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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Luigi Pulci, Morgante, 1483

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
1
1483
partire, ¶ ma la fanciulla lo fe' pazïente: ¶ - Non ci
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1483
nello scrigno ¶ e tutto lo spiccò con un boccone
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1483
trafitto. ¶ Disse Margutte: - Io lo vedevo scorto ¶ ch'egli
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1483
pieno il sacco; ¶ poi lo rïempie, e poi di
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1483
disse a Margutte: - Assèttati lo scudo, ¶ ch'io vo
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1483
e stracco. ¶ Morgante, come lo vede a giacere, ¶ gli
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1483
sta a vedere; ¶ poi lo destava, perché e' s
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1483
fatto la giarda, ¶ perché lo vide in terra in
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1483
Questo è Morgante, per lo dio Macone! ¶ se ben
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1483
braccia in alto, ¶ poi lo riprese in aria con
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1483
è nella sua salute ¶ lo spirto di quel Ben
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1483
litigi, ¶ e grande amor lo sforza ire aiutarlo, ¶ e
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1483
quando e' dormia, ¶ poi lo vendé; dond'egli è
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1483
del re Carlo: ¶ e' lo 'nvitò a mangiar, questo
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1483
trovorno il pastore. ¶ Gan lo minaccia e chiama traditore
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1483
usanza. - ¶ Rispose Ganellon: - Tu lo vedrai, ¶ poi che tu
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1483
farò caro costallo: ¶ tu lo vendesti al mastro giustiziere
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1483
ragione allega. ¶ Gan finalmente lo fece tenere ¶ da due
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1483
giganti ch'egli afferra ¶ lo traboccava morto in su
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1483
l'altro di drieto lo prende, ¶ e finalmente dell
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1483
sia più amico; ¶ io lo perseguo come Pagol Cristo
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1483
Il tempo reo non lo consente. - ¶ E poi salvum
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1483
credea che 'l ciel lo possi offendere. ¶ Orlando s
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1483
che l'acqua non lo ricopriva. ¶ Greco surgeva e
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1483
varava la barca. ¶ Orlando lo pagò cortesemente, ¶ tanto che
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1483
cosa vera ¶ da chi lo troverrà in futuro scritto
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1483
che 'l vidi, non lo credo appena ¶ di questo
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1483
luogo e tempo e' lo mandòe ¶ a Bambillona, e
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1483
le vendette si faranno. ¶ Lo 'mperador di Mezza è
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1483
se si sono affricanti. - ¶ Lo 'mperadore a certi servi
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1483
e stolto, ¶ ubbidir qui lo 'mperador pagano? - ¶ Rinaldo presto
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1483
sala non ne cape. ¶ Lo 'mperador sentì come va
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1483
e torta, ¶ tal che lo 'mperador n'ebbe paura
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1483
giudicare a tua Corona. - ¶ Lo 'mperador gli piacque Orlando
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1483
con le spade addietro. ¶ Lo 'mperadore avea questo sentito
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1483
lïone, ¶ che colla lancia lo volle contendere: ¶ la lancia
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1483
sì forte par che lo scudo percuota. ¶ I pagan
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1483
non che 'l pagan lo scudo alzava ¶ quando vide
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1483
la testa aperta: ¶ trovò lo scudo e netto lo
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1483
lo scudo e netto lo tagliava; ¶ l'elmo sonò
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1483
salta fuor del corridore. ¶ Lo 'mperador gridò: - Non gli
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1483
gli far torto, ¶ non lo toccare: e' basta ch
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1483
morto. - ¶ Disse Rinaldo: - Per lo dio Macone, ¶ ch'assai
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1483
il popol commendato. ¶ Quivi lo pose a giacere in
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1483
e' sia gagliardo, ¶ ché lo conobbe quando era pagano
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1483
caval sotto mio segno. ¶ Lo 'mperadore apparecchia l'armata
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1483
vendicar del suo figliuol lo sdegno, ¶ e contro a
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1483
giunse una ambasciata, ¶ come lo 'mperador mandato ha il
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1483
questo can malfusso te lo 'nsegni. ¶ Io mi ritorno
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1483
Antea vengo ammazzarti, ¶ ché lo farò pria che da
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1483
ingegno adopre, ¶ e con lo scudo e col brando
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1483
con l'altro braccio lo scudo apparecchia ¶ per riparare
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1483
modo s'aiuta, ¶ ché lo schermire era l'arte
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1483
e 'l modo lor lo manifesta»; ¶ e di Rinaldo
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1483
battuto fu, que' compagnoni ¶ lo rizzon sù con ischerno
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1483
che in qualche paese ¶ lo conducessi fuor di quel
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1483
accompagni insin che me lo 'nsegni, ¶ se' prieghi miei
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1483
a Calandro disserra ¶ che lo tagliò nel mezzo come
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1483
volentieri! - ¶ e sùbito chiamò lo spenditore ¶ e fece contentar
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1483
Orlando, la fanciulla e lo scudieri. ¶ E 'l re
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1483
non fussi nata! - ¶ Orlando lo pregò che gli chiarisse
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1483
il re Falcon: - Tu lo saprai, ¶ e meco insieme
63
1483
alla peccia, ¶ ma pur lo scudo reggeva al martello
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1483
tronchi e pezzi: ¶ dunque lo scudo a Orlando fe
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1483
tu se col brando lo schifo? - ¶ e ritrovava a
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1483
ancor; ma s'io lo troverròe, ¶ sùbito un messo
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1483
la reina e lui lo ringraziorno, ¶ e tutto il
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1483
l'anima mia ¶ e lo spirito mio di tua
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1483
mio Iddio ch'io lo farò dolente!». ¶ Questo con
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1483
lasciai. - ¶ E tanto per lo campo insieme vanno ¶ che
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1483
campo insieme vanno ¶ che lo condusse ove combatte Orlando
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1483
scudo gli pone, ¶ sùbito lo passò, ch'era pur
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1483
e la corazza e lo sbergo e 'l giubbone
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1483
potessin vedere; ¶ donde ciascun lo riconobbe presto; ¶ ma, volendo
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1483
pur trovarlo. - ¶ Orlando, come lo vede appressato, ¶ diceva: - O
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1483
tanto la rabbia che lo vinse, ¶ che lo tagliò
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1483
che lo vinse, ¶ che lo tagliò come il latte
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1483
Salicorno giù cadere, ¶ che lo sentì chi nol potea
79
1483
via; ¶ Meredïana al partir lo pregòe ¶ che l'avvisassi
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1483
non mi lascian mai lo state o 'l verno
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1483
testa o gattuccia, ¶ e lo spuntone, e va' per
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1483
ch'io non te lo direi: ¶ s'io ti
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1483
non rende, ¶ ma con lo sputo a mia posta
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1483
io gli ho pagato lo scotto di busse. - ¶ Disse
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1483
colla pelle scorticata: ¶ e' lo sparò nel corpo solamente
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1483
con masserizia: ¶ io son lo spenditore, e degli scotti
87
1483
che questa accorderà tutto lo scotto; ¶ e disse all
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1483
disse: «A questa volta lo vedrai!». ¶ E per fornire
89
1483
questo Orlando, ¶ s'io lo vedrò mai più, che
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1483
gaia: ¶ forse che cotto lo potren mangiare. ¶ Per quel
91
1483
ovvero un lïofante con lo stame. ¶ Io rido che
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1483
l'altre volte te lo dico: ¶ ch'io vo
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1483
giù rovinava il bastone, ¶ lo disfaceva e piegava allo
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1483
ché, quando in terra lo pose Margutte, ¶ si fracassorno
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1483
e' denti stuzzicava ¶ con lo schidon del pin dove
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1483
che 'n corpo te lo serbo. ¶ Tu non hai
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1483
che l'ammazza; ¶ e lo smeriglio si vede squillare
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1483
vedea l'anitroccolo e lo struzzo; ¶ barattole, germani e
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1483
quella vedeva allargare, ¶ e' lo metteva nel fesso del
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1483
corvallo e 'l salmone, ¶ lo scòrpin colle punte aspre
101
1483
suo regno sente, ¶ che lo voleva a Colchi guidar
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1483
Polifemo innamorare; ¶ notavan per lo mar con ambo mane
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1483
che l'altro intanto lo saetta. ¶ E 'l bufol
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1483
buche o tane. ¶ E lo spinoso e l'istrice
105
1483
puzzola e faina e lo scoiatto; ¶ èvvi la lontra
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1483
uom prima morto, ¶ poi lo piangeva, pien d'inganni
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1483
l tir, ch'avea lo 'ncantatore scorto, ¶ acciò che
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1483
Questo sempre terrò per lo tuo amore; ¶ questo terrò
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1483
battaglia, ¶ questo servigio io lo verrò scultando ¶ nel cor
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1483
sentieri. ¶ Come Rinaldo apparir lo vedia, ¶ che stava attento
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1483
si stima, ¶ sùbito indrieto lo venne a trovare. ¶ Ma
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1483
Durlindana ¶ al prenze, che lo giunse in su l
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1483
mai tra due baroni: ¶ lo scudo in pezzi l
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1483
il mio padre non lo conoscìa. ¶ Ma poi che
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1483
assedio; ¶ ma per paura lo tien del Soldano ¶ e
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1483
in sul destrieri. ¶ Ulivier lo conobbe incontanente, ¶ e trasse
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1483
testa messo; ¶ ma Ulivier lo passava di sotto, ¶ e
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1483
destra. - ¶ E 'n piazza lo gittò d'una finestra
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1483
aspramente, ¶ e minacciava apparecchiar lo stuolo ¶ e la città
120
1483
ali), ¶ da ogni man lo volgeva latino, ¶ e nel
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1483
con la lancia non lo facci al gitto; ¶ e
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1483
tanta destrezza ¶ che non lo volse mai sì destro
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1483
man serva costei ¶ per lo mio amor, come io
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1483
misse a queste parole lo 'ngegno; ¶ disse: - Cugino, aresti
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1483
già fumo, e tu lo sai: ¶ quand'io vi
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1483
altro, che vedea che lo 'ngannava, ¶ finse di pianger
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1483
non di' davvero! ¶ Io lo farò come persona sciocca
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1483
con un gentil saluto ¶ lo salutò, che in mezzo
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1483
gentile, ¶ sùbito anco ella lo scudo volgea ¶ per non
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1483
sella; ¶ ma in su lo scudo in modo lui
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1483
fe' ignun dimoro; ¶ sopra lo scudo del buon conte
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1483
lancia ruppe invano, ¶ perché lo scudo è incantato e
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1483
Guarda costui quanto Amor lo 'ngannava, ¶ ch'era di
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1483
per lor parte assai lo ringraziassino. ¶ E ben cognobbe
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1483
fer gigante di sella lo trasse, ¶ e portollo di
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1483
suo signor magno ¶ che lo trovava, e sù vi
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1483
di fatto in su lo smalto ¶ e del petto
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1483
onde il pagan ridendo lo beffòe, ¶ quando lo vide
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1483
ridendo lo beffòe, ¶ quando lo vide così in povertade
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1483
Per Dio, tu pagherai lo scotto! - ¶ Prese la briglia
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1483
rovescio alla francesca ¶ che lo tagliò pel mezzo alla
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1483
e 'ntese ben che lo manda alla mazza, ¶ e
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1483
io porto 'Antea me lo fa fare, ¶ e son
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1483
testa di ferro, ¶ per lo tuo amor due pezzi
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1483
potea rattemperar Rinaldo, ¶ che lo voleva straziar con Frusberta
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1483
sposo ¶ com'ella avea lo 'mperador nascoso. ¶ Orlando disse
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1483
disse: - Fa' che tu lo tenga ¶ celato tanto che
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1483
buona, ¶ ché dal Ciel lo stendardo gli fu porto
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1483
o vivo o morto, lo venga insegnando; ¶ e come
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1483
parere, e tosto, ¶ che lo riveli sanza alcun sospetto
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1483
se ne duole. ¶ Pur lo lasciâr con questa condizione
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1483
n corte più non lo vuol raccettare, ¶ e che
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1483
inteso, ¶ molto pregato avea lo 'mperadore ¶ che non guardassi
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1483
Astolfo d'ogni cosa lo 'nformava, ¶ e come Carlo
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1483
è da lui minacciato: ¶ lo 'mperador gli avea dato
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1483
sul fiume di Sena lo 'mpiccassino. ¶ Rinaldo era venuto
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1483
in mezzo di tutto lo stuolo, ¶ e come savia
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1483
suo agio, ¶ e Gallerana lo menò al palagio. ¶ E
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1483
incoronato, ¶ ché contraddir non lo poté persona, ¶ e nella
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1483
disse - e drento qua lo mena, ¶ ch'io non
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1483
in ogni modo non lo stimo un fico. ¶ Vero
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1483
voglia, ¶ e 'n su lo scudo basso lo trovava
163
1483
su lo scudo basso lo trovava: ¶ questo passò come
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1483
e la corazza e lo sbergo passava, ¶ tanto che
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1483
può vantarsi ¶ ch'io lo fuggissi per viltà di
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1483
là traballa; ¶ e fece lo spallaccio sfavillare, ¶ ma pure
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1483
conte desse: ¶ Orlando con lo scudo vuol parare; ¶ ma
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1483
parlassi a colei che lo innamora, ¶ che gli dicessi
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1483
moro ¶ Pirramo, quando Tisbe lo chiamòe, ¶ ch'era già
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1483
il confortòe, ¶ dicendo: - Io lo farò, se pria non
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1483
che incarnata rosa, ¶ molto lo squadra e venìa rimirando
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1483
mia spada; ¶ io te lo dico, re, per tuo
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1483
avessi il tradimento, ¶ per lo mio Iddio non mi
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1483
contento ne sarai; ¶ e lo scudier fia franco a
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1483
Ogn'altro aiuto che lo imperadore ¶ ed Ulivieri, alfin
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1483
io di compagnia ¶ soccorrer lo vogliàn subitamente. ¶ Astolfo tuo
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1483
fur presso a lui, lo salutorno. ¶ Disse Marsilio al
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1483
nobil destriere. ¶ Se me lo doni, per lo iddio
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1483
me lo doni, per lo iddio Macone, ¶ tu mi
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1483
andarti drieto. ¶ S'io lo togliessi, io farei troppo
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1483
quant'io potrò, per lo dio Macometto. - ¶ Rinaldo disse
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1483
de' miei salci, ¶ ché lo star quivi mi parve
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1483
iddio, - ¶ dicea piangendo - come lo consenti ¶ che così sien
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1483
a guisa di battaglia lo richiede; ¶ corsegli addosso e
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1483
dimoraro, ¶ ch'Amor pur lo tenea legato stretto; ¶ poi
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1483
contò del lor signor lo 'nganno; ¶ tanto che tutti
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1483
la tempesta ¶ che Rinaldo lo prese dall'un canto
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1483
veder questa festa; ¶ poi lo portò tra quella gente
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1483
e d'un balcon lo gittò in su la
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1483
compagni allegramente. ¶ Il popol lo voleva incoronare, ¶ ma Rinaldo
191
1483
qual sempre terrai per lo mio amore: ¶ con le
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1483
il volo. ¶ Quivi era lo sparvier, quivi la gazza
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1483
La lancia abbassa e lo scudo percosse; ¶ ma dell
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1483
grandezza ammirazione. ¶ Morgante ginocchion lo superava, ¶ e così Carlo
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1483
per paura fuggìa, ¶ ché lo vedieno infurïato e caldo
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1483
certo, bench'io te lo inforso. - ¶ Rispose Orlando: - La
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1483
l primo ch'a lo scudo riscontrava ¶ lo scudo
198
1483
a lo scudo riscontrava ¶ lo scudo e l'arme
199
1483
egli ha Rinaldo conosciuto, ¶ lo salutò con uno stran
200
1483
la lancia percosse ¶ sopra lo scudo il franco paladino
201
1483
e d'arcion non lo mosse. ¶ Ma il pro
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1483
ricordarti. - ¶ Disse Rinaldo: - Per lo Iddio ch'adora ¶ re
203
1483
che Fortuna nel fondo lo tiene. ¶ La gente sua
204
1483
all'ultime ore, ¶ e lo stato di Carlo fussi
205
1483
pur tosto de' pagan lo stuolo: ¶ Carlo non sa
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1483
figliuol di Millone. - ¶ Rispose lo scudiere stupefatto: ¶ - Io ho
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1483
e che nel pian lo voleva affrontare ¶ di Montalban
208
1483
invita alla battaglia, ¶ doman lo troverrò, se Dio mi
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1483
Carlo Mano, ¶ poi che lo vide al combatter disposto
210
1483
vedere. ¶ E paladini assai lo sconfortorno ¶ che non si
211
1483
e dice: «S'io lo truovo in su l
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1483
per sua discrezione. ¶ Carlo lo vide molto lietamente ¶ e
213
1483
lïone era ito, ¶ non lo riveggon, ch'egli era
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1483
non corrisponde la grandezza. ¶ Lo 'mbasciador dèe dir sanza
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1483
Morgante in terra alfin lo caccia, ¶ tanto che rider
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1483
l'ebbe in su lo smalto a porre, ¶ parve
217
1483
se tu fussi Anteo. ¶ Lo 'mperador possente e glorïoso
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1483
scoppio ¶ s'io non lo fo colle mie man
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1483
grave; ¶ dovunque e' giunse, lo smalto e 'l mattone
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1483
come scriveva Carlo. ¶ Carlo lo vide molto volentieri ¶ e
221
1483
e corse, come e' lo vide, abbracciarlo: ¶ - Ben sia
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1483
ha scritto ¶ e che lo 'mbasciador fece mandàgli: ¶ non
223
1483
non so come guardar lo può diritto. ¶ Ma metter
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1483
può diritto. ¶ Ma metter lo potria in tanti travagli
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1483
tempo diputato; ¶ ed ordinò lo 'mperador, per segno ¶ d
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1483
per nome Frasmondo: ¶ sopra lo scudo la lancia giù
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1483
al buon Rinaldo, che lo meritava. ¶ Alda la bella
228
1483
tua vita, e pagherai lo scotto ¶ di quel che
229
1483
forche ha meritato. - ¶ Carlo lo fece mettere in prigione
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1483
così Terigi, ch'era lo scudiere, ¶ aveva gli occhi
231
1483
che 'l manigoldo intanto lo 'mpiccassi. ¶ Ma, a mio
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1483
pregato; ¶ ma Carlo chi lo priega minacciava ¶ perch'ostinato
233
1483
duca Namo di ciò lo sconforta. ¶ Astolfo fu da
234
1483
pregato Namo e Salamone ¶ lo 'mperador che dovessi lasciarlo
235
1483
Forse verrà a veder lo 'mperadore, ¶ e vo' colle
236
1483
ma 'l grande amor lo sforza, e più tenere
237
1483
ch'ognun quanto può lo percuote: ¶ - Dimmi, s' tu
238
1483
piede, or col pugno lo picchia ¶ quando nel volto
239
1483
pe' tempi preteriti! - ¶ Gan lo schernia di nuovo con
240
1483
fianchi ¶ e col caval lo seguia a tutta briglia
241
1483
fu ben del doppio lo scorno, ¶ e parve fuoco
242
1483
caro amante. ¶ Morgante pur lo veniva a ferire, ¶ e
243
1483
Se mille volte uccider lo potessi, ¶ per le mie
244
1483
Manfredon rispose forte: ¶ - Non lo sciorrà per forza altro
245
1483
e bel diamante: ¶ - Per lo mio amor dicea - questo
246
1483
cognato o padre, ¶ poi lo baciava con pietoso affetto
247
1483
io mi battezerò per lo tuo amore ¶ perché tu
248
1483
un gran re saracino, ¶ lo quale Erminïon per nome
249
1483
pietà né conscïenzia, ¶ ché lo facea sanza misericordia: ¶ sapea
250
1483
tu sai. ¶ Io te lo scrivo per antico amore
251
1483
manda imbasceria subitamente ¶ che lo debba avvisare Erminïone ¶ della
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1483
non poté perché e' lo prese Namo, ¶ e disse
253
1483
ne spiai, ¶ non te lo dissi; e 'l messaggier
254
1483
scontrando, ¶ credo che disse lo fece morire, ¶ e trassegli
255
1483
che rifaceva col corno lo 'nvito: ¶ maravigliossi che 'l
256
1483
Mattafolle, il franco Uggieri ¶ lo salutò con un gentil
257
1483
la lancia spezzossi ¶ sopra lo scudo, e quel pagan
258
1483
con maggior forza ¶ sopra lo scudo il possente barone
259
1483
a Mattafolle, così gramo, ¶ lo salutò e dissegli discosto
260
1483
petto ¶ e della sella lo cavò di netto. ¶ Namo
261
1483
Il saracin ferì sopra lo scudo ¶ Berlinghier nostro e
262
1483
più di dieci braccia ¶ lo portò in aria, e
263
1483
in aria, e poi lo lasciò andare, ¶ e disse
264
1483
ed hai cavato fuor lo spadaccino: ¶ questa usanza non
265
1483
antiche chiose, ¶ che ginocchion lo fe' star quel che
266
1483
e' gli fu dato, ¶ lo misse drento a quelle
267
1483
un volume. ¶ Or se lo stil della ragion non
268
1483
ragion né patto: ¶ così lo scusa ognun che è
269
1483
la fede: ¶ adunque chi lo 'ncolpa il ver non
270
1483
quando sarà nato, ¶ per lo mio amor ti sia
271
1483
a nessun mai non lo volli donare. - ¶ Disse il
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cantare ¶ perché la volpe lo stessi ascoltare. ¶ Cantando questo
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falsa e micidiale ¶ tosto lo prese sotto questo inganno
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che è qua signore, ¶ lo lasciò qui a governo
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non avea pazienzia, ¶ e' lo faceva morir di segreto
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Francia, e come e' lo manda pregando ¶ che in
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pregando ¶ che in Danismarche lo vadi a trovare. ¶ E
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così strana. ¶ Un che lo prese il dètte a
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Meredïana; ¶ nelle battaglie sempre lo menava, ¶ e molta fama
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a morte». ¶ Gan traditor lo riguardava fiso ¶ e con
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noi piglieren Lïonfante: ¶ io lo farò dar, Carlo, nella
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che mai più non lo facesti?». ¶ Disse la volpe
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E preselo e legar lo fece presto. ¶ E poi
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e impiccherallo, pur che lo consenti; ¶ e disse tutto
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che si risponda che lo 'mpicchi presto. ¶ Poi s
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di qua ne sentivi lo scoppio. - ¶ Carlo il credette
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ha detto, ¶ bestemiò forte lo iddio Macometto, ¶ e disse
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pagano ¶ e rinnegato avea lo iddio Macone. ¶ Il messo
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collo, or nel petto lo pigli; ¶ e 'l drago
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mille. ¶ E quel lïon lo teneva pur fermo, ¶ quasi
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quasi dicessi: «S'io lo tengo saldo, ¶ non arà
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n'ho quasi pagato lo scotto. ¶ E' disse ch
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chi abbia oppinïone ¶ che lo spirito suo drento vi
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tua vita, - e così lo conforta ¶ - e in ogni
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e poi pel braccio lo volle ciuffare. ¶ Ma Ulivieri
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strozza, ¶ però che molto lo sgrida Rinaldo, ¶ tanto che
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che tutto il serpente lo 'ngozza, ¶ e strinse; ed
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e strinse; ed Ulivier lo tenne saldo ¶ e colla
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si tinse ¶ e sferrar lo credette a mano a
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potea, tanto il dolor lo vinse ¶ del tristo caso
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come nostro a te lo ridoniamo. - ¶ Non aveva Rinaldo
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Ulivier sentì che Forisena ¶ lo salutò così timidamente, ¶ fu
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mostra. ¶ E benché assai lo pregassi Rinaldo, ¶ non si
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ancora, ¶ ché la donzella lo teneva saldo ¶ come àncora
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Amore è quel che lo consente; ¶ e se non
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non fussi alcun che lo conforta, ¶ e chi la
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faceval tremare: ¶ poi correr lo facea contra sua voglia
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mostrava le piante ¶ che lo giugneva, e Rinaldo è
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Rinaldo sentiva dir questo, ¶ lo riconobbe alla favella presto
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ha chiamato Gesùe ¶ che lo conduca per sentier diritto
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inferno. ¶ Rinaldo, quando apparir lo vedia, ¶ diceva a Ulivieri
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e tuttavia con Frusberta lo suona. ¶ Un tratto quel
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si fuggìa. ¶ Ma Ulivier lo segue tuttavia. ¶ Trasse la
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a cena, ¶ s'io lo dovessi col fuoco sbucare
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ch'è dentro assetta lo scoppietto ¶ e stava al
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l brando striscia, ¶ che lo facea fischiar come una
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inferno, ¶ come Rinaldo quivi lo partì; ¶ e vedesi ancor
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era Manfredonio innamorato, ¶ che lo facea morir Meredïana, ¶ con
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Del diciannove ognun terrà lo 'nvito, ¶ e così fate
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venga a sua posta. - ¶ Lo imbasciador tornò, ch'aveva
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andorno. ¶ Rinaldo tanta allegrezza lo porta ¶ che cominciò a
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l'erba; ¶ Morgante non lo stima una farfalla, ¶ ed
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arcione. ¶ Al padiglion ne lo porta il gigante; ¶ a
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insin del campo udirete lo scoppio, ¶ se col battaglio
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tante. - ¶ Carador disse: - Tu lo intenderai ¶ da questo cavalier
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me il pensiero: ¶ io lo condussi al padiglion di
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a Manfredon presente, ¶ che lo voleva impiccar far davante
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Costui fo impiccare. ¶ Non lo impiccar: - disse Morgante presto
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parola. - ¶ Manfredon disse: - Per lo iddio Macone ¶ è già
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però che l'acqua lo fe' risentire ¶ come egli
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intorno un rigoletto ¶ che lo faranno cantare in tedesco
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il battaglio una volta ¶ lo sfracellava dal capo alle
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prima ch'uom facci lo 'nvito; ¶ e fece un
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la lancia abbassa, ché lo conoscea. ¶ Re Manfredonio il
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e insino alla corazza lo passava, ¶ tanto che tutto
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che tutto d'arcion lo movea: ¶ e sì gran
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era Orlando; ¶ Gan traditor lo condusse alla morte ¶ in
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più pasca: ¶ veggo che lo guarrebbe del restio; ¶ quel
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robusti. - ¶ Rispose Orlando: - Io lo vedrò per certo. - ¶ Ed
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Orlando veggendo soletto, ¶ molto lo squadra di drieto e
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si sforzava, quando e' lo trovòe, ¶ di sveglier d
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O gentil cavaliere, ¶ per lo tuo Iddio non mi
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l vero Iddio è lo Dio de' cristiani. ¶ Venne
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saetta: ¶ appunto nell'orecchio lo 'ncartava; ¶ dall'altro lato
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allato a quell'altro lo pone. ¶ Gli altri porci
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vedrai s'io ve lo porto: ¶ io porterò, Orlando
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gambe, o s'io lo posso. - ¶ E fe' duo
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maglia rugginosa: ¶ maravigliossi che lo cuopra appunto, ¶ ché mai
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paese là dove e' lo manda: ¶ che gli lasciassi
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Morgante ed Orlando. ¶ Per lo deserto vanno alla ventura
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oste si chiamava, ¶ ché lo volean pagar di bagattini
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pure il dïavol tanto lo sforzòe ¶ ch'Orlando ginocchion
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divide. - ¶ Ma quel demon lo facea disperare, ¶ però che
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E' gli rispose: - Tu lo sentirai. ¶ Convienti quel gigante
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l traditor di Gano ¶ lo séguita per far male
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per far morire Orlando lo mandava, ¶ e che per
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nella fonte sott'acqua lo tuffa, ¶ calpesta e pigia
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sfoga, ¶ tanto che tutto lo 'nfranse ed affoga. ¶ Orlando
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pare una cosa smarrita, ¶ lo 'mperador non pareva più
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ché spesso la ragion lo essemplo vuole. ¶ Un tratto
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veduto ¶ provare Orlando, io lo vedrò pure ora: ¶ ringrazio
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tanto in su' fianchi lo punse ¶ che Lïonetto alla
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damigella; ¶ di tutta botta lo sbergo e lamiere, ¶ e
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Levante, ¶ per mille volte lo iddio Macometto ¶ ti sconfonda
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pregio suona. - ¶ Rinaldo, che lo vide addolorato, ¶ disse: - Novella
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fonte annegato restòe), ¶ che lo mandava qui Gan traditore
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E 'l domine messer lo nostro abate ¶ la prima
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per ora in prigion lo cacciate: ¶ riserberello a maggior
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siete. - ¶ Disse Rinaldo: - Voi lo 'ntenderete. ¶ Noi siàn là
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assai, ¶ dicendo: - Questi pagheran lo scotto, ¶ o l'arme
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alla greppia distese, ¶ Baiardo lo ciuffòe come un maschino
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sulla spalla all'omero lo prese, ¶ che lo schiacciò
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omero lo prese, ¶ che lo schiacciò come e' fussi
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Appiccata è la guerra: ¶ lo scotto pagherai tu, mi
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e' fussi una noce lo schiaccia: ¶ non bisognò che
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morto nel paiuol quasi lo caccia, ¶ tanto che tutta
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mangiar qua uno; io lo pregai ¶ che se n
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colla pedona in mezzo lo scacchiere. - ¶ Disse Rinaldo: - Come
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sua lancia abbassava: ¶ sopra lo scudo di Rinaldo colse
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gran fierezza, ¶ e passagli lo scudo e l'armadura
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novella, ¶ con molta festa lo corse abbracciare, ¶ e ringraziava
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per che l'abate lo strigneva allora, ¶ e mai
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a cavallo ¶ ed Ulivier lo seguiva e Dodone ¶ per
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branche e co' denti lo roda, ¶ ed or pel
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arme e' lor destrieri. ¶ Lo 'mperador fa intanto diceria
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gorgozzul l'anima spira. ¶ Lo 'mperador di ciò molto
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fuggir quel popol matto. ¶ Lo 'mperador, sentendo tale effetto
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E nel palazzo ove lo 'mperio stava ¶ vanno Rinaldo
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ch'era seguìto, ¶ se lo sapeva, o quel ch
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fa mestieri, ¶ e netto lo tagliò come un mellone
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la pena. ¶ Aldighier, quando lo vide caduto, ¶ subitamente un
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con la spada tagliente lo svena. ¶ L'altro fratel
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l buon pastore Orlando lo soccorse, ¶ e disse: - Posa
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non taglia? - ¶ Allora Orlando lo scudo abbandona ¶ e 'l
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prese Aldighieri, e tutto lo diserta ¶ cogli unghion, come
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e sùbito a Guicciardo lo dicìa; ¶ ed a Parigi
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l'oche, e già lo 'ncastro aveva tolto. ¶ Questa
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quando questo ebbe sentito, ¶ lo dileggiava e chiamaval codardo
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poi con un altro lo fece morire. ¶ Addosso agli
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si maravigliava, ¶ e ringraziorno lo Iddio nazareno. ¶ Astolfo a
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selva, ove la via lo porta, ¶ sanza certo proposito
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suo misero padre, ¶ che lo lasciò contento e sì
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che rimisson le dotte ¶ lo ringraziavon per la sua
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messaggiero, ¶ fa' ch'io lo vegga, e lascia a
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saracin per la briglia lo prese, ¶ come alcun si
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gli pare scherzo. ¶ Orlando lo diserta co' punzoni: ¶ pensa
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ballar porrenvi cura. ¶ Astolfo lo minaccia e svergognava, ¶ e
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intruona, ¶ tanto che nulla lo scudo approdava, ¶ e pose
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ch'andato è per lo mar poi tapinando, ¶ Greco
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chi le mani, ¶ chi lo pelava, chi il petto
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costui questi pagani: ¶ chi lo calpesta e chi gli
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ch'andato è per lo mar con un sol
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pensa sanza cagion non lo facciamo: ¶ non guardar più
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Io vo' che tu lo 'ntenda, ¶ acciò ch'ancor
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dicea il fellone ¶ - io lo vo' consumar quasi in
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diceva 'Astolfo: - Ve' che lo dicesti: ¶ tu ti se
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e mugghia insin che lo vede vicino: ¶ così facìen
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èssi nuovamente battezato; ¶ non lo conosci: egli era saracino
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amico fui, ¶ e battezza'lo e vendicai poi io
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con questo Aldighieri: ¶ non lo stimò veggendol giovinetto; ¶ tanto
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si volessi battezzare, ¶ noi lo debbiamo uccider per nïente
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e' pesciolini a Monaca lo sanno. ¶ Però troppo mi
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non facean per motteggio. ¶ Lo scudo l'uno all
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ignorante ¶ e furïoso; or lo piangi tu stessi: ¶ aspetta
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Tutta la corte con lo 'mperadore ¶ incontro va, come
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popol tutto è andato. ¶ Lo 'mperadore 'Aldighier pose mente
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pecchia non ti punga: ¶ lo scudo e l'arme
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potre' dir qual sia lo strazio ¶ de' morti già
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ché Grifonetto ogni dì lo strignea, ¶ e vanno per
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Uggier molto e Vivian lo confortorno ¶ e giusto il
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sì tristo e tapinello ¶ lo fa portare innanzi allo
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dich'io? quando ben lo sapessi, ¶ le virtù l
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e d'ogni cosa lo facea capace; ¶ ed abbracciârsi
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crudele e micidiale, ¶ io lo farò saltar per quelle
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che fece di prete lo scotto. ¶ All'Arpalista vanno
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e finalmente sotto se lo caccia: ¶ volle veder come
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all'erta. ¶ Rinaldo, come lo vide, dicìa: ¶ - Aspetta, ché
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così scardassato t'ha lo stame. ¶ Io ti vendicherò
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percossono, ¶ tanto che tutto lo scudo intronorno ¶ e l
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un colpo, un tratto lo scudo sù alza; ¶ Rinaldo
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il Ciel, ch'io lo rifiuto! ¶ Sia maladetto la
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parole cortese al palagio ¶ lo 'nvita, e l'Arpalista
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pigli, ¶ e come me lo discaccia ogni giorno, ¶ tanto
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ecco che la giustizia lo gastiga; ¶ l'Arpalista trovò
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a Parigi. ¶ Gan per lo mondo in camin si
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A un suo balio lo fece chiamare: ¶ - Di' a
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colpo in terra te lo caccio. - ¶ Rispuose la Brunetta
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l'altro si truova lo scudo; ¶ ma 'l saracin
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ch'a due mane, ¶ lo scudo d'osso, questo
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trargli del petto; ¶ poi lo fece impiccar sopra le
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e dopo le salute ¶ lo domandò dove il camin
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poi che portar non lo può più colui ¶ che
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sarai la serpe, io lo spinoso, ¶ che 'l misse
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buca, chiedendo riposo; ¶ poi lo voleva costei cacciar via
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e con la spada lo vuol ristorare ¶ del beneficio
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Rinaldo a una fonte lo battezza, ¶ e quivi co
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Figlio e Verbo, ¶ e lo Spirito santo poi incarnato
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con esso in su lo smalto; ¶ e quando e
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è del padre suo lo sdegno spento: ¶ già mosso
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e il re Marsilio lo tenne in sua corte
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si dicea. ¶ Ella tenea lo scettro e la corona
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Rinaldo si sta per lo Egitto; ¶ e come molto
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ma perché molto me lo commendasti, ¶ io feci più
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credo ancor tu sentirai lo scoppio: ¶ pensa, col tuo
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cognosci il Maïnetto: ¶ tu lo tenesti in corte come
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Rinaldo: ¶ sapea che per lo Egitto era già vecchio
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m'innamora. ¶ Rinaldo per lo Egitto tapinando ¶ sento sen
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acquistar questo regno, ¶ io lo farò, ché così vuol
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e per tua parte lo saluteròe ¶ ed a tua
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sul fatto tu me lo ricordi, ¶ ché certo so
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ragioni avanti, ¶ ch'io lo farò poi alfin contento
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tuo padre in man lo scetro, ¶ e di mia
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da quel giorno poi lo imperatore ¶ questa spada mai
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che di morti copriva lo spazzo; ¶ e Vegliantino alle
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il capitan ch'aveva lo stendardo, ¶ ch'era fra
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ché e' non tremava lo scettro e 'l domìno
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figliuol di Pipino? - ¶ Baldovin lo menò dove era Carlo
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sono ¶ sanza aver quivi lo staffiere appresso. ¶ I pagan
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tarlo, ¶ ognun con carità lo sbuchi fore; ¶ e ciò
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al palazzo di Gan lo menorno, ¶ e Carlo per
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che in questo modo lo intendea: ¶ ché si vuol
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la pace si conchiuda, ¶ lo domandò, se gli avea
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andata ognun pur danni, ¶ lo imperator non vi ponea
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il popol veniva ascoltare ¶ lo imbasciator che di Francia
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peccato, poi ch'io lo cognosco, ¶ tanto è più
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lui proprio nato, ¶ perché lo tenne in corte volentieri
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come in mano ebbe lo scettro di Francia. ¶ E
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era sì strano ¶ che lo lasciava interpetrare a Gano
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aspetta. ¶ Rescrisse a Gan lo imperator ch'avea ¶ ogni
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questo, ¶ perché la pruova lo fa manifesto. ¶ Orlando è
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e' giunse ove è lo imperatore, ¶ Carlo l'abbraccia
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sciogliessi i sacchetti; ¶ e lo stagnon della trïaca aprìe
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sarai costretto. - ¶ Per che lo spirto, braveggiato un poco
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poi passar d'Elesponto lo stretto; ¶ perché e' sapevon
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rena, ¶ e con fatica lo passorno appena. ¶ E sopra
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che è stato per lo antecedente; ¶ ma non viene
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disse che il Padre lo sapeva solo. ¶ Or nota
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detto d'Origen non lo rifranca; ¶ né sia chi
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cavallo, ¶ che gliel donòe lo imperator là greco, ¶ e
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Malducco, ¶ ché nella terza lo mette Turpino, ¶ acciò che