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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
con melate ¶ Parole sempre lo blandisce e molce, ¶ Onde
2
1867
somigli; ¶ E ben dir lo poss'io, che un
3
1867
tuo bel dono teco lo conserva ¶ Fin che ad
4
1867
Non men pregiato ricambiar lo possa. ¶ Mentre così dicea
5
1867
diletti, ¶ Come l'estro lo inspira? Agita, infiamma ¶ Giove
6
1867
aprirò sincero. Anch'io lo scettro ¶ D'Itaca accetterei
7
1867
Pisenòr gli offerse ¶ Prontamente lo scettro; ed ei rivolto
8
1867
più che re, mentre lo scettro ¶ Tenea su questa
9
1867
il garzon gittò sdegnoso ¶ Lo scettro a terra, dalle
10
1867
rovina il figlio. ¶ No, lo rammenta: di tua casa
11
1867
de' Proci ¶ Va meditando lo sterminio, e a molti
12
1867
che vai più sempre ¶ Lo sdegno di Telemaco infiammando
13
1867
A che vai tu lo sdegno degli Achivi ¶ Contra
14
1867
nostre ¶ Allegre mense. Se lo stesso Ulisse, ¶ Qui comparendo
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1867
sbramar la sete che lo strugge ¶ Della vendetta, ei
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1867
un capo amato allontanar lo stesso ¶ Gran Saturnio non
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1867
che tanto ¶ Io pur lo brami. L'odio de
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1867
de' Celesti ¶ A morte lo condusse, e la sua
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1867
Che al suo morir lo sdegno degli Eterni ¶ Avea
20
1867
degli Eterni ¶ Avea fissata, lo guidava Egisto ¶ In isola
21
1867
biondo Menelao. Se tu lo preghi, ¶ Tutto che brami
22
1867
posti i piedi ¶ Su lo sgabello, interrogò lo sposo
23
1867
Su lo sgabello, interrogò lo sposo ¶ Con questi accenti
24
1867
che a Sparta ¶ Io lo guidassi, perché ardente brama
25
1867
l'opra ¶ Tu giovar lo potessi e col consiglio
26
1867
Chi misto al vin lo beve, il giorno intero
27
1867
pubblico bisogno? A me lo narra. ¶ Telemaco rispose: Inclito
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1867
amaro, ¶ Sia che tu lo vedessi o da straniero
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1867
ti fu cortese, ¶ Or lo rimembra, e non celarmi
30
1867
voler de' Numi, onde lo sdegno ¶ Io forse provocai
31
1867
teso agguato ¶ Tu pigliar lo potessi, ei del ritorno
32
1867
Saldo il tenete, e lo premete al suolo. ¶ Ma
33
1867
tenevamo ¶ Senza paura. Alfin lo scaltro vecchio, ¶ Vinto dal
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1867
mio parlar; ma, se lo brami, il vero ¶ Schiettamente
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1867
commosse! Ma una spia lo vide ¶ Dal vertice d
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1867
ai Numi, ne placai lo sdegno. ¶ Poscia al tradito
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1867
quando ¶ Telemaco partì? chi lo seguìa? ¶ Liberi cittadini, o
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1867
fiore ¶ Dell'itacense gioventù lo segue; ¶ E su la
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1867
Nume, ¶ Rispose il banditor, lo trasse a Pilo ¶ Per
40
1867
voi, crudeli, ¶ Che salir lo vedeste il curvo legno
41
1867
le pingui cosce, ¶ Or lo ricorda, e salvami il
42
1867
e incontanente i Proci ¶ Lo guidavano in alto, e
43
1867
S'insinuò nel talamo lo spettro, ¶ Si librò sul
44
1867
terra o in mar lo colga; ¶ Poiché molti giurâr
45
1867
la sua rovina, ¶ E lo vogliono estinto anzi che
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1867
e indarno a me lo chiedi. ¶ Tacque, e ratto
47
1867
Telemaco pur, tu che lo puoi, ¶ Scorgi ad Itaca
48
1867
sospinto ei solo. ¶ Or lo stesso gran Giove a
49
1867
e con rovente ¶ Fulmine lo trafisse. E a me
50
1867
avviticchiato ¶ Della carena che lo stral di Giove ¶ Gli
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1867
franta e dispersa. Io lo raccolsi ¶ Nelle mie grotte
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1867
naviganti ¶ Gli darò, che lo scortino su l'onde
53
1867
il duol, che tutto ¶ Lo consumava, in lagrime e
54
1867
e più veggenti. ¶ Raccapricciò lo sconsolato Ulisse ¶ A tal
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1867
Sappia la Terra, sappia lo stellato ¶ Immenso Cielo e
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1867
del suo legno, con lo sguardo ¶ Alle Pleiadi or
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1867
dai gioghi di Solima lo scorge ¶ Sui salsi flutti
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1867
dorso ¶ Noto a Borea lo gitta, ed or lo
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1867
lo gitta, ed or lo cede ¶ Euro a Ponente
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1867
Leucotea dal bianco piè lo vide, ¶ Ino Leucotea, figlia
61
1867
costa il flutto rimbalzando ¶ Lo colpì novamente, e per
62
1867
piacque il loco, perocché lo vide ¶ Dai venti riparato
63
1867
alla foce in salvo lo depose. ¶ Ma l'infelice
64
1867
Alba al genitore, ¶ E lo prega che un carro
65
1867
di vento ¶ Mai non lo scuote, né la pioggia
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1867
E una candida luce lo rischiara ¶ Che i santi
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1867
insegue; ¶ E se talor lo stimola il digiuno, ¶ Urta
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1867
qua di là per lo sporgente lido ¶ Atterrite fuggîr
69
1867
un uomo? Un inimico ¶ Lo credete voi forse? Ancor
70
1867
sul vicin lido. ¶ Attonita lo guarda allor Nausica, ¶ E
71
1867
di Nausica? ¶ Ove mai lo trovò? Certo costui ¶ Suo
72
1867
incontri de' Feaci, ¶ Non lo molesti con domande, e
73
1867
Ma nessun de' Feaci lo ravvisa ¶ Mentre le vie
74
1867
D'Eurimedonte, che tenea lo scettro ¶ Su gli alteri
75
1867
in empie guerre ¶ Con lo stesso suo re. Di
76
1867
i cittadini. ¶ Era questo lo splendido soggiorno ¶ Che ad
77
1867
Ulisse, e i Feacesi ¶ Lo guardano in silenzio. Alfin
78
1867
né gentil mi sembra ¶ Lo straniero lasciar sovra l
79
1867
Porgi, e a seder lo invita in una scranna
80
1867
al suo fianco ¶ Seder lo fece su lucente scranna
81
1867
dagli Dei deriva. ¶ Ma lo scaltro Itacense a lui
82
1867
sue case, e schiera lo seguìa ¶ Di re scettrati
83
1867
Ulisse ¶ Sul capo se lo trasse, e si coperse
84
1867
i lenti buoi, ¶ Se lo stesso noval fendono insieme
85
1867
a giostrar con noi lo invita. ¶ A questi accenti
86
1867
tarda età non venne ¶ Lo smisurato Eurito, e lo
87
1867
Lo smisurato Eurito, e lo trafisse ¶ Apollo, irato ch
88
1867
la cetra, ¶ A seder lo condusse in mezzo al
89
1867
da canto? ¶ E tu lo chiedi, o saettante Apollo
90
1867
che Marte liberasse, ¶ Deh! lo sciogli, dicendo, io ti
91
1867
Da me, se Marte lo ricusa, avrai ¶ Il dovuto
92
1867
Omai, Nettuno, ¶ Allor riprese lo scaltrito fabbro, ¶ Contrastar più
93
1867
Uom di gran senno lo stranier mi sembra. ¶ Dunque
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1867
vi si scaldi ¶ Per lo straniero che, dal bagno
95
1867
e con diversi ¶ Nodi lo stringe, di cui Circe
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1867
disse, e a Demodoco lo reca, ¶ Onde, sebbene afflitto
97
1867
E come donna ¶ Piange lo sposo, che a tardar
98
1867
tuoi congiunti? il suocero, lo sposo ¶ D'una tua
99
1867
turbarle vi scende, né lo stesso ¶ Cacciator che per
100
1867
corbe il depose e lo compresse, ¶ E raccogliea l
101
1867
spiaggia? ¶ Fa' ch'io lo sappia. - Sì dicea lo
102
1867
lo sappia. - Sì dicea lo scaltro; ¶ Ma il segreto
103
1867
palmi, ¶ E a rimondar lo diedi ai fidi amici
104
1867
il letame ¶ Che ingombrava lo speco. Io volli alfine
105
1867
tutto quanto in fretta ¶ Lo cacciò nello speco: o
106
1867
Ritirandolo in fretta, io lo recai ¶ Vicino al mostro
107
1867
una nave ¶ Il carpentier, lo gira altri a sinistra
108
1867
dall'occhiaia, e lungi ¶ Lo scagliò mugolando per dolore
109
1867
a me stesso procurar lo scampo. ¶ Ogni astuzia, ogni
110
1867
soffro. ¶ Così dicendo, fuor lo spinse al pasco. ¶ Dall
111
1867
Con questi detti io lo schernìa: Ciclope, ¶ Non eran
112
1867
sollevò, che al lido ¶ Lo risospinse. Ma con lungo
113
1867
narrar sapea. ¶ Poi quando lo pregai di darmi aiuto
114
1867
procellosi, e a me lo porse; ¶ Perché de' venti
115
1867
supremo ¶ Il gran Giove lo fece, onde sopirli ¶ O
116
1867
gridando a sé chiamò lo sposo ¶ Antìfate, che tosto
117
1867
L'asta vibrando, io lo colpii nel tergo, ¶ E
118
1867
carco. ¶ Giunto alla nave, lo gettai sul lido, ¶ E
119
1867
il farmaco mio non lo consente. ¶ Quando poi Circe
120
1867
cortese. ¶ Ma prima per lo Stige ella ti giuri
121
1867
mistura affatturata ¶ Infuso avea. Lo bevo, e non mi
122
1867
tebano ¶ Cieco Tiresia consultar lo spirto; ¶ Di Tiresia, che
123
1867
teban vate a consultar lo spirto. ¶ Io tacqui; e
124
1867
ritorno. Ma un Celeste ¶ Lo sturberà: perocché indarno agli
125
1867
l'ombre, a cui lo nieghi, il tergo. ¶ Compiuto
126
1867
mi trasse a consultar lo spirto ¶ Del tebano Tiresia
127
1867
Io ben tre volte lo tentai, ma sempre ¶ Qual
128
1867
Anfïon, che un dì lo scettro ¶ Su l'Orcomeno
129
1867
anno il termine venuto, ¶ Lo stesso Ificle libero mandollo
130
1867
voi non meno ¶ Onorar lo dovete. A congedarlo ¶ Dunque
131
1867
la cura affidi. ¶ E lo scaltro Itacense: O grande
132
1867
le femminili ombre disperse, ¶ Lo spettro dell'Atride Agamennóne
133
1867
pur tu dunque, soggiungea lo spettro ¶ d'Agamennóne, della
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1867
segreto: ¶ Solo in parte lo scopri, e in parte
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1867
stesso al campo achivo ¶ Lo condussi da Sciro. Ei
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1867
dorati. ¶ Con alte grida lo seguian gli spettri, ¶ Come
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1867
grand'arco teso ¶ E lo strale sul nervo, orribilmente
138
1867
canto lusinghier. Tu, se lo brami, ¶ L'udrai; ma
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1867
assorbe, ed altrettante ¶ Mugghiando lo rigetta. Ah ben ti
140
1867
Disse; e tutti approvâr lo stolto avviso. ¶ Agli armenti
141
1867
Da tre donzelle seguitar lo fece, ¶ Di cui la
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1867
né l'avrìa raggiunto ¶ Lo sparvier, de' volanti il
143
1867
il divo Ulisse ancor lo sdegno ¶ Non tacea di
144
1867
in braccio al sonno, ¶ Lo tragittano invece i Feacesi
145
1867
da terra, e tu lo cangia in pietra, ¶ Che
146
1867
scendea ¶ Dalla sua vigna, lo colpii con l'asta
147
1867
itaco eroe: ¶ Arduo sarebbe lo scoprirti, o Diva, ¶ Anche
148
1867
sempre ¶ Terrò su te lo sguardo, allor che l
149
1867
Palla rispose. ¶ Io stessa lo mandai, perché v'acquisti
150
1867
di montana cerva ¶ Tutto lo copre. Gli presenta alfine
151
1867
il più fedele; ¶ E lo trovò nel portico seduto
152
1867
pelle ¶ Di capra boschereccia lo ricopre, ¶ Ed a seder
153
1867
ricopre, ¶ Ed a seder lo invita. Egli contento ¶ In
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1867
pone, e a cibarsi lo conforta, ¶ Così dicendo: Amico
155
1867
colma il nappo, e lo presenta ¶ All'eroe, che
156
1867
presenta ¶ All'eroe, che lo vuota, e con allegro
157
1867
Agamennón seguendo. ¶ A me lo svela, e ti dirò
158
1867
la donna, a cui lo sposo ¶ Muoia fuor di
159
1867
bisogno mentitor si rende. ¶ Lo sappia Giove, il sommo
160
1867
sommo re de' Numi, ¶ Lo sappia l'ospital mensa
161
1867
chiuso ¶ Era a tutti lo scampo. Altri di lancia
162
1867
io perito. ¶ Dagli omeri lo scudo, e dalla fronte
163
1867
grossi, ¶ Per ch'io lo sveni all'ospite qui
164
1867
un ciuffo al porco ¶ Lo gittò su le fiamme
165
1867
vibrò, che al suol lo stese. ¶ I famigli a
166
1867
io presi, ¶ E me lo cinsi intorno al corpo
167
1867
e il buon porcaio ¶ Lo coprì con lanosa ed
168
1867
arricchir l'albergo, ¶ E lo sposo defunto e i
169
1867
due garzoni s'avvïò. Lo vide ¶ D'Ulisse il
170
1867
ospite accarezza ¶ E chi lo spregia, sempre il meglio
171
1867
meno ¶ Discortese colui, che lo straniero ¶ Arresta quando è
172
1867
chi bramoso di restar lo caccia. ¶ Quando s'indugi
173
1867
d'Elèna, e tu lo serba ¶ Per sua memoria
174
1867
arrivo; ¶ Ché ben io lo conosco, e so per
175
1867
volto ¶ Tutto di stizza lo vedresti acceso. ¶ Così detto
176
1867
molte genti ¶ Ivi stese lo scettro, ivi costrusse ¶ Un
177
1867
figlio a costui Teoclimeno, ¶ Lo stranier che a Telemaco
178
1867
i tuoi compagni, ¶ Per lo stesso tuo capo, io
179
1867
l'usato zelo ¶ Trattener lo volesse il buon porcaio
180
1867
Che vecchio e tristo lo lasciò morendo. ¶ E anch
181
1867
di ricchezze uguali; ¶ E lo scettro stendea su l
182
1867
accontenta: al tuo palagio ¶ Lo straniero conduci, e fin
183
1867
fin ch'io torni ¶ Lo festeggia, l'onora e
184
1867
verga in questo dir lo tocca, ¶ E bella, intatta
185
1867
stanza il piede. ¶ Attonito lo mira il caro figlio
186
1867
per questo il figlio ¶ Lo riconosce; e, No, dicea
187
1867
strali, in pace ¶ Tu lo sopporta, e solo con
188
1867
E digli ancora: ¶ Io lo feci dai Numi consigliato
189
1867
a suo tempo; e lo scompiglio ¶ Giove e Minerva
190
1867
Ond'ella morto non lo creda, e pianga. ¶ Arrivarono
191
1867
notte, e trucidarlo. ¶ Ma lo guidava a questa spiaggia
192
1867
altra volta in vecchio lo trasforma ¶ De' suoi cenci
193
1867
disegno, ¶ Al figliuol rispondea lo scaltro Ulisse. ¶ Assai meglio
194
1867
e stupefatti, ¶ Mentre passava, lo venìan guardando ¶ I cittadini
195
1867
vie della città guidava ¶ Lo straniero alla piazza. Appena
196
1867
Delle mie stalle; ma lo sdegno io temo ¶ Del
197
1867
Però ti dico, né lo dico invano, ¶ Che se
198
1867
si leva: uno steccato ¶ Lo circonda ed un muro
199
1867
destino ¶ Al sacro Ilio lo trasse; ed in sua
200
1867
zecche Argo giacea ¶ Su lo sterco de' muli e
201
1867
incontro ¶ A lui potea. Lo scòrse alla sua volta
202
1867
che a viver servo lo condanna. ¶ Così dicendo, nell
203
1867
Comparve, a sé Telemaco lo chiama; ¶ Ed ei, presa
204
1867
scranna, ove solea ¶ Seder lo scalco nel partir le
205
1867
mendico ¶ Stendea la mano. Lo venìan guardando ¶ Impietositi, e
206
1867
Chi fosse e donde lo stranier venuto. ¶ Il pastor
207
1867
mentre il porcaio ¶ Qui lo guidava; ma di qual
208
1867
dir, con la destra lo sgabello ¶ Su cui posava
209
1867
E qual pur fosse lo stranier, qualunque ¶ Il bisogno
210
1867
bisogno che a me lo conducesse, ¶ Sempre contento il
211
1867
Or che m'insulti. - Lo sgabel ripiglia, ¶ Così dicendo
212
1867
ed egli invece ¶ Con lo sgabello gli ferì la
213
1867
l'orecchio e cupido lo sguardo ¶ A buon cantore
214
1867
e che da Creta ¶ Lo sbalestrava una crudel procella
215
1867
Eumeo, ¶ Venga a me lo stranier. Non odi come
216
1867
ha colui percosso ¶ Con lo sgabello; né d'Ulisse
217
1867
i servi a forza lo spingeano innanzi, ¶ Di paura
218
1867
il figlio d'Eupite lo pungea ¶ Con questi accenti
219
1867
ascolta: ¶ Se nella lotta lo stranier ti vince, ¶ Io
220
1867
o solo a terra ¶ Lo rovesciasse tramortito. E questo
221
1867
fuor per l'atrio ¶ Lo strascina alla porta. Ivi
222
1867
prenci achei rapisse ¶ Con lo splendor di sua beltà
223
1867
s'oltraggia, ¶ E tu lo vedi e il soffri
224
1867
chi m'aiuti. Ma lo scontro ¶ Fra l'ospite
225
1867
fine, perché in lui lo sdegno ¶ Più sempre ardesse
226
1867
Più sempre ardesse. E lo pugnea da prima ¶ Eurimaco
227
1867
Anfinomo si curva, e lo sgabello ¶ La destra mano
228
1867
altre fanciulle, e che lo sdegno ¶ Alfin si svegli
229
1867
e di che terra. ¶ Lo scaltro Ulisse a lei
230
1867
governar potrebbe, ¶ Mal comporta lo strazio che gli amanti
231
1867
per nove ¶ Anni stese lo scettro. E fu Minosse
232
1867
magion l'accolsi, ¶ E lo colmai di doni, e
233
1867
in segno. ¶ Un banditore lo seguìa, che poco ¶ L
234
1867
e i cari amici ¶ Lo rivedranno. Intanto io qui
235
1867
Sorger dell'altro, abbraccerai lo sposo. ¶ Ah si cómpia
236
1867
tapino, e con affetto ¶ Lo nudrì, l'educò. Questa
237
1867
rassomigliasse, io vidi. ¶ E lo scaltrito eroe: Ben parli
238
1867
atterrarlo si scagliava Ulisse. ¶ Lo prevenne il cinghiale, e
239
1867
avo, il bianco dente ¶ Lo ferì d'un cinghiale
240
1867
aquila, tornando, in su lo sporto ¶ Si posava del
241
1867
qui certo non uscìa lo strano ¶ Sogno ch'io
242
1867
ancora ¶ Mi parea che lo sposo avessi al fianco
243
1867
Il vasto albergo, e lo seguìan due cani ¶ Dal
244
1867
e, Chi, domanda, è lo straniero ¶ Che qui ritrovo
245
1867
tanto in breve ¶ Moltiplicarsi lo vid'io, che forse
246
1867
un ospital presente, ¶ Onde lo porga alla vezzosa ancella
247
1867
Meglio per te che lo straniero il colpo ¶ Abbia
248
1867
su le ginocchia, ¶ Sedendo, lo posava, e alfin lo
249
1867
lo posava, e alfin lo trasse ¶ Dalla guaina, e
250
1867
colga, e ai Proci lo racconti. ¶ Separiamci, ed entriam
251
1867
e fra le dita ¶ Lo gira e lo rigira
252
1867
dita ¶ Lo gira e lo rigira e scalda al
253
1867
Ed ozïosa tutto già lo spense. ¶ A queste voci
254
1867
arte ¶ E nella forza lo stranier fidando, ¶ L'arco
255
1867
e delle donne ¶ Noi lo spregio temiamo, e il
256
1867
aïtante ¶ Della persona è lo straniero, e chiara ¶ Vanta
257
1867
ciò che valga. Ove lo pieghi ¶ E la vittoria
258
1867
achei, che n'allentò lo sdegno ¶ Contro il figlio
259
1867
Or quinci or quindi lo volgea, spïando ¶ Se nell
260
1867
doveano il sangue. ¶ Pose lo stral su l'arco
261
1867
trasse e sibilando ¶ Partì lo strale, e tutti in
262
1867
Della tua sposa, conseguir lo scettro ¶ D'Itaca desïando
263
1867
E per tua man lo spense. Or via, ti
264
1867
si schiuda il core. ¶ Lo guatò bieco Ulisse, e
265
1867
giungo, ¶ O che qui lo conduca, e a te
266
1867
punto i due pastori, ¶ Lo trascinano indietro, e resupino
267
1867
trascinano indietro, e resupino ¶ Lo stramazzano al suolo. Ivi
268
1867
d'un'alta ¶ Colonna, lo sospesero alle travi. ¶ Ciò
269
1867
Damastore al figlio, e lo trafigge; ¶ E Telemaco anch
270
1867
all'epa, e fuor lo passa ¶ Da parte a
271
1867
e chi per man lo piglia. ¶ Lesse nel core
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a quando a quando ¶ Lo guarda in volto; e
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volto; e se talor lo sembra ¶ Raffigurarlo, incerta e
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lacero e sozzo ¶ Che lo ricopre. Allor con questi
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Ed ecco ¶ Tutto echeggiar lo spazïoso albergo ¶ Al calpestìo
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Restava ¶ Così de' Proci lo sterminio ascoso. ¶ In questo
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olio l'unse, e lo vestì di vaga ¶ Tunica
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mai sì freddamente accolto ¶ Lo sposo avrìa, che dopo
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né te disprezzo, ¶ Né lo stupor m'accieca; e
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L'unii con chiodi, lo pulii, con arte ¶ Ne
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Elena, si mescea con lo straniero, ¶ E il letto
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poiché il brami, ¶ Io lo farò, quantunque il tuo
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saggia donna ad ascoltar lo stava, ¶ Né mai palpebra
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Al mar di novo lo respinse il vento. ¶ Disse
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Circe, che il mandò lo spirto ¶ Del buon Tiresia
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Che del suo latte lo nudrì. Soggiunse ¶ Che il
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e lungamente ¶ A forza lo trattiene, e desïando ¶ Averlo
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Di tutte cure alleggiator lo prese. ¶ Ma Minerva, la
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il sonno, ¶ Or ne lo fuga. Con la verga
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Tutto dolente, s'appressò lo spettro ¶ Del re de
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dito in ogni età lo mostri. ¶ La madre tua
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Combattendo cadeste? A me lo narra, ¶ Ch'ospite già
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lavoro, e ai Proci ¶ Lo mostrò, che parea raggio
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Pilo. In cor volgendo ¶ Lo sterminio de' Proci, alla
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stesso albergo. ¶ Ma come lo inspirò l'Egioco Giove
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fidi; e, benché tutti ¶ Lo sgridassero i Proci, a
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i Proci, a lui lo porse, ¶ Come il figlio
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eversor di cittadi agevolmente ¶ Lo tese, e tutti trapassò
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ricco albergo, ¶ L'accarezzai, lo festeggiai gran tempo; ¶ E
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solitaria landa; e non lo pianse, ¶ Né lo coprì
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non lo pianse, ¶ Né lo coprì di terra il
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petto ¶ Geme e sospira. Lo contempla Ulisse ¶ Impietosito, e
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collo, ¶ E più volte lo bacia, e, Padre, dice
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Che tagliavano in pezzi lo scannato ¶ Maiale, e l
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ad un Nume uscir lo vide, ¶ Maravigliato gli si
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Vieni alla mensa, e lo stupor deponi. ¶ Eran le
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per la mano ¶ Ciascun lo prende a gara e
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prende a gara e lo saluta; ¶ Indi vicino all
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innanzi agli occhi ¶ Guizzar lo fece di Minerva. A