Luigi Pirandello, L'imbecille, 1922

ingombra di carte ammonticchiate; le sedie, qua e là

piedi tirati sul divanaccio, le spalle appoggiate al cuscino

udranno per qualche minuto le grida scomposte di Paroni

copre per un momento le grida della sala di

s'allontana, si riodono le grida della sala di

aggiunge: ¶ Grand'uomo. E le furie, come vede, non

e guardi il cielo. Le stelle, sa perché ci

sa da che dipendono le sorti dell'Universo? Dal

scrivania, facendogli posto tra le carte. ¶ Secondo redattore: Da

pare, reclamarle i cappadoniani, le guardie! ¶ Primo redattore: Si

tu come farai? Tra le bastonate, senza bastone? ¶ Sopravviene

e la lingua fuori, le dita raggricchiate... Lungo lungo

con freddezza): Sono intervenute le guardie? ¶ Quarto redattore: Sì

Commesso viaggiatore: Verrò verso le dieci. ¶ Paroni: Anche prima

Fazio che tira giù le gambe dal divano e

pallidissimo e levando istintivamente le mani): Oh! che... che

incontro; m'afferrò per le braccia, mi scrollò, mi

d'un tratto sciogliere le membra, e apre la

mira. ¶ Paroni (atterrito, con le mani davanti al volto

vita e di tutte le vostre pagliacciate? Ammazzare te