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Benvenuto Cellini, Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze, 1562

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
1
1562
che e' sarà, noi lo ristoreremo -. Venne questi dua
2
1562
andate, che io ve lo renderò a ogni modo
3
1562
de' mia uomini, io lo voglio impiccare per la
4
1562
Beatissimo Padre, se voi lo liberate, egli ve ne
5
1562
mancare di non ve lo aver detto. E' gli
6
1562
a dieci uomini che lo guardavano, e poi si
7
1562
il mio stioppo) io lo investirò in quel poco
8
1562
poco di mia sadisfazione lo metterò giù in quelle
9
1562
tutti gli amici sua lo vadino a vedere, e
10
1562
bene -. E io pure lo pregavo con le braccia
11
1562
mio servitore, che me lo levassi di sotto il
12
1562
anche perché colui me lo aveva avvisato. Istetti un
13
1562
la qual cosa io lo scongiurai per l'amor
14
1562
a Dio; e divotissimamente lo pregavo, che gli piacessi
15
1562
e piange -. Allora io lo chiamai per nome, il
16
1562
mio uffizio, perché io lo rinunzio e mai più
17
1562
rinunzio e mai più lo voglio fare - e con
18
1562
Per vostro amore noi lo lascieremo istare, se bene
19
1562
quanto lei stessa me lo comportava. ¶ CXVIII. ¶ Cominciai da
20
1562
capo; il quale me lo arebbe istiacciato al primo
21
1562
Il Bozza disse: - Morto lo trovai, e però lo
22
1562
lo trovai, e però lo dissi -. Subito mi levorno
23
1562
fradicio diventato come maccheroni, lo gittorno fuori di quella
24
1562
di mattone fracido; così lo strofinai l'uno coll
25
1562
altra grazia se none lo pregavo, e strettamente, che
26
1562
io una sola volta lo potessi vedere, da poi
27
1562
facessi degno che io lo vedessi con questi mia
28
1562
sole almanco in sogno, lo pregavo per tutta la
29
1562
morti -. Il perché io lo domandavo per che causa
30
1562
innanzi meco e presto lo vedrai -. Mi trovavo in
31
1562
con grandissimo piacere io lo vedevo; e mi pareva
32
1562
Angeli bellissimi tanto quanto lo immaginare non arriva. Ancora
33
1562
è mostra, certissimo io lo farò chiaro di quel
34
1562
all'anima, la coscienza lo rimordeva, e gli pareva
35
1562
che mi volevano male, lo dette al Castellano: il
36
1562
un suo secretario che lo portassi al Papa, e
37
1562
al Papa, e che lo dessi in propia mano
38
1562
io l'ebbi, me lo messono in tutte le
39
1562
a Lione, che me lo pestassi, di valore di
40
1562
scudi, costui per povertà lo prese per sé, e
41
1562
della mia prigione, e lo chiamai ad alta voce
42
1562
poco che io vivessi, lo pregavo che mi dessi
43
1562
al Papa, il Papa lo trattenne tanto, che venne
44
1562
ora voglio che ve lo meniate a casa - e
45
1562
che il signior Pierluigi lo sapessi, perché non m
46
1562
detto, Luca: ov'io lo scrissi ¶ fu in su
47
1562
in sulle margin per lo lungo missi ¶ questo gran
48
1562
bisognava tre volte ¶ 'ntigner lo stecco; che altro duol
49
1562
Madonna Francesca, è stato lo mio maestro che mi
50
1562
giorni, poi né me lo fare intendere, io non
51
1562
facessi che io non lo vedessi in modo alcuno
52
1562
padre, per amor vostro lo ripiglio. ¶ XCIV. ¶ Essendomi risoluto
53
1562
mi pregava che io lo lasciassi venir meco, e
54
1562
ditto che io non lo volevo per modo nessuno
55
1562
altrimenti io non ve lo voglio rendere - e così
56
1562
aùto desiderio che io lo ritraessi; e io, che
57
1562
dentro in uno scatolino, lo cominciai; e la prima
58
1562
la qual cosa io lo viddi sbigottito, perché e
59
1562
di mirto. Questo io lo feci in circa a
60
1562
scudi incirca, e io lo servirei di venticinque. A
61
1562
affogo! - e questo era lo spavento del passato giorno
62
1562
che i discepoli suoi lo volevano ammazzare a ogni
63
1562
ogni modo: da questo lo campai, guardandolo dì e
64
1562
al servizio del Re, lo andai, come ho detto
65
1562
presenza. Questo si domandava lo Sguazzella: ancora lui era
66
1562
trattava, e io meglio lo pagavo. Di poi cercai
67
1562
punto; e avevo sdegnato lo stomaco di modo, che
68
1562
mezzo del ponte, e lo pregai che venissi pianamente
69
1562
e per quel lembo lo tirai su, che ancora
70
1562
ch'era vecchione, e lo pregò che rimediasse a
71
1562
e se bene voi lo taglierete a pezzi, e
72
1562
un braccio; e sicurissimamente lo facevo, ma li amici
73
1562
mesi, io da poi lo feci mettere in carcere
74
1562
nessun di voi che lo tocchi: basta bene che
75
1562
ministro, cotesto tesoro io lo avessi guardato per la
76
1562
Allora io dissi: - Voi lo dite, e non io
77
1562
le sante legge ve lo comportano; sì che lasciatemi
78
1562
Papa gli disse che lo tenessi per amor suo
79
1562
non facendo nulla: io lo risvegliai; e lui e
80
1562
e come uomo suo lo domandava. Queste cose mi
81
1562
aborrivo, e liberamente ne lo riprendevo. Questo frate non
82
1562
con breve parole io lo farei capacissimo che l
83
1562
potevo fargli. Ora io lo terrò istrettissimo io serrato
84
1562
con tutto il cuore lo pregai, che commettessi alle
85
1562
li incresceva assai, perché lo conosceva di maraviglioso ingegno
86
1562
dua, che col primo lo misse in terra, e
87
1562
mi dava libertà, io lo chiamerei a ogni modo
88
1562
anno certe infermità che lo traevano del cervello a
89
1562
volare, per avermi presentato lo Idio della natura un
90
1562
arei mai mancato; però lo pregavo per l'amor
91
1562
che e' non me lo inbrattassino e non me
92
1562
inbrattassino e non me lo guastassino; dicendo loro, per
93
1562
a me, che io lo giugnerò ben io -. Essendo
94
1562
acqua, chiamatolo a me, lo pregai che lui mi
95
1562
cosa, quando la Duchessa lo intese, aveva ditto: - Quel
96
1562
e di tanta abbundanzia lo coperse, che lui non
97
1562
gli disse: - Io non lo so: la Beatrice gli
98
1562
altro disordine ora te lo amazzerebbe. Tu vedi, la
99
1562
io gnene promessi; dipoi lo domandai se fussi bene
100
1562
di me, che io lo farò maravigliare -. Questo cattivo
101
1562
me licenza, e lui lo voleva ammazzare a ogni
102
1562
dei Medici, e sempre lo aiutai. Questo è il
103
1562
mi medicava, e ve lo aveva condotto il mio
104
1562
che cotesto, ora ora lo saprai -. A punto passava
105
1562
sai tu che io lo so certissimo? - Subito Giorgio
106
1562
altro, e che egli lo farebbe più presto ch
107
1562
io l'avessi, liberamente lo portassi al Duca, ché
108
1562
sollecitudine che io potevo lo tiravo inanzi; ma perché
109
1562
nome Barucco, non me lo vedendo innanzi, mi volsi
110
1562
l'oca, avevo pieno lo stivale della gamba ritta
111
1562
io, con quella furia lo salse, di poi allo
112
1562
disse: - E' non accadrebbe lo ispendere dinari in corrieri
113
1562
è quello che tener lo possa, quando lui passar
114
1562
passata. In questo mentre lo Imperadore tornava vittorioso dalla
115
1562
di onorato presente io lo consigliavo per donare allo
116
1562
qual prime parole, non lo lasciando andar più innanzi
117
1562
aver poco tempo, perché lo Imperadore s'aspettava in
118
1562
vicina alla fine, comparse lo Imperatore, a il quale
119
1562
Questo diamante il Papa lo mandò per me e
120
1562
per me e me lo dette, che io gli
121
1562
si poteva trovare con lo Imperadore, che fussi valida
122
1562
vista di parlare con lo Imperadore; avvenga che lo
123
1562
lo Imperadore; avvenga che lo Imperadore andava vestito come
124
1562
per quelle camere, che lo Imperadore e ogniuno si
125
1562
e sentì peggio: mosse lo Imperadore alquanto a risa
126
1562
che con gratissimo modo lo Imperadore aveva volto gli
127
1562
tanto quanto io vivessi, lo servirei -. A questo lo
128
1562
lo servirei -. A questo lo Imperadore disse: - Il libro
129
1562
voglio che voi me lo finiate in Roma; e
130
1562
feci reverenzia e partimmi. Lo Imperadore fu sentito che
131
1562
no, con quella medesima lo ritigneremo -. Il bestial Gaio
132
1562
da poi ben netto, lo ritinsi con la mia
133
1562
Miliano -. Gaio, che non lo voleva credere, preso il
134
1562
dove che appena noi lo stimavamo dodici -. Gli altri
135
1562
Gaio allora disse: - Io lo voglio andare a dire
136
1562
del Guasto, il quale lo doveva istrignere di quelle
137
1562
che io l'ebbi, lo portai dal Papa, il
138
1562
che egli non me lo lodassi grandemente. Al quale
139
1562
il libro allo Imperadore, lo Imperatore l'ebbe gratissimo
140
1562
mondo; e quando io lo presi, e' s'era
141
1562
polizza, che liberamente io lo pigliassi. Così era stato
142
1562
magro e spunto, noi lo domandavamo il Vecchino; e
143
1562
grandissimo come figliuolo, e lo tenevo vestito come se
144
1562
così bello? e così lo chiamavano quando gli stava
145
1562
braccio addosso; avvenga che lo increscerne lor da poi
146
1562
portatolo su al Papa, lo trovai nel letto malissimo
147
1562
per dare al viso, lo spavento che lui ebbe
148
1562
la faccia, dove io lo punsi apunto sotto l
149
1562
menatemelo qui, perché io lo voglio aiutare e difendere
150
1562
esser lui quello che lo guardassi. Questo cardinal Cornaro
151
1562
accompagnato, a visitarlo; dipoi lo pregai che mi facessi
152
1562
il salvo condotto, subito lo cominciai a servire con
153
1562
un altro, il quale lo diremo al suo luogo
154
1562
già primo suo maestro, lo aveva mandato a chiamare
155
1562
di fare; ma più lo faceva allora che il
156
1562
rovescio in terra, io lo passavo a banda a
157
1562
ci facessino peggio: così lo pagammo a lor modo
158
1562
isciolta, - e questo io lo dissi accaso, per non
159
1562
in cotai bisogni. Questo lo giudichi chi è da
160
1562
duca Lessandro e molto lo ringraziai del presente de
161
1562
io con grande attenzione lo guardavo, me lo porse
162
1562
attenzione lo guardavo, me lo porse in mano, dicendomi
163
1562
mai, e questo me lo portai a casa. Dua
164
1562
orafo, il quale non lo trattava molto bene, per
165
1562
la qual cosa io lo levai dallui, e benissimo
166
1562
Duca: e molte volte lo trovavo a dormicchiare doppo
167
1562
quale, veduto il vero, lo ebbe molto per male
168
1562
fatto. Andatomene dal Duca, lo trovai nel letto, perché
169
1562
di Roma, e intanto lo servirei della sua medaglia
170
1562
il rovescio, e lui lo farà qui, e non
171
1562
rispose Lorenzo, dicendo: - Io lo farò il più presto
172
1562
mondo -. Il Duca, che lo teneva quando per pazzericcio
173
1562
mio piacere molte volte lo adoperai per via, faccendo
174
1562
la porta quando io lo direi loro apunto. Messomi
175
1562
nuovo; e spesso loro lo domandavano se egli aveva
176
1562
quel modo lui non lo poteva fare. Il ditto
177
1562
inginocchiai di nuovo, e lo ringraziai del salvo condotto
178
1562
moto propio, il Papa lo risegnò: fecesi registrare al
179
1562
uscito il fiato, io lo potessi ripigliare; ma sì
180
1562
più messer Giovanni non lo volse vedere, e fece
181
1562
ritornati a casa loro, lo seppe quel Mattio Franzesi
182
1562
tanto picchiò che egli lo svegliò e fecelo levare
183
1562
fecelo levare, e piagnendo lo pregava che venissi a
184
1562
se ne andava piangendo, lo chiamò indietro e gli
185
1562
io rinvenivo, che subito lo mandassimo a chiamare. Partitosi
186
1562
Felice a me, io lo toccavo e mi pareva
187
1562
infuriato si scostassi; però lo pregavo che stessi sempre
188
1562
Di poi io ne lo mandai, avendo quasi sicura
189
1562
dire che io non lo avevo mai veduto a
190
1562
comandato che non me lo dicessino. Detto che m
191
1562
corse subito, e me lo portò pieno. Io li
192
1562
li dissi che me lo appoggiassi alla bocca e
193
1562
a ventidua ore, io lo feci sotterrare con grandissimo
194
1562
quell'archibusata, se egli lo ricognoscessi, disse di sì
195
1562
io non sentissi, benissimo lo avevo inteso, e al
196
1562
seguitandolo, in quattro passi lo giunsi, e alzando il
197
1562
vivere - e io, che lo 'ntesi, dissi che così
198
1562
per alcuni sua bisogni lo aveva impegnato a certi
199
1562
bello, il quale me lo aveva donato il duca
200
1562
che lor seguitare non lo volevano, venuto a questi
201
1562
e bastoni, (e questo lo potevano fare, perché era
202
1562
il ladro in bottega, lo raggiunse; e combattendo seco
203
1562
di lui, io non lo crederrei -. Questo fu quello
204
1562
a lor toccava, subito lo trovorno. Questo si era
205
1562
al mio cane, me lo ammazzerebbono. Preso il cane
206
1562
però il mio cane lo ricognosce - e lasciato il
207
1562
che se io te lo dessi, tu ti attenderesti
208
1562
Santità, che io non lo chiesi con intenzione di
209
1562
a qualche virtuoso che lo meriti, e non a
210
1562
tutta la importanza, e lo pregavo che mi lasciassi
211
1562
Roma, questo legno io lo pigliavo con tutta la
212
1562
modo che il Papa lo fece venire subito a
213
1562
a il re Francesco, lo volse in prima guarnire
214
1562
al Papa, che tu lo farai venire in tanta
215
1562
parendogli alquanto che io lo avessi uccellato, che tutto
216
1562
quel calice, e che lo rivoleva appunto in quel
217
1562
dissi, che questo non lo prometteva la giustizia, né
218
1562
né un papa non lo poteva fare; perché e
219
1562
sue fatiche giustamente ne lo può mandare. Ancora se
220
1562
che il gioielliere non lo servissi sicondo la voglia
221
1562
un'ingiustizia - però io lo voglio vedere prima che
222
1562
vedere prima che io lo creda; sì che fate
223
1562
lodò. Allora il Papa lo domandò se gli bastava
224
1562
mi disse che io lo voltassi sicondo e' luoghi
225
1562
la qual cosa io lo domandai che tempo vi
226
1562
tenessi segrete. Pure continuamente lo domandavo se lui credeva
227
1562
cattiva parte e subito lo cacciorno via. Spiccatosi dalloro
228
1562
mio solito modo piacevolissimamente lo salutai; il quale con
229
1562
venutomi a noia, io lo domandai se lui mi
230
1562
io, ripreso il diamante, lo porsi di nuovo a
231
1562
riuscirebbe, se un altro lo legasse, di quella eccellenzia
232
1562
quello che egli faceva, lo faceva per sua propria
233
1562
se io gnene rilegassi, lo migliorerei assai da quel
234
1562
ai filetti del diamante, lo trassi del suo anello
235
1562
anello, e nettolo alquanto lo porsi al Vicerè; il
236
1562
non volsi: subito lei lo stracciò pel mezzo, e
237
1562
cose che non vende lo speziale. Così mi condussi
238
1562
gli feci motto, e lo ringraziai de l'avermi
239
1562
non ardissi toccarmi. Appresso lo domandò come stava quello
240
1562
Papa desiderava che io lo servissi. Al quale io
241
1562
modo perugino, dicendo: - Per lo... di Dio, che io
242
1562
io, il quale io lo amo come carnal fratello
243
1562
ditto assenzio, subito me lo messe in sul petto
244
1562
il quale era con lo esercito de' Veniziani, dicendo
245
1562
Dio piaccia, io te lo mostrerrò. Volessi Idio che
246
1562
spagnuolo, il quale lui lo conosceva per alcuni contrassegni
247
1562
e in mentre che lo guardava, ragionava di lui
248
1562
colubrina: questo pezzo io lo votai, di poi lo
249
1562
lo votai, di poi lo caricai con una buona
250
1562
la grossa; di poi lo dirizzai benissimo a questo
251
1562
sapevamo la causa. Inginocchiatomi, lo pregai che mi ribenedissi
252
1562
di tanta importanza seguito, lo ho voluto contare per
253
1562
gran servitore, papa Clemente lo aveva fatto ricchissimo, e
254
1562
mi dissono che io lo fondessi quanto più segretamente
255
1562
iudizio dato fuoco, giunto, lo investi' con un di
256
1562
aspettando il segno, questo lo intese il cardinal Orsino
257
1562
ebbi l'oro, io lo portai al Papa, il
258
1562
questo Vostra Eccellenzia benissimo lo giudicherà, quando la vedrà
259
1562
che io parte me lo indovinavo, fu la cagione
260
1562
in mentre che io lo lavorava, venne Michelagnolo Buonaarroti
261
1562
il mio modello. Così lo cominciai, e lo vidde
262
1562
Così lo cominciai, e lo vidde lo eccellentissimo Michelagnolo
263
1562
cominciai, e lo vidde lo eccellentissimo Michelagnolo, e me
264
1562
eccellentissimo Michelagnolo, e me lo lodò tanto, che fu
265
1562
il quale molte volte lo condusse a bottega mia
266
1562
gliel potevo dire; solo lo pregavo che pigliassi quelle
267
1562
pur poi, quando io lo viddi stracco, non gli
268
1562
passato le due feste, lo andai a visitare: il
269
1562
uno Caradosso, e non lo finì mai; questo io
270
1562
finisca presto, perché me lo voglio ancora io godere
271
1562
Padre, se io non lo fo meglio dieci volte
272
1562
che voi non me lo paghiate -. A queste parole
273
1562
È per che io lo credo ancora io -. Chiamato
274
1562
piaceva oltramodo, ancora più lo fe' maravigliare la prestezza
275
1562
moto proprio e voltosi, lo dette in mano al
276
1562
dicendogli che subito me lo spedissi. Preso il datario
277
1562
di sua mano subito lo segnò; poi datolo allui
278
1562
questo desiderio, io non lo dimostravo niente al mondo
279
1562
imperatore par mio, che lo cognosca -. Seguitando la grande
280
1562
d'importanza, le quale lo batterno per terra: ancora
281
1562
mio fratello, il quali lo domandò che cosa quella
282
1562
conosciuto per quel contrassegno lo omicida, gittatosi con quella
283
1562
cogli elsi della spada lo spinse in terra, voltosi
284
1562
fratello, il quale io lo feci portare in una
285
1562
un consiglio di medici, lo medicorno, non si risolvendo
286
1562
vivere; de' resto benissimo lo cognosceva per uomo da
287
1562
è possibile che io lo possa ricevere in questo
288
1562
solo contentatevi che io lo gusti con la divinità
289
1562
farmi scrivere; di poi lo scrissi al mio vecchio
290
1562
uno accidente, il quali lo condusse presso alla morte
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mostrare al ditto vescovo, lo feci vedere: a il
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uomo, e che io lo priego che mi voglia
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quali tanto onoratamente me lo stimò e lodò da
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aveva cura, che presto lo portasse al maestro che
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portasse al maestro che lo aveva fatto, il quali
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fatto, il quali subito lo racconciassi e li prommettessi
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venne quel che me lo aveva portato, il quale
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monsignore ancora di nuovo lo aveva domandato per mostrarlo
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dicendogli: - Io non te lo voglio dare; e va
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orecchi; e se io lo portavo, che subito mi
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feci intendere che io lo andrei a dire al
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contrafaceva il leone, quale lo scorpio, altri il cancro
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dissi che molto volentieri lo farei se prima io
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andai. ¶ XXV. ¶ Da poi lo intese papa Clemente, il
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papa Clemente, le quale lo mossono grandemente a risa
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motteggiavano, secondo che promette lo essere insieme quantità di
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da bene, parendomi essere lo offeso, chetamente, sanza che
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scornacchiata. Giunto a lui, lo domandai se egli era
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di adoperare contra essi lo scoppietto: in modo che
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esercizii; di modo che lo scoppietto alla fin del
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tale che da me lo comperò a decine di
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a decine di scudi, lo fece acconciare a uso
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in anello: così legato lo vendé centinaia. Ancora un
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gli ebbe. Questo me lo disse misser Alberto Bendedio
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se la sua padrona lo avessi saputo. Così godetti
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Spaventato ugnuno in casa, lo amico mio, la vacca
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perché spacciato ero. Solo lo pregavo che lui fussi
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si conveniva fare per lo amico. E così passammo
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così passammo innanzi con lo aiuto di Dio: e
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io salvatomi ringraziai Idio. Lo dissi al conte: lui
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di color di carne: lo intaglio della testa sua
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Antino e molte volte lo avevo ritratto; di che
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Chiamato in casa mia, lo pregai che mi si
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presolo per un orecchio, lo tirai davanti a un
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e da Giovanfrancesco. Levato lo sciugatoio di testa a
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più desiderava, si era lo aggiugnere appresso alle opere
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di quello che per lo avvenire si sentirà. ¶ XXXII
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grandissimo desiderio e piacere lo andava a udire; e
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Roma, pregandomi che io lo dovessi per l'amor
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proprio della natura mia, lo presi in casa e
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presi in casa e lo feci medicare in modo
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continuamente studiava, e io lo avevo aiutato provveder di
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io gli avevo fatto, lo rendessi a un altro
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mi cognoscere, perché io lo avevo ripreso, dicendogli che
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avevo in mano certo lo ammazzavo; ma perché gli
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con esso insieme, e lo ferì in una mana
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io scrivo ¶ per ringraziar lo Dio della natura, ¶ che
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ed era ammalatuccio. Io lo cominciai a fare scrivere
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sia mai stato per lo addietro; e ricordandomi di
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l'arme in mano lo vinse e amazzò con
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mi glorio d'avere lo ascendente mio da uomini
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panni, coll'occhio vidde lo inaspettato figliuolo mastio. Aggiunto
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1562
che erano quivi, lietamente lo domandavano, come e' si
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sotto una panca: io lo vidi, e, corso allui
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cader morto; e me lo chiedeva con gran carezze
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carezze: io tanto più lo strignevo piagnendo, ché non
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strignevo piagnendo, ché non lo volevo dare a persona
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sicuro del gran male, lo prese per buono aùrio
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tempo per suo piacere, lo sobbillorno tanto, che e
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sobbillorno tanto, che e' lo feciono de' lor compagni
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la sua bella arte: lo feciono levare di quel
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pulizia e gran disegno. Lo specchio si era figurato
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ruota: in mezzo era lo specchio; intorno era sette
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sette Virtù; e tutto lo specchio, e così le
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Dicendomi queste parole, io lo pregavo che mi lasciassi
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bene spesso per pietà lo contentavo, mostrando che ancora
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in mano: tanto valorosamente lo serrava, che avendolo malamente
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compiacere a mio padre, lo andavo a trovare a
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benefizii. Io a te lo feci dare, e tu
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questo mio padre, armato, lo andò a trovare, e
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dissi -. Poco tempo appresso lo ingrato Piero di quella
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la febbre, per esser lo strumento di pochissima fatica
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maravigliose sue virtù, e lo fece a gara con
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con uno altro che lo faceva: con Lionardo da
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piatoso del mio compagnino, lo aspettai e lo missi
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compagnino, lo aspettai e lo missi in groppa, dicendogli
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ritrassi, di mio arricchi'lo con tante belle mascherette
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luogo, e io con lo istesso valore lo aiutai
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con lo istesso valore lo aiutai, in modo che
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subito, ché domattina te lo manderemo in villa con
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che voi certo non lo sapete - e partitosi dalloro
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disegno; e tanto meglio lo feci, quanto io pigliavo
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che io me ne lo portassi; e di più
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mi derise dicendo: - Tu lo vedrai, Benvenuto; perché allora
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satisfatto benissimo, e subito lo fece pagare secondo l
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sua dispiaceri, questa volta lo voglio vedere ridere - e
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quale io dissi che lo salvassi in quel modo
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mi mandava non era lo intero pagamento che meritavano
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la invidia, insieme con lo scorno che ebbe quel
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a sé quello Gianiacomo, lo domandò di che luogo
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cornetto per sobrano, e lo domandò minutamente chi io
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mi vanto che voi lo abbiate, perché la sua
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modo nessuno io non lo volevo fare. Subito mi
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spaventasse, e disse: - Non lo faccendo arai la paterna
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accomodato, che ogniuno che lo vedeva restava maravigliato, sì
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professione; e il Cardinale lo paragonava per propria boria
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bello e buono; e lo domandava Tornon, perché il
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conto di me. Arrivai lo Iddio grazia sano e
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mie' giovani che me lo conducessino, subito innanzi m
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disse che non me lo voleva rendere, perché io
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pareva che non se lo cavassi mai, mentre che
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pur giovanetto, ancora lui lo portava: e per essere
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drento della lor casa. Lo arrabbiato padre invelenito dalle
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con vituperose bestemmie abbassò lo spuntone, giurando che con
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uno, l'altro prese lo spuntone del padre; e
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quel figliuolo che aveva lo spuntone investì il primo
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Pagolo figliuol mio! Addunche lo spuntone ha sfondato il
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mio fattore che te lo dia -. E partitosi, io
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grande di corpo, che lo condusse vicino alla morte
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e volse che io lo ritraessi, la qual cosa
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ducento scudi, e che lo dessi al Fiaschino suo
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cameriere, il quale me lo dessi. Così fu fatto
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un mio amico, che lo rendessi al cameriere Fiaschino
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in circa; quello io lo terrei per memoria di
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io facevo conto che lo splendore di Sua Eccellenzia
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se lui non me lo faceva intendere; e al
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a un suo servitore, lo mandò a casa sua
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aveva, e seco ne lo portò in queste nostre
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1562
queste nostre parti; ma lo tien ben segreto, che
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1562
che 'l Duca non lo sappia; perché arebbe paura
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1562
peso, il quale io lo feci innel tal tempo
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questo; e lui me lo pagò, l'uno e
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1562
mezzo di Sua Eccellenzia lo vedrebbe. Allora messer Alberto
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qui, messer Alfonso, voi lo vedrete, sanza adoperare i
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Ascanio e Pagolo che lo mostrassi loro; qual disse
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cose, intesolo il Cardinale, lo disse al Re, il
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e questo nostro Cardinale lo vuole mercatare, come se
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è possibile che lui lo scrivessi al Cardinale tutto
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dappoi cinque anni per lo manco a risolversi di
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1562
tesauriere de' risparmi e lo domandò se lui mi
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qual cosa io subito lo andai a trovare, e
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Nello, e che allora lo teneva il provosto di
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quello a chi io lo detti non lo abita
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1562
io lo detti non lo abita, e non se
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al Re che non lo poteva fare. A questo
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1562
e a uomo che lo servissi, perché di cotestui
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1562
cosa, e che io lo lasciassi a ogni modo
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1562
farmi dispiacere, ma non lo dimostrava niente; era persona
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1562
che quel luogo me lo aveva dato il Re
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1562
il Re perché io lo servissi, e che quivi
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1562
potete: perché costui io lo ammazzerò al primo; poi
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1562
quale si domandava monsignor lo iscontro d'Orbech. Questo
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1562
veduta in Francia. Subito lo portai al cardinal di
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di poi sanza me lo portò al Re e
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1562
qual cosa il Cardinale lo inpedì, dicendo a Sua
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1562
Re, che io non lo aspettavo. Entrò nel mio
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1562
fussi la verità, me lo fece ridire dal cardinal
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1562
ogni uomo che non lo cognosca -; di poi disse
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1562
comincerebbe mai nessuna; e lo disse in un certo
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meravigliose opere. - E io lo credo - disse il Re
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1562
che si domandava Monsignor lo risconte di Orbeche, e
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i lor modi, me lo darebbon fatto e gittato
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1562
con maggior coraggio voi lo possiate servire. Queste son
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1562
acciò che noi non lo perdiamo -. Madama de Tampes
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1562
Tampes disse: - Io ve lo ricorderò -. Partirnosi: io messi
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fonte e con sollecitudine lo tiravo innanzi. ¶ XXI. ¶ In
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della guerra in fra lo Imperadore e lui, di
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di modo che io lo trovai molto confuso; pure
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commesso Sua Maestà: così lo pregai che se e
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Re questo modello, subito lo fece rallegrare, e lo
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1562
lo fece rallegrare, e lo divertì da quei ragionamenti
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appresso, è fatta figurando lo Idio Marte. Quest'altre
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la sua grazia. Così lo portai meco; e fattogli
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quando fussi bisogno, che lo farebbe volentieri: di poi
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1562
avendolo cominciato a cognoscere, lo menai al mio castello
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su l'osteria e lo missi innel mio castello
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utile mentre che io lo facevo esercitare. Era in
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1562
servire di quelle stanze, lo mandai via, pur con
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prima io non facevo, lo arei subito mandato via
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e più d'assai, lo dipinse al Re; il
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la sua possanza ne lo aiuterebbe: così rimasono d
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1562
una? O se voi lo impiegate in una tanta
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pur guardando di non lo ammazzare, innelle gambe e
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1562
due le gambe io lo privai. Di poi ritrovai
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molto buon giovane, perché lo vedevo divoto, sentendolo continuamente
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dare al mastio, non lo potendo così giugnere al
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1562
in soddomia; dicendo: - Per lo manco, come questo italiano
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1562
da poi che lei lo sapeva e io no
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1562
trovare il Bologna. Trava'lo in camera sua, e
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1562
di poi cheti cheti lo porteremo al nostro gran
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1562
quivi il suo Consiglio, lo persuadevano che le monete
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1562
e alquanto un pochetto lo pugnevo, sempre con paventose
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incontro, pregandomi che io lo volessi per buon fratello
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1562
grasso che avanzava se lo mangiavano insieme. Vestita, poi
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bene che Sua Maestà lo lasciassi andare insino a
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1562
fu nel tempo che lo Imperadore con il suo
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mia: dove, fattomigli incontro, lo menai per diverse stanze
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1562
gran pezzo. Di poi lo menai a vedere il
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la presa di Tunizi, lo Imperadore per Parigi, d
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1562
suo salario -. Appresso io lo menai a vedere altre
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1562
ogni cosa e subito lo ringraziai, come se aùta
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usata in Francia - lei lo misse innanzi al Re
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a quelle parole io lo presi, alzandolo per di
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di dimostrata istizza tutto lo stracciai. Lei pensò che
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la plebe di Parigi lo chiamavano per nome Lemmonio
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quei populi i più lo chiamavano monsignore Asino Bue
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1562
tale impresa; e se lo Imperadore spigneva innanzi, con
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1562
andar seco, e che lo pregava che gli facessi
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1562
a casa, dove io lo guidai in certe grande
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1562
con grandissima reverenza io lo ringraziai, replicando pure di
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di tutto, di poi lo pregai che venissi a
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virtuosamente, alla franciosa, lui lo dimostrò. Perché, dipoi molti
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di Tampes, disse: - Io lo impiccherei per la gola
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questo modo voi non lo perderesti del vostro regno
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1562
risa, dicendo che io lo meritavo bene. A questo
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quietata la guerra con lo Imperadore, ma non con
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1562
Bologna pittore, però divotissimamente lo pregavo che fussi contento
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io potevo e sapevo, lo pregavo che mi concedessi
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grazia. A un tratto lo viddi isdegnato, e rizzossi
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era alla presenza, e lo pregai, che da poi