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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «lei»

nautoretestoannoconcordanza
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c’è scritto?» chiese lei, sconvolta. ¶ «Le parole della
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di futuro. Ormai anche lei era passata a studiare
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Romano antico. E però lei ebbe pena. Le parve
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écouter Gluck, Paisiello» aggiunse lei, eccitata. «Ils ne craignent
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comunque, tutto questo per lei non ci sarebbe stato
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comprendeva, adesso: anche in lei si stava spargendo piccolo
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mondo... Ne soffrivano. E lei pure, nonostante gli sforzi
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di Ponte Sisto, perché lei il mare non l
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e azzittì i ragazzi. Lei fissava il paesaggio con
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sono anche uomini!» gridò lei. Erano apparsi tra i
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a sostenerla. ¶ «Grazie» disse lei. Un po’ mortificata, si
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al corpo di guardia, lei fissò Miguelzinho e José
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Campania felix» commentò titìo. Lei andava pensando alla curiosa
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viaggiatori erano ormai distrutti. Lei non aveva voglia di
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sberleffi, gesti molto volgari. Lei ebbe un po’ di
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dolore e collera, allora lei si risvegliava. Vide soldati
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la carrozza al muro, lei poté toccare con un
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avidissimo di “vagni”, come lei scoprì quasi subito. Dal
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s’era irritato perché lei era rimasta lì, dritta
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la prima volta da lei sgorgava sangue, il suo
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Ma se ne dimenticò, lei non osava rammentarglielo. Un
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con naturalezza, sentimenti che lei pensava andassero nascosti; pareva
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ad ambienti che forse lei non avrebbe conosciuto. A
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Un’allegra tiritera che lei mescolava apposta, senza che
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Vovó venne perseguitata finché lei non fu in grado
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testa piccola, tonda. Quando lei avanzò dietro tio Antonio
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poco napoletano. Rivolgendosi a lei spiegò: «Questo è pericoloso
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Alla mia maniera» balbettò lei. Giordano batté le mani
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si rivolse ancora a lei. ¶ «Io insisto perché leggiate
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si spostò verso di lei. Le borbottò nella sua
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sorpresa) perché c’era lei, Lenòr. Una ragazza non
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balzò su, seccato. Fissò lei, proruppe: «Basta, perdio, con
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chiacchierava sommessamente con Conforti. Lei vide con sorpresa faticosi
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da Vincenzo Sanges. Tra lei e Sanges era nata
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non la desiderava e lei nemmeno, in fondo, provava
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compiaciuto della meraviglia di lei «è soprattutto un debole
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difetti.» ¶ «Ah sì» approvò lei, con allegra aria materna
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Sanges. «Non lo sa lei, non lo sa nessuno
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fra chiese e monasteri.» ¶ Lei ricordò la sera dell
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affascinante, allegra.» ¶ «Sì» disse lei, con sincero trasporto. «E
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crudeli.» ¶ «Tu no» disse lei, scotendo il capo. «Ma
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sanno vivere» sorrideva Sanges. Lei provò freddo, gli si
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barcaiolo. La barca deviò, lei s’accorse che quei
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donde si scatenò Masaniello. Lei non sapeva chi fosse
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Lenòr?» domandò Vincenzo, sorridendo. Lei mormorò: «Credo sia un
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fra le signore da lei conosciute lo facevano, almeno
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Tutti indossavano vesti chiare, lei portava il secondo dei
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Filaleti, col nome da lei scelto di Epolnifenora Olcesamante
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riconoscenza della nuova accademica. Lei era un po’ preoccupata
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grosso. ¶ Gli occhi di lei giravano supplichevoli, posarono stizziti
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che le saprà anche lei. Tutte le donne le
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Popoli. Tutte la incalzarono, lei rise, aggiunse: «Domandate a
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battuta dell’abate. Sentite. Lei lo sfotte su un
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sciolsero tutte nelle risa, lei rimase perplessa. Chiese all
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in corteo memorabile, che lei applaudì con Sanges e
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A Napoli.» ¶ Forse, pensò lei, quando fosse arrivato il
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si poteva dire: anche lei un fior di naso
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confronti di queste cose lei provava curioso atteggiamento: di
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di sua conoscenza. ¶ Era lei fuori posto, ancora una
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scrittori. Ora stava anche lei “al di là”. Consacrata
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a dire (come faceva lei con gli altri, in
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cosa che aveva scritto lei. Rabbrividì nel riflettere su
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come nelle Scritture» osservò lei, Jeròcades tuonò di sdegno
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che Vincenzo pagasse per lei. ¶ In casa non s
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facile. E comodo». ¶ Ma lei, in fondo, si sentiva
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governare un mondo da lei stessa edificato, perciò amabile
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lo splendore del di lei talento. ¶ L’invito produsse
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le sorrise e ricominciò. Lei divenne pallida. La regina
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continuo. ¶ Adesso toccava a lei provvedere. A ogni cosa
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i cervelli di Napoli. Lei pure andò, con un
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un signore accanto a lei sorridere, un lazzaro enorme
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azzurri. Che bella donna, lei pensò, avvilita. Chissà a
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Primicerio. ¶ Costui infine comparve, lei divenne pallida. Cercò sostegno
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ora...» ¶ S’accorse che lei parlava, ma aveva altrove
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così, nei momenti difficili. Lei s’irrigidì. No, no
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libertà. ¶ Luigi aveva ragione. Lei restava non adulta, immatura
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e labbra. Era stata lei, senza volerlo, a schiudere
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qui al dirmi poeta...». ¶ Lei le trovava più belle
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stringeva i capezzoli. Poi lei intravide l’ombra violacea
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Era vero, lo pensava lei pure. Ma non poteva
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selle tintinnanti di sonagliere. ¶ Lei ebbe un po’ paura
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scrollando tamburelli; accanto a lei un funereo Pulcinella bianco
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allontanare i ghiribizzi, ma lei s’accorse d’ardori
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fissava occhi, labbra, che lei sentiva un po’ unte
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scritto un sonetto nuovo» lei balbettò. Lui batté un
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a un’esequie. Così lei pensava, raccolta in sella
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oscenità. Sì, anche in lei s’erano accesi i
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problemi, quei due. E lei che ne sapeva? Si
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Magari Primicerio era da lei. ¶ «Che me ne importa
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si fecero attorno gorgheggiando. Lei cercava di trattenersi, ma
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ordine l’ha dato lei stessa. Su istigazione della
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aveva mai insegnato, né lei per tali cose aveva
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dovrebbe riuscirvi per istinto. Lei, evidentemente, non ne aveva
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Cassano, Cirillo corse con lei, il bel viso sinceramente
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si fece strada in lei, dolceamaro. Dalla perdita immensa
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Armida Carafa di Maddaloni, lei compresa, in quanto nessuno
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procurava tedio, dolore. ¶ Ma lei pure portava a bruciare
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piacere.» ¶ Al secondo giro lei disse: «Sarebbe meglio li
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fa’” pensò, in napoletano lei pure. Come dicevano i
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niente.” ¶ PARTE SESTA ¶ 1 ¶ Con lei mutavano le cose del
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sposare Lenòr con Miguelzinho. Lei pensava a quella nipote
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avrebbe fatto qualcosa per lei. E Cirillo... ¶ Sorrise, ricordando
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appena quarantenne. Pettegolavano perché lei era giovanissima, una delle
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lui aveva fatto con lei nei momenti difficili. ¶ Lavorare
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Dopo un po’ ebbe lei pure voglia di lasciare
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sensibilità per le sventure? Lei pure provava fastidio. Non
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tante grazie e basta”.» ¶ Lei ebbe un’idea improvvisa
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per ricevere, quella dove lei studiava, meno male che
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un’ignota signora a lei identica solo nell’aspetto
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po’ anziano. Quanti anni? Lei ne aveva, al momento
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pure il re, che lei aveva conosciuto ragazzina, proprio
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scambiato qualche parola, infine lei aveva fatto la riverenza
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acqua francese e cuoio. ¶ Lei abbassò gli occhi. Lasciò
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poeta santo, sussurrò, orgoglioso. Lei sorrise, con sforzo. ¶ «Brava
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malinconica, o era sempre lei che provava tristezza? ¶ Fino
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queste? Vengono da Roma.» ¶ Lei rispose con un cenno
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accenderlo, serrò le imposte. ¶ Lei rimaneva, ferma, al centro
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a calzonetto, gliele scese. Lei chiuse gli occhi, nelle
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attimo le fu addosso. Lei provò trafittura sottilissima: un
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che s’accaniva su lei. Mugolava corrucciato, un po
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inerte, nell’interno di lei andava afflosciandosi pian piano
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è appena percettibile, ormai lei ha esperienza di certe
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istante in cui per lei l’esistenza s’era
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i momenti nei quali lei meno si guarda. Ansa
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bambino che torna a lei, con la sua estrema
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la gran parola, perché lei era stata felice, nonostante
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da cinque mesi per lei non avevano segreti: questa
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nel suo sangue, sebbene lei, da quando s’era
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grumo vivo uscì da lei. S’era fatto vedere
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bocca emetteva suoni inarticolati. ¶ Lei cercava d’interpretarli. A
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agli strilli disperati di lei. ¶ Ha impressione che la
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ferma in quella di lei. A chiedere risposta. ¶ «Che
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gengive durette. Aspettavano ansiosi, lei e il piccolino, l
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dovuto capirlo allora. Ma lei era portata a fidarsi
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anche alla dote di lei, era carico di debiti
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ragù, pignati maritati, maiale. Lei usciva nella Pignasecca con
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sfregio. I primi tempi lei s’inferociva e Pasquale
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la collana di vovó. Lei strillava, disperata, cercando di
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male. Mollò uno schiaffo, lei cascò sul pavimento. ¶ Poi
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Già adesso, guai se lei s’allontanava: pianti, strilli
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vere o inventate, che lei gli raccontava, in portoghese
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si mise a piangere. Lei se l’abbracciò, continuando
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si lavava, urlava se lei implorava: «Almeno le mani
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toccarla, dopo tanto tempo. Lei provava repulsione, vergogna. Fra
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riprofumava, era paziente. Quando lei fu di nuovo incinta
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l’avrebbe chiamato Francesco, lei ebbe una crisi, urlò
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Pean riuscì a salvare lei. Era dolce, risoluto, ricordava
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dei Fonseca. Ma a lei cosa importava? Tutta la
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l’universo, finiti con lei. Cosa poteva rimanerne? I
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liberarsene.”» ¶ «Ha ragione» mormorò lei. «Penso che qui “vivere
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libertà costa molto cara» lei disse. «Io adesso sono
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nemmeno al suicidio». ¶ Pausa. Lei era seria, rifletteva. Mormorò
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madre strillò, poi minacciò. Lei scappò pei veicoli. Tornò
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sul lettino preparato per lei e singhiozzò a dirotto
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stata colpa mia» sussurrò lei. Egli scosse il capo
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mai dimenticata. Nonostante tutto». ¶ Lei increspò le labbra in
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precisato la vocazione. A lei piace regnare, comandare: come
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uomo eccezionale, adatto a lei, sebbene sia più giovane
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in molti vengono da lei. A volte c’è
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giorno rimase. A volte lei l’osservava, chiedendosi come
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fazzoletto nuovo, della frutta), lei strillava, raccapricciata, li buttava
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come son capitati qua lei e suo marito Andrea
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li vogliano interdire, spedire lei in convento ad Agropoli
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ha solo vent’anni, lei meno. Uno splendore: boccoli
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cose adesso hanno per lei fascino singolare, occuparsene significa
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del cittadino»: queste parole lei ha scritto nella prefazione
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abbastanza.» ¶ «A proposito» interviene lei, lasciando il tavolino delle
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Uniti d’Italia!» sorride lei. «Come in America. Tante
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la trascina dappertutto. ¶ Anche lei è in bianco, il
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lingua napoletana. Lo portò lei stessa a Palazzo. Primicerio
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sua». ¶ Abbassò il capo, lei e Primicerio s’inchinarono
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balconi, gli specchi. ¶ A lei, per le spalle, corre
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veniva più, dopo che lei ne aveva rifiutato l
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a vostra volta violenza?» lei gli domandò. ¶ «Una sola
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Lomonaco, Russo, Marra, Manthonè, lei e Gennaro Serra. ¶ «Vestitevi
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con sobrietà» aveva consigliato. Lei indossò la redingote di
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sprezzo, sputò a terra. ¶ Lei aveva impressione che infiniti
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discrezione il salotto di lei. ¶ «Preferisco starmene qui. Con
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dimensione» aveva confessato Serra. Lei aveva sorriso, preoccupata. ¶ «Mio
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ventinove anni» dichiarò, divertito, lei provò sincero stupore. ¶ «Mio
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Molto diversa» sillabò, serio, lei non rispose. ¶ «Lo penso
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anni! Un uomo! E lei lo conservò in memoria
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quell’orrendo fondaco, con lei, la fissava. Gli si
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redingotes, nei calzoni. Anche lei dovette nascondersene addosso. ¶ «Allora
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strazianti pantomime. Inseguivano soprattutto lei, acciuffandole le falde della
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più. ¶ La riconobbe quando lei s’affacciò alla soglia
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perplessità sul volto di lei, fornì la spiegazione. ¶ «La
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le dorature. ¶ «Bella» esclamò lei, don Eduardo annuì. ¶ «Vi
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Mère”, “Grande Révolution”. Anche lei, ormai, non era che
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in ragione delle sostanze: lei tirava fuori otto ducati
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Palazzo.» ¶ I ragazzi esplosero. Lei guardò Lauberg, spaventata, quello
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frustrati: valeva anche per lei? ¶ Provò collera infantile, colpevole
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giamberga a falde lunghe, lei sotto le stringhe del
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può permettere...». ¶ «Mah» fece lei, ansando. ¶ In quel momento
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degli Interni» spiegò Gennaro. Lei sorridendo debolmente, osservò: «Ora
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Hamilton si facevano aspettare. Lei guardava Gennaro, sempre più
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con distratti baci. Verso lei apparvero freddine, Maddalena Serra
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dodicesima volta. Molto guasta lei pure: borse sotto gli
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mantella s’aprì, cadde. Lei apparve in tunichetta bianca
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andò nuovamente. Toccava a lei: si sentì morire. ¶ Fra
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facciamo tutti così» mormorò lei. «Ci lasciamo andare. Perché
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s’è occupato di lei: mamãe, vovó, papài, titìo
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Soprattutto da parte di lei.» ¶ «Lei chi? Dimmelo!» ¶ «Chiara
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da parte di lei.» ¶ «Lei chi? Dimmelo!» ¶ «Chiara. Chiaretta
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fragile, esperta ed innocente.» ¶ Lei tremava un poco. Si
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che repubblicana è diventata! Lei e Ignazio girano tutti
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Il caro vecchiume» disse lei, con dolcezza. ¶ «Bah, non
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Sã Pereira pretende che lei la traduca in italiano
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gli occhi, perfino ingelosita. Lei! Di me! Davvero cambiata
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la tocca, versa in lei il proprio seme, le
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tante cose. Chiara invita lei, Gennaro, Sanges, a trascorrer
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villa d’Ercolano, dove lei andrà con Ignazio. ¶ «Mio
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regalato un parasole rosa. Lei decide di farsi cucire
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spruzza acqua d’arancio. ¶ Lei vuole una veste color
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vuole caponata e taralli, lei si fa convincere. Da
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forte, intrecciando le dita. Lei ha un piccolo guizzo
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v’intrecciava le dita, lei lasciava fare. Che male
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invitato Chiara e Ignazio. Lei prepara cena rapida: prosciutto
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allora occorre educarli» fa lei, tornata col caffè. ¶ «Brava
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da Mazzarella Farao» dice lei, perplessa «che a Pompei
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le risa del pubblico. ¶ Lei segue con attenzione, è
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del fondo. ¶ Tutti ridono, lei cerca di cogliere sui
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s’è fatto tardi, lei si sente stanca. Desidera
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nel vecchio divano spelacchiato. Lei si alza, nel tono
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questa città così pericolosa. Lei Napoli nel cuore della
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vedere una sera che lei si preoccupava più del
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fatica. ¶ «Sì, caro. Buonanotte.» ¶ Lei corre al balconcino. Né
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Fa il caffè, ma lei rifiuta, vuol dire che
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mangiare. Si deve alzare lei, reprimendo i battiti del
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lo vi’» ripete, spiando lei che legge. Quando la
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pugni sopra il pavimento, lei la guarda, stanchissima. ¶ «Ma
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gli animali tintinnanti, infioccati. Lei manda giù Graziella. L
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scoppi di mortaretti, salmodiare, lei e Graziella, dal balcone
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Grazie’, sempre domani!» ride lei. «Chi l’ha detto
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e moglie o no?». ¶ Lei si turba. ¶ «E che
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sganascia per lo scherzetto, lei scuote la testa. ¶ «Grazie
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in gioco da bambini. ¶ Lei si irrita. ¶ «Perché se
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ne è contenta. A lei piacciono altri argomenti, per
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no? Tenesse qualche commare?». ¶ Lei ride e s’irrita
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d’aiuto persino da lei, che è tanto più
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barcone.» ¶ Vibra d’entusiasmo. Lei prova tenerezza a guardarlo
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due o tre volte, lei socchiude gli occhi. ¶ 5 ¶ S
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buoni. Per un po’ lei pure viene presa dal
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notre gloire. ¶ Ansa, commosso. Lei tace, ma ha provato
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maschio. ¶ Ci sono tutti, lei non fa che sorridere
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poesia. Ignazio chiama anche lei, che sta ascoltando Baffi
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Gennaro tenta anche per lei. ¶ «Che ti prendo?» ¶ «Quello
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Carmagnole?» ¶ «Vai, Margherita, vai!» ¶ Lei rossa, allegra, picchia sui
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s’eccita da sola, lei si tappa le orecchie
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arco marmoreo del Laurana? ¶ Lei scruta il cappio: giallognolo
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La folla tuona, tempesta, lei si tappa le orecchie
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il cappio al collo. Lei ha impressione sia diventato
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io non comprendo» insiste lei. «Perché noi ancora no
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A Napoli» s’intromette lei. «Per quanti sforzi faccia
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tic mortificati. ¶ «Rien» fa lei, asciugandosi gli occhi. «Ma
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cantina, sbavato di calce, lei vorrebbe consolarla. ¶ «Non devi
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a Maiella, i Tribunali. Lei passa la prima volta
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han ripreso ad abbaiare, lei ha freddo, prova angoscia
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È tornata Angiola Cimino, lei la osserva senza acrimonia
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doveroso aiutarlo, concedergli amicizia. Lei si sente in colpa
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piròccole, sciabole, vessilli. ¶ E lei, per sua sfortuna, li
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nci viniti lo stesso.» ¶ Lei scosse la testa, pianissimo
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v’avrà fatto male.» ¶ Lei la fissa con occhi
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per le mani sue. Lei prova irritazione, ma è
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la porta, si mosse lei. ¶ «In nome del re
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tremare. Si strinse a lei, le toccava il viso
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raccolto. ¶ «Grazie’, lèvati» disse lei, piano. «Tanto, non potimmo
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Marchesa Pimentel Fonseca» riprecisò lei, intestardita. ¶ Adesso, in cella
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Dei pilastri sociali.» ¶ E lei tirava fuori la prima
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si possono tenere?» incalzava lei. ¶ «Non lo so. Non
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e cogitabondo, poi che lei fu entrata, ciò fu
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Pasquale Baffi, Carlo Lauberg?». ¶ Lei si strinse nelle spalle
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Anzi. Un significato per lei l’aveva: con quel
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entrava? Rabbrividì. Forse per lei c’era condanna capitale
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alto, appariva molto pallida, lei si mise a piangere
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padre, che profittava di lei da quando aveva dodici
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se l’è fatta lei, con l’uncinetto. Meu
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in terra, sotto di lei, si formano chiazze rosse
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devo aver fatto!» ansa lei, con voce di pianto
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oro. Si corrucciò perché lei non fece la riverenza
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Proprio quel giorno da lei sgorgò sangue, il primo
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sua porta trema. Ma lei nessuno la cerca: se
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braccia, la trascinano fuori. Lei sta con gli occhi
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parrucca. ¶ «Marena’, addo’ jammo?» ¶ Lei si sente svenire, chiude
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si discorre soprattutto di lei. Le chiedono di raccontare
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Giulia sembra sincero, amabile, lei prova empito di fastidio
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in nome del re.» ¶ Lei sorride. ¶ «Ma i Francesi
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che faremo, Gennaro?» risponde lei, preoccupata. ¶ «Domani vedremo. Si
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nuovamente vestiti da marinai, lei con mantella e abito
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Ovo garriscono bandierone bianche. Lei si gira a fissare
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cucinando, mangiando, con tranquillità. ¶ Lei guarda lontano, verso le
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a sedersi accanto a lei, il sussurro dei ricordi
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a Cuoco, accanto a lei, ridacchia, sussurrando: «D’altra
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Cuoco scambiano occhiate critiche. Lei è preoccupata: Gennaro non
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le bandiere bianche. ¶ Anche lei (per ora abita dai
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spalancano. Balza su anche lei, ripresa dall’ansia del
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la sua prima eroina». ¶ Lei ha brividi di stupore
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jusqu’à Sant’Elmo?» ¶ Lei ha un sussulto. Schizza
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sul cavallo di Pepe. Lei getta uno sguardo fugace
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per la presenza di lei. Si ride, si commenta
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una coccarda anche a lei. ¶ «Vieni» fece Gennaro. «Ti
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napolitaine» disse. ¶ «Oh» mormorò lei, contenta di trovar subito
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berne una tazza, mentre lei lo assale: «Allora? Altre
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se ci sono novità, lei fruga nuovamente nella cartella
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plebe, proporzionatamente alla di lei intelligenza e ben anche
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lazzari?» ¶ «Ma insomma!» insorge lei, stizzita per le critiche
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cavando nuovamente l’orologio; lei sospira, ma quello colpisce
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Ma... Il marito di lei...» ¶ «Sei rimasta la stessa
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e tu piaci a lei? Si può osare, basta
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sbuca da nuvole capricciose. Lei lavora con impegno: il
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Tagliavano teste, violentavano, incendiavano. ¶ Lei rammentava Ruffo. La sera
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ci viene più nessuno?» ¶ Lei fissa il vecchio, che
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Diventa sgarbato persino con lei. ¶ «Lenòr, fammi il piacere
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è rimasto ragazzo» osserva lei, con malinconica saggezza. «Come
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Grottone di Palazzo» sorride lei. ¶ Gennaro ha un gesto
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dans les journaux napolitains». ¶ Lei s’arrabbia di nuovo
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verde, quello azzurro, dove lei visse due momenti importanti
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seduto, accenna col capo. Lei prova stizza tale che
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guardano negli occhi, è lei che risponde. ¶ «Si l
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il re delle macerie». ¶ Lei ha un brivido. Ignazio
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gloria. L’amore... Beh.» ¶ Lei lo guarda con curiosità
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le preoccupate domande di lei. «Dovresti leggerlo, Lenòr. Non
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di cosa importante.» ¶ Rientrano, lei siede al tavolo, lui
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anche comunicarla al Governo.» ¶ Lei impallidisce. ¶ «Ruffo ha iniziato
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pubblico che ugualmente con lei è benemerito della Patria
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l’educazione della plebe.» ¶ Lei sorride. Avverte fastidio di
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tutto mio. Che compagnia!» ¶ Lei esita; «E tua... I
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cavernoso. Sorride sempre, mentre lei s’arrovella per capire
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padrona d’una volta? Lei prova curiosa speranza. ¶ «È
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tuo movente segreto? pensa lei, un po’ delusa, continuando
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e saggia. Anche con lei ho sbagliato tutto. Sono
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Dobbiamo andarcene immediatamente, Lenòr.» ¶ Lei gli pone una mano
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Francia.» ¶ «L’America» dice lei, con debole sorriso. «Con
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alito leggermente cavernoso, tuttavia lei s’accuccia contro di
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Luigi, steso accanto a lei, continui a guardarla. Ma
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e qualche mese» sorride lei, rivestendosi. Non hanno mangiato
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apre, ascolta. ¶ «Non senti?» ¶ Lei, volenterosa, accorre, tende l
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ferma, cereo, intriso. Anche lei non ce la fa
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San Carlo alle Mortelle. Lei tiene gli occhi chiusi
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è affaticato su di lei col suo respiro a
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il cittadino generale Ruvo.» ¶ Lei ha un tuffo del
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andato da un pezzo. Lei, che non si stacca
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Dentro! Dentro!» urla Pepe. Lei e gli altri che
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incrocia lo sguardo di lei, lo fugge. Scappa via
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vengono trasportati i feriti. Lei si dà da fare
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Marra, asciugandosi la fronte. Lei vuol collaborare, sebbene Luigi
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a sinistra. Meu Deus. Lei con occhi sbarrati vede
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ricomporsi alla meglio. Anche lei cerca d’aggiustarsi, ma
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di metri dal Fulminant. Lei pure si sporge, le
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ancora appiccicati al capo. Lei ha un salto del
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mare è calato, ma lei rabbrividisce. È Ruvo che
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a Cirillo e a lei, insieme, si vede che
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la testa. ¶ Tocca a lei. Il cappio accanto a
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ode solamente il respiro. ¶ Lei resta sbalordita a guardarla