parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, L'attenzione, 1965

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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1965
che faceva Baba?” ¶ “Cora le aveva dato una rivista
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1965
Un rotocalco. Voltava lentamente le pagine, una dopo l
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e intanto stava con le orecchie tese, per sentire
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stava seduta?” ¶ “Compostamente: con le gambe accavallate e i
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con la rivista tra le mani?” ¶ “Moltissimo. Le si
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tra le mani?” ¶ “Moltissimo. Le si erano indolenzite le
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Le si erano indolenzite le gambe e le braccia
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indolenzite le gambe e le braccia e le faceva
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e le braccia e le faceva male il collo
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era venuto, che sentimento le ispirava, di sollievo?” ¶ “No
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fra il mezzogiorno e le cinque?” ¶ “Non è successo
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l’amica venisse. Verso le due l’amica è
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di tenerti pronta per le quattro e mezzo’. Niente
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tornare indietro per lavarsi le mani perché aveva una
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d’inchiostro, ma Cora le ha detto che non
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verso di sé e le ha fatto una quantità
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domande?” ¶ “Immagino che sono le solite che si fanno
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E poi che cosa le ha chiesto?” ¶ “Se Baba
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sporca d’inchiostro e le ha domandato se si
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sì. E allora lui le ha domandato se andava
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1965
sapere tutto: la classe, le materie che Baba studiava
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1965
Baba studiava, il professore, le compagne, tutto. Persino i
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rendeva conto. Ma non le importava.” ¶ “Perché?” ¶ “È difficile
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su di lei e le ha fatto sbattere la
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ha ricordato che Cora le aveva raccomandato di lasciar
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che puoi anche metterle le braccia e le gambe
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metterle le braccia e le gambe in una certa
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1965
Baba cascava da tutte le parti, e Riccardo non
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1965
tolto la giacca e le scarpe.” ¶ “E poi che
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Baba.” ¶ “In che modo?” ¶ “Le ha sfilato la maglia
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1965
maglia, seduta sul letto, le braccia alzate. Poi Riccardo
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1965
nulla. Si è guardata le mani sporche di inchiostro
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1965
Non a me che le racconto.” ¶ “Molto bene. Allora
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mosaico rosso cupo e le pareti di un marmo
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1965
uomini, loro, di tutte le età.” ¶ “Anche non giovani
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a lamentarmi di lei.” ¶ “Le dava qualche mancia, eh
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per conto suo. Infilava le scale e correva su
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1965
volte ci sarà venuta?” ¶ “Le volte non le ho
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venuta?” ¶ “Le volte non le ho contate. La ricordo
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e anche perché faceva le scale di corsa.” ¶ “Perché
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sa. Si vede che le faceva piacere andare a
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sa la ragazzina, come le ho detto, l’ho
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proprio non ricordo.” ¶ “Eppure le sono passato sotto il
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questa parte, dove stanno le stanze che danno sulla
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soffitto, come per cercare le chiazze di umidità, quindi
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fatto trasalire: “Ma lei le macchie d umidità le
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le macchie d umidità le cerca nella strada?” ¶ Ho
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e poi, pur guidando, le ho detto: “ Mi avevi
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cingerle i fianchi e le palme sulle due chiusure
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e non dovrei ripeterla.” ¶ Le mie due mani hanno
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1965
due mani hanno afferrato le linguette delle chiusure lampo
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diverso dal solito, ecco, le mie mani tirano giù
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1965
mie mani tirano giù le linguette delle due chiusure
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1965
scivolare senza intoppi attraverso le doppie file di denti
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1965
inehio dato sul petto, le gambe divaricate, nuda dalla
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1965
per consegnare nel diario le osservazioni che mi veniva
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1965
hai che due strade le quali portano ambedue alla
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1965
alla finestra e, voltandomi le spalle, ha guardato fuori
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1965
alla scrivania, ha messo le due mani sulla macchina
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1965
distanza da Baba. Allora le ho detto senza voltarmi
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1965
Perché non va bene?” ¶ “Le clienti non pagano.” ¶ “Ragione
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lascia andare”. Ma non le ho dato retta e
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è girata verso Cora, le ha afferrato la mano
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1965
balzelloni sull’asfalto ineguale, le case del Lido di
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1965
mare avendo a destra le dune e a sinistra
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1965
sentiero che serpeggiava tra le dune. Una volta in
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1965
terra. Mi sono avvicinato, le ho chiesto: “Non ti
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ha messa una tra le labbra. Mi sono chinato
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1965
raggiunto prima che chiudessi le porte. Indossava un vestito
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1965
dietro la schiena, con le due mani. Mi hanno
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1965
fare quello che Cora le aveva raccomandato.” ¶ “Perché, tant
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non fare quello che le aveva raccomandato Cora.” ¶ “Ma
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1965
Cora.” ¶ “Ma che cosa le aveva raccomandato Cora?” ¶ “Mettiamo
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1965
raccomandato Cora?” ¶ “Mettiamo che le avesse detto una frase
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1965
credeva soltanto che tra le persone dovesse esserci un
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1965
come qualche cosa che le spettava: senza nascondersi e
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1965
fatto che quel giorno. Le altre volte, credo che
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1965
terra, sulla schiena, con le zampe in aria, e
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1965
una posizione innaturale, con le orbite piene di sabbia
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1965
fredda e vuota, sotto le nuvole basse, fino al
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1965
sul fianco, laggiù, sotto le dune. Allora non ho
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1965
avvicinata a me, ansimante, le guance rosse; ma con
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1965
di capelli pendenti lungo le guance. Ha detto, senza
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1965
riflettendo su quello che le avevo detto; e improvvisamente
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1965
a mangiare,” chissà, forse le sembravano incomprensibili, prive di
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1965
incamminata con noi verso le dune. ¶ Lunedì 16 novembre ¶ A
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1965
marmo del davanzale sotto le mani di Baba, e
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1965
agli eventi, di trasformare le persone in simboli, di
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1965
teste di buoi con le corna d’oro, ai
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1965
teneva per mano?” ¶ “Cora le aveva già detto che
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1965
giorno non aveva fatto le pulizie. È andata ad
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1965
È andata ad aprire le finestre per dare aria
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1965
aspettava?” ¶ “Quel signore. Cora le aveva detto: ‘Aspetta qui
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1965
la faccia o con le spalle alla porta?” ¶ “Con
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1965
spalle alla porta?” ¶ “Con le spalle.” ¶ “Perché?” ¶ “Non aveva
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1965
che Baba gli voltava le spalle?” ¶ “C’era un
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1965
sono cose come tutte le altre, in fondo.” ¶ “Che
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1965
E mi pare che le voglio bene proprio perché
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è mia madre e le voglio bene come una
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1965
ripugnanza, anzi, quasi quasi, le voglio bene anche di
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1965
mi guarda un momento, le palpebre calate a metà
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la Via Cassia. ¶ Erano le cinque del pomeriggio, di
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1965
mie mani, udirla con le mie orecchie e avvertirla
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1965
orecchie e avvertirla con le mie narici; e questo
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1965
aspettato un poco che le macchine si muovessero sfilando
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1965
schiacciarsi, larghe e fiorite, le prime gocce di pioggia
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1965
ancora trasparente nel quale le asticciole del tergicristallo riuscivano
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1965
sul quale si affacciavano le quattro o cinque case
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1965
ordinato un caffè. ¶ Erano le cinque e tre quarti
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1965
villa di Cora verso le cinque e un quarto
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1965
altro, osservando con attenzione le fotografie e compitando con
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1965
e compitando con cura le scritte che uscivano dalle
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1965
dignitose, si muovevano per le stanze di piccoli appartamenti
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bar. Non pioveva più, le pozze nere sparse sulla
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1965
sulla strada riflettevano tranquillamente le luci gialle dei fanali
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rozza per figurare tra le dimore di lusso. Era
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1965
specie di torre che le dava un’aria arcigna
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1965
in corrispondenza dei piani, le finestre apparivano tutte chiuse
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1965
Il giovane mi voltava le spalle; la donna l
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1965
alta e membruta, con le spalle larghe, le braccia
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1965
con le spalle larghe, le braccia robuste, il busto
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1965
robuste, il busto lungo, le gambe forti e ben
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1965
altra, poi il giovane le ha messo le mani
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1965
giovane le ha messo le mani sulle spalle e
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1965
con tutte e due le braccia e ha sbadigliato
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1965
diventare il suo amante. ¶ Le maniere con le quali
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1965
amante. ¶ Le maniere con le quali Baba si studia
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1965
mia stanza e gettarmi le braccia al collo, d
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1965
al solito, risulta ambiguo. ¶ Le sue braccia nude mi
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1965
e tonde, il collo; le sue labbra mi sfiorano
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1965
Anche stasera, come tutte le altre sere, sento, a
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1965
meglio che lei sospenda le sue visite della mezzanotte
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1965
sue visite della mezzanotte, le quali, non soltanto non
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1965
sotto il cuscino, tiro le coperte sopra il guanciale
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1965
coperte sopra il guanciale, le faccio cenno di sedersi
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gomito sul guanciale. Accavalla le gambe, mi guarda miopemente
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1965
malleolo. Mi meraviglio e le domando: “Ma quella catenella
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1965
accorgo con sorpresa che le guance mi ardono; e
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1965
che cosa avete fatto?” ¶ “Le solite cose.” ¶ “E cioè
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di appoggio, il corpo le è insensibilmente scivolato in
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1965
teso dei pantaloni, e le gambe leggermente divaricate. Sto
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1965
terra, sul tappeto, contro le sue gambe. Baba risponde
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con la faccia contro le sue ginocchia, le braccia
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contro le sue ginocchia, le braccia alzate a cingerle
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da sole.” ¶ “E tu le mettevi sulla strada, eh
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1965
attimo, probabilmente domandandosi se le conveniva che parlassimo francamente
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tu sei rimasta con le tue idee di allora
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di allora, io invece le ho cambiate.” ¶ “Che idee
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idea che ti piacciono le bambine.” ¶ “Strana idea.” ¶ “Baba
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sua volta di amare le bambine. Ad un tratto
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sarà, non discuto. Ma le cose serie sono quelle
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Così come si fanno le cose nella vita: perché
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bisogno di farle.” ¶ “Ma le cose stanno purtroppo così
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me, almeno, fare seriamente le cose che tu chiami
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serio.” ¶ “Perché fare seriamente le cose serie vuol dire
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in fila con tutte le altre che andavano in
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naturale che Cora, dopo le tante sue ragazze, alla
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cercare adesso di confondere le carte per giustificarti. Tu
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accadute e che altre le hai immaginate nonché attraverso
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giorno in un diario le cose insignificanti e incoerenti
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mi succedevano senza che le cercassi né le volessi
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che le cercassi né le volessi; e invece mi
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allo stesso modo, tutte le mattine, durante i miei
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delle bottiglie, manovrando con le grandi mani rosse le
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le grandi mani rosse le leve della vaporiera. Anche
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sono solito fumare e le ha gettate sul banco
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un giornale di Milano. Le ho risposto meglio che
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se avesse aspettato che le parlassi. Ho afferrato il
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monotoni e insensati come le onde del mare su
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si trova il canile, le domando perché mai desideri
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la morte del cane le impediva in certo modo
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accorgersi di quello che le stava succedendo.” ¶ “Baba si
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di sé che tutto le andava male, e che
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lunga e bianca, con le persiane verdi, ci sta
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cui gli apicultori tengono le arnie, si allineano in
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allineano in più file le piccole gabbie in cui
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tutti e tre verso le gabbie, e allora, improvviso
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Cammina accanto all’inserviente, le mani nelle tasche del
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sul petto prominente, muove le anche nei pantaloni stretti
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adopera per leccarla attraverso le sbarre e implora con
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1965
la razza, l’indole, le abitudini e insomma ogni
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afferra il cane con le due mani, si alza
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circonda il collo con le braccia e mi bacia
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prolungare il contatto tra le due guance. Ma allora
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mia presenza. E se le fa, diciamo così, cifrate
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si giustifica mai. Fa le cose e poi sta
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tale ora.” ¶ “Queste sono le ragazze che sono già
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già d’accordo. Ma le altre?” ¶ “Prego?” ¶ “Voglio dire
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così via.” ¶ “Ma tutte le ragazze si lasciano convincere
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una ragazza che non le dia in partenza qualche
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esitazioni, ha accettato. Cora le ha dato l’indirizzo
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ha dato l’indirizzo, le ha detto il giorno
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preciso, scegliendo con cura le parole compitandole in maniera
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Parliamo ovviamente di tutte le cose che riguardano Santoro
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che si nasconde dietro le nostre presenze conviviali, dopo
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Cora, dunque, prende tra le mani bianche, lisce e
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nero della bottiglia con le dita lunghe e bianche
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studia sempre di fare le cose come vanno fatte
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vanno fatte e tutti le fanno, intinge le dita
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1965
tutti le fanno, intinge le dita nel vino e
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1965
sola con me, intrecciando le nostre braccia, lei nel
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1965
seduti in due file, le teste voltate verso gli
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1965
si china, sorridente; offrendo le pasticche in un vassoio
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1965
fumare e di legarsi le cinture; e mi dico
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1965
quali i sarti tendono le stoffe per tagliarle; una
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1965
grigio, il divano e le due poltrone rosse. Mi
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1965
dobbiamo fare?” ¶ “Non ricordi: le informazioni...” ¶ “Possiamo parlare qui
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1965
però dirglielo direttamente con le parole. Ho risposto: “Non
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1965
immobile, il busto eretto, le mani riunite sulla borsa
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1965
un poco in silenzio. Le case si sono diradate
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1965
si indovinava appena, dietro le sbarre, la bianchezza incerta
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1965
dell’automobile, ho smosso le chiavi che hanno fatto
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1965
bene a una donna? Le vuol bene così, senza
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1965
sapessi?” ¶ “Come, tu fai le cose e non sai
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1965
e non sai perché le fai?” ¶ “Tutti facciamo così
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1965
Beh, io ci ho le mie idee.” ¶ “E quali
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1965
benevolenza, come guardano appunto le ruffiane quando si trovano
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1965
autentico, quello fatto con le polverine non lo è
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1965
ho già detto: ho le mie idee e sono
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1965
di male, intendiamoci. Sono le cose che si dicono
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1965
come lei stessa ammetteva, le cose che talvolta accade
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1965
sempre significativo che tra le tante, lei avesse trattenuto
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1965
tono con il quale le dicevi, mi faceva piacere
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1965
tua sottoveste di cotone, le tue calze ragnate, sono
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1965
Ce l’avevi con le donne della tua classe
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1965
donne della tua classe, le odiavi a morte. Tanto
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1965
detto, durante l’amore, le parole oltraggiose che lei
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1965
prestarci la sua camera. Le ho detto che non
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1965
l’amore?” ¶ “Che memoria!” ¶ “Le cose belle si ricordano
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1965
parli romanesco, che dici le parolacce, che sei ignorante
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1965
hai preso con lei?” ¶ “Le ho detto che tu
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1965
ridere l’idea che le parole del giornale: ‘i
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i suoi occhi brillare, le narici tremare, ed il
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1965
una signora come tutte le altre, non ti sono
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1965
così, io ci ho le prove.” ¶ “Le prove di
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1965
ci ho le prove.” ¶ “Le prove di che?” ¶ “Che
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1965
spietatamente. Poi ha risposto: “Le ho detto che se
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1965
che se lo faceva le avrei regalato un vestito
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1965
lavoranti, anche quelle me le hai mandate tu?” ¶ Si
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1965
molto docili, in sartoria.” ¶ “Le ragazze, a quell’età
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1965
forte e dritto con le narici un po’ larghe
242
1965
Allora bisognava ritentare tutte le volte che era necessario
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1965
cascava giù da tutte le parti, immagina di raccontarlo
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1965
ha perduto la pazienza, le ha dato uno schiatto
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1965
ha ingiuriata.” ¶ “Che cosa le ha detto?” ¶ “Le ha
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1965
cosa le ha detto?” ¶ “Le ha detto: stronza.” ¶ “E
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1965
Non lo so, smetterà le lezioni.” ¶ “Appunto. Cora ha
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1965
a Cora.” ¶ “Che cosa le ha detto?” ¶ “Le ha
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1965
cosa le ha detto?” ¶ “Le ha detto: per me
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1965
stata brava in tutte le materie, ha fatto il
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1965
milioni.” ¶ “Tuttavia quello che le è successo quando aveva
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1965
a dire, perché?” ¶ “Perché le vuoi bene?” ¶ “Perché è
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1965
accoppiano.” ¶ “Lo crede perché le conviene?” ¶ “No, non lo
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1965
non lo crede perché le conviene. Lo crede perché
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1965
dovresti saperlo.” ¶ “Diciamo: perché le pare giusto, perché le
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1965
le pare giusto, perché le piace e le conviene
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1965
perché le piace e le conviene crederlo, perché le
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1965
le conviene crederlo, perché le pare la verità.” ¶ “Se
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1965
un suo mondo che le pare il solo possibile
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1965
tutti. Qualche volta, però, le può avvenire di scontrarsi
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1965
appena a terra con le robuste gambe chiuse in
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1965
tu sei entrato e le hai parlato.” ¶ Ho avuto
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1965
negli occhi, interrogativamente; ma le pupille glauche a cui
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1965
e liscio nel quale le giunture mettevano delle minime
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1965
mettevano delle minime fossette. Le dita corte erano tanto
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1965
bianco. Ho notato pure le unghie: profondamente infossate nella
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1965
e che quest’idea le era stata confermata sei
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1965
inseccolito. ¶ Tutte queste cose le ho dipanate più tardi
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1965
mano dentro la sua, le ho preso il polso
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1965
quale avevo amato tutte le cose che allora credevo
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1965
cioè, al rapporto con le compiacenti ragazze che mi
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1965
che durante i pasti le parlerai con disinvoltura e
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1965
bocca sottile, dura, con le due rughe fini e
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1965
Cora. Questa si china, le parla all’orecchio, mi
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1965
sveglia sul comodino: erano le quattro e un quarto
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1965
e una sigaretta tra le labbra, ho camminato verso
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1965
e color mastice, con le finestre marrone ancora chiuse
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1965
simili macchine, al contrario; le cose pesanti, imbarazzanti, incredibili
279
1965
che c’era tra le mie preoccupazioni letterarie e
280
1965
la famiglia? Oscuramente, benché le due cose fossero diverse
281
1965
e significativi di tutte le altre cose che avvengono
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1965
che ai pasti. Ho le mie amicizie, ormai, e
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1965
come incoercibile; e allora le ho domandato: “Ma tu
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1965
spiegazione varrà per tutte le volte che, cedendo alla
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1965
frangia di capelli che le scende sugli occhi. Ma
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1965
Comprendo, mi alzo, e le dico: “Allora, Baba, ti
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1965
lei che mi getta le braccia al collo, proprio
288
1965
appallottolando la mollica con le dita forti e corte
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otteniamo tanto più facilmente le cose quanto meno mostriamo
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trasporta all’albergo, osserva le strade che sta attraversando
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nella quale sono scritte le insegne dei negozi e
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e strade di campagna. Le camere degli alberghi in
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dalla stessa aria anonima; le marine, i monti, le
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le marine, i monti, le foreste, le campagne, le
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i monti, le foreste, le campagne, le città, e
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le foreste, le campagne, le città, e ogni altro
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uni agli altri come le immagini di una fotografia
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errore più volte. E le facce delle folle di
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nella sua caduta tutte le cose che in quel
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in quel tempo costituivano le mie ragioni di vita
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ad ignorare. O meglio, le ignora e al tempo
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come bisogna credere, ormai le conveniva molto più di
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molto più di quanto le dispiaceva. Con gli anni
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ritagli di tempo che le lasciava la sartoria, trovava
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un limite preciso tra le cure che mi doveva
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chiunque non avesse avuto le mie ragioni di condotta
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i miei libri e le mie carte, era chiuso
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alla terra e attraverso le radici, passi nelle fibre
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avanti per anni durante le mie peregrinazioni professionali. Viaggiavo
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non poteva raccontare che le cose di cui, chi
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ovviamente lo scrivente, tra le cose di cui si
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e li sviluppassi tutte le volte che questo si
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anticiparla in parte, quando le mie impressioni erano ancora
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non creare confusione tra le cose realmente avvenute e
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mi fermai a visitare le rovine di Persepoli. Quindi
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appartamento, comincio a fare le stesse cose di quando
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una città straniera: apro le valigie, mi spoglio, prendo
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diversi mucchi: uno per le raccomandate, gli espressi e
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i telegrammi; uno per le lettere affrancate normalmente; uno
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affrancate normalmente; uno per le buste aperte che contengono
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anche oggi. Ho aperto le valigie, mi sono spogliato
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creduto di dover adottare: le due tende a grosse
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che nascondevano altrettante finestre le quali davano sul cortile
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quali davano sul cortile; le tre consolle Impero sormontate
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porta e l’altra; le quattro stampe incorniciate di
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scuro negli spazi tra le tende. Mi sono accorto
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odore mi ha colpito le narici, acre e freddo
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si è diffusa attraverso le tendine nella stanza. ¶ Non
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letto di noce con le colonnine dai capitelli di
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piano di marmo bianco; le seggiole con la spalliera
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testata: così, coricandosi dopo le fatiche della giornata, Cora
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dai musi furbescamente antropomorfici, le cavalcassero durante la notte
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i vasi di fiori, le effigi dei santi protettori
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sono voltato, ho appoggiato le spalle al cassettone e
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mozziconi di sigarette tinte le più di rossetto all
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dei capelli bruni che le incorniciavano il volto pallido
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un diario. Molte sono le ragioni per cui si
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mettere a profitto anche le briciole della loro vita
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raccontare gli avvenimenti e le riflessioni che mi hanno
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iscritto ad alcun partito, le mie idee politiche erano
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mie idee politiche non le avevo cambiate; mi ero
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Spoglierei mia moglie. Prima le toglierei il vestito, poi
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poi il reggiseno, poi le mutande, poi le scarpe
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poi le mutande, poi le scarpe, poi le calze
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poi le scarpe, poi le calze, finalmente le giarrettiere
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poi le calze, finalmente le giarrettiere.” ¶ “E poi?” ¶ “E
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poi?” ¶ “E poi con le giarrettiere ci farei una
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né perché avessi cambiato le mie opinioni politiche, né
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potente cannocchiale, vede benissimo le rovine della città che
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a camminare solo per le strade ripetendo ad alta
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mio amore per lei, le proposi di vivere insieme
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ormai infatuato di coerenza, le chiesi di sposarmi. Accettò
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avrebbero dovuto farmi riflettere; le attribuii invece allo spirito
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bisogno di cambiare né le mie idee né il
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letto e mi volta le spalle e russa? Che
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Baba mi chiamava “Papà,” le risposi: “Non chiamarmi papà
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me e me non le chiamavo più coi loro
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in cui riponevo tutte le mie speranze per l
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complesso che aveva tutte le apparenze della vitalità. E
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aveva sposati; e ricordavo le tante volte che avevo
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da farmi dubitare che le cose che erano avvenute
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vi si aggiravano tra le buche e i monticelli
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dall’altra parte, con le case allineate e sopra
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case allineate e sopra le case una collina rocciosa
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quanto pareva, non aveva le mie idee sull’inautenticità
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tenendo il busto eretto, le mani riunite in grembo
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Rispose senza quasi muovere le labbra, parlando tra i
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sono accorta che passi le giornate qua dentro ad
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che ci vuole per le spese di casa. Io
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andare alla finestra, tirare le tende, e poi attraverso
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settimana, poi feci venire le ragazze due volte la
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facevo l’amore con le ragazze del telefono con
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gonna lunga fino sotto le ginocchia, di disegno scozzese
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ingresso fingendo di osservare le stampe appese alle pareti
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provocante si spandeva per le pieghe di questa gonna
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troppo in fretta; e le domandai prendendola leggermente per
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non era che ossa. Le cosce simili a due
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che due pieghe appiattite; le due ossa delle braccia
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impudica, poi disse alzando le spalle: “Per me mi
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spingendomi contro il ventre le ossa del bacino, in
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ad una scossa tutte le ossa grandi e piccole
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era composta potessero staccarsi le une dalle altre e
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e si vestì: muoveva le ossa camminando nuda intorno
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coerente. Una volta vestita, le diedi il denaro e
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accompagnata da Cora, ma le altre volte ci è
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anche non andarci.” ¶ “Cora le diceva l’ora in
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cui doveva andarci e le dava la chiave dell
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Ho capito. Raccontando così le cose, una di fila
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quella che camminava per le strade in realtà non
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Cora. Mi sono avvicinato, le ho messo direttamente il
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è fermata e allora le ho messo la bocca
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sa che è presto, le toccherà vedere il film
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colpevole. Allora, mentre seguivo le immagini che ininterrottamente scorrevano
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di solito deambulare per le strade del centro di
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e sono andato per le viuzze oscure, camminando su
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vecchia borsa al braccio, le mani grandi e belle
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Simpatica, sì, ma non le sembra un poco, come
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mi ha aiutato tutte le volte che avevo bisogno
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di essere presente tutte le volte che Marco ed
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occhi fuori della testa le dico che a me
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e poi si baciano le dita e sfiorano la
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si bacerà anche lei le dita prima di toccarla
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di toccarla, come fanno le contadine in chiesa.’ Lo
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che è intelligente, e le cose le indovina al
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intelligente, e le cose le indovina al volo, aveva
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fatto davvero, e perciò le ho detto che ero
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non rivelare a Cora le sue confidenze, si è
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mi ha dichiarato che le piacevo, anche se le
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le piacevo, anche se le facevo paura e le
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le facevo paura e le davo l’impressione di
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una spiegazione con Cora, le rivelo che so del
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del suo secondo mestiere, le dico che è molto
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andare in sanatorio. Infine le faccio una proposta che
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vita. E per cominciare, le terrò compagnia durante quei
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romanzo accettando per buone le cose che avevo fatto
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busso alla porta, entro, le dico che debbo parlarle
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seta verde. Alla fine le dico: “Sono qui per
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sopra la propria fede. Le dico: “Allora tu vuoi
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guarda; una diffidenza crudele le dilata gli occhi; risponde
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stretto contro di lei, le braccia intorno al busto
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busto infagottato nella vestaglia, le narici piene dell’odore
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e di sudore; e le dico: “Tu puoi guarire
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nella lana della vestaglia, le braccia intorno le sue
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vestaglia, le braccia intorno le sue spalle, piango amaramente
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egualmente dolorose. ¶ Ma mentre le sto addosso, e le
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le sto addosso, e le parlo e piango, sento
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stringersi e coprirsi con le due mani la bocca
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vestaglia rossa, ecco, tra le dita, sgorga con abbondanza
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imbarazzata e disinvolta, fischiettando, le mani nelle tasche di
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Baba che sedeva immobile, le mani riunite in grembo
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No.” ¶ “In fondo già le sapevo queste cose.” ¶ “Le
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le sapevo queste cose.” ¶ “Le sapevi?” ¶ “Sì, Cora una
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Cora una volta che le domandavo che cosa era
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invece di farsela con le ragazze della loro classe
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se ne muoiono per le contadine. Non dico che
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intorno ai palazzi, guarda le finestre, osserva chi entra
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una donna come tutte le altre; ma ormai sarà
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dei palazzi devi mettere le baracche delle borgate; al
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società mondana i disoccupati, le prostitute e i ladri
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giorno di luglio, verso le due. Perché tu capisca
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brutto colore giallognolo, con le finestre incorniciate di una
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ignudo. Nient’altro che le baracche e lo stradone
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gli occhi azzurri e le spalle, il petto e
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spalle, il petto e le braccia nude e molto
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molto caldo: Cora aveva le braccia nude e anch
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di tre piani, con le persiane verdi. Cora mi
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piano di marmo e le fotografie di famiglia; due
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l’amore. Vuoi sapere le tre cose che mi
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prima volta?” ¶ “Oh poi le cose sono andate al
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posso farci se oggi le sento come tali?” ¶ A
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Ecco i pianterreni sotto le facciate tempestate di balconi
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tempestate di balconi; ecco le caverne luminose dei negozi
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caverne luminose dei negozi, le figure dei passanti nere
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i bar, i cinema, le latterie, le pasticcerie e
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i cinema, le latterie, le pasticcerie e i portoni
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neon vi faceva scintillare le maioliche del banco, le
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le maioliche del banco, le cromature dei tavolini e
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tavolini e delle seggiole, le specchiere dietro le file
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seggiole, le specchiere dietro le file delle bottiglie. Il
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di sbieco. Ho chiuso le porte, Baba ha premuto
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lo sente?” ¶ “Ci sono le persone che le cose
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sono le persone che le cose le sanno e
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persone che le cose le sanno e le persone
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cose le sanno e le persone che le sentono
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e le persone che le sentono. Mio nonno le
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le sentono. Mio nonno le sente.” ¶ L’ascensore si
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che si vedono scolpite, le mani nelle mani, sui
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acceso degli zigomi; tra le guance gonfie e rubizze
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tentativo di rossetto sbaffava le labbra sottili; un velo
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cipria troppo rosa impolverava le guance floride. Mi ha
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Non ho voluto approfondire le ragioni di questo cambiamento
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di palissandro nero con le zampe di acero bianco
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di un apparecchio televisivo: “Le piace la televisione?” ¶ “Sì
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di quelli che raccontano le cose dell’avvenire.” ¶ “Di
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la finiva più con le domande, voleva sapere tutto
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Baba qui?” ¶ “Eccolo, con le sue domande. Fa la
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è una buona figlia. Le avevo fatto capire che
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dello Stato.” ¶ “Diciamo: come le nostre ferrovie?” ¶ “Diciamo così
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Si capisce.” ¶ “Sa cosa le dico. Che se hanno
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E cioè?” ¶ “Eh, tutte le magagne, come qui da
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può viaggiare e vedere le cose con i propri
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propri occhi.” ¶ “Arrivederci nonna.” ¶ Le due donne si sono
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Agnese la grassezza, modificando le proporzioni, aveva modificato anche
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ora sembravano spenti tra le palpebre gonfie. Era stato
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movimento come per voltarci le spalle e rientrare nell
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parole, ci ha voltato le spalle ed è rientrato
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curva, dalle gambe arcuate, le braccia penzolanti in avanti
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lana scura e nonostante le scarpe non grosse e
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sarcofago; quindi ha chiuso le porte, l’ascensore ha
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i vetri, scomparire prima le gambe, poi il busto
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faccia apposta. Ci ha le sue giornate. Oggi, per
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Domenica 22 novembre ¶ Ho riletto le pagine del diario in
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a pianterreno. ¶ Nella realtà le cose sono andate in
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il vecchio “sente”, secondo le parole di Baba, la
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Ma egualmente, nella realtà le cose sono andate in
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e stamane, svegliandomi verso le sette, quasi senza riflettere
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al tavolino che erano le otto passate. A quell
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lavorare fino a circa le nove e mezzo, quindi
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pantaloni e maglia, supina, le gambe divaricate, una di
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larga e capricciosamente disegnata: le labbra erano socchiuse, quello