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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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1936
di fatica. Ma non lo dico per presentare il
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E a chi, poi? Lo dico per un fenomeno
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quanto sforzo e sacrificio lo abbiamo raddrizzato, creandogli intorno
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andarmene. È una diserzione, lo so. Non fu una
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è la mia vita, lo sapete. Non ne ho
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sopportazione ha un limite». ¶ Lo portaron via la mattina
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non perdona e lui lo sa), ma scriveva tre
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sta il Sottotenente Spada? Lo si tenga a riposo
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si tenga a riposo, lo si obblighi a stare
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riposo. Se non obbedisce, lo si punisca. Usi il
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ho mandato. Controllare che lo faccia. ¶ 3) Pei prelevamenti di
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ufficiale, gli si diceva: «Lo faremo presente al signor
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nei quali ho riflesso lo stuporoso sgomento dei miei
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degli ascari che se lo ripetevano sussurrando con mistero
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un gran comandante che lo formò a sua immagine
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marcati e caratteristici che lo individui fra tutti. Quando
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non consentono, o per lo meno non consentono in
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simile a coloro che lo formarono e lo comandarono
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che lo formarono e lo comandarono che scrivere dell
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che nessuno di noi lo rimpianga. ¶ Altra cosa che
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vorrebbe circonfondere. È, per lo meno, troppo presto. Vedete
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Il Chitet ha suonato, lo Zaptiè ha girato pei
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ascaro stesso che te lo insegna – che questa parola
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si crede, o per lo meno non è «signore
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volto sembra avere esaurito lo spazio e il materiale
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categoria dei sottufficiali bianchi: lo Sciumbasci è colui che
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molti modi. Ma nessuno lo soddisfa. «Grazie al Governo
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esasperato dalla barriera che lo comprime, talvolta scatta in
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fuoco, ma la pioggia lo umilia, lo rende triste
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la pioggia lo umilia, lo rende triste. Se l
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quelle pietre bianche che lo infiorano senza pause di
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nelle notti di luna lo fan simile a un
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di calore. ¶ Ora che lo sanno, tutti i graduati
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i tuoi ascari e lo stillicidio lento di queste
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che gli abissini, rapitolo, lo tengono nascosto in un
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raccontano che un’aquila lo trasse in salvo, levandolo
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mercante del Tigrai e lo descrive: era curvo e
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e la gente che lo abita sono silenziosi per
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per la valle – che lo risuona come un’eco
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conoscenza pei coloniali che lo conobbero tenente In Libia
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rumore di guerra ufficioso: lo portò un personaggio solenne
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idea di Dio che lo slontana nell’infinito. La
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La guerra? Se Dio lo vorrà. La vittoria? Se
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le gambe incrociate, che lo fa somigliare a un
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somigliare a un posacarte. Lo Sciumbasci, al centro, circondato
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nonostante le forre che lo solcano e le ambe
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e le ambe che lo increspano: sta. Altri paesaggi
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sosta. Le sue orde lo abbandonano: i Fitaurari, i
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al Signore bianco che lo rappresenta. Egli ci disse
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solitario. «Tigre dell’altipiano» lo chiamano i tigrini; e
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lavoro in genere perché lo ritiene incompatibile con la
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che, implacabile e monotono, lo martella dall’alba al
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di Chissàt Atrò, me lo vedo tutto disteso con
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accende di fuochi che lo punteggiano, come fossero gli
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nei loro canti se lo rappresentano come l’ultimo
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tegoli! ¶ FABRIZI (a Ghizzoni): Lo vedi quanto è fesso
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MAGGIORE (a Giusti che lo segue): Si accomodi pure
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MAGGIORE (duro): Se se lo permette Lei, non glielo
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loro… se la mobilia lo permette. Li ho chiamati
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smorfia di dolore. Ghizzoni lo guarda senza dire niente
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suoi due subalterni? ¶ GHIZZONI (lo guarda): Cosa, Signor Maggiore
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in piedi): Be’, se lo dice Lei… Del resto
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abbiamo tutti, o per lo meno l’abbiamo avuta
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azione di domattina. ¶ MAGGIORE (lo guarda): Bene. Vedo che
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GHIZZONI: Il mio per lo meno, sì. È così
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mattina e il pomeriggio lo dedico alla mia bimba
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piena felicità, o per lo meno in piena serenità
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scampi le pallottole – e lo considererei quasi una scarogna
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il suo patrimonio (e lo guarda, per vedere se
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un orco, o per lo meno passo per tale
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bicchier d’acqua. Ghizzoni lo fissa fra stupito e
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lì per lì non lo sente. Poi si riscuote
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Maggiore? ¶ MAGGIORE (che non lo ha visto né sentito
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crisi d’ameba che lo perseguita da tre giorni
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mi pare che te lo abbia detto, no?, appena
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un gesto vago.) ¶ GHIZZONI (lo fissa. Un tempo lungo
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tace) Che fosse ferito lo sapevo, ma l’avevo
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cantano. Perché cantano, poi, lo san soltanto loro. No
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vede il tenente Spada, lo mandi (e intanto gli
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MAGGIORE (prende il fanus, lo avvicina al letto e
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hanno un’importanza relativa, lo so, tuttavia… ¶ GHIZZONI: Molti
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ma io poi… Se lo immagina il sottoscritto innamorato
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paese e, se me lo permette, nella sua casa
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ha una smorfia). ¶ MAGGIORE (lo guarda): Fa un po
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che è. E viaggeremo. Lo sa che non conosco
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confessato a nessuno, ma lo so. Cioè: lo sapevo
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ma lo so. Cioè: lo sapevo. Sapevo anche un
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l’alto) Ghizzoni!… Ghizzoni! (Lo scuote prima piano, poi
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non fare il ragazzo! (Lo guarda ancora intensamente, poi
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al suo apparire. ¶ Quando lo Scioa si fece torbido
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ras Makonnen tu ben lo sai ¶ che Goitana Toselli
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tempio di Bet Mariam lo vedrem tornare, ¶ quando il
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iena e allo sciacallo ¶ lo sciacallo e la iena
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bene al suo ufficiale. Lo intende a volo, lo
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Lo intende a volo, lo pesa, lo valuta e
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a volo, lo pesa, lo valuta e tira le
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che la iena e lo sciacallo mi mangiassero, ho
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in una valle fiorita, lo sai, e si chiama
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a aspettare che te lo riportino. Questa è la
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perché il nemico non lo rubi. ¶ Visita a sera
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quel confine ridicolo. Non lo turba l’orizzonte infoschitosi
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ad Adi Caieh. Raramente lo si vedeva e sempre
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gigante, suscitava intorno. Chiarini lo conoscevano i vecchi Sciumbasci
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alla daga di Makonnen. Lo conoscevano e lo avevano
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Makonnen. Lo conoscevano e lo avevano riconosciuto: «Ti ricordi
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rammendava la biancheria, e lo avevan ritrascinato laggiù vicino
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ascari ebbero ragione quando lo battezzarono «il Leone»: non
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il maggiore Gonella e lo conoscono gli ascari. E
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conoscono gli ascari. E lo conoscerai anche tu, lo
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lo conoscerai anche tu, lo conoscerete tutti: vi farà
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vetta di un monte, lo stelo di una spiga
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il tuo tenente?» ¶ Non lo sa. Svenne nel cadere
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naso e bocca e lo risbatacchia a terra svenuto
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a sanguinare. Poi se lo carica sulle spalle e
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Agòs, seguitando a masticare lo stesso filo di paglia
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maschile o femminile, che lo perseguita, la gente gli
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ride sul muso e lo prega d’andarlo a
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questo nome, assolutamente banale, lo pronunzio io dai ranghi
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ma io, purtroppo, non lo credo) assolutamente banale, assume
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qualche cosa, vendicarmi. Non lo faccio. Ma confesso che
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dottore alla porta e lo ringrazia non per la
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il rotolo con precauzione, lo stirarono, lo lisciarono, lo
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con precauzione, lo stirarono, lo lisciarono, lo spillarono sul
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lo stirarono, lo lisciarono, lo spillarono sul tarbush tenuto
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cade e più non lo rivomita. Non inghiotte Menghesti
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si racconta sui libri; lo Sciumbasci tradusse. Poi tutti
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il Signor Generale Graziani lo sappiamo e tu scrivergli
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saremmo partiti, che intanto lo avevo proposto per il
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suo figlio a portargli lo zighinì, l’angerà e
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parlava. Un tremito convulso lo scoteva tutto e tutta
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a catena intorno che lo scrutavano immobili. E allora
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sa come fece. Ma lo fece. E accese anche
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una ragione recondita che lo spingeva al pozzo. E
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mettersi a rapporto con lo Sciumbasci, si presentò direttamente
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La gente del luogo lo sapeva e odiava e
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odiava e temeva Johannès. Lo odiavano e lo temevano
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Johannès. Lo odiavano e lo temevano anche i cespugli
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il che faceva, per lo sgomento, intristire le erbe
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e il giunco, atterrito, lo aveva allacciato alla gola
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I tabitt – e tutti lo sanno e, se Goitana
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e, se Goitana non lo sapeva, se ne informasse
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il plotone fu isolato lo stesso e a Goitana
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luce rossastra delle braci, lo vedessero. A un tratto
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è questo che ce lo fa apparire ostile: questo
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un viso ebete, impenetrabile. Lo interroghi e non risponde
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famelica. Non così pensa lo Sciumbasci che ti mormora
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quando si riparte, è lo stesso. Le prime due
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che, nel giacere, pigiavano lo stomaco. E se le
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pedata nello stomaco che lo ributtò di lato, accartocciato
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Te ne fidi perché lo senti dolce, poi a
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alle cose. Le cose lo farebbero piangere, poiché gli
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conti». Sì, tutto questo lo sai; ma intanto… ¶ Goitana
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un colpevole senza torcere lo sguardo, come si fa
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volte anche, di sera, lo si vedeva passeggiare solo
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suo paese perché Goitana lo aiutasse, Sassahà già sapeva
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ti diciamo bravo e lo scriveremo anche al capopaese
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Gli ascari spesso non lo sanno perché, e Sassahà
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api”. Ma tu andiamo lo stesso perché non comprendiamo
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altri Goitana che, tutti, lo stavano sempre a sentire
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Però noi sognamo sempre lo stesso, sempre lo stesso
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sempre lo stesso, sempre lo stesso… e allora noi
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bocca! Tutto. O, per lo meno, così ti pare
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che la terra non lo interessasse più. Tutta la
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più bello marciare contro lo scioano. Poi, a un
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doveva pur finire così, lo sapevo, “me lo avevan
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così, lo sapevo, “me lo avevan detto”…» ¶ Terù non
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non vede tutto questo, lo travede sullo schermo della
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è Sassahà, perché Dio lo volle. Morto è Sassahà
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Tigrai e dell’Amhara. Lo vedremo rinascere dal biancospino
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bianco per condurre contro lo scioano i suoi ascari
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Avvolgere Amba Alagi. Chiudere lo scioano in un cerchio
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gioca goffamente a rimbalzello, lo stomaco altalena, la testa
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molle sgangherate del camion: lo stomaco mi si rovescia