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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Magari domani resto, 2017

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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Invece rispondo: “Bah, non lo so, faccio l’avvocato
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lascio andare. ¶ “Insomma, non lo so, è un periodo
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Se non proviamo, non lo sapremo mai...” ¶ Non so
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tutti quelli che non lo fanno, che non fuggono
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dice più una parola, lo sguardo fisso al selciato
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Thomàs, però, sembra contento lo stesso, acquista una busta
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botto crescendo i capelli, lo avrei già mandato a
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trangugiare birra senza riempirmi lo stomaco e a fissare
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un figlio, diamine, io lo voglio, anche se quelli
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Signore (o la natura) lo sa bene che a
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non potrebbe esserlo, però lo stesso sento il bisogno
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a me,” ribatto, e lo faccio di nuovo ridere
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c’est ton fils?” ¶ Lo guardo senza capire, allora
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In realtà già me lo hai chiesto, penso, e
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meraviglioso francese, e sarà lo spinello immagino, perché, in
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Thomàs si zittisce, e lo fa perché io non
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fa perché io non lo sto più seguendo, ma
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e fra un attimo lo chiamerò e lui si
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di baci, e infine lo condurrò sullo scoglio da
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perché l’adulto adesso lo sta incalzando con pizzicotti
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palloncino senza peso e lo fa girare in tondo
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in ultima corsia, e lo fanno anche con ritardo
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sono passata oltre, tanto lo so che un giorno
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che deve andare. Tanto lo so che le cose
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miei pomeriggi con lui, lo aiuto a studiare, gli
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gli preparo la merenda, lo accompagno da qualche amichetto
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leggendo, raccontandoci storie. Carmen lo porta il pomeriggio e
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porta il pomeriggio e lo riviene a prendere la
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e piselli del meridione (lo dice di ogni piatto
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buonumore gli altri, non lo so, per un istante
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in realtà io non lo so cos’è che
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da urlare ma se lo facessi Alleria inizierebbe ad
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in faccia, e se lo odio e mi sento
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il portone e me lo ritrovo davanti, identico a
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indietreggia e balbetta: “Non lo so cosa mi è
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che hai detto, davvero, lo comprendo. Non hai ancora
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la novità?” ¶ Lui rialza lo sguardo e ficca gli
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se mi giro e lo trovo che mi guarda
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preoccupare, mi faccio bella.” ¶ Lo stronzo mi guarda a
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Non pensarlo proprio...” ¶ “Tanto lo so che mi ami
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che vuole?” ¶ “Non me lo ha detto, ma credo
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mano che scende. Quando lo capisce, è troppo tardi
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Mollo la presa e lo spingo lontano, lui rimane
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ribattere qualcosa se non lo anticipassi: “Nun fa chella
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con la testa dentro lo smartphone. ¶ “Uè,” esordisco a
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lui, una volta me lo ha anche chiesto.” ¶ “E
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strano, e spesso non lo capisco, e lui non
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capisce me. Perché io lo so che anche lui
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tu a mio fratello lo senti spesso?” ¶ “Antonio?” ¶ “Conosci
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Ogni tanto. Perché?” ¶ “E lo sapevi che la compagna
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Non dico che ce lo dovevi venire a raccontare
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Ma tu ad Antonio lo conosci, ’o ssaje che
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girare il caffè e lo butto giù in un
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cucire, è in piedi, lo sguardo alla piccola finestrella
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alle nostre ossidate conversazioni. ¶ “Lo sai bene che è
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ad ammorbare l’aria. ¶ “Lo hai riconosciuto, vero?” ¶ Annuisco
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cose si raddrizzano. ¶ “Me lo ricordo Bonfanti quando ero
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davvero, è che qui lo chiamano così per i
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ottimo cliente. Ma io, lo sai, all’amore non
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eravate voi e, non lo dico per incolparvi, non
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mi riguarda, il cavaliere lo avrei accettato subito. Anzi
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E tu questo non lo hai mai capito.” ¶ Mamma
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capì! Ma poi, chi lo vuole ’sto brav’uomo
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Non ti capisco...”. ¶ “E lo so, come potresti. Io
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di spiegare. “Tu te lo ricordi papà?” ¶ Lei indietreggia
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finito: “Insomma, io non lo so se sia stato
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mai di tuo padre, lo sai, pure quando avrei
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dovuta crescere da sola...” ¶ Lo spazio temporale che segue
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È che non te lo ricordi...” ¶ “Comunque don Biagio
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una famiglia di delinquenti, lo sanno tutti.” ¶ “Già, lui
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sembra figlio a lei!” ¶ “Lo so, è troppo un
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atto di coraggio e lo si fa prima di
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piedi a mollo e lo sguardo perso nelle mattonelle
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interno senza che nemmeno lo sapessi, il cercare di
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preoccupate,” dissi, “il rubinetto lo riparo io.” ¶ Lenzuola sconcicate
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polpo misto a catrame, lo stesso odore delle mie
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che portava con sé lo stesso aroma agrodolce di
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si fa corteggiare, spesso lo devi conquistare con fatica
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estate il mare non lo dovetti corteggiare, era a
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l’affare che faceva lo zucchero filato, lui si
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filone a scuola e lo scommò di mazzate! ¶ Comunque
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a lui a vendere lo zucchero filato, le caramelle
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dei rutti, a chi lo faceva più grande. Ovviamente
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Corsi da lui e lo trovai a trafficare con
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sua semplice risposta. ¶ Non lo avevo mai visto pescare
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nostra. Ho preso anche lo sgabellino, i vermi, e
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polso di papà e lo pregai di liberarla. ¶ Lui
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puntò le giostre con lo sguardo. Gli feci un
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stendermi dentro il pulmino; lo avrei aspettato lì. Aprii
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e per poco non lo prendevo a maleparole! ¶ “Thomàs
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faccio spazio ad Alleria. “Lo può tenere lei?” ¶ “Va
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voi’” e sorride divertito, “lo sai che qui tutti
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hai con me...” ¶ “Sì, lo so, sono l’unica
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quelle scarpe...” e volge lo sguardo ai miei piedi
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volta come un calzino. “Lo vedi? Senza tacchi se
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non fosse così affascinante, lo manderei a quel paese
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chiamava Nicola, ma io lo chiamavo Nic, perché a
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vorrai essere un domani lo stai decidendo oggi, e
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amavo Nic, forse non lo avevo mai amato. Però
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e che però, ora lo so, una vita le
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al mio fianco, “io lo so ca tu sì
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avrei pensato, ma non lo feci, perché dentro di
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mio ventre. ¶ A Nic lo dissi la domenica, sulla
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faremo?” ¶ “E come farò. Lo ammazzo, ecco cosa farò
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Poi mi voltai e lo lasciai lì. ¶ Non l
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suo volto buono e lo sguardo miope. D’altronde
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quasi cinquanta, sembra ancora lo scolaro modello seduto al
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non è così, non lo è mai, perché simili
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è un bambino, come lo sono tutti coloro che
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Lei, è chiaro, non lo degna nemmeno di uno
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a tua madre almeno lo hai detto che vuoi
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non ribatte. ¶ “Guarda che lo faccio per te. Se
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avrei...” ¶ Centogrammi solleva finalmente lo sguardo e mi fissa
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Che poi già me lo immagino Pasquale nelle mani
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forse il mio nervosismo lo eccita, forse, nel suo
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replicare qualcosa, ma non lo lascio parlare e aggiungo
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stuzzicadenti. E per pescare lo stuzzicadenti giusto, caro avvocato
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e lui solleva distrattamente lo sguardo al cielo alle
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a non parlare. Allora lo faccio io, perché a
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deciso di andarmene.” ¶ Stavolta lo gnomo mi fissa a
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chiama ‘morale’, e che lo so che nel mondo
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farmene di questa vita...” ¶ Lo gnomo dovrebbe quantomeno sentirsi
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mia coscia e afferma: “Lo so che ti avevo
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Vedo un vecchio con lo sguardo spento, questo vedo
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a noi...” fa lui. ¶ Lo interrompo subito. “Avvocà, basta
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Tu sì brava, io lo so.” ¶ Io non sono
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psicopatico) e afferro per lo zaino il delinquentello tascabile
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Chiedi scusa,” dico, e lo fisso dritto negli occhi
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indeciso, ma non abbassa lo sguardo. Il cortile si
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solo adesso. Però poi lo sguardo mi cade su
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miseri personaggi fatti con lo stampino”. ¶ La donna sorride
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abbia scambiata per mamma.” ¶ Lo dice senza remore, mentre
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me. Mi accovaccio e lo guardo negli occhi: “Quando
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solo complimenti, e lei lo sapeva bene, perciò se
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prima che Cane Superiore lo costringa ad accelerare il
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grande e grosso che lo spingeva, gli tirava calci
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a correre per acchiappare lo zoticone per i capelli
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crescere con comodo. Sì, lo so, si diventa adulti
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non avevo ancora fatto lo sviluppo e guardavo le
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la cara Jessica aveva lo stesso linguaggio di uno
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E non tanto per lo stuolo di maschi pronti
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per la tua età, lo dico sempre, chesto è
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radici nel cuore. Ora lo so. Non le hanno
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non dicevi che non lo volevi vedere?” ¶ “Sì, ma
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italiano impeccabile. ¶ “Tu non lo vuoi?” chiede Kevin. ¶ “No
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può mettersi a leccare lo zucchero come fosse un
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parte fare soldi con lo zucchero, ben presto si
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ripetere alle acquirenti che lo guardavano estasiate, durò poco
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che non amo particolarmente lo zucchero filato. In ogni
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e sagre. Mamma nemmeno lo ascoltò, ma lui era
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e basta. E io lo guardavo, con quella faccia
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suo passato: aveva piazzato lo sgabello al centro del
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idea bizzarra di vendere lo zucchero filato in giro
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star lì a fare lo schizzinoso, e allora scaraventa
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popolo.” ¶ Ma Kevin non lo ascolta neanche e affonda
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affonda la faccia dentro lo zucchero mentre Alleria tira
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tira il guinzaglio e lo costringe a camminare piegato
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ha finito di sventolarmi lo zucchero sotto il naso
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Non le fa male lo zucchero alla sua età
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età?” chiedo quindi, e lo fisso. ¶ “Sì, credo di
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obbedienza.” ¶ Dovrei ridere, e lo farei anche se, proprio
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sinistro si incaglia sotto lo spigolo del marciapiede e
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alla plastica c’è lo stesso odore forte di
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di un’amica...” ¶ Forse lo dico con troppa enfasi
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presenza, e forse Kevin lo avverte, anche se non
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perché se no mamma lo pigliava con la mazza
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di erre mosce che lo rendono, se possibile, ancora
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me il guaglione me lo da assai, perciò mi
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per rivolgersi a Kevin. “Lo vuoi un regalo?” ¶ Il
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gli illumina le pupille. Lo stronzetto francese sa come
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una parola e rivolge lo sguardo a Kevin, il
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compagnia, la moglie che lo aspetta sul divano davanti
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è sempre uguale. ¶ Sì, lo so, certe volte mi
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bocca. ¶ “Be’, no, non lo so, in effetti, sì
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salutare, quindi ha sfilato lo smartphone (che, a proposito
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padrone di casa e lo ha abbracciato con foga
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abbracciato con foga, nemmeno lo conoscesse da una vita
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o saccio e non lo voglio sapere, ma te
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buona come madre, non lo so, a volte non
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la...” ¶ “... marinara. Sì, ce lo ha detto,” ho terminato
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è all’interno, non lo è per niente, perché
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fine Carmen ha tirato lo sciacquone, perciò mi sono
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bella cosa. Tu non lo sei ancora, ma dentro
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ssaje che significa, te lo leggo in volto.” ¶ Mi
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cos’era quella sensazione, lo sfrigolio lento e silenzioso
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che accade nella vita.” ¶ “Lo vedi? Tu sì ’na
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grande teatro a goderti lo spettacolo. ¶ In salotto mi
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Ma tuo marito non lo vede mai il figlio
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nostro figlio è diverso, lo vedi, è intelligente, sensibile
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ora mi vuole punire lo stesso, e me vò
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ingoiare quella strana sensazione, lo sfrigolio che non si
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avere conficcata nelle tonsille. Lo guardo e dico: “Sai
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quel che è diventato, lo deve proprio alle sue
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la borsa a tracolla, lo sguardo dolce e il
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gentile con me non lo è mai stata, allora
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un anno...” ¶ “E me lo dici adesso?” ¶ “Be’... sai
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non credo che te lo lascerò educare!” ¶ “Hai ancora
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sigaretta sulla ringhiera. ¶ “Sì, lo so, è che... non
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conoscenza: questo figlio non lo vuole, non è sicuro
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stavolta il fratellino davvero lo vuol far scoppiare il
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hashish in tasca e lo portarono in questura. Mia
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o non voluto è lo stesso) non può non
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Quattrocentomila lire?” sbraitai. “Ma lo sai quanto sono? È
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andarsene. ¶ “Aspè, vieni qua,” lo richiamai, ma Antonio non
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disperato.” ¶ Scoppiai a ridere, lo giuro, prima sommessamente, poi
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buffi quando meno te lo aspetti.” ¶ Lui cercava di
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ti sembra un inferno, lo so, ma poi passa
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parli tu con lei? Lo sai, mamma la pensa
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con la vocina dolce!” lo interrompo subito. ¶ “Picceré,” riparte
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Va be’, insomma, accetti?” ¶ Lo so, madrina non è
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medio. Lui indietreggia, distoglie lo sguardo e infila le
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mamma, che è bigotta, lo sai”. ¶ “E la buona
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mio limite. E tu lo sai bene, vero fratellino
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trovarti appena sveglia?” ¶ “Non lo fai mai.” ¶ È inutile
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di prima mattina?” ¶ “Non lo sapevo, lo speravo.” ¶ Da
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mattina?” ¶ “Non lo sapevo, lo speravo.” ¶ Da sempre, quando
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sempre a dieta...” ¶ “E lo so, perciò te li
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che sarei venuta, non lo sperava. Verso i cereali
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incazzata, e hai ragione, lo sono io, figurati tu
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io sono indaffarata con lo yogurt, allora lei mi
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fare le scorregge. Te lo insegna la vita, mà
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figli strani, ma Antonio lo è molto più di
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scemunenn’ in quella chiesa, lo sai?” prorompo, e corrugo
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famiglia normale? Io non lo so. So però che
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inorridite. Chi sa amare lo fa a prescindere dal
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Sembri un maschio!” ¶ “Sì, lo so, me lo dicevi
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Sì, lo so, me lo dicevi anche da piccola
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appeso sopra la cappa, lo stesso che da bambina
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Si dice cucciolo? Non lo so, fatto sta che
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Quanto è bellillo! Dove lo hai preso?”. ¶ “Era qua
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po’ burbero. A volte lo becchi che non dice
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in famiglia”. ¶ “E chi lo è,” fa lui e
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con te?” ¶ “Boh, non lo so, forse perché alcuni
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urgente da fare. Me lo puoi tenere tu?” e
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mi fissa silenzioso. ¶ Distolgo lo sguardo e mostro un
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prima volta da che lo conosco, il vecchio è
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Alleria, Kevin ha spostato lo sguardo verso don Vittorio
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un carretto che vende lo zucchero filato. “Che ne
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in me e distolgo lo sguardo da tutto quello
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vero? A voi piace lo zucchero filato?”. ¶ Mio fratello
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non smette di fissare lo schermo. Si capisce subito
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con un solo movimento lo indossa. ¶ D’improvviso mi
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Come me e mamma.” ¶ “Lo prenderesti?” ripeto cercando di
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mi costringe a distogliere lo sguardo. Ma tu pensa
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marionetta e lei che lo fissa senza ribattere. Io
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calcio nelle palle. Sollevo lo sguardo e mi imbatto
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smuovere Kevin dal divano. Lo trovo che dorme rannicchiato
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santa ragione. E adesso? Lo sveglio? Mi avvicino e
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pressione, ma ancora nulla. Lo scuoto con più forza
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rispondere a Manuel, infine lo sguardo mi cade su
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come non fuggire con lo sguardo davanti a una
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stessa a forgiarmi, e lo ha fatto nel modo
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sbagliato; Carmen, senza distogliere lo sguardo dal mio volto
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parte della prima. ¶ Distolgo lo sguardo, e lei tira
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di quindici anni che lo metteva spalle al muro
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Aggrottai le sopracciglia e lo guardai dritto in volto
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ho perdonati. ¶ E mai lo farò. ¶ A ogni modo
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mani Arminio Geronimo me lo mangerei con tre morsi
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di don Vittorio. Alzo lo sguardo e mi accorgo
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non hai cenato (non lo fai mai), ti ho
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anche il collo, così lo allontano con fermezza e
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come un macigno contro lo sterno. Meno male che
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a giocare, mentre io lo guardavo silenziosa dall’uscio
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sì. Ci devi mettere...” ¶ “Lo so cosa ci va
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so cosa ci va,” lo interruppi, emozionata. ¶ Lo avevo
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va,” lo interruppi, emozionata. ¶ Lo avevo visto riempire quella
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il successivo sorriso me lo avrebbe regalato qualche anno
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non replicò, si sistemò lo scialle sulle spalle e
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speri, l’amore te lo regala se ne ha
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però, gli disse che lo avrebbe pagato solo sul
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tifosi!”. ¶ Amanti del calcio lo siamo diventati quel giorno
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di sicuro, angeli, invece, lo siamo stati per poco
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dice, senza nemmeno sollevare lo sguardo dal monitor. ¶ Giovanna
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ancora, Manuel ha fatto lo stesso con lei. Insomma
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nello stile british che lo contraddistingue, come “’nu cesso
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tiene la capa dentro lo schermo e non mi
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dice niente, anzi, se lo vuoi sapere, mi sta
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il sangue in capa, lo capirebbe pure mia mamma
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impomatato, che già se lo crede di suo senza
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loro a crescermi, non lo so. O forse perché
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ricambiare il saluto, “tu lo sapevi che il marito
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le voci del popolo... lo sanno tutti!” ¶ “Be’, ti
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di lei?” ¶ “Decide Arminio, lo sai...” ¶ “Ma guarda caso
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rompiballe di prima categoria, lo sai? Sono le nove
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braccio sotto il mio, “lo so che il mio
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Che voglio?” ¶ “Stai facendo lo stronzo con me, nel
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capofamiglia non perdonabile.” ¶ “Non lo sapevo...” ¶ “Eh già, solo
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Geronimo che dice?” ¶ “Arminio, lo sai, conosce tutto e
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a che fare con lo schifo ti porta a
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paraggi mi fa torcere lo stomaco, mi fa sentire
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mazzate. È come se lo facesse apposta, come desiderasse
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nella sua testa, immagino, lo riempirà di coccole e
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breve tragitto, infatti, incrocio lo sguardo con tre uomini
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di loro è sempre lo stesso: occhi nei miei
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maschi sono fatti con lo stampino di certo non
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ritorno dalle tette, sollevi lo sguardo verso i suoi
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la credenza andava bene lo stesso), così da fungere
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se a lui non lo dicevo, altrimenti avrebbe spifferato
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punto di vista sessuale lo sono stata, almeno i
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capelli rasati da marine, lo sguardo truce e il
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le donne e non lo avevo ancora capito? Ero
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il bicipite gonfio e lo sguardo sicuro per me
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che fai?” dico e lo spingo indietro, ma lui
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per tutta risposta, fra lo stupore e i gridolini
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ombra, passa a leccare lo scarponcino del malcapitato, forse
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mio Alleria, penso, e lo accarezzo sulla testa. Sarà
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rispondere: “Ecco, brava, finalmente lo hai capito. Nessuno può
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ragione, ma lei non lo fece, non lo fa
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non lo fece, non lo fa mai. ¶ “E figurati
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lei comparve sull’uscio. “Lo so, la mia vita
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avvocato, se non te lo sei scordato. Così dovrei
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scoppia a ridere. ¶ “No, lo sai che non torno
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una fitta lancinante dietro lo sterno. Per fortuna col
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tutte ’ste domande?”. ¶ Distolgo lo sguardo e ribatto: “Così
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dico nulla e rispondo: “Lo so, lo vada a
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e rispondo: “Lo so, lo vada a spiegare al
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sulla sedia a rotelle. Lo conobbi proprio il giorno
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Agata, la polacca che lo accudisce. Mi dedicò un
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Il mio atteggiamento scostante lo aveva colpito. In realtà
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insomma, e, se proprio lo vuole sapere, mi faccio
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ho trovato uno. Me lo terrebbe lei durante il
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raccontare!” ¶ “Ma tua mamma lo sa che pranzi con
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copia delle chiavi) e lo trovo già dietro la
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d’onore. Tiene presente? Lo ha visto?” ¶ Don Vittorio
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nulla è mai come lo abbiamo immaginato.” ¶ “Ecco, bravo
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ti libereresti di lei. Lo sai che diceva Seneca
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a fare un brindisi. Lo accontento, anche se non
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il bastardo sia bastardo lo posso anche accettare, il
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Natale, e dirige subito lo sguardo verso Sasà, che
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stava aspettando, pensavo te lo avesse detto...” ¶ “Ah, mannaggia
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cercando una babysitter? Io lo sono.” ¶ Carmen mi fissa
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richiesta non ascoltata, o lo sguardo assente di un
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e gingilli che risaltano lo stile rococò dell’abitazione
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una dama ottocentesca con lo strascico e la parrucca
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pigiama.” ¶ “E allora?” ¶ “Me lo puoi prendere tu, per
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Perché, da solo non lo puoi fare? Sei paraplegico
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manda un abbaio mentre lo stereo diffonde le note
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dei quali, a ragione, lo considerano per quello che
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bagno dello studio e lo avevo chiamato per urlargli
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me, e cioè che lo scombussolamento non avrebbe compromesso
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agli altri australopitechi che lo accerchiavano. Siccome adesso di
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fu solo un attimo, lo giuro, quello successivo afferrai
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afferrai il cane e lo portai a casa bofonchiando
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contro i vermi che lo avevano abbandonato. ¶ “E chi
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a tutte le ore. ¶ “Lo vuoi?” chiesi. ¶ “Io?” fece
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risposi, “allora per adesso lo porto da me”, e
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un “ma sì” e lo sistemai accanto a me
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ascella. Il giorno dopo lo portai dal veterinario e
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il mio nome completo. Lo so, non è un
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nemmeno io che non lo lasciavo ero tanto sana
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sciupare la giornata! Sì, lo so, me lo dici
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Sì, lo so, me lo dici ogni...” ¶ “Brava, dammi
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piani per me, e lo rivelò solo dopo aver
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ha sempre risposto volgendo lo sguardo imbarazzato altrove e
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resa. ¶ Fu un peccato, lo ammetto. Se solo quel
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mio nuovo aspetto mascolino lo affascinò assai. Perciò mi
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più fuori dal lavoro!”, lo stoppai, mi pulii la
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a regalarmi di nuovo lo spettacolo delle striature rosse
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delle striature rosse che lo facevano assomigliare a un
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Non potrebbe funzionare. Io, lo vede, sono una che
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troppo poco. O, forse, lo sono e manco lo
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lo sono e manco lo so, perché lui era
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scendo per strada e lo trovo in piedi che
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mi avvicino, lui apre lo sportello e fa una
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quasi due anni presso lo studio legale Geronimo & Partners
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capannello di colleghi che lo idolatrano e ridono alle
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più della sua preparazione, lo fa essere un vincente
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dedico uno sguardo accusatorio, lo stesso che uso quando
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frescone che ti apre lo sportello. Speravo almeno in
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faccio attenta. Lui, con lo sguardo ancora fisso sulla
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che ha appena tolto lo zaino dalle spalle del
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un lavoro importante, e lo do a te perché
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Il fitto della casa lo paga il marito, che
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cosa più importante, ha lo sguardo sereno. ¶ “Il figlio
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vivevamo ancora entrambi sotto lo stesso tetto, per un
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dieci minuti di lotta, lo mando a quel paese
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mi chiama così perché lo faceva papà, e Sasà
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papà, e Sasà perché lo fa Antonio, che è
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è il numero uno. ¶ “Lo sai chi è passato
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a Cane Superiore. ¶ Sì, lo chiamo anche “Cane Superiore
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un tratto? Che fai, lo stronzo vuole venire a
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stronzate non le facevamo lo stesso?” ¶ “Sì, Luce, aggio
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alla fine ho chiesto: “Lo hai visto anche tu
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operaio.” ¶ “Eh.” ¶ “Non me lo sono inventato?” ¶ “Ma che
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quando mi giro e lo vedo ridere. ¶ “Potrei sposare
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ho inventato e non lo so, ma che vvuò
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non se ne va, lo butti fuori ogni momento
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però, ecco... ora non lo sono più. Ho rinunciato
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causa e ho lasciato lo studio.” ¶ “E che me
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qualche modo protetta. ¶ “Come lo hai saputo?” chiedo. ¶ “Davvero
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che a mio figlio lo so crescere, nun tengo
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cuoio. ¶ “T’avess vatter’, lo sai, per quello che
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cosa prova Kevin.” ¶ “Non lo nominare più,” replica senza
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parlare di lui, non lo devi nemmeno nummnà! E
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Hai capito bbuono?” ¶ Sposto lo sguardo verso Cane Superiore
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ti giuro che te lo avrei voluto dire, ma
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aggio ritt’ che non lo devi nominare!” ¶ Mi zittisco
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figlio. Ma Kevìn non lo dovevi toccare, lui è
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ero dalla tua parte, lo sono sempre stata,” ripeto
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te che dovrei fare? Lo sai che passerò la
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incontrerò Kevin per strada, lo abbraccerò. Tanto lo so
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strada, lo abbraccerò. Tanto lo so che è stata
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lei”, e indica con lo sguardo l’insetto vicino
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shirt di Topolino, quando lo sguardo mi è caduto
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tufo, cosicché il tempo lo passavo più che altro
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passai da lì e lo trovai fuori al basso
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stato meglio che non lo avesse fatto. Appena dentro
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ci pensavo, ero per lo più presa da papà
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me la ponevo, non lo ricordo più. So solo
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per tanti anni. Perché lo ha accolto, perché non
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detto niente, perché non lo ha convinto a tornare
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mi avesse avvisata, perché lo avesse protetto, perché avesse
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dovuta confessare lui, che lo aveva fatto per proteggere
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bastò incrociare un istante lo sguardo di mio fratello
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della nonna?”. ¶ “Eh. Te lo ricordi sì che avevi
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picceré, non indietro.” ¶ “Eh lo so, solo che quando
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Bonfanti, sì. Io già lo sapevo.” ¶ Mi sono bloccata
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aver compiuto un passo. ¶ “Lo sapevi?” ¶ “Sì, da anni
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uscii.” ¶ “E non me lo hai mai detto?” ¶ “No
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a rivolgermi a Kevin. “Lo fa spesso? Questa cosa
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le ho detto che lo avrei fatto io.” ¶ Una
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sul naso. Ho alzato lo sguardo al cielo sereno
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aggiunto: “Vabbuò, non me lo vuoi dire. Allora ci
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è che non te lo voglio dire, è che
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sfilai l’anello e lo gettai in un tombino
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il collo, cosa che lo fece attizzare alquanto perché
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ancora un ceffone che lo fece indietreggiare quasi piangendo
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nu guaglione appost’, non lo mettere di nuovo in
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e sussurrai al buio: “Lo so che sei un
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quella gente, ti ammazzo, lo giuro. Uccido prima te
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e poi me. E lo sai che ne sono
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tornò era un altro. Lo avevo salvato. Ancora una
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il sole,” prosegue lui. “Lo sapevi che nel mondo
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deciso di restare.” ¶ “Non lo so, in effetti...” ¶ “Bella
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canto delle rondini, e lo deve sentire pure Primavera
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festeggiare, sai...” ¶ “E me lo dice adesso?” ¶ “E quando
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adesso?” ¶ “E quando te lo dovevo dire?” ¶ “Magari ieri
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e ha detto: “Nenné, lo so che tu mò
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metri più avanti e lo aiuto a sfilarsi i
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le era piaciuto tanto lo spettacolo e che anche
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bacio...” ¶ “Nemmeno un bacio?” lo interrompo, e tiro a
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questo rigurgito d’inverno. ¶ “Lo so che non capirai
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perché?” ¶ “E perché... non lo so il perché, forse
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morto l’anno scorso.” ¶ Lo guardo come per dire
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giorno quel ballo davvero lo rifaremo.” ¶ Stavolta le lacrime
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quello di essere romantica.” ¶ “Lo sei, lo sei, Luce
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essere romantica.” ¶ “Lo sei, lo sei, Luce, come tutte
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tornare indietro? Semmai ce lo dici proprio che se
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bene a Kevìn, e lo so che gli vuoi
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faccio mancà nulla. E lo amo da morire!”. ¶ “Lo
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lo amo da morire!”. ¶ “Lo so,” ribatto e mi
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sta venendo giù. ¶ Sollevo lo sguardo dal mio parafango
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mediamente intelligente. Ma se lo stesso cervellone decidesse di
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per rispondere: “Guagliò, signora lo dici a mammt’. Sarai
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E dove deve stare? Lo sai che non ha
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Quartieri,” dichiara soddisfatto. ¶ “Sì, lo so...” ¶ “È carina, anche
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quel fighetto là fuori lo sbatto subito in mezzo
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agenda. “D’altronde, se lo fossi stata di meno
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Tira a campà, te lo ripeto.” ¶ Afferra il telefono
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letto e che, semplicemente, lo diverte e gli viene
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non si offende (non lo fa mai): “Hai deciso
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allora un piccolo sussulto lo avverto, perché sempre femmina
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vola basso, sii sempre lo stupendo essere superficiale che
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mai o che, se lo fanno, dopo poco tornano
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quanto fugace istante, provo lo stesso incredibile tepore di
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sul braccio senza distogliere lo sguardo da don Vittorio
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Mà,” sono intervenuta subito, “lo so che non sei
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capelli azzeccati in capa, lo sguardo corrucciato...” ¶ “Lo sguardo
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capa, lo sguardo corrucciato...” ¶ “Lo sguardo è di famiglia
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dove metterla. ¶ Ecco perché lo vedo così bello, ho
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e ha sussurrato: “Sì, lo so, ci ritiene incapaci
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simili!” ma l’uccello lo guarda e non si
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più veloce, e mentre lo fa sembra quasi osservarci
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che per un po’ lo ha fissato come volesse
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volesse sgridarlo, allora lui lo ha abbracciato e ha
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moto dal garage e lo ha accompagnato.” ¶ “Ma tu
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ad aprire e me lo sono trovato davanti, con
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mi giro e incontro lo sguardo di mia madre
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solo che Carmen Bonavita lo anticipa, perché quelle come
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Thomàs, che hanno avuto lo stesso effetto dell’arcolaio
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ho da dire, non lo farò più, e non
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Coca Cola, tanto è lo stesso. Però... volevo dire
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il primo grazie, e lo guardo infilzare la forchetta
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nun dicere niente, non lo voglio sapere, e non
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andartene, io sarò contenta lo stesso, perché dove sta
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bocca ancora piena: “Non lo so, don Vittò, non
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so, don Vittò, non lo so, vediamo...”. Poi ci
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poi un abbaio. Sempre lo stesso. Sempre al solito
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è vero, ma voi lo sapete bene che so
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spinta dal solo vento. ¶ Lo so che mi ritenete
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come dice vostra madre, lo so che, probabilmente, nemmeno