Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

corda... ¶ – Bravo Pit... mettila lì, mettila nel carro... ¶ – ... era

tacesse o semplicemente stesse lì, come ad aspettare – la

di Jun Rail. È lì che gli venne quell

Ed ora stava anche lì – soprattutto lì – girato verso

stava anche lì – soprattutto lì – girato verso la porta

un istante gli occhi, li riaprì, tornò a guardare

distava un’ora da lì, perfino a Quinnipak, nemmeno

Andersson se ne stava lì con i conti delle

Vetrerie Rail” avrebbe da lì a qualche anno cambiato

togli più. E quella lì era la felicità. Lo

la gran pisciata. E lì rimase fino a che

di troppo alla fine li vince e scivola giù

immobili se ne stanno lì mentre gli cola addosso

devono sapere. ¶ Jun stava lì, con la testa sprofondata

che mai, proprio mai, li si sarebbe trovati. Insomma

strani da pensare che li tenesse insieme chissà quale

è andata via da lì. ¶ Pekisch si ferma. Guarda

n’è scappata da lì tutta quella voce... sparita

perduta, che se uno li vedesse da lontano potrebbe

faticosamente di quanto non li avesse discesi. Rientrò nello

giornali arrivati dalla capitale; li guardava e cercava di

va a dormire. E lì i casi sono due

la fa: ed eccola lì la schifezza. ¶ – Però non

a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo

mai capiti. Così. ¶ Stava lì, Jun, con il capo

A dieci chilometri da lì, il campanile di Quinnipak

mani della donna e lì ritornava, esattamente come l

poi si arrivava, tutto lì. Ma il treno... quello

ora di là, lei li rendeva visibili... pesanti... Anni

di umanità mossa fin lì dal presentimento che qualcosa

fu il pensiero che li punse, l’elementare deduzione

o poi la storia li avrebbe fatti salire là

di quel mondo che li martellava di là dal

un’anima sfinita, e lì suoni come un verdetto

la verità. Lo lasciò lì, con una gamba maciullata

riuscì a non morire lì. Tenne duro. Così fecero

un soffio ma ancora lì, abbastanza triturato dal dolore

ospedale di Liverpool, e lì morì, lì e non

Liverpool, e lì morì, lì e non prima. Sì

undici. Bisognerebbe esser stati lì, allora. Lì, in quel

esser stati lì, allora. Lì, in quel momento. Lì

Lì, in quel momento. Lì. Per capire. Qualcosa di

era andato a prenderli, li portò sul calesse giù

vetreria e poi, da lì, su per la collina

sappia i binari non li fanno di vetro: che

sconfortato, al tappeto. Fu lì che Bonelli rivelò di

disse. ¶ – Perché no? ¶ – Perché lì non possiamo, Andersson, quella

fare arrivare il treno lì, cerca di capire. ¶ – Non

proibisce di farlo arrivare lì, quel treno, nessuno. ¶ – Nessuno

Parlò Bonelli, che era lì appunto per quello. ¶ – Sarà

a bruciarla. ¶ Pekisch stava lì a vedere il diluvio

oppure mai più”. ¶ Stava lì, come una candela accesa

non mi mossi, restai lì a spiarlo nascosta al

io non fossi rimasta lì, a guardarlo, seduta sul

fatto sta che rimasi lì, chissà perché, finché lui

il momento per starsene lì nel buio, da soli

notte, e lui era lì, seduto sul mio letto

dei segreti, ed è lì che si va a

e gli occhi aperti, lì nel prato, con la

Aveva undici anni ma li aveva in un modo

salgono su dalla gente lì radunata in mezzo alla

braciere di voci messo lì ad arrostire il comune

pericolo, assolutamente”, “Di’, ma li legge i giornali tuo

per farlo, questo treno”, “Li troverà”, “Non li troverà

treno”, “Li troverà”, “Non li troverà mai”, “Sì che

troverà mai”, “Sì che li troverà”, “Sarebbe bello che

troverà”, “Sarebbe bello che li trovasse”, “Comunque ha già

quale pena fosse chiamato lì a sollevare una montagna

che a ben vedere li poteva anche portare alla

partire questo treno non li troverò mai, ecco quel

che appunto per questo li troverai quei soldi. ¶ – Ti

a venti metri da lì non è che un

un’orma, inchiodata, bloccata lì. Era una mente strana

che lo rapiva: e lì, lui, si fermava. Nella

rimaneva quell’immagine. Ferma lì. Le altre correvano via

Mormy. Però lui... Lui li guardava partire: vedeva l

sguardo di Mormy rimaneva lì: in quell’istante che

Andersson. ¶ Se ne sta lì, il vecchio Andersson, sdraiato

basta, vieni via da lì, Andersson... che ci faccio

qui. ¶ Se ne sta lì, il vecchio Andersson, sdraiato

giorno se ne stava lì a strofinargli la schiena

piaceva che Jun fosse lì. Stava immobile, nell’acqua

le sue labbra e lì si fermò, per un

pianterreno della fabbrica. E lì, adagio moriva. Non c

per il conte Rigkert, li abbiamo bordati di turchese

adesso tutto il mondo li vuole così, qualche stupida

così, qualche stupida contessa li avrà sfoggiati in chissà

tu te ne starai lì, con una sfilza di

Andersson. Se ne rimasero lì, a parlarsi in silenzio

funesta del busto crudele”: lì si arrivava a sfiorare

dopo. Ritagliava. E fu lì che per un imponderabile

i suoi rumori. Lui li percepiva appena. Solo, giaceva

domani improbabile: lo vedeva lì, in bilico tra utopia

doveva essere bello vivere lì. Tutt’intorno c’era

arrivato alla fine. Jun li lasciò soli. ¶ – Dovrebbe venire

che ci sarebbe stata, lì dentro... Lì dentro come

sarebbe stata, lì dentro... Lì dentro come da nessun

immenso bicchiere di vetro. Lì, quel giorno, io sarò

sarebbe stato diverso, tutto lì... ma... non è questo

tutto il resto. Erano lì quando Hector Horeau improvvisamente

per quello a nessuno, lì per lì, venne da

a nessuno, lì per lì, venne da avvicinarsi. Si

lo convinsero a fermarsi lì, per la notte. Sarebbe

si rifugiano i desideri, lì dentro... al riparo dalla

basta. C’erano. Tutto lì. E però lo capiva

tutti i giorni, da lì, Arold. Non gliene faceva

E che ci fa lì? ¶ Il signor Rail aveva

po’ come quella storia lì... anche lì uno potrebbe

quella storia lì... anche lì uno potrebbe dire ‘è

per tutte... non perché lì fosse uno schifo, no

andasse con quell’addio lì... e allora inventò una

so... nessuno sapeva dove li aveva presi tutti quei

col vetro e Pekisch li faceva con la musica

lei... e adesso era lì... neanche tanto cambiata... era

anni, che mi sbuca lì... io non le volevo

arrivi, e lui è lì, puntuale, terrificante... tutto, tutto

che incontri è già lì da sempre, ad aspettarti

che passerò anche da lì. Una notte ancora e

lontano appositamente per essere lì, adesso....... ¶ Nei mille passi

loro se ne stanno lì, appoggiati su se stessi

parte ci fosse, Iddio, li conoscerebbe uno per uno

ultimo istante dove diavolo li aveva nascosti quei soldi

del caso. Eppure vivi, lì, vivi da matti, nonostante

un gesto. ¶ Ed è lì che tutto inizia. ¶ Iniziano

se ne sta giusto lì davanti, in piedi, immobile

successo a chiunque, stando lì a un niente da

tutto quello – si posarono lì, gli occhi di Mormy

lui, e adesso era lì, ormai quasi di fianco

studio aprirsi – Hector Horeau, lì, in piedi, i capelli

segreto / un fremito se li divora tutti, chi più

un’unica musica – sono lì, uno dentro l’altro

ceneri della tensione – è lì che Jun sente battere

terra – è inevitabile, da lì dovranno pur passare – ma

quel momento e sempre. ¶ Lì sta l’orribile e

L’hanno ucciso. Era lì, e l’hanno colpito

non so, è rimasto lì e alla fine un

e così era proprio lì in mezzo, immobile, quando

Mormy era rimasto proprio lì in mezzo, e li

lì in mezzo, e li fissava, li fissava, forse

mezzo, e li fissava, li fissava, forse anche quello

fissava, forse anche quello li ha fatti incazzare, io

perché s’è fermato lì, non sarebbe successo niente

effettivamente si son messi lì a smontare uno ad

E quando siamo stati lì abbiamo provato a parlare

fine ci siamo trovati lì a darcele di santa

allora l’ho visto, lì in mezzo, che si

incantato, non sentiva nulla, li fissava e basta, come

me ne son stato lì, a stringergli forte le

aveva visto per rimanere lì, immobile, a farsi ammazzare

mezzo all’erba. Fu lì che arrivò, il signor

senza cercare parole. Essere lì, già quello è un

di città venuto apposta lì per vedere crollare tutto

occhi di tutti. Tutti lì ad aspettare la catastrofe

vedere, e dunque non li vedrà, gli immani archi

da lontano per riposarsi lì. Adesso applaude, la gente

e i bambini stanno lì, con gli occhi spalancati

Corp of Royal Sappers. Li comanda un uomo sulla

chissà se hanno paura. Li vogliono far salire là

hanno paura. Alla fine li schierano là sopra, come

fondo alla galleria e lì si fermano. Li ferma

e lì si fermano. Li ferma un grido dell

baffi bianchi. Un altro li fa voltare. Ripartiranno, una

Crystal Palace potesse finire lì, per sempre. Gli era

non voleva che io li leggessi, ma quand’è

Il signor Rail stava lì, immobile, a guardarlo. Aveva

brucia il vetro eppure lì le fiamme si stanno

emozione che ti inchiodava lì, nella notte illuminata a

da scoppiare a piangere, lì, su due piedi, senza

che non abito più lì. Io mi sono sposato

un piano ed è lì che vorrei ricevere le

apposito strumento che poi li farebbe sentire alla gente

essere, e adesso sto lì a guardarlo, per ore

la sua banda. È lì che ho perso tutto

a casa e trovarla lì, qualsiasi cosa sia successa

una di quelle cose lì. ¶ Quando il signor Rail

il mare. ¶ E fu lì che vide Jun. ¶ E

Non voleva andarsene da lì, voleva salire su quella

che uno può star lì e far finta di

Jun che gli ride lì davanti è chiaro che

rise, giuro, lei era lì, in mezzo a tutta

centinaio di metri da lì. Si chiamava “Domineiddio”. Non

per anni era stata lì ad aspettare il suo

resistere a quelle storie lì.” ¶ / Io non ho mai

posso fare niente. Sta lì, a metà strada, quel

e non potrà stare lì per sempre. Un giorno

i giorni, lui, da lì. Non gli importa di

lo incuriosiva. ¶ – E poi li voglio vedere in faccia

pregiati della sua casa. Li vedeva passare e sparire

alla fine è arrivata lì e ha deciso di

giorno si era presentato lì, con una piccola valigia

uno dietro l’altro, lì a farsi schifo, con

che qualcuno vi dimenticherà, lì ci sarò io. ¶ Volevo

riesce più nulla. Stai lì e cerchi di resistere

puoi fare? Pekisch stava lì, e cercava di resistere

apre i pantaloni. Resta lì in piedi davanti a

per un paese. È lì che Tool lesse quel

fuori da quel merdaio lì. La miseria ti stava

non ne avevamo, ce li inventavamo. Era il nostro

era roba del genere lì da noi. Tool diceva

Un bello schifo anche lì. Mi metteva le mani

moglie. Con la moglie lì davanti, roba da non