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1321
superbo, ¶ e fa fuggir le fiere e li pastori
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1321
è più acerbo». ¶ Come le rane innanzi a la
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1321
passo ¶ passava Stige con le piante asciutte. ¶ Dal volto
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1321
doglia? ¶ Che giova ne le fata dar di cozzo
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1321
la terra, ¶ sicuri appresso le parole sante. ¶ Dentro li
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1321
fiamme erano sparte, ¶ per le quali eran sì del
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1321
che non credi son le tombe carche. ¶ Simile qui
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1321
maestro, e io dopo le spalle. ¶ «O virtù somma
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1321
pronte ¶ mi pinser tra le sepulture a lui, ¶ dicendo
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1321
sepulture a lui, ¶ dicendo: «Le parole tue sien conte
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1321
apersi; ¶ ond' ei levò le ciglia un poco in
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1321
vostro ebbe a disdegno». ¶ Le sue parole e 'l
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1321
c'ha mala luce, ¶ le cose», disse, «che ne
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1321
inferno, e distingue de le genti che dentro vi
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1321
di quelle parole ¶ con le quai la tua Etica
320
1321
la tua Etica pertratta ¶ le tre disposizion che 'l
321
1321
d'inferno, e de le pene di quelli che
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1321
ma vassi per veder le vostre pene». ¶ Qual è
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1321
barba in dietro a le mascelle. ¶ Quando s'ebbe
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1321
er' al petto, ¶ dove le due nature son consorti
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1321
e in etterno munge ¶ le lagrime, che col bollor
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1321
Pazzo, ¶ che fecero a le strade tanta guerra». ¶ Poi
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1321
i luoghi cólti. ¶ Quivi le brutte Arpie lor nidi
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1321
fanno, ¶ che cacciar de le Strofade i Troiani ¶ con
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1321
colui che tenni ambo le chiavi ¶ del cor di
330
1321
di Federigo, e che le volsi, ¶ serrando e diserrando
331
1321
morte comune e de le corti vizio, ¶ infiammò contra
332
1321
contra me giusto. ¶ Per le nove radici d'esto
333
1321
del colpo che 'nvidia le diede». ¶ Un poco attese
334
1321
Arpie, pascendo poi de le sue foglie, ¶ fanno dolore
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1321
om si toglie. ¶ Qui le strascineremo, e per la
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1321
sua posta, ¶ ch'ode le bestie, e le frasche
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1321
la quale tratta de le pene e punimenti de
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1321
meriti e premi de le virtù. Comincia il canto
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1321
in alto e vidi le sue spalle ¶ vestite già
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1321
ella mi fa tremar le vene e i polsi
341
1321
loco etterno; ¶ ove udirai le disperate strida, ¶ vedrai li
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1321
quando che sia a le beate genti. ¶ A le
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1321
le beate genti. ¶ A le quai poi se tu
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1321
sicuro del cammino per le tre donne che di
345
1321
sono in terra ¶ da le fatiche loro; e io
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1321
ch'ubidisti tosto ¶ a le vere parole che ti
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1321
sì al venir con le parole tue, ¶ ch'i
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1321
detto ¶ che tu vedrai le genti dolorose ¶ c'hanno
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1321
mi mise dentro a le segrete cose. ¶ Quivi sospiri
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1321
parea indegna; ¶ e dietro le venìa sì lunga tratta
351
1321
sono, e qual costume ¶ le fa di trapassar parer
352
1321
Ed elli a me: «Le cose ti fier conte
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1321
l'altra riva ¶ ne le tenebre etterne, in caldo
354
1321
dimandare». ¶ Quinci fuor quete le lanose gote ¶ al nocchier
355
1321
denti, ¶ ratto che 'nteser le parole crude. ¶ Bestemmiavano Dio
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1321
bragia ¶ loro accennando, tutte le raccoglie; ¶ batte col remo
357
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d'autunno si levan le foglie ¶ l'una appresso
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1321
a la terra tutte le sue spoglie, ¶ similemente il
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1321
me: «L'angoscia de le genti ¶ che son qua
360
1321
sanza martìri, ¶ ch'avean le turbe, ch'eran molte
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1321
innalzai un poco più le ciglia, ¶ vidi 'l maestro
362
1321
orribilmente, e ringhia: ¶ essamina le colpe ne l'intrata
363
1321
e quel conoscitor de le peccata ¶ vede qual loco
364
1321
non dimandare». ¶ Or incomincian le dolenti note ¶ a farmisi
365
1321
a la ruina, ¶ quivi le strida, il compianto, il
366
1321
mio dottore udito ¶ nomar le donne antiche e ' cavalieri
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1321
ventre largo, e unghiate le mani; ¶ graffia li spirti
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1321
Cerbero, il gran vermo, ¶ le bocche aperse e mostrocci
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1321
bocche aperse e mostrocci le sanne; ¶ non avea membro
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l duca mio distese le sue spanne, ¶ prese la
371
1321
terra, e con piene le pugna ¶ la gittò dentro
372
1321
la gittò dentro a le bramose canne. ¶ Qual è
373
1321
greve pioggia, e ponavam le piante ¶ sovra lor vanità
374
1321
Alte terrà lungo tempo le fronti, ¶ tenendo l'altra
375
1321
invidia e avarizia sono ¶ le tre faville c'hanno
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1321
strupo». ¶ Quali dal vento le gonfiate vele ¶ caggiono avvolte
377
1321
loro li altri dèi. ¶ Le sue permutazion non hanno
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1321
pur da color che le dovrien dar lode, ¶ dandole
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1321
disceso ¶ al piè de le maligne piagge grige. ¶ E
380
1321
a me: «Su per le sucide onde ¶ già scorgere
381
1321
distese al legno ambo le mani; ¶ per che 'l
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1321
Lo collo poi con le braccia mi cinse; ¶ basciommi
383
1321
far di costui a le fangose genti, ¶ che Dio
384
1321
E io: «Maestro, già le sue meschite ¶ là entro
385
1321
e dicea: «Quali ¶ son le mie note a te
386
1321
a te, che non le 'ntendi, ¶ tal è il
387
1321
Aquila certe parole per le quali apprende di conoscere
388
1321
il core ov' io le scrissi. ¶ «La parte in
389
1321
altro che segue, con le leggi e meco, ¶ sotto
390
1321
fosse la quinta de le luci sante? ¶ Ora conosce
391
1321
queste cose ¶ perch' io le dico, ma non vedi
392
1321
del paganesmo; ¶ e riprendiene le genti perverse. ¶ Quelle tre
393
1321
ricorda ¶ ch'io vidi le due luci benedette, ¶ pur
394
1321
occhi si concorda, ¶ con le parole mover le fiammette
395
1321
con le parole mover le fiammette. ¶ CANTO XXI ¶ [Canto
396
1321
bellezza mia, che per le scale ¶ de l'etterno
397
1321
per lo natural costume, ¶ le pole insieme, al cominciar
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1321
si movono a scaldar le fredde piume; ¶ poi altre
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1321
a questo officio tra le tue consorte». ¶ Né venni
400
1321
assumma». ¶ Sì mi prescrisser le parole sue, ¶ ch'io
401
1321
girarsi, ¶ e ogne giro le facea più belle. ¶ Dintorno
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1321
la sua picciolezza e le cose mondane, ripetendo e
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1321
relusse, ¶ ch'io ritrassi le ville circunstanti ¶ da l
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1321
è per danno de le carte. ¶ Le mura che
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1321
danno de le carte. ¶ Le mura che solieno esser
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1321
fatte sono spelonche, e le cocolle ¶ sacca son piene
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1321
quale io piango spesso ¶ le mie peccata e 'l
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1321
che tu dei ¶ aver le luci tue chiare e
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1321
ritornai per tutte quante ¶ le sette spere, e vidi
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1321
apparve da' colli a le foci; ¶ poscia rivolsi li
411
1321
nati ¶ la notte che le cose ci nasconde, ¶ che
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1321
e Bëatrice disse: «Ecco le schiere ¶ del trïunfo di
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1321
sereni ¶ Trivïa ride tra le ninfe etterne ¶ che dipingon
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1321
come fa 'l nostro le viste superne; ¶ e per
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1321
la possanza ¶ ch'aprì le strade tra 'l cielo
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1321
lingue ¶ che Polimnïa con le suore fero ¶ del latte
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1321
foco; ¶ e come ambo le luci mi dipinse ¶ il
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1321
nver' la mamma ¶ tende le braccia, poi che 'l
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1321
concilio, ¶ colui che tien le chiavi di tal gloria
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1321
cui Nostro Segnor lasciò le chiavi, ¶ ch'ei portò
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1321
sperate ¶ e argomento de le non parventi; ¶ e questa
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1321
perché la ripuose ¶ tra le sustanze, e poi tra
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1321
argomenti». ¶ E io appresso: «Le profonde cose ¶ che mi
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1321
è diffusa ¶ in su le vecchie e 'n su
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1321
vecchie e 'n su le nuove cuoia, ¶ è silogismo
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1321
corte santa ¶ risonò per le spere un 'Dio laudamo
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1321
sopra certe questioni de le quali santo Iacopo solve
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1321
quella pïa che guidò le penne ¶ de le mie
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1321
guidò le penne ¶ de le mie ali a così
430
1321
ti 'mpromette». ¶ E io: «Le nove e le scritture
431
1321
io: «Le nove e le scritture antiche ¶ pongon lo
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1321
là dove tratta de le bianche stole, ¶ questa revelazion
433
1321
fece profeta. ¶ Poi che le sponsalizie fuor compiute ¶ al
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1321
di lui e de le rede; ¶ e perché fosse
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1321
più vivamente quivi ¶ dove le resistenze eran più grosse
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1321
dritta ¶ coi piedi a le sue orme, è tanto
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1321
queste contingenze essere intendo ¶ le cose generate, che produce
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1321
fu sanza pare?' ¶ comincerebber le parole tue. ¶ Ma perché
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1321
furon come spade a le Scritture ¶ in render torti
440
1321
diritti volti. ¶ Non sien le genti, ancor, troppo sicure
441
1321
come quei che stima ¶ le biade in campo pria
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1321
per lor, ma per le mamme, ¶ per li padri
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1321
e tarde, rinovando vista, ¶ le minuzie d'i corpi
444
1321
lira, ¶ e fece quïetar le sante corde ¶ che la
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1321
darmi voglia ¶ ch'io le pregassi, a tacer fur
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1321
alto volo ti vestì le piume. ¶ Tu credi che
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1321
la pelle scoperta, ¶ e le sue donne al fuso
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1321
prima i padri e le madri trastulla; ¶ l'altra
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1321
cittade di Fiorenza, de le quali al presente non
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1321
tempo va dintorno con le force. ¶ Dal 'voi' che
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1321
famiglia men persevra, ¶ ricominciaron le parole mie; ¶ onde Beatrice
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1321
allora, e chi eran le genti ¶ tra esso degne
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1321
Sempre la confusion de le persone ¶ principio fu del
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1321
e meglio una che le cinque spade. ¶ Se tu
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1321
e Sinigaglia, ¶ udir come le schiatte si disfanno ¶ non
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1321
né forte, ¶ poscia che le cittadi termine hanno. ¶ Le
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1321
le cittadi termine hanno. ¶ Le vostre cose tutte hanno
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che dura molto, e le vite son corte. ¶ E
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1321
già eran tratti ¶ a le curule Sizii e Arrigucci
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1321
per lor superbia! e le palle de l'oro
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Buondelmonte, quanto mal fuggisti ¶ le nozze süe per li
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insusi, ¶ che, come veggion le terrene menti ¶ non capere
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due ottusi, ¶ così vedi le cose contingenti ¶ anzi che
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Agnel di Dio che le peccata tolle, ¶ ma per
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che più ti graverà le spalle, ¶ sarà la compagnia
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1321
Non se ne son le genti ancora accorte ¶ per
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1321
argento né d'affanni. ¶ Le sue magnificenze conosciute ¶ saranno
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1321
non ne potran tener le lingue mute. ¶ A lui
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1321
giunse: «Figlio, queste son le chiose ¶ di quel che
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ti fu detto; ecco le 'nsidie ¶ che dietro a
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1321
quella tela ch'io le porsi ordita, ¶ io cominciai
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1321
farà come vento, ¶ che le più alte cime più
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1321
atto, segnato; ¶ e vidi le sue luci tanto mere
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longevi, ¶ ed essi teco le cittadi e ' regni, ¶ illustrami
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sì ch'io rilevi ¶ le lor figure com' io
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1321
consonanti; e io notai ¶ le parti sì, come mi
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1321
ben ch'a sé le move. ¶ Poi, come nel
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1321
Già si solea con le spade far guerra; ¶ ma
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memoria ¶ sì fatta, che le genti lì malvage ¶ commendan
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mente ¶ di che tutte le cose son ripiene, ¶ non
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1321
la libertate; ¶ di che le creature intelligenti, ¶ e tutte
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1321
l caldo ha róse ¶ le temperanze d'i vapori
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sotto l'ombra de le sacre penne ¶ governò 'l
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1321
i' sento, ¶ d'entro le leggi trassi il troppo
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1321
sincera ¶ mi dirizzò con le parole sue. ¶ Io li
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1321
fé dal mal de le Sabine ¶ al dolor di
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1321
sette regi, ¶ vincendo intorno le genti vicine. ¶ Sai quel
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1321
la Santa Chiesa, sotto le sue ali ¶ Carlo Magno
489
1321
E poi il mosser le parole biece ¶ a dimandar
490
1321
che mi diseta con le dolci stille'. ¶ Ma quella
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1321
e tu ascolta, ché le mie parole ¶ di gran
492
1321
sfavilla ¶ sì che dispiega le bellezze etterne. ¶ Ciò che
493
1321
a la virtute de le cose nove. ¶ Più l
494
1321
conforme, e però più le piace; ¶ ché l'ardor
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1321
a Dio convenia con le vie sue ¶ riparar l
496
1321
di proceder per tutte le sue vie, ¶ a rilevarvi
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ogne bruto e de le piante ¶ di complession potenzïata
498
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e 'l moto de le luci sante; ¶ ma vostra
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e di votivo grido ¶ le genti antiche ne l
500
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amor più oltre che le fronde. ¶ Quella sinistra riva