Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

volata e alzò le mani al cielo come aveva

due ragazzi nelle abili mani di mamma Pina. ¶ A

vita, Nicola infila le mani nei riccioli ancora folti

che si asciugava le mani sul grembiule. ¶ «Ciao, Nicolì

tovaglia pulita tra le mani. ¶ La fame era tanta

per riprendere fiato, le mani sulle ginocchia piegate. I

gli occhi socchiusi, le mani strette con forza sul

istinto si portò le mani alla testa. I riccioli

presto sarebbero venuti alle mani, ma a Nicola non

gli tenne strette le mani tra le sue. Erano

tra le sue. Erano mani piccole e calde. Lui

di dolore. Spostò le mani sugli occhi per stropicciarli

così aveva sentito le mani calde di lei che

un gesto rapido delle mani gli abbassò la coppola

con te, le mie mani come vedi non tremano

chitarra a tracolla, le mani in tasca, i lunghi

che preferiva menare le mani piuttosto che studiare, povero

ma non menava le mani per risolvere i problemi

era impadronita Manuela con mani avide ed esperte. ¶ Fece

blocchi di partenza, le mani appoggiate dietro la linea

sapeva dove mettere le mani, afferrò un ricciolo che

strappò il giornale dalle mani, si mise gli occhiali

negli occhi con le mani ancora strette. Poi Anna

acqua chiara, con le mani posso finalmente bere…” Nicola

spalti. Nicola premette le mani sulle orecchie e fece

che gli tremano le mani. Sono quattro buoni fruttiferi

ho allungato le mie mani sui tuoi fianchi, accarezzandoti

un po’ tra le mani e poi lo aprì

a riprendere fiato, le mani sui muscoli delle cosce

se mi sfiori le mani, se mi guardi, se

sua energia a piene mani, distribuendo sorrisi, inchini, medaglie

le tue, Anna, quelle mani pietose. ¶ I funerali si

sentivo frusciare tra le mani come anime in pena

rose bianche tra le mani e due baci sulle

Nicola le fissa le mani occupate da bicchiere o

la morbidezza di quelle mani calde e asciutte, mai

le lettere tra le mani. Più che furiosa appare