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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «ma»

nautoretestoannoconcordanza
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1796
trattamento e modi dolci». ¶ «Ma perché troppo» Scardassal soggiunse
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natura ¶ non cangiò no, ma vie peggior divenne, ¶ e
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il Gran Can pubblicamente». ¶ «Ma» Tommaso interruppe «Or che
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donna il bacio imprime, ¶ ma son le donne a
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fean gloria e merito. ¶ Ma Gengiscan, che il vizio
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che parea una vacca; ¶ ma per render la cute
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mal subito e strano, ¶ ma che mal fosse non
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farne incerto e vano; ¶ ma in Mogollia, come s
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1796
mistero e dell’imbroglio. ¶ Ma siasi pur come si
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forza e per paura». ¶ «Ma questo detto sia per
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l’ignora; ¶ e se – ma tardi e raro avvien
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a soffrir sì felle, ¶ ma i semplici fanciulli, i
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fame e il gelo. ¶ Ma che diresti poi se
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general poco di buono. ¶ Ma innocenti sien pur: che
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avea perduto, ¶ non disperò, ma col sagace ingegno, ¶ coll
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misera soccorso implorar volle, ¶ ma la bocca Tafar gli
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evitò di quello sdegno. ¶ Ma la misera allor suo
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scena orribile e funesta. ¶ Ma privo d’uman senso
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ne empir le fosse. ¶ Ma che far di color
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maniera adoperò di bastonarli, ¶ ma mandarono morti e vivi
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principali suoi ministri istessi. ¶ Ma quel rimedio fu peggior
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più fiero e orgoglioso ¶ ma d’onta pien con
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appaia e ne’ talenti; ¶ ma quando – e quando no
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imprese immagina e prepara, ¶ ma orgoglio, leggerezza e splendor
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il cor non punse, ¶ ma sol libertinaggio e vanagloria
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ne aveva il baco. ¶ Ma benché questo fosse il
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Tommaso: «Il lasciai vivo, ma zoppo: ¶ che una gamba
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ascosa ¶ non fosse allor, ma come poscia ho udito
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altri udii solo nomarli, ¶ ma non gli ho visti
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è colui di fatto. ¶ Ma chi l’avrebbe mai
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ch’io non conosco. ¶ Ma poiché Scardassal, più attentamente
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stupor l’invase immantinente. ¶ Ma poi d’umanità nel
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volesse all’esule indulgenza. ¶ Ma quegli, che in suo
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da lei pronto soccorso. ¶ Ma poscia che la stazion
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è ben agevol cosa; ¶ ma troppo a praticarsi arduo
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quel dì si tenne. ¶ Ma pur l’acerbo duolo
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1796
sudor scaldi e ricopra. ¶ Ma de’ singulti soffogati il
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che Batucan l’uccise, ¶ ma siccome ciò vien da
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marito accelerò la morte, ¶ ma che l’idea non
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fu il più forte. ¶ Ma sia la cosa ovver
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1796
tutti era un imbroglio. ¶ Ma i più potenti prenci
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1796
di tutti ei ricusolla. ¶ Ma insiem con Mangassar e
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pace e in guerra. ¶ Ma da’ primi anni avvezza
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1796
posto successe al genitore. ¶ Ma di rado vi gia
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1796
del mondo estremo lato; ¶ ma nel felice stato e
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1796
nell’isola d’Alcina. ¶ Ma tostocché dallo stupor si
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1796
casi acerbi e felli; ¶ ma li singulti interrompean la
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guai peso l’aggrava. ¶ Ma alla deposta Imperatrice e
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quell’anima di cane!» ¶ Ma non già Fareddin tollera
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1796
Tommaso per reprimer venne, ¶ ma benché fosse assai di
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1796
che non a sdegno, ma la mosse a risa
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e le sgraffiate gote. ¶ Ma Tommaso da queste lezioni
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il marinar le chiama; ¶ ma l’ocean che l
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cercò d’ampio palagio, ¶ ma schietto albergo e frugal
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1796
sol pei confini europei, ¶ ma in ogni estrema parte
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1796
modello ed imitar tentolla; ¶ ma ognor forzato apparve e
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1796
sol conciliò l’amore, ¶ ma fin delle più rozze
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1796
e il minister continuolle; ¶ ma tosto che Orenzeb colà
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1796
dall’invitto macedone attendea; ¶ ma per qualche ragion che
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1796
non tacerian gli autori. ¶ Ma a luogo suo restisi
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1796
quei che sprezzò chiunque; ¶ ma il Prence, che conobbe
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1796
celebrar di quell’arrivo; ¶ ma il sensato Orenzeb, che
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dimostranze pubbliche e pompose. ¶ Ma Mengo, il real principe
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1796
mirò vaga e gentil; ma in volto ¶ l’acerbissimo
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1796
pur troppo è noto; ¶ ma tosto ad altri amori
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1796
allettarli ad isposarsi insieme. ¶ Ma quei, deluso negli intenti
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1796
non qual frate intervien, ma qual ministro. ¶ Malgrado la
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1796
in suo cor cristiana, ¶ ma che pubblica omai di
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1796
amor sveglia e raccende; ¶ ma l’improvviso incontro inaspettato
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1796
se stesso comparando gia. ¶ Ma Toto, che con livido
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1796
ogni apparenza equivoca combina; ¶ ma, in cor celando li
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1796
oggetti le cure divide, ¶ ma unicamente s’occupa di
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1796
a disdegno il mova. ¶ Ma benché in vista non
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1796
delle invitte armi mogolle. ¶ Ma poiché anch’ella dello
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1796
scorre sol, non sdrucciuola, ma vola ¶ e a chi
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1796
cole il mondo inter, ma in Caracora ¶ qual principal
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1796
giudizi di silenzio copre; ¶ ma non de’ meritati onor
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1796
e l’Asia intera; ¶ ma ad Azzodin tal novità
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1796
famiglie in parentela unire. ¶ Ma benché allor conchiuso e
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1796
livore ¶ il merto altrui, ma di virtù all’aspetto
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1796
della più vil plebaglia? ¶ Ma perché mai mi sdegno
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1796
canto contro il Mogol; ma cotant’odio ¶ porto all
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1796
mancan forse in Tartaria?» ¶ Ma entro il cor lo
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1796
che applauda e rida. ¶ Ma giunse il dì che
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1796
fondi sui ¶ domandò, supplicò; ma il manigoldo ¶ non l
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1796
ne parlò da amico, ¶ ma a quell’altier venne
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1796
lascivia e di lussuria, ¶ ma non sostenne e al
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1796
freddo oppur di fame. ¶ Ma comandi egli in Tartaria
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1796
non te le do, ma fresche e sane. ¶ S
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1796
sulla terra inutil pondo. ¶ Ma quando più a’ mortali
91
1796
lascia star la moglie. ¶ Ma non creder che a
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1796
ella stata una pazzia; ¶ ma a ben guardar per
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1796
amicamente in società privata; ¶ ma registro cangiar vedeasi poi
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1796
qual Gengiscan si crede, ¶ ma il ritratto d’un
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1796
Bozzon «Passò la celia. ¶ Ma in mezzo all’armi
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1796
di sì squisito gusto; ¶ ma degli uomini i gusti
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1796
sen potesse un distintivo; ¶ ma altre lingue indagar se
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1796
mi posso mai risovvenire, ¶ ma che fe’ in tutti
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1796
Can da quel momento; ¶ ma con formal condizion che
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1796
privati viaggiator vi chiama ¶ ma perfin giunse a trarvi
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1796
cosa tu fosti avante ¶ ma cosa or sei non
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1796
non triviale ¶ suo passatempo, ma non dicon quale. ¶ E
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1796
sì arguto e dotto, ¶ ma in altri punti poi
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1796
il corpo è sano; ¶ ma se in parte ringorgasi
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1796
in ciò, né critico. ¶ Ma quei, che ne avea
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1796
ammirator, che ne stupisce; ¶ ma color che ne san
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1796
giammai senza un perché. ¶ Ma Renodin, d’alcun maneggio
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1796
a suo favor volea. ¶ Ma in trattar Renodino e
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1796
d’Azzodin si tenne. ¶ Ma tanto più Caiucco e
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1796
capricci e le stranezze. ¶ Ma l’uom, se il
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1796
avria d’un salto, ¶ ma non punito men, l
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1796
in riva al fosso. ¶ Ma più l’aria di
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1796
mondo e le vicende! ¶ Ma non perciò, per ripararne
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1796
per suo ben strozzollo. ¶ Ma dove diavol mai di
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1796
non il popolo sol, ma il ministero ¶ sovra qualunque
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1796
di gloria marzial ripieno, ¶ ma dalli capi di cancelleria
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1796
né in città sol, ma quando era in cammino
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1796
scettro ed il diadema. ¶ Ma ne’ suoi Stati essendo
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1796
famosi e rinomati eroi; ¶ ma colle lor desolatrici schiere
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1796
di re titolo avea, ma in fatto ¶ altri regna
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1796
non gloria, non pro, ma gli procaccia ¶ la comun
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1796
in familiar crocchio privato, ¶ ma sovente, in linguaggio arabo
123
1796
governo e di politica. ¶ Ma la sua principal cura
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1796
alta indignazion corre pericolo. ¶ Ma non sempre le feste
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1796
recinto delle proprie mura, ¶ ma sul popolo ancor distese
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1796
Aiton simpatizar con Turachina. ¶ Ma gloria sempre e ovunque
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1796
son le picciol cose; ¶ ma dando lor più d
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1796
d’Aitone in Caracora, ¶ ma sempre qualche circostanza occorsa
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1796
far sì gran viaggio, ¶ ma trassene plausibile argomento ¶ che
130
1796
or io non dico ¶ ma che legger potete negli
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1796
furon emuli e rivali; ¶ ma quei, poiché il destin
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1796
qualità di gran sovrano; ¶ ma quando poi l’esaminar
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1796
e grato dimostrarsegli desia; ¶ ma su i riguardi gli
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1796
Bagdad solo gli basta. ¶ Ma se tarda il riparo
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1796
la dignità pontifical sostenne; ¶ ma dacché la potenza musulmana
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1796
di novello culto introduttore; ¶ ma sotto prence imbelle alfin
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1796
e della lor possanza. ¶ Ma ciò punto non occupa
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1796
di là senza congedo. ¶ Ma nel periglio mio, nel
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1796
stupor non posso ancora. ¶ Ma perdona se cosa ancor
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1796
Caracora anch’ella ¶ vive, ma non già meco». E
141
1796
che la credea felice, ¶ ma che mai di vederla
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1796
inver fu la perdita, ma omai» ¶ ripigliò del Calif
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1796
paragon col Nunzio saracino, ¶ ma più omai non potea
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1796
trar profitto all’occorrenza; ¶ ma stava Fareddin meglio a
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1796
ristabilir la pristina armonia, ¶ ma assolver dagli anatemi non
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1796
dritto della Santa Sede. ¶ Ma risposto le fu da
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entrar in questi guai, ¶ ma far in Mogollia quel
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1796
popolo ammirator dell’apparenza; ¶ ma il vivandier, l’artefice
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1796
un soldo ai creditori. ¶ Ma quell’ambasceria grand’ombra
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1796
fama almen fu tal; ma indarno uom spera ¶ spinger
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1796
son, pochi gli eletti. ¶ Ma benché spesso la motrice
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1796
nel grosso delle nazioni, ¶ ma anche fra’ prenci e
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1796
rara in altri, annida; ¶ ma l’invincibil sonno e
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1796
Voliamisa in Caracora ¶ restar, ma senza autorità veruna: ¶ che
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1796
sol per osservar Caiucco, ¶ ma per tutt’altro che
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1796
più di Cuslucco istesso. ¶ Ma come mai cangiar gli
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1796
boria ¶ e con ragion; ma proseguiam la storia. ¶ Presa
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1796
non in campo buona ¶ ma sempre a novità l
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1796
s’usa; ¶ e allor... Ma non entriam su questo
160
1796
risuonar e i colli. ¶ Ma in premio de’ lor
161
1796
pietà l’augusta dama. ¶ Ma quando ascosta è la
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1796
plebe lamica e dappoco, ¶ ma se talun sovr’altri
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1796
un casottin di legno. ¶ Ma ove il monte comincia
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1796
entrar come le serpi? ¶ Ma il fanatico zelo entusiastico
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1796
del tempio ai lati, ma più alquanto al basso
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1796
de’ falli lor perdono, ¶ ma ammesse al grande onor
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1796
aspetto aggradevole e leggiadro, ¶ ma grande e maestosa è
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1796
Fo stansi al servizio; ¶ ma nell’interior non è
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1796
e in senso mistico. ¶ Ma presso il santuario e
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1796
mortal, scopre il futuro, ¶ ma di cupo mister suoi
171
1796
di qualche piaggia asciutta. ¶ Ma il corvo, stanco ormai
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1796
persuaso fraticel li mostra. ¶ Ma in mezzo e sotto
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1796
sott’occhio e passa. ¶ Ma ne’ fervori suoi vi
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1796
proseguir vuole il cammino. ¶ Ma ivi già l’attendean
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Non grandezze t’offriam, ma un cor sincero ¶ nella
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1796
serviti d’ottime vivande. ¶ Ma le guardie, i staffier
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1796
ha sol l’ingresso; ¶ ma nelle venerate auguste porte
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1796
e i cavalier seguaci. ¶ Ma quell’aspetto tenebroso e
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1796
Potala abbandonar la sponda; ¶ ma come il primo andar
180
1796
tanto la fama decanta. ¶ Ma, in tutt’altro felice
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1796
dispensar da quegli impegni. ¶ Ma voi, gloria e splendor
182
1796
teorie scriva o favelle, ¶ ma ognor siegue il Mogol
183
1796
terra il cammin prese. ¶ Ma volle di non poco
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1796
pomposissimi annunzi eransi sparsi; ¶ ma principio benché sen vegga
185
1796
niun se ne accorse. ¶ Ma bisogna saper che fra
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1796
quel meschin vecchio tugurio. ¶ Ma Gengiscano Magno il natal
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1796
vengon anche ogni dì, ma stansi in sala ¶ s
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1796
di miracoletti all’occorrenza. ¶ Ma chi non ha sì
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1796
dirla in sulle prime, ¶ ma titol parve poi sì
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1796
tal simile a queste. ¶ Ma quel sapientissimo congresso ¶ titoli
191
1796
ed increspò le ciglia. ¶ Ma il senator spiegò quel
192
1796
ciel non fu concessa, ¶ ma che il poter ch
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1796
la riverenza e congedossi. ¶ Ma o ch’ella cattivar
194
1796
venir qualche truppa collettizia; ¶ ma soldati eran quei cattivi
195
1796
profondi omaggi e laudi. ¶ Ma veggio omai quelle masnade
196
1796
misterio ¶ a maledir Apua; ma Apua gliel vieta. ¶ Di
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1796
squadroni apre e sbaraglia; ¶ ma come i suoi fuggir
198
1796
Turcan la gamba afferra; ¶ ma all’urto del destrier
199
1796
alquanto sogghignando il guarda, ¶ ma tosto che il conosce
200
1796
pietà risente al core; ¶ ma tosto l’ira alla
201
1796
a quell’orribil botto; ¶ ma si riscosse e cotal
202
1796
sopra Apua la scese, ¶ ma quei ’l colpo schivò
203
1796
lor traversa il corso; ¶ ma poiché invan più volte
204
1796
e quelle incontro mena: ¶ ma l’impunito di ladron
205
1796
fossi vincitor, m’aduleresti. ¶ Ma sentimi: il destin dette
206
1796
avea ’l perdon concesso, ¶ ma che dal concistoro e
207
1796
ov’eran stati innanti; ¶ ma le persone più spedite
208
1796
condur pargoleggiando i navicelli. ¶ Ma grande ognor nell’opra
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1796
tempo stesso e savi; ¶ ma gli altri capitan, gli
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1796
di coraggio e intelligenza; ¶ ma, perché forestier, tosto bersaglio
211
1796
terra il piè posarono. ¶ Ma quanto in lor scemata
212
1796
offici ¶ l’onorò sol, ma ricolmollo ancora ¶ di generosi
213
1796
a spiegar filosofiche dottrine. ¶ Ma l’altera ignoranza de
214
1796
più famosi d’Oriente, ¶ ma con quanti ed in
215
1796
tuon gaio e giocondo, ¶ ma poi il favor per
216
1796
e un caro matto, ¶ ma non sempre veridico ed
217
1796
neglige e li trascura, ¶ ma ponvi sopra armi, stoviglie
218
1796
gli vien ciaschedun giorno; ¶ ma di parole son bisticci
219
1796
stupor, la maraviglia mia. ¶ Ma chi puote ignorar i
220
1796
ebbi immaginar nol puoi, ¶ ma farmene maggior tu non
221
1796
pompa e i vestimenti; ¶ ma posciacché cessò de’ riti
222
1796
i labbri a Piancarpin, ma come scaltro ¶ ministro e
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1796
il clero lamico divenne. ¶ Ma rimase Carpin contento molto
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1796
medesime facea. ¶ Tastò, rimuginò, ma inutil fu: ¶ il povero
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1796
sterminî ad apportar scendesti; ¶ ma, sortito da baratri infernali
226
1796
ereditarie ¶ connaturali iniquità nasconde; ¶ ma innato è il vizio
227
1796
e le virtù precarie. ¶ Ma dove scorri, o Musa
228
1796
usbergo e scudo; ¶ chi, ma ne’ tempi anterior, la
229
1796
soffre tranquillo e tace. ¶ Ma il quadro più famoso
230
1796
ventura andò a cercare, ¶ ma, sendo egli onest’uom
231
1796
tai scultori ¶ veniano sol, ma ognun che arti acciabbatta
232
1796
che spende e dona. ¶ Ma, su tutto, fa ognun
233
1796
con finti miracoli balocca; ¶ ma il Pantalon, che nel
234
1796
in fisica non sol, ma anche in politica ¶ il
235
1796
terzo in quella danza; ¶ ma si dovea con previo
236
1796
e articolar le dita; ¶ ma vedendolo far le cose
237
1796
sia il minor male, ¶ ma la necessità sol se
238
1796
Siam, Ava e Tonchino. ¶ Ma essendo d’una data
239
1796
Arrigo e Ludovico Pio. ¶ Ma siccome la forza in
240
1796
la sua prima crociata; ¶ ma pria che in Caracora
241
1796
opre mie non furo. ¶ Ma se d’oggetto amabile
242
1796
creder suo mi giova. ¶ Ma a te, mio dolce
243
1796
tuon mai non apprese. ¶ Ma dopo il desinar le
244
1796
lor la spettatrice schiera; ¶ ma in mezzo alla festevole
245
1796
a un passegger favore; ¶ ma se costretto a rimanere
246
1796
incorretto disegno assai compensa. ¶ Ma l’industre Catai, se
247
1796
cercan sorte dal favor, ma vano ¶ se poi riesce
248
1796
d’alto affar somiglia, ¶ ma pei merti di sua
249
1796
decenza ed il rispetto, ¶ ma Toto l’avvertì che
250
1796
plebeia oscurità si lascia. ¶ Ma Scardassal in quel mattin
251
1796
invan d’approssimarsegli provosse; ¶ ma Tommaso, che il scerse
252
1796
Scusa il tratto incivil, ma d’ora in poi
253
1796
stuol de’ cavalier promossi ¶ – ma senza tal formalità – bevea
254
1796
contro odi e livori. ¶ Ma di ciò a tempo
255
1796
vomitata o dal tremuoto; ¶ ma il parer più comun
256
1796
gerarchia delle tribù mogolle. ¶ Ma Gengis soggettò Cani e
257
1796
la corona d’oro. ¶ Ma siccome al Mogol negò
258
1796
brusche, sprezzanti, imperiose, altere. ¶ Ma o che sieda fastoso
259
1796
spoglia impaurì e disperse, ¶ ma al ragghio, ai lunghi
260
1796
virtude e libertà bandita. ¶ Ma che il mogol di
261
1796
è in Mogollia sicuro. ¶ Ma perché favellar di piazze
262
1796
bisogno de’ soccorsi miei. ¶ Ma creder sì comune e
263
1796
dirsi e stupido rimane; ¶ ma non volle cercar più
264
1796
l’esalta e predica; ¶ ma quivi, inoltre a malattie
265
1796
mie di far ritorno. ¶ Ma facile è l’ingresso
266
1796
volte segnato il passaporto. ¶ Ma pria voller saper la
267
1796
partir quel giorno stesso. ¶ Ma quello stesso dì partiva
268
1796
partenza al dì seguente. ¶ Ma di partir allor non
269
1796
il creditor non schivi, ¶ ma non proveggon poi che
270
1796
sol barbaro in tutto; ¶ ma s’esser poi legislator
271
1796
ed onta n’ebbe; ¶ ma per mostrargli quanto l
272
1796
congedandosi, poi, partir volea, ¶ ma Tommaso arrestandolo dicea: ¶ «Dunque
273
1796
savio avvedimento ti somigli? ¶ Ma, se fisso hai partir
274
1796
mensa di detestabile vivanda. ¶ Ma già il tremendo carro
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alquanto di parer contrario; ¶ ma fermezza non ebbe e
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ha posti in mano. ¶ Ma per istinto a lei
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che ne saranno ¶ trista ma necessaria conseguenza, ¶ e a
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e il senso invertirebbe; ¶ ma Cutsai ripigliò: «Taci, insolente
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assai mal che desto». ¶ Ma poiché quei che in
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l’ignorò finse ignorarlo. ¶ Ma il vigilante e perspicace
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illegitime ¶ vota trovossi ancor; ma in un esposito ¶ Tacar
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istuzzicar troppo il vespaio. ¶ Ma fecondi in compensi i
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costumi e i sentimenti, ¶ ma la mente all’ardir
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figli di sospetto vano, ¶ ma si scorgea il fermento
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la dignità d’impero. ¶ Ma tranquillar gli impauriti e
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suo liberator lo riguardava. ¶ Ma invece d’ir dove
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me forse si loda». ¶ «Ma Toto ov’è?» dicea
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di ciò s’apria, ¶ ma sorvenne Turfana e Toto
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studi esser tu credi; ¶ ma se ne togli alcuni
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onor non ne concedi, ¶ ma a’ fisici stranier, che
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arte in forestier paese. ¶ Ma, se avvien che i
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vano che lontan rimbomba; ¶ ma se poscia s’appressa
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picciol l’oggetto appar; ma poi, qualora ¶ s’appressa
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saviezza e senno... ¶ No; ma tutti di furto e
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sussister mai forse potrebbe; ¶ ma spiegherotti ove l’error
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idee sublimità e giustezza; ¶ ma di scriver prurito e
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tuon di filosofici precetti. ¶ Ma poiché per costante istinto
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al volgo, ai putti; ma color che danno ¶ a
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comica e le danze? ¶ Ma grande è l’opra
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e ne ho rammarico. ¶ Ma quando fia che i
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s’io ben conteggio; ¶ ma fra l’opre dell
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te dell’europeo paese; ¶ ma il grande oggetto rammentar
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stessa proporre ai cicisbei. ¶ Ma la natura mai non
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grazie e il vezzo, ¶ ma un tal maschil contegno
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alla galanteria sembran proclivi. ¶ Ma le ritiene certa timidezza
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passar le mattinate intiere; ¶ ma se li miri ben
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ridicolmente imitatrice e serva. ¶ Ma se nella gran massa
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scandaloso agli onest’occhi. ¶ Ma a un tratto poi
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volgar, compera a prezzo; ¶ ma anche per quelle che
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e calci e pugna. ¶ Ma perché io da essi
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distingue per rango militare. ¶ Ma quale esser può mai
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e dona e spende, ¶ ma di scelta e di
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Mogollia d’Europa trasse. ¶ Ma non principio di commercio
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prezzo cresca o basse, ¶ ma capriccio dispotico e tiranno
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la naturale ¶ pubblica libertà; ma in Mogollia ¶ fanno troppo
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industria i primi semi. ¶ Ma poiché a ingegno uman
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loro ¶ parto non è, ma di straniero ingegno, ¶ cui
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chiede dal Mogol condotti. ¶ Ma rido io di buon
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ed introdur le merci. ¶ Ma s’hai con esso
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la rival crucciossi mica, ¶ ma la distinse e la
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fatto allor tenne nascosto, ¶ ma poi tutti gli scrupoli
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partir seco autorità vorria; ¶ ma non regna, chi regna
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campo e d’eroina. ¶ Ma certo io son che
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stette la sorte allora, ¶ ma pur lo stesso dì
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opra alla memoria bebbe. ¶ Ma vedi il carro del
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iniquità l’infame frutto; ¶ ma il ciel gli aborre
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fiore. ¶ Polifemo stessissimo parea, ¶ ma Polifemo in abito d
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spogliò, ¶ «Bravo!» Toto dicea «Ma per Dio! Bravo!» ¶ Poi
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acerbi e le ceffate. ¶ Ma come ognor mal nata
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della pietade è figlio. ¶ Ma l’odio antico rallumossi
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al capriccio passegger compenso, ¶ ma se Toto scopria gli
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sua carica i doveri. ¶ Ma Catuna volea che i
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Chi diavolo è costui?» ¶ Ma Toto stesso allor, Toto
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e li nomaron prenci. ¶ Ma nei sconci atti e
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ne abbiamo mille documenti. ¶ Ma al tempo di Catuna
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suol non già piacer ma impaccio, ¶ spesso mostrar in
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dalle lor celle monastiche, ¶ ma persino le donne, i
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Bisanzio il secondo Baldovino; ¶ ma tutti gli altri, a
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altri pontefici suoi pari; ¶ ma inoltre a questi, egli
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volea sovran dritto attribuire. ¶ Ma quei, senza scomporsi, il
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Melech per un corriere. ¶ Ma frattanto Tommaso Scardassale ¶ per
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le potea contemplar liberamente. ¶ Ma i sguardi suoi principalmente
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risponder, si volea scusare; ¶ ma il Soldan prese un
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accopparlo avea stimolo forte; ¶ ma con riflesso a ogni
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sogliono dormir come marmotte; ¶ ma periglioso è il passo
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ben che avean coteste. ¶ Ma guardandole sotto alla gorgiera
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poi gettarli ai cani. ¶ Ma quei che fur spediti
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vendicarsi il musulman Pontefice. ¶ Ma lasciamo il Califfo in
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Europa servilmente il collo. ¶ Ma del secondo Federico il
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coppia a simil nuova, ¶ ma tacque e cesse al
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ne sappiate il nome, ¶ ma i fatti ancor e
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oppor l’autorità pontificale; ¶ ma per uopo siffatto ei
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dispregio burbero il riceve; ¶ ma Carpin diè principio a
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non dico un infedel, ma un diavolo. ¶ Ma Batù
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infedel, ma un diavolo. ¶ Ma Batù, con ischerno diabolico
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messo pontificio, e quali; ¶ ma Tommaso mostrò che 1’europea
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non può, né trasgredito; ¶ ma che in compenso dell
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e reliquie ed agnusdei. ¶ Ma non ben comprendendo ei
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e il successor dovea. ¶ Ma non però quell’animo
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quindici amanti o sedici. ¶ Ma siccome per uso e
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platea di spettatori piena; ¶ ma quando poscia calasi il
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né ben, né male. ¶ Ma Toto era, per Dio
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anticamere e le sale. ¶ Ma il basso volgo e
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bambolona, belloccia e pastricciana. ¶ Ma Caiucco ebbe prima altra
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vivea... Chi può saper? Ma un dì ¶ le venne
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libertà de’ detti miei; ¶ ma se l’aspetto e
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qua mi trasse alfine. ¶ Ma tu, se lice» soggiungea
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talamo e trono ¶ accomunar; ma le fallì il disegno
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il momento è questo!» ¶ Ma vedendolo incerto e titubante
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la vedova d’Ottai. ¶ Ma il ben promove appena
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stupidi son gli ammiratori. ¶ Ma senza premio è il
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agir nobili e degne, ¶ ma succhiaron col latte idee
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per ragion non mica ¶ ma per servil istinto e
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o spron d’onore, ¶ ma vansene poiché forz’è
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vece a pugnar vada. ¶ Ma come mai costor posson
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idee pesa e combina, ¶ ma sempre gigantesche e colossali
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romane onoranze in parodia! ¶ Ma se distinguo ben dal
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d’illustre alto lignaggio ¶ ma fin fra il basso
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straniero tuon di gentilezza, ¶ ma il costume gentil, l
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apprender virtute e gentilezza. ¶ Ma quai custodi, oh Dio
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dispendio e di grandezza; ¶ ma non vegg’io della
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pur costor l’idea, ¶ ma non genio, non gusto
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di Bocara e Samarcanda. ¶ Ma poiché senza erudimenti primi
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merti suoi non debbe, ¶ ma del german, che n
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cede e si stracca. ¶ Ma come ei gentil era
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bestie e le persone, ¶ ma non però da lei
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e s’ange molto; ¶ ma poiché affatto esanime lo
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di lui saria smarrita, ¶ ma in latino sermon, per
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se prometto tacer, crepo ma taccio. ¶ APPENDICE ¶ Idea e