Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

era stato lasciato da lei, apposta: ma vi entrava

si fidava così di lei, Stella Martini, che era

ho avuto paura... - singultava lei come una creaturina sgomenta

sono una poveretta, - disse lei, intendendo l'intonazione di

bassa, semplicemente. ¶ - Ripeti - disse lei, cessando di piangere. ¶ - Ti

dunque gli occhi di lei che scintillarono nella notte

passione mi consuma - seguitò lei, quasi parlasse a se

mi porteresti via - sospirò lei. ¶ - Ma dove? ¶ - In qualunque

d'orrore. ¶ - Come? - disse lei con voce affannata - come

Allora si avanzò verso lei, le s'inginocchiò innanzi

sollevato e allontanato da lei, passandosi la mano sulla

mi confiderò mai con lei. ¶ - Hai paura? ¶ - Ti prego

di non parlarmi di lei, te ne prego - disse

un sonno profondo. Anche lei, scendendo la scaletta che

andando in cerca di lei, o avrebbe tranquillamente smorzato

della religione. ¶ - Tornerò - disse lei, levandosi risolutamente. ¶ Per tornare

atroce che era proprio lei, Anna Acquaviva, che aveva

mai. E dentro a lei la voce diceva: ¶ - Così

era avviato innanzi a lei, per farle spiegazione delle

che vi era in lei d'impetuoso, di tumultuario

Pompei: il vecchietto e lei camminavano per la via

alle palpebre abbassate, fra lei e la bigia tomba

mi ami abbastanza - disse lei, guardandolo negli occhi, senza

basta, non basta, - disse lei, monotonamente, quasi parlando in

e inetta creatura! - mormorò lei, con un immenso disprezzo

padrona, comanda. ¶ Innanzi a lei era la crudele, la

mi hai amata... - seguitava lei, ricordando - non puoi negarlo

quasi nulla esistesse in lei medesima e intorno a

tutto finiva anche in lei, superstite dell'amore. Il

Tutto era finito: anche lei finiva, dunque, per l

vita che fuggiva da lei, da ogni poro: solo

forza che era in lei, parea che si liquefacesse

lacrime: e obbedendo a lei stessa, al gran medico

antipatia. ¶ In presenza di lei, per contrasto, egli assumeva

stancate. ¶ - No, no - ripeteva lei. ¶ E non dicevano altro

Si dovevano chinare su lei per udire la sua

costoro eran dolci con lei, di quella dolcezza compassionevole

grande febbre, era per lei una dolcezza non voler

po' inquieto, chiedeva di lei ad Anna: ¶ - Che ha

che la voce di lei tremava di emozione: era

Che avete? ¶ - Niente - diceva lei, timida, sentendo di spiacergli

Cesare Dias. ¶ - Cercherò - concludeva lei, contrita. ¶ Un giorno di

società? - provò a scherzare, lei. ¶ - ... non sono assolutamente necessarii

disse, piano. ¶ - No! - gridò lei, stringendosi le tempie fra

tutti si rivolsero a lei. L'opera cominciava, diretta

che Anna, piena per lei di una devozione e

andare. Erano, intorno a lei, dei veli leggeri e

ondeggiava, sì, intorno a lei, la nuvola luminosa di

la gente estranea, a lei indifferente, il sottil velo

assai meno innocenti di lei, molti avviantisi così a

poichè tutti amavano come lei, e lei aveva il

amavano come lei, e lei aveva il diritto di

E si rivolse a lei, con quel lieve, ironico

non aveva risposto nulla, lei. Adesso, per cortesia, non

addosso, sentirselo lì dietro lei. Temeva di muoversi! le

dal desiderio di prenderlo, lei, per toccare quello che

ad Anna, che a lei pareva di udire il

innamorata Valentina disse anche lei il suo amore, mentre

bello! ¶ - È bello - mormorò lei, come se rispondesse a

forse l'umiltà di lei? Non la vedeva chinar

sentire il torto di lei e di darle ragione

compiacenza: che debolezza! - diceva lei, arrabbiata, come si arrabbiano

dormire nella stanza di lei, udì che ella sospirava

mi avevate detto... - balbettò lei, umilmente. ¶ - Vi ho detto

specialmente che Dias, a lei proprio, proprio lui, le

che volete dire? - esclamò lei, angosciata. ¶ - Null'altro: buona

era così ingiusto con lei, che viveva soltanto, dal

schiava? Perchè punirla così, lei che aveva riconosciuto solo

ella amava, aveva per lei una devozione così assoluta

notizie? Ma doveva esser lei, proprio lei, la bruna

doveva esser lei, proprio lei, la bruna vivace con

eleganti nell'originale audacia, lei, una incantatrice irresistibile! Ahimè

detestava gli ingrati. Ingrata, lei! Ma doveva dunque ringraziarlo

a Luigi Caracciolo? Ingrata, lei, è vero? Tre o

prima di separarsi da lei? Non parlavano, ma giunte

Anna vi era: certamente lei e Stella Martini lo

la conversazione intorno a lei, ella si concentrava in

Cesare Dias. ¶ - Nulla - mormorava lei, passandosi una mano sugli

aveva superata, che fra lei e Cesare Dias avvenne

cosa... ¶ - Da me? - esclamò lei, arretrandosi. ¶ - Ogni lettera chiede

era amico vostro - gridò lei, stendendo le mani, volendosi

per me, serve - gridò lei, sgomentata sino nel fondo

siete il tutore? - mormorò lei, tremando. ¶ - Sì, sono il

vero? ¶ - Ancora, come? - esclamò lei, trasalendo. ¶ - Dicevo, che per

non mi calpestate! - gridò lei, in preda a una

fremeva di ansia. Per lei, la passione era, ancora

da un sentimento di lei più forte e diceva

fra le fanciulle e lei. Giusto, in quel giorno

di non burlarsi di lei, di non adoperare lo

mani di Dio - disse lei, non avendo il coraggio

su ogni cosa, per lei, si distendeva il bigio

una parola pietosa, da lei stessa messa sulla carta

tenerezza era notata da lei, immediatamente; sapeva con ciò

un grande imperio su lei, ma non gli sarebbe

ne vivono. Ah, non lei, non lei era fatta

Ah, non lei, non lei era fatta per questo

ad altezze supreme. Non lei, non lei! Quelle nel

supreme. Non lei, non lei! Quelle nel dolore si

non esisteva attorno a lei che il deserto arido

obbedendo come un fanciullino. Lei, guardando in se stessa

non vi era in lei che una grande distesa

nulla più sussultasse in lei, dov'ella potesse dormire

ricordo, che era in lei tanto profonda, in quell

tramonto di maggio: e lei, che si era quasi

che si compiva contro lei. ¶ Una notte profonda di

Dias, giunto presso a lei. ¶ Ella aprì gli occhi

curiosità. ¶ - Oh Dio! - esclamò lei - che mi domandate! ¶ Un

di smarrito. E a lei parve, in quell'istante

spazio fu percorso da lei, con una certa lentezza

ma gli occhi di lei balenarono dolcemente e le

sentimentali, disse anche a lei, mentre si avviava a

bene, eh? ¶ - Benissimo - disse lei. ¶ - Non vi occorre nulla

tutto, non tutto - mormorò lei, malinconicamente. ¶ E si piegò

egli già applicava a lei le sue formole di

velo era disceso fra lei e il mondo, e

vita stessa arrivavano a lei come un'eco indistinta

detta, avrebbe avuto da lei quella gratitudine. Adesso ella

combinazione dove tutto di lei soffriva, l'amore, la

e che intorno a lei, essendosi ritrovati, quasi per

sola - disse, accanto a lei, la voce di Luigi

bianco: aveva freddo anche lei, pallidissima, con certi occhi

nell'anticamera, dividendosi da lei, per andarsene nel suo

e si piegò verso lei. Allora soltanto e per

non resti? - osò pregare lei. ¶ - Non posso: debbo andare

conoscenze, che avean per lei quella cordialità amichevole, che

faceste. ¶ - Che dite! - disse lei, cortesemente. ¶ - E quella vostra

parlava, seduto dirimpetto a lei, guardandola negli occhi, quasi

vi erano intorno a lei degli ignoti pericoli, cercando

giunto, che venisse a lei annoiato delle ore perdute

sogno d'amore, per lei che non dormiva, aveva

E che ne sapeva lei, del cuore di suo

suo marito? Che conosceva lei, moglie, compagna, dei suoi

amori presenti? Non era lei forse un'estranea, tollerata

egli disse, voltandosi a lei. ¶ - Buon giorno, Cesare - ella

certo. ¶ Erano indimenticabili, per lei, le ore di quella

paesaggio, per ridere con lei di qualche viaggiatore originale

Saint-Moritz raccomandava che lei e Laura si divertissero

sederlesi accanto: usciva con lei, e col pretesto di

non sono sola - soggiungeva lei, semplicemente. ¶ - Non siete sola

tutti i colori - mormorava lei, diventando un po' pallida

due tagli, feriva profondamente lei, ma faceva sanguinare anche

destro di poter parlare lei di Cesare. E la

ferro... carnefice gentile... ¶ E lei, prima timidamente, poi con

credo, non credo - diceva lei, con gli occhi smarriti

a nome - diceva sempre lei facendo un cenno con

è neppure geloso - ripeteva lei, pianissimo, perduta nelle sue

sempre. ¶ - Triste, triste! - soggiungeva lei, sottovoce. ¶ Ma pure intendendo

fu assai buono con lei, molto galante, molto tenero

venne ad abbracciare anche lei. Istintivo era il movimento

di sua sorella, dove, lei presente, le labbra di

me l'avesse data lei, questa consegna! - diceva tristamente

giammai sarebbe riuscito, con lei, il metodo della freddezza

cortese, non altro, per lei, solo la prima settimana

il marito, andava anche lei, in tutti quei ritrovi

si davano del tu, lei presente. Si eran dati

a darsi del tu, lei presente, ella riceveva lo

impallidiva, sgomenta, quasi che lei, poveretta, si trovasse in

non mi domandare - esclamava lei, affannosa, mettendogli una mano

di parlare. Pure, per lei, le cose voltavano alla

settimana si mescolò anche lei, nervosa, alterata, sempre seducente

nessuno che badasse a lei, ella si buttava in

la sorella, spinti da lei stessa, partivano, tornavano, dopo

E per vendicarsi di lei, negli ultimi tre o

neppur pensare più a lei che acutamente soffriva, in

morire, meglio morire - singultava lei. ¶ Egli se ne era

era ridiventato galante con lei, osservava minutamente tutti i

altre donne ornate come lei, cariche di gemme sorridenti

ieratici, non avessero come lei un cuore straziato chissà

suo marito. Non dunque lei era una qualunque vilissima

non era stata che lei; e quella miseria, quel

per sempre, attorno a lei. Fuggire? Quando aveva voluto

immagine del tradimento; era lei il fatto, atroce e

e silenzioso. Dietro a lei, senz'aver chiesto altre

si chiudeva dentro, con lei, ebbe soltanto un battito

disse Anna, tornando a lei senza guardarla. ¶ Temeva, Anna

Laura, arsa adesso anche lei di collera e di

una freddezza strana in lei, le disse: ¶ - Tu vuoi

faccia a faccia con lei, ebbe un moto d

gran ferita, aperta da lei nel collo bianco di

Anna era andata a lei, forte del suo diritto

mani, chiedendo perdono a lei, avrebbe dovuto udire dalla

un fratello: poichè, infine, lei, Anna, aveva ragione, innanzi

sempre la disfatta per lei, che amava, che si

forza arcana combatteva contro lei, contro ogni suo sforzo

vittoria, era finita, per lei, con una disfatta. ¶ - Ho

addirittura quella porta contro lei, trattandola come una estranea

coltre funeraria. Cominciava per lei una veglia lunga, nel

mentre ancora alta, in lei, ardeva la vampa immortale

segnale della stanchezza, in lei. Passò nel suo spogliatoio

tutti i nervi di lei tremavano, guardando il nobile

temere, non temere per lei. Non le ho fatto

e io aveva su lei diritto di morte, datomi

Forse sono pazzo di lei, senza saperlo: voi che

della tua infamia. Almeno lei, l'altra infame, Laura

stesso cancro di cui, lei ed io, moriremo. Tu

era così atroce, per lei, che per la prima

amava da prima, confessa lei; peccato che non te

lui doleva staccarsi da lei, lasciare quella manina senza

così basso innanzi a lei, che quasi parea genuflesso

sollevandosi dolcemente sino a lei, la baciò con timidezza

errore. Gli occhi di lei fiammeggiarono, nuovamente, di corruccio