Egisto Roggero, Komokokis, 1902

Wells – che dànno alle loro fantasie la base di

resta che venir con loro a Turras! ¶ Ci guardammo

i contadini vestiti de’ loro pittoreschi costumi, le vacche

hanno veduto, con i loro occhi, in carne ed

buoni alpigiani per i loro altari. ¶ Siccome il sole

rispetto con la sola loro vista. ¶ Ci eravam perciò

solito vinetto agreste le loro fiorite narrazioni piene per

tutte davanti, ricche dei loro ingenui e nativi colori

efficaci di tutta la loro rozza vivezza, ricche di

ci avrebbero servito del loro meglio e senza far

e bellissime, mettevan la loro vivida luce nella nebbia

che nascondeva noi ai loro sguardi ignari. Molti di

ciascuno a qualche particolar loro méta. ¶ Molti raccoglievan alcuni

ingannavo – che fosse un loro particolar nutrimento, passando vicino

e donne, con quella loro bizzarra andatura, lieve ed

coglier qualche parola del loro linguaggio mi colpì la

Parlarono alcun tempo nel loro solito linguaggio, dolcissimo, pieno

profondamente, – per non turbare loro anime limpide con il

fondamento della vostra.... della loro felicita? – mormorò Edoardo. ¶ — Tacete

del nord narrano una loro ingenua e gentile leggenda

bizzarro regno che dalla loro città santa prendeva il

suo agio nello spazio loro assegnato, secondo i suoi

Colui che presiedeva a’ loro destini. La loro religione

a’ loro destini. La loro religione era semplice come

era semplice come la loro vita: essi non conoscevano

esprimere le preghiere del loro cuore al sommo Fattore

sommo Fattore: bastava per loro elevare la mente fino

questa era tutta la loro semplice e profonda preghiera

ai giovani. Essi parlan loro di Dio, essi li

per tutto, bastava al loro alimento. ¶ Era essa quella

conseguenze. ¶ — Una è il loro pane e l’altra

nè animale, entrava nella loro alimentazione. ¶ Del resto, come

le funzioni tutte del loro organismo, così anche lo

movesse rimprovero alcuno. ¶ La loro vita così semplificata quindi

Giacchè la media della loro vita, secondo i computi

della generazioni, dovesse per loro esser la grande unica

grande unica festa della loro vita. Intendo: unica era

condurre, al termine della loro tranquilla e lunga giornata

e lunga giornata, al loro eterno riposo i buoni

nel figliuolo che Dio loro aveva concesso, lo spirito

aveva concesso, lo spirito loro che in lui avrebbe

visto, e perchè nel loro angolo di quiete non

amici. ¶ Assolutamente ignoti per loro ogni sorta di mammiferi

giacchè non avevano, sulle loro sabbie, che una piccola

adoperavan per gli altri loro usi, e che traevano

non solo delle piccole loro abitazioni a cupola, tutte

del vecchio Sapiente che loro insegnava.... che cosa? tutto

della lingua e del loro modo di pensare non

riuscivan a percepire, ne’ loro lunghi silenzi, che a

parevano eterni? ¶ Che dicevan loro que’ vecchioni centenari nelle

que’ vecchioni centenari nelle loro lunghe orazioni, ch’essi

umana vita ferveva ne’ loro esseri? ¶ Ed era in

sian soliti a risponder loro con le parole: illusione

che han pagato il loro obolo alla prima crisalide

voi non turbiate le loro anime serene con la

la prima parte della loro materiale esistenza. Voi dovrete

egli viveva veramente della loro vita. ¶ Io no.... ¶ Qualcosa

parlar la lingua, per loro bizzarra, che noi usiamo

meravigliosa. ¶ Ritornati tutti ai loro posti e ristabilitosi il

i fratelli uniron le loro mani, stringendosi tutti in

legge fatale, superiore ai loro voleri. La legge non

capelli.... con tutto il loro Komokokis compreso.... il tuo

veniva a mancare ai loro occhi. Ciechi, nelle tenebre

un uomo, mostravano le loro ombrelle del diametro di

di espandere la propria loro luce naturale. ¶ — Sicchè queste

compagni di viaggio, comunicando loro le mie impressioni. ¶ — Perbacco