Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

divisa di ogni esemplare madre di famiglia. Un signore

l’indipendenza economica. ¶ La madre la invitava a cercarsi

mattina di marzo la madre la mandò a fare

giusto?» ¶ «Giusto» convenne la madre. «Ma ti piace? Perché

la tenerezza di una madre, la protezione di un

suo uomo lontano. ¶ La madre ogni tanto passava a

Rosa La Barbera una madre di famiglia, un proiettile

rispetto alle anche della madre strette strette. ¶ «Vedi che

dalla vulva tumefatta della madre, era viola melanzana per

sorpresa. ¶ «Maruzza, come mia madre, e speriamo che sia

Gli aprì una tranquilla madre di famiglia, con la

Si stancherà” pensava la madre e la lasciava sbattere

picciridda?» la rimproverò la madre. ¶ «Nica è» saltò su

che c’arrivi.» ¶ La madre, esclusa dal gioco, era

come fosse morta. ¶ La madre osservò la zoppia della

La faccia diafana della madre e quella ambrata di

ti inchiappare, che tua madre chi la sente?» si

padre e di una madre. Ora, io a Maruzza

Mario stizzito. «Io mia madre neanche l’ho conosciuta

nostalgia, ma di mia madre, che non ho mai

dare cunto a mia madre.» ¶ Aranciu Pilusu emise un

con nessuno; persino la madre non sopportava quando si

l’aveva consolata la madre, «del resto pure io

incrociavano quelli gelidi della madre. ¶ Al ritorno, mentre attraversavano

faceva il bagno, la madre non si spogliava completamente

ancora del calore della madre, si trovò spesso a

tentò di avvicinarsi alla madre, perché l’aiutasse a

Se lo sa mia madre sono guai.» In casa

dicevano. ¶ Maruzza chiese alla madre cosa fossero quelle cose

gli occhi, trovò la madre accanto a lei. ¶ «Bevi

con gli ammonimenti della madre che ribadiva ossessivamente «mali

che diventano crudeli. Mia madre, è stata lei a

stavolta ascoltami senza interrompere…». ¶ Madre e figlia erano uscite

e alla fine la madre aveva acconsentito: «Vanno bene

occhi incrociavano quelli della madre, sperando in un cenno

Io vasate a mia madre non ce ne voglio

c’era mai stata. ¶ “Madre e figlia sono fatte

volgare nelle mani della madre che la spintonavano. ¶ «Mario

qualche secondo, perché la madre tempestiva irruppe nel cerchio

non farò come mia madre, e i miei figli

Vieni» la chiamò la madre, «vieni che ti presento

di cristallo che la madre spolverava con tanta delicatezza

alzarsi dal letto. La madre doveva chiamarla parecchie volte

zia. ¶ Ogni mattina la madre superiora se ne stava

Stu John pare mia madre!» esclamò. ¶ L’insegnante si

di controllo. ¶ «Per mia madre quello che non si

Maruzza sperò che sua madre non avesse sentito. Aspettò

faceva che ripeterle sua madre. E poi nella sua

hai detto a tua madre?» domandò Clotilde. Aveva le

darle un dispiacere.» ¶ La madre di Caterina era un

crociate. ¶ Maruzza pensò alla madre, di sicuro l’avrebbe

direi solo a mia madre» affermò Clotilde con convinzione

lo direi a tua madre» sospirò Caterina. La signora

a parlarne con la madre, che si mostrò forte

all’atteggiamento passivo della madre e al carattere arrendevole

fermava nemmeno quando la madre, pallida di stanchezza, si

ragazza, che considerava la madre un grumo di razionalità

coraggio di fare la madre e schierarsi dalla sua

il ricordo di sua madre: “Forse, se non fosse

pronta per fare la madre, ero ancora una bambina

sorpresa dal comportamento della madre, che per la prima

c’era già sua madre a parlare per frasi

la voce di sua madre: Attenta che stanotte ho

vai» le disse la madre mettendole in mano il

bisogno di toccarla, sua madre, di fondersi con lei

occhi sulla pancia della madre, la piccola curva sporgente

patruni. Palermo: la grande madre. ¶ Nota dell’Autrice ¶ Cortile