Melissa Panarello, La bugiarda, 2013

bocca col dorso della mano. ¶ “Non si dice minchia

spazio, aria, invocando una mano compassionevole che la tiri

Incontrammo una bambina nera mano nella mano con suo

bambina nera mano nella mano con suo padre adottivo

e scarpe sneakers. ¶ In mano avevano bicchieri con drink

ogni tanto passava la mano davanti al bocchettone d

bicchiere di Fanta in mano. Oppure chiacchieravo con i

solo Dio.” ¶ Alzai la mano. ¶ “Scusi Padre, ma a

disse indicando con la mano tesa il mio banco

aveva un melone in mano. ¶ “Perché nella foto hai

hai un melone in mano?” ¶ “Non me lo ricordo

pagine. Volevo tenerle in mano, pesarle come un libro

colpo…”, disse portandosi una mano sul cuore. ¶ Era l

finestrino c’era la mano di Anna che cercava

via. ¶ Afferrai la sua mano e la strinsi forte

mio padre. ¶ La sua mano sconosciuta, la sua pelle

mi sculacceresti con la mano o con la frusta

gli avevo stretto la mano. ¶ Gli stessi occhi avevamo

Ci salutammo con la mano, girammo la chiave e

con quel libro in mano, non uno qualsiasi, ma

pile di fogli in mano o libri o buste

con quella valigia in mano. ¶ Parlammo del libro. ¶ Mi

e una penna in mano, fogli di manoscritto sparsi

il grafico. ¶ Aveva in mano la proposta per la

una ragazza, scritta a mano con calligrafia gonfia. ¶ Diceva

cosa”, risposi, “prendo in mano anche una falce e

ciao ciao con la mano. ¶ Entrammo in studio. ¶ Mi

muro diedero un’altra mano di giallo. ¶ Smisi di

darsi coraggio mettere una mano sul fianco, anche se

devi trattare. Voce bassa, mano sul fianco. Si consiglia