Cesare Balbo, Vita di Dante, 1839

altrui, ed oggi, per lo effetto seguito, manifestissimo sia

sentia partorire un figliuolo, lo quale in brevissimo tempo

procedendo, seguì al nome lo effetto. Questi fu quel

di Gregorio VII, e lo spinse in quella carriera

punto dico veracemente, che lo spirito della vita, il

Or si fa per lo più alle Cascine, ma

umilmente pascea: ¶ «Appresso gir lo ne vedea piangendo. ¶ «A

disse allora un sonetto lo quale comincia: Vedeste al

dignitate ¶ «Così leggiadro questi lo cor ave? ¶ «Or ho

allegranza, ¶ E dentro da lo cor mi stringo e

il sonetto, come ei lo chiama, è de' più

donna giovane e gentile, lo cui corpo ei vide

donna che disposata era lo giorno.»53 E quindi, non

molte persone avessero compreso lo segreto del mio core

dell'altra, sapeano bene lo mio core; perchè ciascuna

queste parole loro: Madonna, lo fine del mio amore

di negarlo a me, lo mio signore amore, la

quest'altro, che mostra lo stile non che mutato

più gentile di quanti lo seguirono: ¶ Negli occhi porta

cui saluta fa tremar lo core. ¶ Sì che bassando

che insin quassù risplende. ¶ Lo ciel che non aveva

loro città. Dino Compagni lo ritrae qual «giovane gentile

ch'io vissi, per lo gran disio ¶ Dell'eccellenza

Cimabue nella pintura ¶ Tener lo campo; ed ora ha

che egregiamente disegnasse,» ce lo afferma Leonardo Aretino, il

la città e per lo contado, come si convenia

importante è per noi lo stato dell'astronomia all

Dante. Di Dante ce lo dicono tutti i biografi

ancor dentro mi suona. ¶ Lo mio maestro ed io

al monte a spogliarvi lo scoglio, ¶ Ch'esser non

l'anno 1294.111 Giovanni Villani lo dice «uom di gran

ora a quella parte, lo studio fu ora protetto

sforzi delle altre città, lo studio di Bologna raccoglieva

e della gioventù, già lo vedemmo rammentato da lui

di Sardegna (tanto era lo splendore e la potenza

furono i Pisani per lo universo mondo ove si

biasimati; non tanto per lo Conte, che per li

poca prodezza; ma per lo soperchio de' nimici furono

Et convenendoli eleggere per lo suo sesto, nullo volle

e come ciò avvenisse, lo fa Dante immaginosamente narrare

pur mal chiede,143 ¶ Con lo 'ntellelto, e mosse 'l

grandi si convenne, ¶ Ver lo fiume real, tanto veloce

che nulla la ritenne. ¶ Lo corpo mio gelato in

le coste, e per lo fondo; ¶ Poi di sua

persona, onde chiamato Giovanni lo zoppo, Gian-Ciotto, e

Gian-Ciotto, e Giovanni lo Sciancato, sembra che mai

il bel cognato, e lo suocero, da due anni

grado di bontade, e lo suo padre (siccome da

e il proprio pericolo lo fece pensieroso non di

veggendo come leggero era lo suo durare, ancora che

parole fossero lamento per lo dolore della mia infermità

che io piangea, per lo pianto che vedeano fare

meraviglia; che benedetto sia lo Signore che sì mirabilmente

questa sovrascritta stanza, quando lo Signore di questa gentilissima

di questa gentilissima, cioè lo Signore della giustizia, chiamò

reina benedetta Virgo Maria, lo cui nome fue in

Sì che dolce desire ¶ Lo giunse di chiamar tanta

soave, ¶ Che mi tramuta lo color nel viso; ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ¶ E

tutto ciò, forse, per lo suo stesso gentile amore

quale da una finestra lo guardava molto pietosamente,170 e

e che poi ovunque lo vedea, si facea d

ingegno potea fare; per lo quale ingegno molte cose

della intenzione trova oro, lo quale occulta cagione presenta

misericordioso, perchè sì volentieri lo senso di vero l

l'ammirava, che appena lo potea volgere da quella

di lei ben ode; ¶ Lo corpo ond'ella fu

consolatrice; e diremo, che lo studio della filosofia fu

della quale tuttavia noi lo troviamo, se non maestro

passato ricordandomi di lei, lo mio cuore s'incominciò

era già, sì per lo lagrimare, e sì per

dentro, e sì per lo non avere di sè

perdute ricominciarono a racconsolare lo sconsolato. Il quale, comechè

tutto diverso da Dante, lo biasima, dissertando lungamente sulle

essere addivenute, chè non lo so; comechè vero sia

ciascuno. Lascino i filosofanti lo sposarsi a' ricchi sciolti

volgarissima scortesia, ma per lo più anche ingiustizia, questo

ha condotto ¶ A ber lo dolce assenzio de' martiri

della dolce chiostra: ¶ Dio lo si sa qual poi

apparentò con lui, non lo trovo. Ma, poichè ei

modo, «messer Corso forte lo temea, perchè lo conoscea

forte lo temea, perchè lo conoscea di grande animo

Dante colla Gemma Donati lo dovette cacciare in un

scrivere al notaio per lo contrario; per modo che

credendo che il popolo lo seguisse, e si ritraesse

Repubblica; nella quale tanto lo avvilupparono i vani onori

Bonifacio accordò di pace lo re Carlo et Fiorentini

Maria di settembre per lo legato del papa, cardinale

palazzo de' Priori per lo Comune et popolo di

donne figliuoli, che fecero lo numero in questo di

divisione da loro, per lo partire, come detto è

casa di messer Bertacca, lo quale era addolorato del

ov'era una mangiatoia, lo fece prendere, e fecegli

popolani ghibellini; et per lo seguito grande ch'aveano

presso a casa sua, lo assalì col coltello e

verso tramontana; onde per lo augurio delli antichi fu

còrsongli dietro; ma non lo giugnendo, li gettarono de

di Porta. E molto lo spregiava, e chiamava Guido

del Giubbileo, su per lo ponte ¶ Hanno a passar

sono a venire; presi lo stile et forma da

chè furono revocati per lo infermo luogo; et tornonne

dalla morte dell'amico lo fece anche più caldo

fiere gli occhi suoi lo dolce lume? ¶ Quando s

bontà; ma mai non lo vollono consentire.»282 Vedremo anche

ma nominandovelo il Villani, lo Stefani e l'Ammirato

quantunque opponente, presente pure lo stesso Dino Compagni, che

aver vergogna di specificare lo scopo preciso di quel

ordini della giustizia per lo consiglio tenuto in Santa

la congiura ordinata per lo consiglio tenuto in Santa

brighe per far venire lo straniero nella patria sua

Araona. Al quale scrisse lo volea fare paciaro in

consigliato che venisse per lo cammino di Pistoia, per

Bonifazio ottavo, a ridirizzare lo stato della nostra città

che quella che non lo volea; e al loro

per bene si facesse lo indugio. ¶ «Andarono gli imbasciadori

quando fu venuto, io lo domandai, se di sua

gran riguardo. I conducitori lo confortavano, e la sua

ne seguirà. Pensai, per lo uficio ch'io tenea

soverchierie e persecuzioni; e lo straniero che sopraggiugne, piaggiando

confidandosi in lui, che lo scampasse, quando fosse tornato

me Dino ricevente per lo Comune, e dieronmi la

et ciò fu per lo Comune consentito. Et a

era in Firenze per lo Comune capitano di trecento

accorsero Lapo Salterelli e lo Schiatta Cancellieri, consigliando si

da messere Nicola per lo fianco, la notte appresso

Cerchi e de' Bianchi. Lo Stefani lo mette addì

de' Bianchi. Lo Stefani lo mette addì 2 d'aprile

quali andarono stentando per lo mondo, chi qua e

della bocca. ¶ Molti rifiutan lo comune incarco; ¶ Ma 'l

il tale cavaliere per lo tale delitto. Io ve

tale delitto. Io ve lo raccomando; comechè egli tiene

gambe aperte, che chi lo scontra conviene si torni

suo vicino; io ve lo raccomando. E tornato a

in lire mille per lo primo delitto, ed in

in altre mille per lo cavalcare largo. «E per

modo, il Boccaccio ce lo fa anche meglio conoscere

che dà in Biondello, lo batte e malconcia sì

che il maestro accorto lo sospinse, ¶ Dicendo: via costà

con gli altri cani. ¶ Lo collo poi con le

mente la pietà per lo più mostrata da Dante

il libro, e non lo di' com'io lo

lo di' com'io lo feci: io non ho

annegare un fanciullo, egli lo ruppe per salvare la

niente averne sentito.* Per lo che alla prima meraviglia

opere di Dante ce lo mostrano a vicenda, quanto

nelle sue visioni. ¶ E lo spirito mio, che già

in sogno ed altrimenti ¶ Lo rivocai; sì poco a

ti menavan ad amar lo bene, ¶ Di là dal

Ben ti dovevi per lo primo strale ¶ Delle cose

capo di fuorusciti contro lo straniero, salvator della patria

sè raccolte, e per lo più ignote, e brevemente

nella pratica. Bello è lo sdegno del buon Dino

ingordo accoltellatore: nondimeno, chi lo conobbe afferma, che fu

Parte, per la quale lo vedremo trattare e combattere

quale, quando il vide, lo domandò: «Siete voi messer

hanno distrutta Firenze.372 Allora lo pose alla colla, e

altre cagioni, perchè vedessono lo strazio e la derisione

siccome sa di sale ¶ Lo pane altrui, e come

come è duro calle ¶ Lo scendere e 'l salir

parte per te stesso. ¶ Lo primo tuo refugio e

il paragone seguente: ¶ Era lo loco, ove a scender

a me, com'io lo scrivo. ¶ Parad. V. ¶ Ma

un gran regno, io lo credo facilmente: ma credo

il frate che confessa ¶ Lo perfido assassin, che poi

parecchi anni mi mentì lo scritto: ¶ Se' tu sì

quello aver sazio ¶ Per lo qual non temesti torre

me fu imposto. ¶ Perchè lo spirto tutti storse i

non fosse che ancor lo mi vieta ¶ La riverenza

gli succedette, e poi lo trasse in prigione, e

corrompendo parte Guelfa, impedì lo stabilimento della nazionalità italiana

già veduta là dove lo fa spettare da uno

inferno. Nell'ultima ve lo fa cacciare più giù

Purgatorio, dove Ugo Capeto, lo stipite de' reali di

Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso, ¶ E nel vicario

Calisto ed Urbano ¶ Sparser lo sangue dopo molto fleto

tu, figliuol, che per lo mortal pondo ¶ Ancor giù

sospettato per tale, come lo furono i Cavalcanti, ed

con dolci parole, che lo lasciarono chiamar sindaci, cioè

principali dell'esilio. Bensì lo troviamo in un documento

e vedere. Et per lo nuovo giuoco, vi trassono

di legname, cadde per lo peso con la gente

alla nostra città, per lo soperchio delle peccata de

trattato. E così poi lo ricorda Dante nel X

impresa della Lastra, io lo credo per la medesima

che questo amico fosse lo Scaligero, non più Bartolomeo

commento. Dico sì, che lo scrittore esponendo separatamente il

qui allegoria niuna: ei lo fa sì nella Commedia

parlare di sè e lo scrivere volgare. Bella è

ragionando, sarà bello terminare lo parlare di quella viva

fosse vana, maggiore sarebbe lo nostro difetto che di

conciossiacosachè, immortale convenga essere lo rivelante, o corporeo o

perfettamente; e per ragione lo vedemo con ombra d

di Federigo II e lo Studio di Bologna, già

Studio di Bologna, già lo dicemmo; ma dicemmo poi

che queste sue idee lo liberavano quindi dalle pastoje

e intenerisce il core ¶ Lo dì ch'han detto

amici addio; ¶ E che lo nuovo peregrin, d'amore

Dio surge ¶ A mattinar472 lo sposo perchè l'ami

vuol ricorrere per veder lo sdegno dei buoni, il

in parte pure ne lo scuseremo. I papi dei

e tolse, come vedemmo, lo Studio a Bologna; e

detto è, il perdere lo stato la setta Bianca

perchè il capo reo lo mondo torca, ¶ Sola va

Tanto che, questo Moroello lo zio, dopo parecchie fazioni

di nuovo questo Moroello lo zio, che avea ricondotta

Finalmente, era questo Moroello lo zio, il vapor di

potendo forse più che lo spirito di parte, in

questo Moroello di Manfredi, lo zio e il Vapor

il Poema nel 1307, mentre lo zio era podestà di

che non levasse loro lo stato et cacciasseli della

il popolo e sottomettere lo stato della città, facendo

loro molta moneta se lo scampassono, et i detti

ne dubiterei, ma che lo direi impossibile, se impossibile

le speranze del fuoruscito, lo spinsero a questo nuovo

dicasi ciò de' peccatori, lo possiamo intendere molto più

di buono internamente, ma lo stesso comando di Dio

liberali a' plebei. Per lo che, deposi la povera

ripuliture, van ripetendo che lo stile è tutto l

popoli di lingue germaniche.* Lo stesso studio presente, qualunque

determinatamente scartarsi da chiunque lo voglia intendere e bearsene

mia intenzione è qui lo modo delli poeti seguitare

Vangelio quando Cristo salìo lo monte per trasfigurarsi, che

dovemo aver poca compagnia. Lo quarto senso si chiama

in dimostrare questo, sempre lo litterale dee andare innanzi

sono inchiusi, e sanza lo quale sarebbe impossibile e

presa solo litteralmente, è lo stato delle anime dopo

d'un colle, e lo vede rischiarato in cima

dalle tre furie che lo minacciano del volto di

è la lunga trama, lo scheletro della prima Cantica

sopra tutte l'altre. Lo stile di Dante è

sempre ira fu perciò lo scrittore. Amore, infinito amore

frusto a frusto, ¶ Assai lo loda e più lo

lo loda e più lo loderebbe. ¶ Parad. VI. ¶ Finito

paglia o fieno, e lo mutavano e portavano d

interessi politici, a narrare lo stato dei principi o

dove dopo aver narrato lo strazio di Bonifazio, egli

temporale; le città italiane, lo sviluppo di lor libertà

così presta ¶ Sol per lo dolce suon della sua

a tucti i popoli, lo humile Ytaliano Dante Allighieri

spirituale non basta, quivi lo splendore del minor lume

avranno i leggitori osservato lo stile barbaro degli stessi

lasciati. Nè è diverso lo stile di Dante nelle

lui. All'hora disse lo imperadore: Male hanno fatto

lettera di Dante, che lo dimostra già tornato in

s'ingegnarono di trarre lo Imperadore dallo assedio di

si esultò in me lo spirito mio. Ma che

e pensi spegnere per lo tagliamento de' capi la

non dovette essere Moroello lo zio, gran guelfo e

da quell'arie cattive, lo spense addì 21 del medesimo

civiltà essere il promovimento, lo sviluppo della potenza intellettiva

fino a Carlo V. Lo scopo, la speranza, il

cui non cadde. Che lo spirito ghibellino conducesse passo

Papi dagli Imperadori, come lo dimostrano le tante deposizioni

Roma dell'Imperadore: così lo veggiamo qui desiderare e

più splendidi.653 ¶ E sotto lo schermo dell'amico, potè

trovò Dante costì chi lo fece ricredersi di questo

il riposo di Parigi, lo proseguisse nel 1310 tra le

sospesolo poi durante questa, lo finisse con nuovo impeto

angelo per lui. ¶ Colui, lo cui saver tutto trascende

l'altra langue, ¶ Seguendo lo giudicio di costei, ¶ Che

quale era stato per lo imperadore vicario in Genova

Uguccione avea seco «tutto lo sforzo di Pisa e

riverenza della patria ne lo ritenne questa volta, come

passò agli esuli per lo più. ¶ Uguccione, imbaldanzito dalle

della città. All'incontro, lo Scaligero, addì 16 marzo, giurò

timore dello sperimentato tiranno, lo ricacciarono così, che ebbe

co' fatti dei moderni, lo stimava superiore alla verità

non si espone per lo presente. Imperciocchè mi preme

nè spiegando nulla per lo presente, se non ciò

Cane, notisi ch'ei lo loda d'aver antivenute

come sa di sale ¶ Lo pane altrui, e com

com'è duro calle ¶ Lo scendere e 'l salir

ad ogni modo, ei lo loda poi direttamente e

mio, sì come sprona ¶ Lo tempo verso me per

miei carmi. ¶ Giù per lo mondo senza fine amaro

fine amaro, ¶ E per lo monte del cui bel

levaro, ¶ E poscia per lo ciel di lume in

il color bruno, per lo caldo e per lo

lo caldo e per lo fumo che è laggiù

ed altri suoi amici lo pressavano di accettarla egli

due giudizii tra' leggitori. Lo stile stesso, buio nell

questo racconto. Che se lo tacessero, basterebbe aver visto

parti; poichè in esilio lo fu troppo più che

prima di esserlo, noi lo vedemmo. Che il fosse

più alto leon trasser lo vello. ¶ Molte fïate già

tetragoni. ¶ Perchè poi, come lo studio della storia conduce

tal innalzamento e per lo gran mare del«l

contemplanti, adoranti l'essere, lo spirito infinito, tutte tendenti

opera presente.746 Ma Beatrice lo toglie da siffatte rimembranze

un'Aquila, che per lo suo rostro parla in

a coloro cui incresca lo scendere da quelle immagini

Ond'egli: a terminar lo tuo disiro, ¶ Mosse Beatrice

raccese l'amore, ¶ Per lo cui caldo nell'eterna

ch'io fo per lo suo, miti i miei

era. I minori non lo capirono; il servo gregge

capirono; il servo gregge lo calunniò: sia lode al

a Dante; nelle quali lo confortava a lasciar il

comunicare, ed esserne per lo mondo molti famosi; e

acciocchè quivi dove per lo battesimo aveva preso il

Dante: purchè io ve lo sappia dare. Allora il

nemico ed avversario; ¶ Tutto lo giorno mi vituperava, ¶ E

amicizia tra Dante e lo Scaligero ci fa parer

tutto il culto e lo studio di Dante. Tre

consueto segno ne veggiamo lo studio ripreso di Dante

pregiare i pensieri e lo stile del gran fuoruscito

Dante. Il conte Marchetti, lo Scolari, il Missirini e

fosse per me agevolato lo studio di Dante! chè

vedemmo votarsi Dante. Ma lo sviarsene tra la tranquillità

anima a Beatrice, e lo spirito all'altro amore

Quarta strofa, dove parla lo spirito occupato nel secondo

Capo XIV. Che per lo cielo s'intende scienza

stella loro, cioè rettorica, lo spinsero all'amore; cioè

volse 'ndietro a rimirar lo passo, ¶ Che non lasciò

l tempo che perder lo face, ¶ Che 'n tutt

m'han fatto cercar lo tuo volume. ¶ Tu se

tuo volume. ¶ Tu se' lo mio maestro, e 'l

da cu' io tolsi ¶ Lo bello stile, che m

sua via,843 ¶ Ma tanto lo 'mpedisce, che l'uccide

dipartilla.851 ¶ Ond'io per lo tuo me' penso e

tenni dietro. ¶ CANTO SECONDO. ¶ Lo giorno se n'andava

dici che di Silvio lo parente, ¶ Corruttibile ancora, ad

quale, a voler dir lo vero, ¶ Fur stabiliti per

vero, ¶ Fur stabiliti per lo loco santo, ¶ U' siede

papale ammanto.859 ¶ Andovvi poi lo vas d'elezione,860 ¶ Per

che d'onrata impresa lo rivolve, ¶ Come falso veder

ed io a te lo raccomando. ¶ Lucia, nimica di

mosso fue, ¶ Entrai per lo cammino alto e silvestro

ciò. Del resto, non lo noto se non per

le anime su per lo monte di esso. ¶ [108] ¶ Fresca

due diversi tempi appresso lo trapassamento di Beatrice» (c

mesi all'incirca, come lo dice più chiaramente nel

che fosse questa del 1300 lo prova tutto il fatto

sia succeduto di nuovo, lo provano: 1,° La narrazione contraria

che il Pelli ne lo morda. Ei si vuol

Mugello. Vero è che lo mette al 1306; e il

e il Pelli, p. 223, lo segue. Ma la guerra

pp. 39-51. Ivi l'autore lo chiama il V. Moroello

rimase pure in tutto lo scrittore più virtuoso che

redivivo il culto e lo studio di lui. Questi

chiamavan sè stesse per lo più; e se repubbliche

continuava a trovar per lo più sostegno e nome

Credenze, che denominarono per lo più da un santo

de' Guelfi, furono per lo più Ghibellini i nobili

E perciò, quantunque notissimo, lo pongo qui; come porrò

Poeta pronepote di lui, lo pone in Paradiso nel

e da lui, dopo lo squarcio riferito sui costumi

si feo. ¶ Poi seguitai lo 'mperador Currado, ¶ Ed ei

nel 1201,26 e che Dante lo pone in Purgatorio nella

cacciati da' Ghibellini: ce lo dice Dante stesso nel

le figure di esso, lo fanno coperto di una

puniti come superbi, me lo fa credere, prima la

se' che 'n su lo scoglio muse, Forse per

nè in Monti. Biagioli lo trae da s'amuser

forse si potrebbe leggere lo suo santo muro. ¶ [783] ¶ Op

Vita. – E sia detto lo stesso per altri abbozzi

desiderio nel presente capitolo. ¶ [823] ¶ Lo smercio in pochi anni

non gli durarono, non lo tennero di abbandonarsi ai

o temere o muovere. ¶ [831] ¶ Lo passo, che non lasciò

più alto leon trasser lo vello, Parad. VI, 108, dice

sviandolo dagli studii desiderati, lo respinse in nuove disgrazie

ad adulare), ei non lo fa almeno sguaiatamente. ¶ [849] ¶ L

Beatrice, il principal personaggio, lo scopo primo del Poema

la cognizione di Dio; lo che ei ripete in

Dante nella Vita Nova. Lo signore di questa gentilissima

di questa gentilissima, cioè lo signore della giustizia, chiamò

reina benedetta Virgo Maria, lo cui nonne fue in