Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

si distole; ¶ e pur lor pare che 'l tempo

libro i' tolsi; ¶ rispondo lor ch'un gran sacco

ragion, arme, ronzoni ¶ erano lor diletto e gioie care

d'Angrante era di lor primiero, ¶ poscia duo soi

la corte ¶ riposto avean lor speme et ogni bene

di guerra alcun di lor il tenta, ¶ mostrali tosto

e pur sovente provano lor sorte, ¶ tornando in Franza

varco; ¶ vede natura in lor esser conforme, ¶ onde non

gara e 'l gioco lor che fanno ¶ rumper di

scherzo che doglia tra lor non conviene. ¶ 31. ¶ Otton s

su la vacca; ¶ gettan lor aste e vengon a

et abbraciati ognun di lor s'attacca. ¶ Morando ch

ch'acconcio l'have, ¶ lor osservando va, né piú

scale; ¶ e se di lor ognun stretto non caga

ferisca cautamente Amone ¶ tenendosi lor certi ch'ad un

si vanno incontro con lor ast'al segno; ¶ diece

e' colpi dov'è lor disegno; ¶ grand'è 'l

sabione, ¶ empiendo il capo lor di stordigione. ¶ 29. ¶ Chiunque for

ma par che a lor adesso il mondo piova

li altri a drieto lor cavalli ¶ col capo chino

Franceschi, ¶ ch'ognun di lor non sa ciò che

misero chi segue la lor traccia! ¶ ch'en sé

Sponga di sangue che lor vene sugge ¶ son gli

fa disposto; ¶ e tanto lor instiga et urta Amore

che 'l Ciel di lor men è concorde. ¶ Digressione

con un cornetto fra lor aggradevole, ¶ al cui sòno

ogni altra stirpe a lor non può 'guagliarsi. ¶ Narrazione

al tener cuore ¶ dicchiarano lor grazie e lor bellezze

dicchiarano lor grazie e lor bellezze; ¶ qui cresce piú

non ode ¶ del basso lor parlar se non le

verso la stanza prendon lor camino. ¶ 50. ¶ Rampallo già non

Non perché fusse in lor patto veruno: ¶ Cupido sol

a Frosina, ¶ mille grazie lor rende e poi li

la porta venne a lor confondere ¶ non so qual

e doglie ¶ e di lor empion questa parte e

che 'l brando in lor mal giorno proma, ¶ troncando

rotolando; ¶ Milon sgombra di lor tutte le sale, ¶ fin

lassa, ¶ né mai per lor preghere seco i volse

che riede al seggio lor il spirto e 'l

sentero, ¶ lasciando in sabbia lor vestigi sculti; ¶ né molto

empi Licaoni, ¶ pigliata la lor parte, non piú furi

tetti sí larghi a lor, a noi sí angosti

l gran sòno ¶ di lor sentenzie in tanto pregio

ciel notturno ¶ lo asconde lor, né senton che 'l

fondo si trovaro, ¶ né lor scampò la coppia del

avari. ¶ Et anco la lor legge mi urta e

Sforza, ¶ onde sempre con lor siamo a le mani

sí ch'egli di lor si cure; ¶ dorme di

l'altro, e macca lor la faccia. ¶ Corre la

piaccia; ¶ prest'Orlandino lascia lor in terra, ¶ corre a

voci e pensa ove lor schive, ¶ e vede il

sono, e nondimeno ¶ soffersi lor, se non testé c

sarebbe meglio stata ne lor mani ¶ che diffinir di

carmi. ¶ 28. ¶ Stavan occulti ne' lor chiostra e queti, ¶ for

mansueti, ¶ lavando e' piedi lor non che le mani

era de la vecchiezza lor sostegno. ¶ 29. ¶ Ma quelle sue

e starne; ¶ e le lor giande, more e fraghe

quando spunta il sole. ¶ 30. ¶ Lor verghe e bastoncelli, per

Chiesa a passione, ¶ parendo lor (e pur han torto

e fammi scuto ¶ contra lor fame c'han de

cosí Amon quel caso lor sponea, ¶ come di Troia

Dio volesse almeno che lor interpretazioni, cosí come resultano

vi antiponerei. Pur questa lor alterigia di mente poco

con li pareti de lor vita, ché dove sentesi