Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

Astolfo in Pavia, dove lo assedia, e, per intercessione

di maggio, o, come lo chiamano alcuni annalisti, il

e di torri, verso lo sbocco di Val di

così vivamente sentita come lo è dall'autore. ¶ USANZE

cavalier Peleo, il quale lo alleva, e lo mette

quale lo alleva, e lo mette al servizio d

De' combattenti sfolgorar, siccome ¶ Lo sposo nel convito? Insiem

Siam d'Adriano: ei lo desia. ¶ DESIDERIO ¶ Perire, ¶ Perir

sfugga: il padre ¶ Te lo comanda. ¶ SCENA TERZA ¶ VERMONDO

consacra; e suo malgrado ¶ Lo spiegherà contro chi voglia

che nutre un corridor, lo salga, ¶ E accorra al

alla pena incontro ¶ Correr lo fa; digli che mal

di voi: Svarto? io lo vidi ¶ Scorrer lungo il

dall'arcion nell'onda ¶ Lo scosse; armato egli era

mio volto ¶ Chi fisserà lo sguardo? Al calpestio ¶ Del

ti credea. ¶ SVARTO ¶ Necessità lo zelo ¶ Rende operoso; e

Uomo di Dio, tu lo vedesti, il vide ¶ Il

E in Dio fidando, lo varcai. Qui nulla ¶ Traccia

ad ora ad ora ¶ Lo scrosciar dei torrenti, o

In quanto onor Carlo lo tenga. - Arvino! ¶ (entra Arvino

momento aspetta. ¶ ADELCHI ¶ E lo potrà, pur troppo! Ei

pugno ¶ Come il brando lo tiensi. Ed io sull

vili, il posso? e lo vorrei, potendo? ¶ - Soffri e

e atterrito, e DETTI ¶ LO SCUDIERO ¶ I Franchi! i

qual via? ¶ BAUDO ¶ Chi lo sa? ¶ ADELCHI ¶ Corriamo; ei

uno di essi e lo ferma) ¶ Senza cor, se

Vibra l'asta, e lo abbatte: la ritira, ¶ Prostra

infame ¶ Trarrallo il ciel, lo spero, e ad un

più pura immagin sua. Lo vinci ¶ Tu di fortuna

strada: al nostro orecchio ¶ Lo scellerato mormorio non giunge

Or or fia qui, lo spero; alla sua traccia

un fido inviai, che lo ritragga ¶ Dall'empio rischio

che in giù rivolse ¶ Lo sguardo, e disse: Questa

Baudo, il tuo posto ¶ Lo sai: chiuditi in Brescia

Si mesce e discorda lo spregio sofferto ¶ Col misero

ai vostri tiranni precludon lo scampo, ¶ Son giunti da

Ch'io gli perdono. - Lo farai? ¶ ANSBERGA ¶ L'estreme

di Dio, nessuno ¶ Rapir lo puote, il sai: come

sacra spoglia ¶ Vesti, e lo spirto seco, e d

Far che ripari, chi lo fece, il torto? ¶ ANSBERGA

in delirio) ¶ Carlo! non lo soffrir: lancia a costei

sogno! e l'alba ¶ Lo risolvesse in nebbia! e

De' corridor fumanti; ¶ E lo sbandarsi, e il rapido

Già la calava; io lo ritenni: ai piedi ¶ Tu

è giunto ¶ Che tu lo illustri con la prova

tre volte ¶ Gli renderai lo stesso segno. Al muro

saliravvi: a questo ¶ Battifredo lo scorgi, e a guardia

vostri plausi ad ottener, lo starsi ¶ Fermo alle prese

di qua, di là, lo sventurato ¶ Sfuggir non può

Longobardo. I patti suoi, lo credo, ¶ Carlo terrà; ma

entra Amri.) ¶ È sgombro lo spalto? ¶ AMRI ¶ È sgombro

consiglio, ¶ Per pietà, me lo dia. - Da te, mio

di sangue a chi lo sdegna. ¶ CARLO ¶ Parla. ¶ DESIDERIO

diletto ¶ Amico mio por lo voleste in pugno, ¶ Perch

egli in cor me lo piantasse. E quando ¶ Io